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Russia |
(pt 3/5) |
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Sacha, come Denis, è stato a Londra a lavorare per un anno ed è lí che l'ho conosciuto.
"I primi tre mesi che ero là - mi dice - sono stati eccezionali. Ero euforico, uscivo sempre, potevo fare ció che volevo e mi perdevo ad osservare le meraviglie dell'offerta che già iniziavano ad arrivare anche in Russia. Poi peró ho iniziato a sentirmi in un mondo non mio e a stare male. Non capivo il mio ruolo. Alla fine non vedevo l'ora di tornare. Ma anche i primi tre mesi di ritorno a Mosca sono stati terribili. Faticavo a riabituarmi a ció che mi era mancato cosí tanto a Londra."
Mentre Sacha racconta, Denis si unisce al gruppo, e il racconto si fa sempre piú scialbo, sempre meno critico e piú banale. Sospetto che la paura dei commissari di partito, dei delatori, che era cosí forte durante gli anni del regime, sia rimasta nella mente delle persone e cosí anche oggi nessun russo si fida piú a parlare e lamentarsi di fronte ad altri russi.
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Martedì 20 Giugno 2000 (La città) |
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Strano, pensavo che camminare per le strade di Mosca mi sarebbe sembrato romantico, che avrebbe avuto un sapore ottocentesco, e mi avrebbe comunicato la grandezza di un impero, anche se ormai decaduto. Mi aspettavo colori impressionisti, musiche barocche, testimonianze di antichi splendori.
Invece ció che mi accoglie subito è il grigio non-colore che domina su tutto. I palazzi, le strade piene di polvere, persino il cielo nel mezzo di un estate torrida, non lasciano ai colori una via di scampo. Le strade a sei corsie nel mezzo della città, colme di sferraglianti Lada contribuiscono non poco a questo senso di inferno industriale che mi disorienta.
La Piazza Rossa è grande, imponente, ma la sua rigidità geometrica e il suo spoglio rigore militare, riescono ad annullare anche la divertente fantasia della cattedrale di S.Basilio.
La differenza tra i negozi del centro città e quelli di periferia è disarmante. Già a due fermate di metropolitana dalla Piazza Rossa si hanno serie difficoltà a distinguerli dalle abitazioni delle persone e la parola "scelta" non ha piú un significato.
Il centro città invece è un rigogliare di marche e nomi noti, i soliti nomi noti. La colonizzazione consumista sembra essere già ben avviata e i turisti vengono depositati a decine a comprare oggetti che a casa loro costano la metà.
Denis mi indica fiero un terribile centro commerciale al cui sviluppo ha contribuito anche la nostra compagnia. Mi prende una sottile tristezza. É facilissimo, soprattutto per un turista ben equipaggiato di valuta straniera, entrare nei negozi, nei grandi magazzini, in tutti qui templi del consumismo fioriti a centinaia nella nuova era del capitalismo russo.
Ció che è piú difficile è uscire. Trovare il modo per lasciare il negozio e' un'impresa cosi' difficile che si finisce per passare davanti a tutti i banchi, a tutta la merce e probabilmente a comprare qualcosa.
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Giovedì 22 Giugno 2000 (Il trionfo sovietico oggi) |
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La Russia è passata attraverso un cambiamento incredibile, questo lo sanno tutti.
Per chi ci va oggi, la curiosità piú grande è forse quella di vedere come era ieri, la sua grandezza, il suo potere, i risultati di quell'incredibile esperimento di ingegneria sociale chiamato Unione Sovietica. Appena fuori Mosca c'è un posto che potrebbe offrire tutto questo. Si chiama "L'Esposizione Universale dei Trionfi dell'Economia Sovietica".
É un parco spaventosamente grande, alla maniera sovietica, grandi statue, celebrazione di un sogno e di un potere, in egual misura. Ma ció che invece oggi vi viene celebrato è un potere diverso, che ha annichilito in pochi anni ogni retaggio di quello precedente. Il capitalismo, che ridicolizza ogni altra espressione, svendendola a basso prezzo.
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(pt 2/5) |
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(pt 4/5) |
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