(Riferite alla Bocca Di Leone)
La Bocca di leone è una specie erbacea e perenne,
appartenente alla famiglia delle scrofulariacee e originario delle zone
temperate dell'emisfero settentrionale. La bocca di leone è caratterizzata da
grandi e vistosi fiori variopinti, riuniti in spighe; le corolle bilabiate,
sacciformi e prive di sperone, sono chiuse in alto dalla sporgenza del lobo
superiore su quello inferiore; questo particolare, che le assimila alle fauci
di un leone, è responsabile del nome curioso della pianta. Nella Bocca di leone
il gene (A) per il carattere rosso dei fiori non è dominante sul gene recessivo
(a) per il carattere bianco.
FENOTIPO
(F1) |
Fiori rosa di Bocca di leone
|
Fiori rosa di Bocca di leone |
GENOTIPO
(F1) |
Aa
|
Aa
|
|
Meiosi
|
Meiosi
|
GAMETI
|
½ A; ½ a |
½ A; ½ a |
GENOTIPO (F2) |
¼ AA; ¼ Aa; ¼ aA; ¼ aa |
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FENOTIPO
(F2) |
¼ = 25% = Fiori rossi di Bocca di leone; ½ = 50% = Fiori rosa di Bocca di leone; ¼ = 25% = Fiori bianchi di Bocca di leone. |
(Riferite alla Bella di notte)
La Bella di notte è una pianta fiorifera erbacea della
famiglia delle nictaginacee, che presentano la singolare caratteristica di
schiudere i propri fiori al tramonto. Originarie delle regioni calde del
continente americano, le belle di notte vengono coltivate come piante annuali
da giardino. Oltre alla fioritura notturna, le belle di notte presentano altre
caratteristiche non comuni: quella che sembra la corolla del fiore in realtà è
il calice modificato e vivacemente colorato; inoltre, ogni pianta può sviluppare
fiori di colori diversi. Crescono con un portamento a cespuglio regolare,
sostenuto da fusti erbacei dalla superficie talvolta vellutata. Le foglie sono
generalmente cuoriformi e le radici di colore nerastro. I semi sono piuttosto
grandi, generalmente di forma allungata. Anche nella Bella di notte il gene (A) per il carattere rosso dei
fiori non è dominante sul gene (a) per il carattere bianco.
FENOTIPO (F1) |
Fiori rosa di Bella di notte
|
Fiori rosa di Bella di notte
|
GENOTIPO (F1) |
Aa
|
Aa
|
|
Meiosi
|
Meiosi
|
GAMETI
|
½ A; ½ a |
½ A; ½ a |
GENOTIPO (F2) |
¼ AA; ¼ Aa; ¼ aA; ¼ aa |
|
FENOTIPO (F2) |
¼ = 25% =
Fiori rossi di Bella di notte; ½ = 50% =
Fiori rosa di Bella di notte; ¼ = 25% = Fiori bianchi di Bella di notte. |
(Riferite
alla Thalassemia o Anemia Mediterranea)
La Talassemia è una forma
ereditaria di anemia, causata da un carattere che risiede in un gene recessivo.
Esistono varie forme di talassemia. L’alfa-talassemia, piuttosto frequente e
mortale nei soggetti omozigoti (stato fetale), ma benigna negli eterozigoti e
la beta-talassemia. La beta-talassemia si presenta sia in una forma lieve,
eterozigote, detta talassemia minor o microcitemia, sia in una forma maligna,
omozigote, detta talassemia major o morbo di Cooley. Esistono quattro tipi di
emoglobina (Hb), tutti presenti nel globulo rosso, ma in quantità percentuali
diverse:
§
Hb-A1 , che è il 97%
del totale nei soggetti normali;
§
Hb-A2 e Hb-A3 presenti nei globuli rossi vecchi;
§
Hb-F, emoglobina fetale presente nel sangue del neonato all’80%,
ma che ad un anno di età si riduce fino all’1%.
La talassemia è un’emoglobinopatia, ossia una
malattia dell’emoglobina dovuta a carenza grave di Hb-A1
Il midollo rosso del talassemico sintetizza Hb-A2 oppure Hb-F, ma non riesce a sintetizzare Hb-A1 per cui il
talassemico va incontro ad un’anemia via via sempre più grave, fino alla morte.
