OBSCURE METAL UNDERGROUND & VULTURE CULTURE
I, VOIDHANGER MAGAZINE - ARGOMENTI

OLTRE LE PORTE DI DIAMANTE NERO
PSICONAUTI AL COSPETTO DEI GRANDI ANTICHI

di Andrea Provera,
con la supervisione di Danilo Coral.
Dipinti di Zdzislaw Beksinski

 

La Magia ed il Khaos, radice d'essere nello svolgersi dell'esistenza avendo la certa consapevolezza che tutto accade e che il nostro sentiero è già tracciato: è una delle forme più potenti per accedere all'abisso del Sé. Guardatevi attentamente attorno, quale pazzo può pensare che esista un ordine giusto o preposto a dare giustizia? E’ solo un volere dell’ego, ciò che è giusto per te, è sbagliato per me. Ma anche questo è un aspetto
egoico. In realtà, provate ad immaginare un mondo dove non c’è differenza tra bene e male, bello e brutto, dove le cose sono come sono. In realtà, questo è il nostro mondo, il mondo del Khaos. Ma noi continuiamo a soffrire perché vogliamo a tutti i costi dare una morale, una parvenza di giustizia a tutto il mondo. Ipocriti. Se poi la suddetta giustizia la si vuole anche divina… Doppiamente ipocriti ed illusi. Andate a pregare ai piedi di qualche statua, se sarete abbastanza devoti, magari un ragno dal buco lo caverete.
La cosa giusta, la giustizia con le sue bilance, è semplicemente irreale ed inapplicabile. La vita con il suo trascorrere proiettare l’intera esistenza, comprese le cose che ci appaiono, gli oggetti, le esperienze, il mondo e l’universo intero, così com’è, senza una ragione. E'. Le cose sono. Stop. Fermatevi a pensare. Si nasce senza volerlo. Si nasce e basta, non c’è giustizia nel nascere, non almeno quello che noi intendiamo per giustizia. Si nasce nel terzo mondo, si nasce poveri, si nasce disgraziati, si nasce ricchi, si nasce e si diventa spesso anche stupidi. Ma si continua a nascere. Le cose accadono. La vita accade.
La vita è se vogliamo, un’esperienza, un continuo esperire di sensazioni percepite, o meglio manifestate attraverso la coscienza. Che è quella sensazione che ci dice, Tu Sei.
Proseguiamo con ordine, che nella magia del Khaos è già un bel paradosso, ma noi ci proveremo.


Dicevo, la formula khaotica esatta è: Io Sono. Ma che cosa sono? Gli illuminati della teoria del Khaos ci dicono che in realtà immaginiamo solo di essere ciò che crediamo di essere, un corpo, una mente, un personaggio, ma che tutto quello che ci succede è una percezione fasulla. E’ una non percezione. In realtà qui è come una specie di teatro, dove noi recitiamo una parte e basta. Siamo attori di noi stessi. E con questa idea di base, ci dovremmo poi radicare nell’idea che noi in realtà Siamo il non manifesto, cioè che la nostra vera esperienza non si può manifestare in nessun modo, perché vuoto assoluto. Non siamo mai nati, come potremmo mai morire? Qui è tutto un sogno o meglio, si dovrebbe avere la percezione esatta che tutto ciò che ci sembra reale in realtà è irreale.

Osservate: tramite la coscienza si manifesta il mondo e tutto quello che vi si può percepire. Nasciamo e non sappiamo chi o che cosa siamo. Verso i due tre anni la coscienza si forma e noi apprendiamo ciò che i nostri genitori ci dicono che siamo. Impariamo che siamo un determinato sesso, un determinato nome e cognome e tramite la coscienza l’intero mondo ora ci appare. Ma prima, nell’utero, che cosa siamo? La risposta è “Siamo”. Noi siamo sempre, la nostra vera manifestazione è sempre, non è questa cosa che appare nel periodo di veglia e scompare durante il periodo di sonno. La nostra vera manifestazione, che ripeto è non manifesta, è sempre reale e dura per sempre, al di la dello spazio e del tempo, che agiscono come veicoli transitori solo per il corpo mente, che nasce e muore. Noi, l’assoluto non manifesto, non nasciamo mai, non possiamo morire.

