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Guy Williams - The Man Behind The Mask

(Antoinette Girgenti Lane)

Guy Williams - The Man Behind The Mask è una biografia completa e documentata scritta da Antoinette Girgenti Lane. E’ un libro di 500 pagine 500!, con molte fotografie anche inedite (in bianco e nero), perciò mettetevi comodi perché non sarò breve.

Nell’introduzione l’autrice spiega i motivi che la hanno indotta a cominciare l’opera; anche lei fedelissima di Guy era sconcertata che nessuno avesse mai pensato di scriverne la biografia. L’impresa è durata dieci anni, durante i quali questa determinata signora ha passato al setaccio tutto ciò che era stato scritto su di lui e sembra proprio che abbia incontrato tutte le persone che hanno conosciuto Guy, anche quelle che lo hanno visto solo per pochi istanti, come alcuni fortunatissimi fan. L’unico suo cruccio è forse quello di non essere riuscita, per poco, a rientrare in questa categoria.

Buona parte del tempo è trascorsa nella verifica attenta ed accurata del materiale raccolto, scartando le storie che non venivano confermate da altri testimoni presenti al fatto, quelle dove le date non corrispondevano, quelle troppo discordi con la personalità che si stava delineando e delle quali non esistevano riscontri perché, come si legge nell’introduzione, “Non volevo scrivere un libro basato su pettegolezzi o sul sentito dire, ma su fatti e dati certi.”

L’elenco delle persone che l’autrice ringrazia è lunghissimo, io citerò soltanto la moglie, il figlio e la figlia di Guy, che hanno dato un contributo immenso e insostituibile alla composizione del suo ritratto, e poi gli amici, i colleghi attori, le persone che gli sono state vicino negli ultimi anni in Argentina.

Dopo centinaia di interviste con amici e colleghi di Guy, gli aggettivi usati per descriverlo erano sempre gli stessi: era un uomo meraviglioso, un gentiluomo. Nessuno ha detto una sola parola denigratoria su Guy Williams. Aveva i suoi difetti e le sue debolezze, come tutti, ma niente che potesse fargli perdere gli amici. Era amato e manca a tutti.”

La storia comincia dall’inizio, esattamente dalla nascita di Guy, il 14 gennaio del 1924 a New York e continua con frammenti della sua infanzia, della sua adolescenza e poi del romantico incontro con la bellissima Janice Cooper che sposerà nel 1948 e che sarà sua moglie per ben 35 anni. L’unica moglie, tiene a precisare la famiglia.

La seconda parte del libro, intitolata Hollywood 1952-1973 è forse la più avvincente; comincia con i primi tempi in California, tempi anche “di carestia” e poi la notizia che Walt Disney cercava un attore per interpretare il ruolo di Zorro in una nuova serie televisiva, serie che, per alcuni anni, porterà  Guy al successo e alla notorietà (e verrebbe da aggiungere all’immortalità).

In queste pagine leggiamo un’infinità di aneddoti, molti raccontati da Guy in varie interviste dell’epoca, altri da amici-colleghi-familiari e sembra quasi di essere in mezzo a loro, a condividere divertimento, fatiche e amicizie in quel magico set.

Vi siete mai chiesti se Gene Sheldon, il bravissimo attore che interpreta Bernardo, sapesse parlare o fosse davvero muto? Io me lo sono chiesto qualche volta da bambina. Parlava, eccome se parlava... e suonava anche, e addirittura cantava...

Mi ha fatto molto piacere, tra gli altri, conoscere Buddy Van Horn, bravissima controfigura di Guy e suo amico. Non ne avevo mai nemmeno sospettato l’esistenza e gli facevo torto perché era ed è una persona squisita e un autentico professionista. Ha lavorato con Clint Eastwood e in tanti film di successo e di recente ha ricevuto un prestigioso riconoscimento come miglior stuntman mondiale.

Possiamo vederlo nel 13° telefilm, quello dal titolo “L’emissario del re”, però non cercatelo nei credits. Interpreta il lanciere che don Diego fa travestire da Zorro per rigettare l’accusa del perfido Monastario.

