Borghi, Ville e Case Rurali

Borghi

I borghi, nella campagna veneta, sono piccoli centri abitati fatti di edifici dell'altezza media di tre piani, adiacenti l'uno all'altro e la cui architettura richiama non la struttura, ma gli stilemi delle case rurali. Ve ne sono numerosissimi, a volte conservati nella loro forma originaria, altre volte evolutisi in quartieri residenziali dal dopoguerra a oggi. Essi sono, come in ogni parte d'Italia, una delle principali peculiarità delle diverse regioni. A Castello Roganzuolo i borghi fanno da nucleo per lo sviluppo edilizio successivo, che ha teso a allargare questi punti di raccolta, occupando alcune delle aree agricole circostanti. La forma del borgo è comunque riconoscibile.


Borgo Gradisca

Centro del vecchio paese, a valle del colle della chiesa monumentale: fino agli anni Sessanta era il borgo più vitale del paese, dove si svolgeva la vita comunitaria dei parrocchiani, anche grazie a un importante luogo d'incontro, l'osteria Segat. Tale centro si è in parte vuotato della sua funzione con la nascita della nuova comunità, attorno alla chiesa di San Martino, lungo la Pontebbana. Nel 1902, in Borgo Gradisca, nacque il pittore Sante Cancian, che qui visse fino al 1911. Egli rappresentò questo borgo in un disegno del 1923, in una veduta dai casteàri, nella quale sono visibili tutte le architetture ancor oggi presenti. Borgo Gradisca vanta, tra di esse, due ville gemelle della seconda metà del XVIII secolo, una delle quali, Villa Sanfiori Armellin, è di particolare interesse storico-architettonico.


Borgo Gardin

Borgo Gardin è il borgo che segna il pendio nella parte alta di via Gardin, con una linea di edifici modulati su due o tre livelli. Prende nome da una famiglia legata da generazioni al paese e alla quale apparteneva Antonio Gardin, primo storico di Castello Roganzuolo, al quale è intitolata la via che scende dal borgo omonimo verso la Pontebbana.


Borgo Scuole

Presso le scuole elementari, dalle quali prende nome, Borgo Scuole è un nucleo di strutture pregevoli, con al centro un edificio elegante caratterizzato da un portico aperto da due archi a tutto sesto.


Borgo Generai

Situato in via Generai, ad ovest dell'autostrada, Borgo Generai è un piccolo complesso di edifici costruiti intorno a un cortile comune. Intorno ad essi dal secondo Novecento sono cresciute numerose residenze autonome, rispondenti a un modello non in continuità con quello del tradizionale borgo.


Ville venete

Nel territorio di Castello Roganzuolo sorgono tre ville venete[16] catalogate dall'Istituto Regionale Ville Venete.


Villa Liccer

Il complesso settecentesco di Villa Liccer, di cui è parte l'Oratorio di San Giovanni Battista, è immerso nei capannoni della zona industriale: i rapporti originari degli edifici tra essi e col paesaggio circostante sono andati irrimediabilmente perduti, eppure, restaurata nel 2008 ed adibita a uffici, con la sua facciata tripartita e timpanata, Villa Liccer riesce ancora a suggestionare. La villa, dimora della famiglia Liccer, fu edificata nel XVIII secolo nell'area agricola a sud del vecchio tracciato dell'attuale SS 13, dove oggi, in via Palladio, sorgono ancora, come accesso secondario di un'area di servizio, i ruderi dei pilastri delle cancellate. Nel XX secolo il complesso, di grande valore architettonico, subì anni di profondo degrado, cadendo in rovina. Negli anni 1970 gli fu costruita intorno la zona industriale di Castello Roganzuolo, dove ancor oggi è immerso: i rapporti originari degli edifici tra essi e col paesaggio circostante sono andati irrimediabilmente perduti (come nel caso della Villa Gera di Parè di Conegliano). Nel 2008 il comune di San Fior, attuale proprietario, ha portato a termine un restauro integrale con conversione d'uso della villa e dei suoi annessi, ridando agli edifici e ai pochi metri di parco sopravvissuti parte dell'antico splendore. La villa si presenta come un complesso sviluppato in lunghezza, coll'edificio padronale all'estremo est e adiacenti sul lato ovest una lunga serie di annessi rurali, di dimensioni inferiori. Il corpo principale si compone di una parte centrale più elevata e di due ali più basse. La forometria conta numerose monofore quadrangolari, ma al centro il portale e la monofora balaustrata del piano nobile e del secondo piano sono a tutto sesto. Il sottotetto è percorso da un cornicione dentellato, mentre la parte più alta è coronata da tre semplici elementi scultorei. Gli annessi, di varie dimensioni, hanno le caratteristiche dell'edilizia rurale di quest'area, con i due o tre livelli di altezza, evidenziati da monofore di forma perlopiù rettangolare.