Il mondo che ci appare reale con il suo universo, i suoi animali, piante, oggetti ecc. compare solo nel periodo di veglia, cioè quando siamo svegli. Nel periodo di sonno invece, siamo in grado di proiettare mondi e situazioni parallele sempre diverse in un microsecondo. Ma nello stato di veglia, il mondo ci appare sempre lo stesso, con i suoi dilemmi ed i suoi drammi e ben poche gioie oserei dire, mentre ripeto, nel mondo di sonno il mondo è sempre diverso, ed è proprio questo che ci da l’illusione che il mondo della veglia sia reale e quello del sonno sia irreale, perché uno cambia, l’altro non cambia. Ma è solo la nostra percezione che fa cambiare l’uno e radica l’altro nelle solite apparenze. Ma entrambe le manifestazioni sono solo proiezioni della mente.
Una piccola prova del vuoto, il nostro vero stato latente, lo possiamo avere quando si è nella fase di sonno profondo, ove non succede nulla, ma è solo pace, quiete assoluta. La stessa quiete che è prima della vita, che è dopo la morte. L’identificazione con il corpo mente è una falsa identità. E’ un guscio, una forma che appare e che è destinata a scomparire. Cento anni fa, quando la mia coscienza non era, io cos’ero? Ero. Io sono sempre, io sono l’ovunque, io ho annullato lo spazio ed il tempo perché entrambi concetti hanno identità rapportata alla funzione corpo mente. Noi dobbiamo partire dal presupposto che siamo sempre, che noi siamo la Luce che irradia la Grande Stanza e la Grande Stanza è la manifestazione per potere percepire l’esperienza vita. Solo questo e nulla più.

Dicevamo che si nasce senza un motivo e che la vita si esperisce tramite la coscienza; la coscienza a sua volta è sorretta dal corpo mente, che ha sua volta è l’essenza del cibo. Se non si mangia, il corpo mente non funziona.
Quando il corpo mente arriva per svariate cause ad esaurimento, si muore. Le cose accadono, ed è in questa consapevolezza che noi dobbiamo radicarci. E’ accaduta che si sia nati, senza un perché, senza un motivo. Nove mesi di gestazione senza fare nulla e poi si è nati. Solo in questa percezione di “essere” si può ambire ad arrivare ad una chiara altra percezione, cioè quella che noi siamo dio prima della vita e lo siamo anche nell’esperire la vita. Noi siamo il Sé profondo, ma ce lo siamo dimenticati e non realizziamo nemmeno il Khaos come una forma assoluta, ma vogliamo porre limiti e barriere convincendoci che le cose debbano essere giuste o sbagliate, che debbano essere come le vogliamo noi, belle e brutte. Nel Grande Khaos, in questa percezione del mondo e degli oggetti attraverso il mondo, quindi i nostri occhi, universo compreso, non hanno una valenza positiva o negativa, ma sono come sono. Sono Il Grande Khaos. Non cercate soluzioni probatorie agli eventi. Essi sono ingovernabili nella sfera delle emozioni irreali, perché le emozioni sono tutte irreali. Sono pensieri e come tutti i pensieri sono falsi. Quando dormite un sonno profondo, dove va il vostro nome, il vostro aspetto, i vostri affetti, il vostro lavoro, tutta la vita che vi appare nel mondo manifesto della veglia; dove vanno a finire? Scompaiono. Voi non siete più nulla di quello che pensavate di essere, ma in ogni caso siete. Voi siete sempre, come lo eravate cento anni fa, come lo eravate nell’utero di vostra madre, come lo sarete nella e dopo la morte.
Chi scompare quando si muore? Scompare la figura che agisce nella fase di veglia, o meglio che pensa di agire, visto che le cose accadono e basta. Ma voi non siete quella cosa , quel corpo, quel nome. Voi siete e basta.
La verità non esiste, ma esiste riconoscere la menzogna che è poi costretta a piegarsi sotto l'illogica logicità del Grande Khaos. La menzogna qual è? Noi non siamo quello che pensiamo di essere, ma noi, siamo e basta. Qualunque cosa accada, Noi Siamo. Una massima Zen dice: “Se tu capisci, le cose stanno così. Se non capisci, le cose stanno così”. Questa è l’unica percezione che dobbiamo avere ed
all’interno di questa percezione allora si che potremmo sviluppare in maniera esatta la magia del Khaos, che è poi la forma assoluta di tutte le correnti magiche.

