leggende 

Come tutti sanno uno dei più grandi nemici dell'Impero Romano fu il Cartaginese Annibale che nel 218 a.C. combattè e vinse i romani in quella che è conosciuta come "la battaglia del Trebbia".

Nelle vallate di natura ancora selvaggia racchiuse tra il verde profondo dei monti più alti dell'Appennino Ligure - Piacentino - Pavese, (Lesima mt.1724, Chiappo mt. 1700, Alfeo mt. 1651, Cavalmurone mt. 1670) si racconta e si conserva una delle leggende più singolari e interessanti del nostro appennino.

Tale leggenda  vuole che la valle sia stata rifugio di disertori Cartaginesi dopo la summenzionata battaglia del Trebbia. Lo proverebbero i toponimi dei paesi adagiati sulle pendici dei monti circostanti che richiamano assonanze con i nomi di paesi tuttora esistenti nei luoghi di provenienza di Annibale.

Dove Zerba starebbe per Gerba, Il monte ed il paese Tartago nientemeno che Chartago (Cartagine), Bogli per Bougie, Suzzi per Souza.

Il monte Lesima dovrebbe il proprio nome ad una contrazione della frase latina  "lesa manus", in quanto Annibale risalendo le sue pendici nel corso dell'inverno trascorso a Zerba si sarebbe ferito appunto ad una mano.

G. Fontana ritiene infatti che Annibale, condottiero ed eroe cartaginese, dopo la vittoria al Trebbia si sia portato a Bobbio e di qui sia risalito verso il Penice e d il Brallo. Anche oggi una vecchia mulattiera è denominata "strada di Annibale". Dal Brallo il generale vittorioso seguito da una parte del suo esercito sarebbe salito alla Cima Colletta dietro il Lesima e si sarebbe portato a svernare a Zerba.

Anche G. Brizzolara è pressochè concorde con la summenzionata interpretazione storica, sostenendo che il condottiero fosse stato costretto a svernare a Zerba, località in cui poteva facilmente ricevere aiuti da Magone, altro generale cartaginese, tramite i Liguri alleatisi nell'occasione con Annibale.

 

 

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