Vezimo

  Posto nel cuore della Val Boreca, alle propaggini del Monte Lesima e ad una altitudine di 1050 metri è uno dei villaggio più alti dell'Appennino Piacentino.

  Dista dal Capoluogo Zerba 4 chilometri ed è collegato da una strada provinciale recentemente allargata ed asfaltata molto panoramica.

  Il villaggio, ormai semi abbandonato nel periodo invernale e buona parte della sue case sono in condizioni non tanto buone. Tuttavia presenta ancora oggi una trattoria molto decorosa, dove un viaggiatore occasionale potrà apprezzare l'ospitalità e la cucina della nostra gente.

  In passato, questo centro, da quanto ci è dato conoscere, era abbastanza popolato. Non si esclude che un tempo i monaci di San Colombano esercitassero la loro giurisdizione su queste terre; infatti, documenti Colombanesi attestano che i monaci del Monastero di Bobbio avessero possedimenti fino al Monte Lesima. Nel rogito 14-6.1191 v'è una sentenza arbitrale data da Guido de' Putto, giudice del Marchese Malaspina, per aggiudicare all'Abate di Bobbio in confronto dell'arciprete di Varzi, talune terre di questo monte.

  Nella visita Pastorale del 1655 vi erano fuochi (famiglie) 20, mentre nella successiva visita del 1668 ve ne erano 18. In occasione di tali visite, il Vescovo Mons. Settola ordinava di porre sopra l'architrave della chiesa la frase biblica : "Domus mea domus orationis vocabitur" e questa iscrizione rimase sino alla ricostruzione della chiesa al tempo del parroco Don Opizzi. Tale ordinanza episcopale era alquanto categorica e nello stesso tempo severa, i trasgressori venivano puniti con l'ammenda di 25 scudi e perfino con l'interdetto della chiesa.

  Come appare nelle visite pastorali del 1707 e 1747 gli oratori di Vezimo erano due: uno dedicato a San Colombano e l'altro alla Madonna del Carmine. La chiesa venne eretta a vicecura da Monsignor Lodovico Anduxar il 18 gennaio 1746. Successivamente, e cioè nel 1786, gli abitantichiesero di erigersi in parrocchia autonoma, ma non ottennero il consenso.

  Nell'esporre i motivi per ottenere tale consenso dissero che la popolazione fosse di 60 focolari con 270 anime. Nella relazione della visita pastorale del 1841, la popolazione era salita a 300 persone.

  Nonostante che la felice posizione territoriale favorisca questo villaggio di un clima particolare in quanto può godere del massimo giro del sole (basti pensare che vi fioriscono le viole in pieno inverno, a dire il vero la stessa cosa si verifica anche a Zerba), lo stesso non ebbe buona fortuna. Un movimento franoso, avvenuto un paio di secoli orsono, ha sensibilmente danneggiato la parte centrale del paese.

  Per ulteriore sfortuna, durante l'ultima guerra, nel pieno del ballo per la Festa Patronale nell'agosto del 1944, forse una luce filtrata dalla pista stessa, diede modo ad un aereo da ricognizione alleato, il famoso "Pippo", di sganciare una bomba che colpì in pieno la pista da ballo eliminando in un sol colpo tutta la gioventù del paese.

  La posizione di Vezimo consente di ammirare lo stupendo panorama della Valle con i contrafforti dei Monti Alfeo, Cavalmurone e Chiappo. Ammirabile pure lo splendore interno della chiesa dedicata a S. Colombano, oltre la Fontana Vecchia che risale ai primi anni del 1600 ed è tuttora efficente.

 

 

          

 

 

 

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