Ora: ci rivolgiamo a quelli a cui la visione del sogno è chiara, gli altri leggano le recensioni, preghino un dio qualunque, ed aspettino la morte, che sarà comunque terribile.
Agli altri. Avete, o cominciate a comprendere, che le cose non sono come vi sembravano. Che qui è tutto un sogno o come tale deve apparire. Un po’ come andare a dormire, ci si corica, si sogna, ci si sveglia. Idem si nasce, si vive, si muore. Ma in questa dimensione onirica, quella che noi definiamo vita, è possibile interagire tramite l’ausilio ed i mezzi che le varie correnti magiche ci hanno “proposto”? Si è possibile. Ed è possibile proprio perché è un sogno. La corrente di cui vi parleremo e con la quale si interagirà, è quella del Khaos applicato alla Psiconautica! La psiconautica, è l'arte di viaggiare nell'Infinito interiore, per scoprire il disordine divino che regna in noi. Tutto ebbe inizio dal grande Khaos sul piano materiale, tutto deve tornare al grande Khaos. La Porta d'accesso all'Io superiore (IO REALE) passa unicamente attraverso stati di coscienza alterati. Questi ci proiettano nella dimensione del silenzio, fermano il nostro continuo pensare, che alimenta sottilmente il nostro ego e ci da accesso all’altra visione, l’Unica, la Grande e la Silente Illusione. Con la quale però, avrete ormai capito, possiamo interagire in maniera magika.
Immaginate ai milioni di miliardi di pensieri che tutti i giorni vedono la luce scura della nostra mente morendo ancora prima di nascere. Vi siete mai chiesti dove vadano a finire? Confluiscono semplicemente nella dispersione incorporea, ma da dove sono venuti? Noi della corrente khaotica pensiamo che questi "figli" mai nati, appunto i pensieri, vadano ad alimentare in maniera inconscia una forma di vita ingovernabile che giace dentro di noi. Questa forma vive dei nostri pensieri inespressi; dai più belli ai più beceri, dai più squallidi ai più depravati, ai più sublimi.

Questo continuo pensare può addirittura portarci alla morte, che in ogni caso inevitabilmente arriverà. Ma come? Alcune malattie, ad esempio. È praticamente ormai certo che siano le nostre difese immunitarie a non potere reagire contro le stesse perché bloccate dal nostro inconscio. Le malattie gravi che si manifestano all’improvviso, si sono costruite un sentiero dentro di noi solo perché noi gli abbiamo permesso di costruirlo. E' molto complesso ed apparentemente irrazionale ciò che affermiamo. Ma pensateci: qual è il contrario? Nulla. Viviamo solo di sperimentazioni banali e quotidiane che portano la nostra mente a formulare altri pensieri, fatti di altre vite per sfuggire alla noia mortale della nostra stessa percezione di essere. Perché essere non ci basta, abbiamo sviluppato l’ego, ed esso, vuole…
Internamente soggiacciamo a noi stessi e al disordine microcosmico che non trova logica, incapaci di vedere oltre all'essenza fisica di cui siamo solo vagamente consapevoli. Non è forse anche questo un motivo di Khaos? Allora non è forse ora di mettere equilibrio magico nel nostro Khaos? E come possiamo farlo? Lasciando che sia. Questa è la vera armonia. Prendere coscienza della sua forma monumentale e, comprendendolo, armonizzarlo. Se i nostri pensieri anziché andare a morire nella dimensione dell'astratto e della paranoia riuscissero a fluire in una dimensione dove invece potessero agire con il nostro tramite terrestre le cose prenderebbero un’altra forma. Tutte le cose ci parrebbero luminose e serene.
La Psiconautica può aiutarci a viaggiare nell'insieme sconosciuto di noi stessi, proiettando una luce reale che può portare ad assaporare l'estasi della la vera essenza del Khaos, unica forma a nostro avviso di reale condivisione "simmetrica" tra il KYU ed il KE.

