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Romania (pt 4/8)
Transilvania dalla corriera (clicca qui per vedere questa immagine ingrandita) Durante il viaggio in terra rumena non so quanti carretti trainati da muli e cavalli abbiamo incontrato e quante poche macchine. Di TIR invece ve n'erano, eccome.
Di aziende in giro però nessuna traccia. Solo qualche cava e stabilimento chimico-petrolifico qua e là (La Romania è uno dei più grandi esportatori di petrolio in Europa). Grandi distese di campi di grano e girasoli (centinaia di Km sempre in vista a questi campi!!) barbabietole e pomodori,
colline e monti da sfondo. E i paesetti. Case con tetti spioventi. Coppi. Case molto piccole e fognature a cielo aperto e in lavorazione. Uomini e donne al lavoro nei campi o intorno alle case con ritmi non da affanno. Era caldo ma secco, per il resto il clima era come quello italiano.
Ad ogni fermata-sosta c'era il canonico acquisto in bevande e sigarette (non per me!). Credo che alla fine la "cicca" sia diventata per alcuni un buon motivo per starci qui in Romania!! (costano la metà). Campi e campi intervallati da boschi e qualche laghetto. Montagne selvagge impervie (in Transilvania). Strade messe poco bene e strette.
Ore 17 del 2 Agosto arrivo a destinazione. Cernavoda.
2-3-4 Agosto: Arrivo A Cernavoda
Non c'è molta accoglienza. Qualche persona curiosa di vedere un pulman con "turisti" e il parroco Don Salomon Giovanni. Noi preoccupati del cosa troveremo e dove andremo ma, felici e stanchi per essere finalmente arrivati. In un mondo nuovo.
Per me la prima volta in un paese così lontano dall'Italia ma nello stesso tempo così vicino. Già, forse più di tutti, paese amico dell'Italia. Romania.
Cernavoda è un paesino di 20.000 anime a ridosso del Danubio. 20.000 anime e 1500 cani. Già anche qui i cani la fanno da padrone!!! Ogni sera ricordo si sentiva il concerto dei "BOBI MOLTI"! (scusate le battute ....) e molte zuffe tra cani. Ricordo che le prime sere non dormii, anche per questo, oltre che per l' "ambientamento".
Ci siamo sistemati prima in parrocchia e poi abbiamo visto il nostro "dormitorio": 4 stanze ancora con le malte fresche e un bel po' di polvere per terra. Subito ricordo mi fece un po' di preoccupazione dover stendermi su questo pavimento per dormire. Poi capii che non c'era niente da temere da questa sabbia ... al massimo qualche scorpione .... Avrei dovuto conviverci e molto .... per i restanti giorni. Fuori i muratori continuavano il loro lavoro di costruzione giornaliero.
I bagni erano "poco" funzionali ma comunque c'erano. Bastava una riparatina e tutto sembrava OK! Messi a posto erano anche spaziosi, senza mattonelle, e lavandini alla "giapponese" , ma, cosa si vuol pretendere!!!
L'acqua era puzzolente, sapeva molto da ferro e solfuro quasi, da particolare "medicina". A metà "soggiorno" venimmo a sapere che l'acqua proveniva dal Danubio. Non c'era quindi un sistema d'acquedotto e/o un filtro! Comunque avevamo la benefica "amochina", un paio di gocce sul the e caffè e questo (spero) bastava (?).
Per il resto il clima scout aiutò a superare altre difficoltà igienico-alimentari. Io con gli scout mi trovai molto bene, condividendo spirito e modi di fare, anche se qualche volta un po' ambigui ... (...) I "nostri" capi scout comunque si rivelarono tutti all'altezza nell'improvvisazione dei fatti da compiersi e simpatici (anche se a volte ...) Il cibo era preparato dai cambusieri. Ottimi sia cibo sia cambusieri. Risultato: diventammo cannibali!! Arriviamo al dunque. Il 3 e 4 Agosto furono giorni di lavoro.
Tale lavoro ci fu spiegato la sera appena arrivati a Cernavoda dai capi; non c'era da costruire ma da smantellare una casa disabitata per far posto ad un asilo.
Lavori alla casa (clicca qui per vedere questa immagine ingrandita) Coppo dopo Coppo, porta dopo porta, finestra dopo finestra cominciavamo a legarci tra di noi nel sudore, sotto il sole, e nella fatica di chi lavora gratis ma felice.
Tutti lavoravamo. Si faceva il passamano del coppo, della trave; un passatestimone, uno era testimone di un coppo per l'altro. Il coppo lo si dava ad una mano vicina, che non era sempre la stessa. Si, in questi particolari giorni, faticosi e pericolosi (la casa era molto alta con tetto spioventissimo (esiste il termine? ...), non legammo con la popolazione rumena ma tra di noi e le case rumene!
L'ambiente. Era pericoloso. Per fortuna nessuno si fece male ... (grado di sicurezza sul lavoro nullo e possibile "arresto immediato se visti", di tutti i partecipanti alla demolizione...) neanche in cima sul tetto.
Io salii più di una volta su quel caro tetto ripido e alto, ripido per contrastare la neve che cade d'inverno con una certa frequenza. Da quel tetto si vedeva mezzo paese, fino alle colline circostanti, fino al cimitero e alla piazza. Un paese apparentemente tranquillo e fermo, un silenzio rotto dalle nostre grida e parole e da qualche raro passaggio di Dacia o cavallo.
Un paese tranquillo, ma al di là delle colline ... la centrale nucleare, l'unica di Romania funzionante. Su questo fatto pensai - "ma andiamo a cercarcele proprio tutte...!!" e, a tutti, il timore fece il suo effetto. Ma fu lieve, "solo" per il fatto di vedere un paese con così scarse condizioni tecnologiche e di salute. Comunque se qui succede "Cernobyl" ... addio popolo di Cernavoda (centrale a 2Km dal paese...).
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