Villa Malvolti

Villa Malvolti è una villa veneta di Castello Roganzuolo (San Fior, TV) situata in via Moranda, ubicata nella campagna al confine est della località, vicino all'ex convento. Il corpo principale è disposto a L e consta dell'edificio nobile e di una barchessa ad arconi a tutto sesto; adiacenti o a sé stanti vi sono degli altri fabbricati annessi, di cui alcuni di epoca successiva. Tra essi una cappella privata, situata nel parco e caratterizzata da una facciata a capanna terminante in un campanile a vela. Villa Malvolti è un edificio del XVIII secolo, costruito in area un'area tradizionalmente agricola, di cui era centro. Attualmente è ancora parte di una azienda agricola, ma ha perso la sua funzione rurale, specie dopo che la barchessa, nella ristrutturazione degli anni 2000, è stata convertita in appartamenti. Il complesso di Villa Malvolti consta di numerosi edifici, tra i quali ha maggior rilievo il blocco principale, formato da villa padronale e barchessa disposte a L. L'edificio padronale ha pianta rettangolare ed è rivolto a sud, verso via Moranda; la sua facciata è simmetrica, con una forometria che mette in evidenza i tre livelli di cui si compone il palazzo. Oltre al portale, al centro del piano terra, ha particolare importanza la monofora del piano nobile, a tutto sesto e balaustrata, differenziandosi dalle altre aperture rettangolari. Al secondo piano, centralmente, è presente uno stemma della famiglia; la sommità è percorsa da un cornicione dentellato. Ai lati questo edificio è completato da due ali, più basse di un piano e aperte seguenti lo stesso schema forometrico. La barchessa si dilunga sul lato est, con una fila di grandi arcate a tutto sesto; l'estremo sud di tale struttura ha annessa una costruzione di tre piani, le cui caratteristiche architettoniche sono quelle dell'edilizia rurale del coneglianese. Una cappella privata, con l'abside rivolta verso la barchessa e inserita nel parco antistante la villa, si caratterizzata per la facciata a capanna policroma e terminante in un campanile a vela; il portale è timpanato e va segnalato anche un piccolo rosone. Due annessi rurali occupano l'area antistante il parco e la barchessa e sono di epoca presumibilmente successiva.


Villa Sanfiori

Villa Sanfiori è una villa veneta di tre piani, inserita tra le architetture di borgo Gradisca e risalente al XVIII secolo.
Villa Sanfiori fu costruita nel Settecento per diventare la dimora della storica famiglia locale dei Sanfiori. Nei secoli successivi la casa passò agli Armellin, attuali proprietari dell'edificio, che si mostra in discreto stato di conservazione. Villa Sanfiori si costituisce di un corpo principale di tre piani segnati da marcapiano, inserito in un piccolo giardino cinto da mura, coi pilastri del cancello sono abbelliti da volute. La facciata, organizzata simmetricamente, presenta una forometria semplice che ne evidenzia i livelli, con monofore rettangolari in cornice lapidea. Al centro, al pian terreno, è degno di nota il portale a tutto sesto abbellito da elementi lapidei e da due finestrelle ovali poste ai suoi lati; sopra l'ingresso una monofora, anch'essa a tutto sesto, è dotata di una sporgenza con parapetto. Nel sottotetto uno spesso cornicione dentellato disegna la parte alta della facciata. Adiacente a sinistra c'è un palazzo di tre piani dipinto a fasce rosse e bianche e inserito nel complesso di Villa Sanfiori, il quale, attualmente in cattivo stato di conservazione, mostra le linee dell'architettura rurale dell'area, ma è impreziosito nella parte destra della facciata, al primo piano, da una trifora e da piccole decorazioni scultoree. Sulla destra, invece, si erge una villa gemella, priva di alcuni elementi che rendono di particolare eleganza l'edificio già descritto, ma anch'essa di un certo valore architettonico e inserita nello stesso contesto della prima. Sul lato destro del cortile va ricordata la presenza di un annesso rustico che conferisce forma ad L al complesso della villa


