PARROCCHIA DELLA PACE


La grande meravigliosa avventura

 

di Vittoria Pascale ( pediatra )


Aspettare un bambino, seguirlo nel suo sviluppo e metterlo al mondo è una fantastica, meravigliosa avventura.Un’indissociabile rapporto tra la madre e il bambino ini-zia molto precocemente fin dai primi giorni di gestazione quando si instaura una relazione eccezionale certamente biologica ma anche affettiva, sensoriale e psicologica. 

La madre è, per il bambino che deve nascere, grembo fecondo ed allo stesso tempo legame con il mondo esterno. È lei che lo protegge, per il tempo necessario, dalle aggressioni esterne e che poi lo porta ad accettare di lasciare questo “nido morbido” per affrontare l’esistenza, facendogli spazio nel suo mondo interiore e rispettandolo in quanto persona a se stante. Attendere 

un figlio significa intrattenere una relazione eccezionale poiché il feto è un essere al quale si può precocemente parlare. Egli non comprende con l’intelletto le parole che 

la madre gli rivolge, ma ne capisce il senso. Un senso che è già accoglienza e amore e che stimola il suo desiderio di vivere. Al futuro bambino si può parlare silenziosamente come quando si prega. È una preghiera intensa, profonda e il pensiero della madre che come per miracolo incontra quello del proprio figlio. Questo continuo incessante stimolo aiuta lo sviluppo cerebrale del feto e...

La grande meravigliosa avventura continua e si concretizza con la nascita.

 

LA NASCITA

 

Non deve essere considerata come il momento di inizio della vita biologica ed affettiva ma come una svolta in una relazione iniziata mesi prima, una relazione d’amore che aiuta il bambino a crescere 

e a costruirsi una Vita degna di questo nome. Una storia breve, ma vera, sarà la conferma di quanto si è detto in questo breve articolo. “Maria è una ragazza madre”, la sua è una maternità non solo non voluta ma frutto di una violenza. Il piccolo essere che vive dentro di se è quasi un nemico, un nemico solo per breve tempo perché il proprio figlio non può essere considerato tale nemmeno per pochi attimi, in virtù di quel rapporto che la natura stessa provvede ad instaurare precocemente fin dal primo momento del concepimento, per questo Maria ha presto compreso di non essere stata nemmeno per un attimo ostile nei confronti del suo bambino. 

Sarebbe nemica di se stessa e così la disperazione si è trasformata come per un miracolo in un immenso incondizionato amore che ha tracciato un percorso di vita difficile ma possibile. 

Oggi Maria è una donna felice, appagata e fiera del suo bambino.


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