All'inizio del percorso, l'unico metodo per entrare in contatto con l'abisso del Sé ed i suoi bui abitatori è quello di inscenare grandi riti. Riti lontani dal modo di concepire della vostra coscienza ordinaria. Riti che la traumatizzino lasciandola sgomenta in balia di contenuti profondi, pronti ad emergere, generando nuove vedute dall'orizzonte personale. 
Ad esempio, se svolgerete un rituale in casa vostra, nella vostra intima dimora, che per anni avete osservato con i soliti occhi, incredibilmente vi troverete proiettati in un'altra stanza. La stanza sarà la stessa, ma la vedrete con un'altra ottica e, soprattutto, sarà lei a osservarvi da un'altra prospettiva. Intendiamo dire che le cose, gli oggetti, le stanze, le case, si caricano di noi tramite l'emanazione involontaria (o volontaria come nel caso di un rituale) del nostro vitale magnetismo.
Quando comincerete a caricare il vostro posto magico di energia consapevole, esso si auto purificherà dalle precedenti emanazioni involontarie, caricandosi di energia controllata, ma soprattutto imposta dalla vostra reale volontà.
E' importantissimo che inizialmente riponiate molta fiducia nel luogo in cui svolgerete il rituale, in quanto esso è espressione simbolica dell'area macrocosmica in rapporto con la coscienza ordinaria e con ciò che abita appena sotto il limite della medesima.

Saremo più chiari. State lavorando sulla vostra zona esterna, che per noi è assimilabile allo stato ordinario di coscienza, vale a dire la condizione ordinaria dell'uomo comune di completo sonno e dipendenza dagli eventi, ergo il luogo del rituale sarà esterno.
Ciò servirà indubbiamente per lavorare in profondità ma, prima di affrontare la discesa nel VITRIOL, dovete conoscere l'esterno, il KYU, il tangibile ma inafferrabile. Quindi, l'esterno rappresenta la vostra percezione dell'insieme conscio conoscitivo e tangibile, che in fase ordinaria è soggettiva. E' com'è, in rapporto alla nostra identità. Mentre in fase di esplorazione profonda, come nel caso del rituale, il luogo rappresenta l'inconscio esterno. La visione della vostra ordinarietà qui si trasformerà alchemicamente, e questa è la vera magia, in un'altro luogo, tangibile in senso assoluto, ma non avvertibile (e, quindi, non corruttibile..) dalle correnti emozionali ordinarie. KYU per l'appunto.

La magia è pura astrazione, essa ci riporta a cosa eravamo prima didivenire, la nostra nascita, le nostre vite passate, e ci guida nella dimensione della morte, per affrontarla, abbracciarla, e comprenderne il valore trasformativo ed esperienziale. Il mago è immortale, in quanto imperituro è il valore dell'Esperienza assimilata, lo spazio ed il tempo sono per lui alleati dai nomi ineffabili, non hanno valore sul piano materiale. Essi sono solo veicoli per trasmettere una chiave di volta agli stati ordinari.
La magia può essere puro divertimento per il vostro dio interno, il Sé profondo. Chi pratica la vera magia è un uomo libero da ogni schema, egli è il dio di se stesso. Egli è il gioco astratto della perfezione sul piano bifrontale. Dentro-Fuori, Zos-Kia, Hadit-Nuit, Io-L'Altro, il Pazzo-il Genio. La magia porta magia, magia nella vita di tutti i giorni, per essere anche solo il Re del Mondo nella nostra quotidianità (e già non è cosa da poco...).

Torniamo al rituale. Quest'ultimo Samhain, ad esempio, noi come l'abbiamo svolto? In modo totalmente differente l'uno dall'altro. Il Vecchio Stregone, nonostante la sua "veneranda" età, si è recato in una valle sperduta sotto una nostra montagna sacra (il Monviso) ed attraversandone le pendici più impervie si è addentrato infine nel ventre della montagna per oltre un chilometro e mezzo in una grotta e laggiù, in totale solitudine, dopo il superamento di cunicoli semi allagati, si è ritirato nella sala terminale per affrontare, eseguiti gli indispensabili preparativi, la temibile esperienza del Vitriol, provocante la repentina emersione dei reconditi atavismi e l'accelerazione del processo di "Nigredo", condizione, seppur dolorosa secondo gli schemi della mente ordinaria, indispensabile lungo l'alchemico sentiero dell'auto-costruzione.