La malattia si rivela esclusivamente nell’ età
infantile. Sin dalla nascita si hanno
le prime manifestazioni, che proseguono però lentamente entro i primi due o tre
anni. I sintomi in genere sono: senso di malessere, improvvisi episodi influenzali, disturbi ai denti. Questo
purtroppo è solo l’inizio. Poi, il bambino, diventa sempre più pallido comincia
ad avere una sfumatura giallognola, non ha voglia di mangiare, stenta a
crescere. La milza, sottoposta ad
un pesante lavoro per fagocitare globuli rossi, si ingrossa; anche il fegato si
ingrossa; di conseguenza il ventre si gonfia a causa dell’ingrossamento dei due
organi. La forma anomala non permette ai globuli rossi di sopravvivere e,
pertanto, la durata della loro vita si riduce drasticamente e l'emoglobina risulta insufficiente a rispondere al fabbisogno di
ossigeno dei tessuti, in particolare dei muscoli e del cervello.
Per compensare la distruzione dei globuli rossi, il midollo rosso si espande, aumentando
di volume nel tentativo di produrre a sufficienza i globuli rossi. L’aumentato volume del midollo osseo è la causa
delle gravi deformazioni del cranio, delle ossa lunghe e di altre
malformazioni come ad esempio zigomi prominenti e cranio molto
grosso, quasi quadrangolare, tipico del mongoloide.
Andando avanti nel tempo i globuli rossi si riducono a 3 milioni per mmc. di sangue; 1’Hb (emoglobina) si riduce in maniera sensibile e raggiunge valori che scendono a 4 grammi per ogni 100 millilitri di sangue; per contro l’Hb-F (emoglobina fetale) arriva addirittura al 100 % della Hb circolante. La cura, per evitare la morte, è la trasfusione mirata.
L’alterazione dell’emoglobina interferisce con Il numero e la forma dei globuli rossi.
I globuli rossi del talassemico sono di numero inferiori alla norma e sottili; osservati al microscopio appaiono piccoli, con forme strane (a pera, a racchetta, a virgola, ad anello, a biscotto, ecc.) e trasparenti a causa della carenza di emoglobina Hb-A1 e quantità elevate di Hb-F (fetale).
Oggi esistono diversi test per la diagnosi
prenatale, mediante prelievo del liquido amniotico (amniocentesi).
Il
termine talassemia deriva dal greco ed è composto da thálassa,
"mare", e haìma, "sangue"; questa malattia è più
comune nelle popolazioni che vivono nelle regioni bagnate dal mare Mediterraneo
e si estende sino al sud-Est asiatico. In queste regioni, la malaria è il fattore
responsabile dell’elevata incidenza dell’anemia mediterranea. La ricerca,
infatti, ha dimostrato che c’è un’elevata correlazione tra la frequenza della
talassemia e la malaria. L’individuo colpito da talassemia in zona malarica è
più resistente alla malaria rispetto alle persone sane, questo perché il
protozoo che determina la malaria ha difficoltà a riprodursi nei globuli rossi malformati.
La talassemia o anemia mediterranea ha avuto origine nell’antica Fenicia
(Libano attuale) ed è stata trasmessa dai Fenici durante le loro peregrinazioni
nel mediterraneo. Con i moderni movimenti, peregrinazioni, emigrazioni delle
popolazioni del mondo moderno, la talassemia si è propagata a macchia d’olio,
al punto che oggi, non c’è Nazione che non abbia una certa percentuale di
talassemici. Nella cartina
allegata sono visibili le zone dell’Italia con maggiore incidenza della
malattia e come la malattia si sia propagata sia a occidente che ad oriente
dell’antica Fenicia.
Se
un individuo possiede un gene talassemico e uno normale per la sintesi
dell'emoglobina (ossia è eterozigote), manifesta lievi sintomi della malattia
(microcitemia o talassemia minor), se, invece, possiede ambedue i geni
recessivi (ossia è omozigote), allora manifesta la malattia nella forma più
grave (talassemia major o morbo di Cooley).
La malattia è ereditaria e segue i meccanismi dell’ereditarietà. Il gene normale (Th) non è dominante, mentre quello mutato (th) è recessivo.
Ecco
uno schema che spiega l’ereditarietà della talassemia quando
i
genitori sono ambedue microcitemici (eterozigoti)
FENOTIPO (F1)
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Madre microcitemica
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Padre microcitemico |
GENOTIPO (F1) |
Th th
|
Th th
|
|
Meiosi
|
Meiosi
|
GAMETI
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½Th; ½th |
½ Th; ½th |
GENOTIPO
(F2) |
¼Th Th; ¼Th th; ¼ th Th; ¼th th |
|
FENOTIPO (F2) |
¼ =25%=Figli sani; ¼=50%=Figli microcitemici; ¼=25%=Figli talassemici. |
Forma sintetica
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