Molto interessanti, soprattutto per noi italiani, le pagine dove viene descritto il viaggio in Italia della famiglia Williams quando a Guy venne offerto di interpretare Damon nel film Il tiranno di Siracusa. Fu un viaggio alla scoperta delle sue radici, mai dimenticate, ma adesso chiaramente riconosciute ed apprezzate. Si innamorarono di Venezia e per un po' pensarono di stabilirsi qui, poi Guy decise di tornare a Hollywood dove ormai era conosciuto e dove pensava di poter fare carriera. Fu una decisione logica la sua, al suo posto credo che anch’io avrei fatto così. Molti anni dopo dirà di essersi pentito, ma non sapremo mai se in Italia avrebbe avuto più fortuna.

La vita è fatta di decisioni meditate, ponderate e sfortunate, a volte, ne sa qualcosa Tony Russo, l’attore che compare negli episodi 11 e 12 della serie nei panni di Carlos Martinez. Era in Italia nei primi anni ‘60 e venne contattato da Sergio Leone (che allora nessuno conosceva) per una parte in uno strano film “Per un pugno di dollari”. Tony Russo lesse il copione e lo trovò orribile con tutti quei silenzi, così decise di accettare un altro lavoro con un regista più conosciuto e affidabile. Anche Clint Eastwood giudicò orribile quel copione, ma non aveva di meglio da fare, così accettò. Povero Tony, roba da mangiarsi il fegato per sempre!

Seguono gli anni della serie Lost in Space (alzi la mano chi l’ha vista in Italia) raccontati anche questi con dovizia di particolari e di testimonianze e poi gli anni dell’attesa, del disincanto e di un mutamento sottile di umore. A questo punto entriamo silenziosamente nella sua casa, la bellissima villa spagnoleggiante dove Guy e la sua famiglia hanno vissuto tanti momenti felici e dove era proibito scendere di corsa le scale, come ricorda una compagna di scuola della figlia Toni .

La terza e ultima parte del libro, dal titolo Argentina 1972-1989 comincia raccontando la sorpresa e l’incredulità di Guy nello scoprire di essere una specie di eroe nazionale in un paese che a lui sembrava tanto lontano. La decisone di trasferirsi a vivere laggiù fu anche questa una logica conseguenza, il desiderio umano e comprensibile di una nuova opportunità, di una seconda giovinezza. Lo stile di vita argentino era l’ideale per lui che ormai considerava fredda e ingrata la sua gente e che non sognava più la California, e in effetti venne circondato dal calore e dall’affetto di tante persone, in primo luogo da quello del giovane e bravissimo Fernando Lupiz, un campione di scherma che divenne il suo allievo ed amico fedele nei tanti spettacoli in giro per il Paese.

La storia, come è noto, finisce con la morte improvvisa di Guy, un autentico shock per tutte le persone che lo avevano conosciuto ed amato.

Io lo seppi in modo del tutto casuale: in quegli anni ero in contatto con alcuni fan italiani di Star Trek e uno di questi mi mandò la fotocopia di una pagina di Starlog (una rivista americana di fantascienza) che riportava la notizia della prematura scomparsa del giovane attore che aveva interpretato il ruolo del figlio del Capitano Kirk nel secondo e nel terzo film per il cinema. Nella stessa pagina c’era una foto di Guy tratta dalla serie Lost in Space e un breve articolo, dove non si faceva nessun riferimento a Zorro, che finiva con la notizia della sua improvvisa scomparsa. Ricordo di essermi sentita assurdamente in colpa, reazione che ho scoperto essere comune a tante altre persone.

Nelle ultime pagine sono elencate le iniziative dei fan per ricordarlo e il libro si chiude con le parole di Ashley, un fan di dodici anni:  “Quando guardo Zorro ricordo sempre che non è l’uomo dietro la maschera a fare Zorro, è il cuore dell’uomo che fa Zorro”.

Per concludere, questa biografia è un autentico monumento di amore e di rispetto, la storia di una vita illuminata dal sorriso e dal sottile umorismo di Guy, che qualche volta mi ha fatto ridere fino alle lacrime; solo alla fine ho pianto e basta. L’autrice non ci nasconde nulla, ma allo stesso tempo non esprime mai giudizi, ci presenta i fatti così come sono accaduti. Leggetelo, se potete, ne vale la pena.