Il Giovane Magus, sempre alla ricerca di nuove situazioni e di nuovi percorsi che servano da catalizzatore per le nozze con la divinità interiore, dopo accurati digiuni purificatori, ha festeggiato ritualizzando vari film della Hammer, gloriosi ed immortali, che lo hanno ri-proiettato in una fase di infanzia donandogli, al contempo, forza ed energia antica.
Ritrovata questa condizione interiore, ha praticato con la propria compagna, consapevole ed iniziata anch'essa, alcuni passaggi tantrici mirati al risveglio del fuoco serpentino.
Carichi di queste nuove energie, si sono recati in una villa templio a forma di tetragrammaton, dove hanno invocato lo spirito di Samhain tramite l'accensione di un enorme cero rosso sangue e silenziose invocazioni dirette allo "Spiritus Loci". Infine, il giorno successivo, inerpicandosi sulle aspre vette della Val Maira e, cercando situazioni che rievocassero paesaggi lunari e di ancestrali ricordi, si sono magicamente imbattuti nel luogo che quel maestro dal già magico nome di Lovecraft, immaginò come la Maschera di Innsmouth. Potenza della vera magia. Siamo consci che quanto scriviamo può generare perplessità, se interpretato dal teoreta abituato alla mera speculazione libresca, ed altrettanta perplessità può generare nel mistico da New Age, il quale crede che la libertà dell'Essenza nasca dall'abbandonarsi a questo o quel Maestro ("trasgressivo" o meno), senza reale sforzo personale, voltando sempre e comunque le spalle allo Specchio (il che equivale a defecare con il deretano altrui...).
Possiamo affermare, a costo di apparire di una presunzione insopportabile, che non ci sono ignoti importanti contenuti storici e simbolici e che non rifuggiamo dal fascino dell'indagine scientifica, la quale ha, perlomeno il merito della sperimentazione pratica, che è pur sempre una sfaccettatura del rilucente poliedro dell'Esplorazione.
Il lettore (e praticante) accorto, cioè tendente alla consapevolezza, l'unico a cui realmente dedichiamo il nostro lavoro, imparerà presto a leggere tra le righe, a nulla credendo ciecamente, e, nell'enfasi apparente di alcuni passi, troverà il frutto di un vissuto esperienziale, catalizzatore possente delle reazioni reintegrative latenti nelle sue più profonde caverne. Perché l'ineffabile non è divino, poiché tende alla logica umana di preservarsi dagli eventi e dalla morte stessa. Cercando la soluzione anche "solo" per una migliore qualità di vita.

Molti sono gli alleati che possono aiutare l'esploratore psiconauta nel viaggio lungo il vertiginoso percorso nell'Abisso Interno, ma non tutti gli Alleati sono adatti ad ogni Esploratore, dipende dalla predisposizione psicologica e fisica. Il paradigma è, sempre e comunque, l'aspetto "estremo", o "straordinario" dell'Esperienza Psiconautica, ciò non tanto per un qualche gusto decadente o perverso, quanto perchè ci vuole ben altro che una formuletta recitata davanti ad una candelina ed un pò di incenso, per liberarsi, anche solo per un breve attimo, dalla opprimente ingerenza del Censore Endopsichico (=mente ordinaria/coscienza ordinaria).
Nell'ambito della Tradizione magica, il viaggio dello Psiconauta può avere finalità realizzative di cui si possono evidenziare due aspetti, il primo dei quali è inteso come scienza sperimentale operativa volta ad attivare e dirigere, in stato di consapevolezza, forze sottili residenti ed operanti al di là della forma ed a portare l'Operatore a forzare le porte dell'invisibile conoscendone, però, le leggi ed essendo quindi in grado di creare cause ed effetti.
Questo aspetto della Magia è generalmente volto al conseguimento di poteri e vantaggi materiali, quali guarigione dalle malattie, benessere economico ed affettivo, ecc., a beneficio dell'Operatore o dei suoi assistiti, senza particolari preoccupazioni riguardo possibili trasmutazioni dell'Essere e conseguenti finalità di autorealizzazione. Il conseguimento dei poteri di cui sopra richiede, oltre a innate doti dell'Operatore, un
apparato complesso di formule, segni, invocazioni, danze e movimenti, precedute da lunghe preparazioni a base di digiuni, ritiri in luogo buio ed isolato (deprivazione sensoriale), castità o, al contrario, sesso sfrenato e, addirittura automutilazione. Alcuni operatori si avvalgono, inoltre, dell'uso di sostanze psicotrope, in modo sacramentale, solo durante alcune fasi dell'Opera, ed a dosaggi molto più elevati rispetto a quelli "ludici" (va da se che, al di la degli aspetti legali, questa pratica, estremamente dirompente negli effetti, è da sconsigliarsi al neofita e a tutti coloro, anche se psiconauti esperti, non in possesso di eccezionali requisiti psico-fisici). In queste esperienze, il confine tra Pre-morte e Morte è molto labile… e senza premorte non si lascia la prima impronta lungo il percorso abissale...
Tali condizioni operative portano il praticante in una sorta di trance lucida che, quando autentica, trascende la medianità e permette l'identificazione con immagini divine (assunzione della Forma-Dio) e la momentanea assunzione di quelle qualifiche e poteri che alla divinità prescelta vengono attribuite (ad esempio, in un rito di guarigione la forma prescelta potrebbe essere quella di Hermes, o degli egizi Khons e Thoth). Appare allora chiaro il principio di bipolarismo che interviene nella costruzione di ogni manifestazione formale e l'osservatore agisce come una "terza forza" neutrale sino a divenire egli stesso forza determinante nell'equilibrio degli opposti.

