Antonio
"Rigo" Righetti è un poliedrico musicista che vanta
numerose e importanti collaborazioni (da Willy De Ville a Elliott
Murphy, da Robert Gordon a Mick Taylor, da Luciano Pavarotti fino
ad arrivare a Ligabue) e oltre a suonare il basso, ama confrontarsi
con il canto (ma solo e rigorosamente in inglese) e i reading di
musica e poesia, (ha infatti partecipato nel giugno 2001 a MyLand
- La Strada dei sogni) è un appassionato di Elvis, un
lettore famelico e un valido maestro.
“Voglio essere considerato un poeta jazz che suona un
lungo blues in una jam session d’una domenica pomeriggio”
Jack Kerouac
E’ finalmente disponibile il primo lavoro
da solista di Antonio “Rigo” Righetti: “Songs
from a room vol.1”. Un album a mio parere atipico
nell’accezione positiva del termine, essenziale e decisamente
lontano da standard commerciali, privo di arrangiamenti stucchevoli
o inutili orpelli, da cui emergono suoni ricercati ed equilibrati
ma “liberi” e perfettamente arricchiti da discrete sonorità
elettroniche. Protagonisti assoluti, i brani (in inglese) ognuno
con una propria identità, rappresentano il cuore di questo
primo lavoro nato dalla passione per la musica e per le lettere
ma anche e soprattutto per la vita nelle sue varie e delicate sfumature.
Il cantato: una voce roca, ruvida ma espressiva che colpisce e arriva
a toccare le giuste corde.
Nessuna title track, il mini cd (5 brani in totale
di cui 1 cover), inizia con la sferzante “Walking
down the green river”: il racconto di un ritrovato
ottimismo forte di un’amore che tutto può sopra ogni
cosa e prosegue con “You saw the light”:
l’anima partita un giorno in cerca di un posto dove stendersi
ad asciugare dalla rugiada di mattini grigi e giornate vuote, è
tornata in una giornata calda e soleggiata. Un doveroso omaggio
al “maestro di vita”, attraverso i malinconici e toccanti
versi di “Open Letter to Ti Jean”
(pseudonimo di Kerouac) e la celebrazione della musica d’autore
con l’interpretazione dell’unica cover presente nel
disco “(Sitting on) the
dock of the bay”di Otis Redding in cui il suono
importante del basso prende il posto anche del caratteristico fischiettio
in questa bellissima e struggente ballata.
“Solo i poveri riescono ad afferrare
il senso della vita, i ricchi possono solo tirare a indovinare”
scriveva Charles Bukowski ed è proprio questo il senso che
sembra trasparire dall’ascolto della traccia numero 5, la
commovente “All the same”che
chiude l’album: una riflessione doverosa e realistica, anche
se amara, sull’umana condizione.
E proprio nel delinearsi di un quadro, dove si
mescolano e prendono forma i diversi “colori” della
musica: il rosso e l’arancio del rock, il blu e nero del blues
e il verde e l’azzurro del folk, giunge inesorabile la consapevolezza
di essere al termine dell’ascolto di “Songs
from a room” e congedandomi
con la sensazione di essere a metà del percorso, mi auguro
che il viaggio prosegua e ci conduca verso nuove destinazioni.
Rigo (voce, basso
elettrico, chitarra acustica ed elettrica) è accompagnato
in questa avventura da:
Robby Pellati: batteria e percussioni,
Marco “Skeggia” Montanari:
chitarre elettrice, acustiche e mandolino, Gep:
gruveria varia ed elettronica discreta.
Il minicd non si trova in vendita nei negozi di
dischi ma è reperibile direttamente ai concerti oppure tramite
il sito internet http://www.roomservicerecords.it
dove è anche possibile trovare tutte le informazioni utili
sull’ attività artistica e ascoltare in anteprima due
tracce in formato mp3.
Per contattare
Rigo
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