A casa, 20-3-2003
Lasciatemi almeno spengere la televisione. Anzi, lasciatemi vivere senza, così come ho fatto fino ad ora, negli ultimi 20 anni.
Lasciate che non veda gli inviati speciali con la maschera antigas, i fuochi d'artificio malefici dei bombardamenti, le colonne corazzate alleate che attraversano interminabili kilometri di deserto sabbioso. E che continui a non vedere le case crollate, le colonne di persone in fuga, gli uomini vestiti di stracci che trascinano carretti carichi di masserizie e bambini scheletrici piangenti. E che soprattutto non veda gli interminabili talk show con la bellezza di turno che intervista questo o quel ministro su un fondale di immagini di truppe in movimento. Già ricordo l'impatto dei jet contro le torri di New York ripetuto all'infinito, ingrandito, rallentato, sopratutto USATO. Usato per dare senso a trasmissioni che senso non ne avevano, perché l'informazione non ha bisogno del contorno delle luci scintillanti del varietà (o dei traccianti della contraerea), altrimenti si fa spettacolo, non informazione.
Allora preferisco la radio, almeno non c'é nulla da vedere e ci si può concentrare su quello che viene detto, valutarne tutte le sfumature, confrontarlo con le proprie idee e le proprie sensazioni senza essere abbagliati dai lustrini.
Provate a spengere quell'occhio bluastro che vi accompagna in ogni azione della giornata. Provate ad ascoltare il silenzio che si crea quando si toglie il rumore di sottofondo che fa da base alle nostre conversazioni, provate a fissare negli occhi il vostro interlocutore invece che usare una parte del cervello per seguire quello che viene proposto in televisione mentre qualcuno vi parla.
Ci vorrà un po', forse, per uscire dalla dipendenza e scoprire che ci sono altri mezzi (media, appunto) per sapere quello che sta succedendo nel mondo, molto meno invadenti e molto più rispettosi.
Circa un mese fa ho letto un'intervista a una famiglia che viveva da alcuni mesi senza la televisione. Si era guastata e non l'avevano riparata. Io vivo da 20 anni senza, per scelta, e continuo a ricevere le lettere della direzione RAI che non trova il mio nome tra gli abbonati e mi chiede di mettermi in regola, perché, si sa, una televisione almeno ce l'hanno tutti...