Case rurali

Gli edifici rurali sono numerosi sul territorio del paese. Ve ne sono di diverse forme e dimensioni, di differenti epoche e dislocazioni; tuttavia le case rurali sono tutte riconducibili a un modello diffuso nella provincia di Treviso: esse presentano una struttura modulata in due blocchi: uno a tre piani (o, talvolta, due) fungeva da abitazione per la famiglia contadina; uno a due piani, minore e molto semplice, era funzionale alle attivita agricole e/o di allevamento. Nel secondo Novecento la funzione rurale di questi edifici è andata perdendosi in una gran parte dei casi: trasformate in abitazioni, adibite ad altri fini, abbandonate o inghiottite dalle villette delle recenti aree residenziali e divenute parte di esse.


Casa rurale di via Cancian

Esempio della struttura suddetta, la casa di via Cancian è formata da due edifici distinti: il caseggiato sviluppato su tre piani in lunghezza è rivolto verso il Col Castelar e presenta un'adiacenza di due piani sul lato sinistro, con centralmente al secondo piano un'apertura a tutto sesto; l'annesso rustico in posizione autonoma, spostato a destra rispetto al corpo principale e rivolto verso Col di Manza, è organizzato su due livelli con al piano terra la stalla e sopra lo spazio adibito a granaio e alle attività connesse allo svolgimento della vita rurale.


Casa rurale di via Moranda Alta

Situato lungo il tratto più alto di via Moranda alta, l'abitato è su tre livelli, collocato ortogonalmente rispetto all'adiacente rustico, secondo una caratteristica disposizione a L. L'ambiente della vecchia stalla e del fienile, conservati fino al 2010, hanno subito una demolizione a fini edilizi, che ha fatto perdere l'originalità del manufatto e della struttura storica. Da notare la presenza di una piccola porcilaia nel prato antistante.


Casa rurale di via Camerin

Riconvertita a moderna abitazione nella sua totalità, alterando il suo grado di testimonianza del mondo rurale, è tuttavia un interessante tipologia: la struttura consta di due blocchi anche in origine adibiti ad abitazione (entrambi su due livelli, ma uno più alto con solaio) e, a sinistra, un terzo blocco, un tempo adibito a funzioni rurali (stalla e fienile) e oggi mutato in molti dei suoi elementi costitutivi. La facciata è aperta da tre archi a sesto ribassato al pian terreno e da monofore rettangolari ai piani superiori. Il cortile è cinto dalle vecchie mura in sassi che isolano dalla campagna circostante, ancora parzialmente integra e sulla quale la casa domina.


Casa rurale di via Gardin

Si compone di tre piccoli blocchi disposti a L, su due livelli, uno dei quali era la stalla. Da notare la facciata del corpo principale, costituita da due piccole finestre al primo piano e da un grande arcone a sesto ribassato, sotto il quale un portico fa da passaggio tra l'aia e l'ingresso principale. La visibilità e la natura prima della casa di via Gardin sono state quasi del tutto oscurate, malgrado essa, schedata tra i beni artistici del territorio, sia tra le strutture più antiche ed architettonicamente esemplari all'interno del perimetro comunale di San Fior: infatti, il prosperare dell'edilizia residenziale nelle aree pianeggianti del paese ha coperto, a partire dagli anni 2000, la tenuta e parte dell'aia.


Vecchio convento

Si tratta di un'antica struttura a carattere rurale situata in posizione rialzata in via Poloni. Un blocco unico su tre piani guarda sul cortile nel quale si collocano il pozzo e un annesso rustico, su due piani e disposto a L. L'edificio, comunemente noto come Vecchio Convento, è oggi sede di un agriturismo. Sotto il portico del convento è ben conservato un affresco del XVI secolo: Riposo durante la fuga in egitto (dimensioni: cm. 150x150). L'affresco, opera su commissione, va considerato espressione di pittura non popolare, ma va collocato nel solco della tradizione veneta. È una scena di ristoro ambientata ai piedi delle Prealpi, incorniciate dalle fronde che avvolgono i personaggi: sulla sinistra è ritratta la Madonna col Bambin Gesù, seduta in groppa all'asino; sulla destra si vede Giuseppe, adagiato sull'erba, sotto un albero, mentre porge una frasca all'asino. L'iconografia è tutt'altro che formale: la Madonna ha il collo scoperto, a evidenziarne la freschezza dei lineamenti, il bambino sta giocando con la cavezza dell'asino.