Da questa presa di coscienza inizia così il secondo aspetto realizzativo, il percorso alchemico alla cui base sta la relazione tra l'opera di restaurazione dell'uomo nel suo principio di individualità totale e la conquista dell'immortalità. Il concetto di immortalità nella Tradizione Ermetica nulla ha in comune con lo stesso concetto come inteso dalle varie religioni istituzionalizzate o, peggio, dalle varie correnti misticheggianti di nuova formazione e dallo spiritismo; se è vero che è ammessa, da tale Tradizione, la possibilità che elementi costituenti l'agglomerato umano possano sopravvivere alla morte fisica e, addirittura reincarnarsi, per quanto concerne la coscienza personale questa possibilità è preclusa a meno che non si intraprenda, in vita, il cammino che porta al processo di costruzione di un corpo sottile imperituro, denominato anche "Corpo di Gloria".
L'Anima immortale non è, quindi, un'eredità di tutto il genere umano, ma il risultato di un faticoso e pericoloso lavoro su di sé della durata di un'intera esistenza ed al compimento del quale, anche nelle ipotesi più ottimistiche, solo pochissimi possono giungere. Per usare le parole di Gustav Meyrink: "veramente immortale è l'uomo compiutamente sveglio. Gli astri e gli dèi se ne vanno; solo lui rimane e può tutto ciò che vuole. Al di sopra di lui non vi è alcun dio. Quello che l'uomo religioso chiama Dio, non è che uno stato. Questa stessa esistenza non è che uno stato. La sua inguaribile cecità gli para innanzi una barriera che egli non osa scavalcare. Egli si crea un'immagine per adorarla, anziché trasformarsi in essa...".
È ovvio che l'attivazione di tale processo risiede ben al di là dello stato ordinario di coscienza, per cui il denudarsi progressivamente degli elementi dell'Io storico richiede al praticante una condizione di continua lucida esaltazione che consenta al medesimo di affrancarsi dai vincoli del cosiddetto censore endopsichico mantenendo, allo stesso tempo, la stabilità innanzi al prorompere in superficie di contenuti sepolti nelle profondità più recondite dell'essere.
E' evidente il pericolo a cui questo tipo di lavoro può portare, salvo possedere eccezionali qualifiche; già nelle prime fasi eredità scomode vengono a galla portando dubbi, depressione, senso estremo di vuoto e di nullità, stallo in una situazione in cui sembra impossibile proseguire e dalla quale è impossibile retrocedere, manie di grandezza che non trovano sfogo e si frustrano innanzi al gelo di un vuoto abissale...; è questo l'inizio della separazione Alchemica, la Nigredo degli Alchimisti, la Notte oscura dello Spirito.
In questa fase non è difficile riscontrare nel praticante un comportamento che ad un esame scientifico difficilmente sarebbe distinguibile da un forte stato di dissociazione ed in questa delicata fase molti sono caduti, ponendo fine alla loro esistenza o trascorrendo l'intera vita vittime incurabili di stati di paranoia. Superato ciò, comincia a farsi strada un principio di equilibrio, di guarigione, inizia la separazione del noumenico dal fenomenico, dietro l'osservazione della forma si incomincia a percepire il mondo reale, in modo continuativo e non nel lampo fuggente derivato da una singola esperienza, per quanto estrema. Nello stesso momento aumentano i sogni lucidi e la possibilità di controllarli, ed il loro simbolismo acquista unsignificato conosciuto, si verificano frequenti esperienze di bilocazione, si iniziano a comprendere le anomalie che stanno dietro alla malattia e si è, quindi, in grado di poter agire a livello terapeutico su di sé e sugli altri.

