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Romania (pt 2/8)
12 Agosto, Il Ritorno
Bucarest (clicca qui per vedere questa immagine ingrandita) Oggi 12 Agosto 2001 scrivo questo resoconto. Non ho potuto scrivere giorno per giorno là ... Vorrei scrivere poco (anche perchè scrivo male ...) ma so che alla fine produrrò un "mattone" (o un "coppo") Adesso sono triste e un po' di nostalgia mi assale. Mal di Romania ....
Sono anche stanco ma la stanchezza è sinonimo di pienezza, l'aver vissuto tutto in maniera completa, piena. L'aver aiutato un popolo profondamente povero ma dignitoso e l'aver portato gioia e
sorriso alla gente rumena mi da e ci da motivo di grande felicità. Ma ripeto adesso sono un po' triste. Mi rendo conto di aver fatto poco. Sì perchè in questo campo scout noi tutti abbiamo smantellato una casa, per far posto ad un asilo per buona parte del tempo in cui siamo rimasti a Cernavoda.
Forse se avessimo avuto più tempo per incontrare la gente di strada ... E' triste arrivare in Italia ed entrare in autogrill e nei soliti sistemi consumistici, alle solite code, al solito superfluo!!!
E comparando le cose, dà motivo di riflessione e di discernimento essere entrati nelle case di famiglie rumene; la loro accoglienza ci ha fatto capire quanto volevano bene. Sì, ci vogliono bene, altrimenti non si sarebbero comportati come da veri amici-fratelli.
Penso di aver trattenuto tutto quanto visto, provato e fatto provare laggiù. Per questo scrivo subito. Comunque non credo passi facilmente dalla mia testa, anzi. Già, immaginare non è vivere.
Vivere è imparare a respirare, ascoltare, parlare con gli altri agli altri, aiutare. Non so se abbiamo aiutato di più noi loro o loro noi ma comunque credo sia stata un'esperienza unica d'unione tra di noi italiani e loro rumeni. In fondo non siamo così diversi. Non siamo così distanti.
E credo che loro vogliono un aiuto non tanto economico quanto un aiuto di presenza, di comunione, far capire che la Romania è anche lei in gioco con le sue tante contraddizioni e difficoltà, la sua semplicità e la voglia di emergere e bussare all'Europa. Vorrei tornarci presto perchè penso che quel che abbiamo fatto, provato e fatto provare sia un piccolo ponte.
SPERO.

"La nostra prima attenzione nell'avvicinarci ad un altro popolo ad un'altra creatura ad un'altra religione, è toglierci i sandali perchè il luogo a cui ci avviciniamo è sacro.
Altrimenti, potremmo trovarci a schiacciare il sogno di un altro. E, cosa ancor più grave Potremmo dimenticare... Che Dio era lì Prima che noi giungessimo."

(Kenneth Cragg)

"Domani sarà pieno d'aria fresca, di fruscio del vento tra gli alberi, di scoppi di risa, di parole scambiate allegramente. Addio genitori, amici, gente della città. Il sacco è pronto.
Partire, abbandonare tutto lasciare le solite cose. Comincia una nuova avventura.
Se ci pensiamo bene, in fondo è Dio che chiama a partire. Nella Bibbia ci sono molti racconti, in cui Dio rivolge un invito perentorio a partire. Forse anche noi abbiamo ascoltato la sua voce."
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