anno scolastico 2001 su invito della SCUOLA MEDIA
Quante volte abbiamo avuto modo di ascoltare il detta:"IL POPOLO CHE
NON HA MEMORIA, NON HA STORIA", Chi ha oltrepassato lo stadio della
giovinezza e s'incammina verso la maturità,proveniente da una generazione
che fondava le prime conoscenze sulla tradizione orale delle nostre genti,
Adesso è tutto scritto anzi videoscritto,queste reminiscenze storiche
tentano a scomparire dalla mente dei più giovani.
Allora,secondo me,possono venire l'utilità dei cantastorie,i poeti
contadini che ricordano alle generazioni presenti,a vai in particolare, e
quelle che verranno com'era una volta,cinquanta,sessanta e più annifa.
Il nostro piccolo mondo chiuso da luoghi conosciuti e raggiungibili facilmente
con i pochi mezzi allora a disposizione ( piedi,essenzialmente qualche bighetta,
carretti, o trajni, vignarole e qualche bicicletta)
Chi erano i personaggi che popolavano quei tempi (i cafoni, la povera gente!)
Qualche signorotto non troppo signore, Queste erano le condizioni di vita
o meglio di sopravvivenza degli abitanti di questi luoghi, tanti o pochi anni
fa.
Adesso il nostro San Benedetto dei Marsi,non é più quello di
una volta (meno male diranno tutti,soprattutto quelli come me che ricordano
com'era) I più giovani che forse sterreranno a riconoscere alcuni luoghi
scomparsi come: I' Ritéjje,la Chiusétte,A rréte i' prate,la
Corde , la Mulétte, i' Sciacquature, i Loche, le baracche bolognése,
l'are de sor Piétre alla citatèlle,saranno aiutati da ricordi
degli anziani, da gente che popola il paese che ha raggiunto traguardi importanti,
che vi lavora, che produce, che commercializza che esporta prodotti agricoli.
Non vuole essere un encomio credo che sia soltanto un esempio di raffronto
con un passato misero che molti dei nostri padri e dei vostri
hanno dovuto affrontare, e direi superare, con grossi sacrifici per conferire
a S.Benedetto una posizione più dignitosa.Ma s'é raddoppiato
in tutti í sensi: Scole, paléstre, chiése, piscine, ristorante,
magazzine, ricche attrezzature agrichole, belle case gnove che .."se
séguete accuscì se raccumprendéme che Pescine".
J' quéste v' vuléve dice,pure s' so' cose fatte in case senza
riche,in carta rozze i ch' le linje schjorte.
Io non so spiegarmi bene in italiano ténghe più amecizje ch'i'
nostre dialétte. Quindi care signorinélle e signorini mi dovete
scusare che
da adesso inizio a parlare con il nostro vernacolo per raccontarvi le vicissitudini
dalla nostra gente. II nostro ambiente d'allora rapportato
con quello di oggi. Questo farò con il tramite delle mie poesie dialettali.
Però adesso farò uno strappo alla regola inserendo per prima
una poesia in italiano, col mio povero italiano, però leggetela ugualmente,a
me farebbe tanto piacere e a voi, credo, non dovrebbe dispiacere.
Fa sempre bene, é sempre bello parlare della mamma perché nelle
nostre vene scorre il sangue del suo sangue.Anche dopo che lei non c'é
più,
il suo ricordo non deve mai mancare,deve seguitare a vivere in noi sempre
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