Si inizia a convivere con la percezione della simultaneità degli eventi e con lo stato di Mag, quella sorta di lucida esaltazione che consente di vivere nella vita ordinaria con la continua visione, o presenza, di ciò che sta oltre il velo. A questo punto, oltre al quale non ci spingiamo, è necessario, a detta degli Iniziati cristallizzare, o meglio "fissare", i poteri così ottenuti onde iniziare la vera e propria costruzione dell'imperituro "Corpo di Gloria", o "Corpo Adamantino". Sia detto per inciso: per questo lavoro un'intera esistenza potrebbe non bastare, potrebbe essere, però, sufficiente per porre le basi onde continuare oltre le barriere della morte fisica...
Entrare nei dettagli tecnici dell'operatività alchemica richiederebbe una trattazione immensa ed oltremodo specialistica ma, senza la pretesa di dare all'argomento l'adeguata dignità che gli compete, possiamo tentare di analizzarne brevemente alcuni aspetti. Nella fase iniziale molti sono gli aspetti che l'operatività alchemica condivide con la magia cerimoniale, fatto salvo un certo "apparato scenico", in quanto è indispensabile, per l'iniziando, accedere a livelli di coscienza non ordinar! onde comprendere le leggi che regolano il mondo delle immagini, il piano emotivo, o "mondo lunare", per usare il linguaggio degli addetti ai lavori. In un certo senso, tutto è concesso: uso del sesso, tecniche respiratorie, suoni, parole di potere ed incantesimi, movimenti ritmici, uso di piante e di sostanze psicotrope ed anche l'unione di tutto questo.
Le fasi successive del percorso dipendono in larga misura dall'attitudine dell'operatore, ma si può affermare che l'uso sapiente dell'energia sessuale contraddistingue tutte le tappe dell'ascesa alchemica, dove per energia sessuale non si deve intendere unicamente l'espressione fisica della medesima nel meccanismo riproduttivo o di realizzazione del piacere, ma anche, soprattutto nelle fasi più avanzate, la forza che, agendo su due polarità, presiede alla coesione della materia. Sfrondate dall'apparato mistico, le operatività dell'Alchimia Tantrica e Taoista presentano, per quanto riguarda l'uso del sesso, impressionanti analogie con l'operatività alchemica occidentale.
Spesso si pratica l'ingestione, in condizioni di digiuno e buio assoluto dei fluidi organici (maschile e femminile) ottenuti dal congiungimento sessuale in quanto si ritiene che la continua distillazione dei medesimi nello stomaco (o Athanor, fornello alchemico), mediante reiterate operazioni, cosiddette di "coobazione", porti detti fluidi ad uno stato di purezza tale da perdere completamente ogni scoria e pervenire ad uno stato tanto sottile e attivo da consentire il concepimento di un figlio interiore, un secondo corpo costituito da energia immateriale e divina. I fluidi ottenuti da tale operatività avrebbero, inoltre, eccezionali virtù terapeutiche.

