Roma, 15-2-2003
Sono stato alla manifestazione per la pace.
Di ritorno, ho scritto questa lettera:
ciao sorellona
é da sabato che piango appena sento qualcosa che si smuove dentro, e succede ogni 5 minuti.
pensare alla manifestazione mi fa questo effetto, pensare alla gente che é scesa in piazza senza slogan se non la parola pace.
pochi striscioni e pochi cori "politici" anzi direi quasi niente; magari simboli di associazioni e partiti, ma il colore predominante é stato il multicolore dell'arcobaleno. Io che non volevo comprarla la bandiera, ma che la volevo appesa a casa già da una settimana, me la sono fatta da solo: uno straccio bianco con la scritta "not in my name".
E oggi, il giorno dopo, già si taglia e si cuce sui contenuti e i risultati di questa manifestazione, e gli esperti interpretano e spiegano a chi non c'era cosa si voleva dire, fare e mostrare.
Posso solo offrire la mia testimonianza: ho visto persone di ogni tipo marciare insieme (e idealmente insieme agli altri milioni di persone nel resto del mondo) per ricordare a chi ha il potere di prendere decisioni che la volontà della gente é un NO alla guerra come mezzo di risoluzione delle controversie.
Ma ricordiamocelo in ogni momento della giornata, e in ogni azione della nostra vita: la guerra non é una soluzione, la guerra genera altra guerra, e c'é chi ci vuole convincere del contrario.
Credo che se l'unico risultato delle manifestazioni del 15 Febbraio fosse questo, di permettere a ognuno di noi di ricordare a chi serve la guerra e chi la vuole, sarebbe già una vittoria.