 

(Recensione a cura di Giuseppina)

Per saperne di più visita il sito http://bearmanormedia.bizland.com/id58.html

 

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Chasing After Zorro

(Britt Lomond)

Chasing After Zorro è il libro di circa 240 pagine scritto da Britt Lomond, l'indimenticabile e "cattivissimo" comandante Monastario dei primi tredici episodi della serie. Oggi il signor Lomond è un arzillo ottantenne (e noi gli auguriamo di arrivare a cento anni e oltre), come vediamo nel retro di copertina dove c'è una sua foto recente.

Basandosi sugli script originali dei tredici telefilm, e su una buona memoria, Lomond ci porta dietro le quinte di ciascun episodio in modo divertito e divertente, ricco di particolari, come solo uno dei protagonisti può fare.

Il libro comincia con una introduzione nella quale l'autore racconta le vicende che lo hanno portato a far parte del cast e il suo primo incontro con Guy Williams nella scuola di scherma del maestro italiano Aldo Nadi a Hollywood.

Entrambi buoni spadaccini, ed entrambi desiderosi di interpretare il ruolo del protagonista (ma anche questa sfida sarà vinta da Guy), i loro duelli sono rimasti tra i migliori della serie e il fatto che questa sia diventata un oggetto di culto per tante persone nel mondo è qualcosa che "va al di là dei nostri sogni più audaci", come scrive Lomond che aggiunge:

"E' sorprendente, ma anche molto gratificante, per quelli di noi abbastanza fortunati da essere ancora qui, vedere il tremendo impatto che questa serie ha ancora su milioni di fan di Zorro in tutto il mondo. Grazie."

Britt risponde con evidente piacere e dovizia di particolari anche alle "domande più frequenti" che i fan gli hanno rivolto in questi anni, curiosità sul suo personaggio e sulla serie che troviamo distribuite un pò in tutte le pagine del libro.

Non mancano riconoscimenti affettuosi a tutti coloro che hanno partecipato a questa splendida avventura: attori, sceneggiatori, registi, controfigure, addetti agli effetti speciali, costumisti.... e anche a Walt Disney, naturalmente. Tra Lomond, Guy Williams e Henry Calvin (il mitico sergente Garcia) si era sviluppata una sincera amicizia e i tre si incontravano spesso fuori del set, nei momenti liberi e nei fine settimana.

Ricordi personali e di lavoro si mescolano in un racconto affascinante e l'autore ci informa minuziosamente dei tanti contributi che lui, Williams e Calvin hanno dato alla costruzione dei rispettivi personaggi, modificando battute o suggerendo soluzioni alternative per migliorare la resa di alcune scene.

Il libro contiene otto pagine di fotografie in bianco e nero e Lomond lo chiude con una dedica ai protagonisti principali. Ecco cosa scrive di Guy:

"E, naturalmente, (lo dedico) a Guy Williams, con quel suo sorriso meraviglioso che avrebbe illuminato la notte più buia. Il delizioso senso dell'umorismo che manifestava così spesso ha reso più sopportabili e divertenti i molti momenti difficili del lavoro e il calore della sua compagnia ha sempre fatto sentire tutti più rilassati sul set."

E queste parole sono per noi lettori:

"Ho impiegato diversi anni per sedermi a scrivere le mie... non trovo un termine migliore... memorie di Zorro. Questi sono i miei ricordi di tempi, luoghi e di alcune persone meravigliose che ho incontrato ed amato molto tempo fa."

"Spero, con tutto il cuore, che i miei ricordi vi siano piaciuti, sono ricordi che ho portato con me per circa quarant'anni. Questi sogni vivranno sempre nel mio cuore e spero vivranno anche nei vostri."

Nel sito internet dell'attore è possibile ordinare una copia autografata del libro, firmare il guest-book e anche scrivergli all'indirizzo di posta elettronica o a quello "terrestre".

 

(Recensione a cura di Giuseppina)

Per saperne di più visita il sito http://www.zorrovsmonastario.com

 

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