Secondo l'ermetista napoletano Giuliano Kremmerz: "È  necessario che l'eros, che è lo strumento dell'opera, non sia già desiderio sessuale, brama, ma appunto amore, qualche cosa di più sottile e vasto, senza polarizzazione fisica; ma non per questo l'intensità deve essere minore. Ti si può anche dire: devi desiderare l'anima, l'essere dell'altra così come si può desiderare il corpo di lei. L'eros ti propizia il contatto fluidico, e lo stato fluidico, a sua volta, esalta l'eros. Così può prodursi una intensità-vertigine quasi inconcepibile per l'uomo e la donna comuni.
Amarsi, desiderarsi così, senza movimento, in modo continuo, aspirandosi reciprocamente e vampiricamente, in una esaltazione che va avanti senza tema di possibili zone di vertigine. Avvertirai un senso di amalgamazione effettiva, un sentire l'altra in tutto il corpo, non per contatto ma in un amplesso sottile che la sente in ogni punto e se ne compenetra come un'ebbrezza che si impossessa del sangue del tuo sangue. Ciò ti porta, al limite, sulla soglia di uno stato di estasi...".
Questa, secondo Kremmerz, è la condizione preliminare realizzata la quale il congiungimento può svilupparsi anche sul piano corporeo, e ci trova ampiamente concordi. Parlando di tecniche estreme di autorealizzazione, ci riesce difficile non ricordare quelle che caratterizzarono la vita e la visione di un pittore inglese di eccezionale talento: Austin Osman Spare.
Del suo scritto più importante, " The book of pleasure", Sigmund Freud ebbe a dire che si trattava di una delle più significative rivelazioni dei meccanismi del subconscio che fosse apparsa nei tempi moderni.
Tale opera contiene un procedimento straordinario per ottenere il controllo delle energie subconsce latenti nella mente umana nella forma di atavismi primitivi. Secondo Spare, la cui vita fu costellata da eccessi, genio e sregolatezza e da un'attività sessule senza precedenti, nonché dall'uso di sostanze psicotrope e di tecniche stregonesche, è necessario trovare un metodo per superare le barriere della mente cosciente e seminare il desiderio direttamente nel terreno del subconscio. Per ottenere ciò, Spare creò un "Alfabeto del Desiderio", complesso corpus di caratteri simbolici in cui, per usare le sue stesse parole: "Ogni lettera nei suoi aspetti pittorici si correla ad un principio sessuale". Lo scopo dell'Alfabeto del Desiderio" è appunto quello di aggirare la barriera frapposta dalla mente conscia, per accedere nelle profondità più remote del subconscio evocandone attraverso i vari strati gli atavismi ivi sepolti.

L'emersione di tali pulsioni elementari avviene in un primo momento attraverso il simbolismo onirico e, secondo Spare, proprio attraverso il controllo del mezzo onirico è possibile ottenere una riserva illimitata di forza grazie all'accumulo di tali pulsioni. Spare riteneva che l'emersione dei primitivi atavismi latenti nel subconscio e il dominio delle energie derivate rendesse l'operatore in grado di realizzare qualsiasi desiderio e che, a questo punto ogni cosa di realizzabile per la mente umana si potesse condensare in uno scritto simbolico, un sigillo magico la cui attivazione era legata ad un'operazione di magia sessuale cercando, con varie tecniche, di prolungare la durata dell'orgasmo e visualizzando, durante l'orgasmo stesso, con una tecnica di ripresa lucida, il sigillo contenente, nella forma più stilizzata possibile, la proposizione dell'operatore. Meglio sarebbe se, prima del processo sessuale di attivazione, l'operatore producesse più sigilli contenenti più desideri, lasciando trascorrere qualche giorno e prendendo, il giorno dell'operazione, un simbolo a caso.
Mentre la coscienza ordinaria dimentica, con il trascorrere del tempo, il proposito originario, non così avviene per le componenti più profonde, e la intensa visualizzazione, durante la "piccola morte" dell'orgasmo, del sigillo magico esprimente il desiderio, porterebbe alla sicura realizzazione dell'intento. Secondo il processo della "Risorgenza
Atavica" (termine coniato da Spare), operando con metodi simili a quelli descritti, il mago potrebbe seguire il filo delle regressioni a catena sino a raggiungere, passando con un percorso a ritroso attraverso le memorie dimenticate dell'evoluzione biologica, il punto di giunzione tra la coscienza individuale e la sua fonte trascendente. Il nostro lavoro, nel mondo solitario ai confini tra il Kyu ed il Ke (l'omaggio a Spare è evidente, ma c'è di più...) si avvale di molte tra le tecniche sopra descritte, sino all'Estasi dell'Enneagramma Oscuro, meta ambita del nostro percorso di Psiconauti Abissali, ma questa è un'altra storia e, forse, la racconteremo in un altro momento.

 

 

INTERVISTA

TRONUS ABYSS - Intervista a Shut-Ar Stygor Atratus

 

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