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La Marea è ormai cresciuta e si è distesa. La memoria ha perso di intensità, d'accidentalità corrusca, é soffusa ora infatti e quasi spenta in una rêverie indistinta, persino in un certo modo ordinata come lo svilupparsi di cirri. La sovrapposizione di livelli evocativi é avvenuta coincidendo nel nuovo tessuto dominato dall'oro, che come dice Viola, é "oro psichico", cioè dimensione spirituale (d'eco plotiniana, bizantina), e non materialità. La condizione é un trapassare estatico, entro il quale si ricompongono gli eventi e le pulsioni, ridotti a tracce non piü decifrabili, a episodi indistinti (se non per quantità d'accumulazione) di un continuo, che scorre come entro un nostro riquadro d'osservazione. Porzione dunque di un tutto, d'una espansione infinita e avvolgente, ove il riscontro é sempre in echi che riportano ad una analoga vibrazione, che si spengono in un tessuto ugualmente pulsante e trascorrente, filtrante memorie sfaldate nella sospensione silenziosa d'un contemplato divenire, oltre ogni episodio od evento, immersi nella pura sospensione spirituasle della palpabile ma respirante aurea materia. La marea, ancora, lagunare. "Venezia", dice Viola, "luogo simbolico di un tempo di sintesi e di transizione, di nuova spiritualità, qual é quello che viviamo". (E. Crispolti, 1984) |
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Luigi Viola
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