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Perù |
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Domenica 21 gennaio, mi sveglio di mattina presto e vado alla ricerca di un tassista che sia disponibile a farmi da guida per tutta la giornata; ho intenzione di recarmi a Pisac, visitare il suo mercato e le rovine Inca, per poi proseguire per la Valle Sacra dell'Urubamba.
Mi dirigo verso la Plaza de Armas e noto da lontano un tassista fermo sulla sua auto. Mi avvicino e gli domando: "quanto vuoi per portarmi tutto il giorno fuori città ? voglio visitare il mercatino di Pisac e la Valle Sacra dell'Urubamba", mi risponde "30$", accetto
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e insieme ad altri due turisti, parto.
La prima tappa quindi, é Pisac, che con il caratteristico mercatino della domenica, diventa il centro del commercio dell'intera zona e attira tantissima gente compresi molti turisti.
Arriviamo in mattinata, il paese è già affollato di mercanti, hanno già iniziato, con i banchetti stracarichi di merce, a contrattare e a vendere fra di loro. Nella piazzetta principale, le donne stendono per terra stracci e coperte nei quali posare i prodotti: mais, patate, ortaggi vari, frutta e cereali.
Vengono vendute anche pannocchie di gran turco bollite e servite con un pezzettino di formaggio, buonissime e gustose !!
Ci sono contadini e commercianti arrivati dall'intero distretto, che cercano di vendere la propria merce, di concretizzare la fatica consumata durante tutta la settimana a lavorare nei campi.
Tra le donne che vendono nel mercato, si sente parlare una lingua diversa dallo spagnolo, "é il quequa" mi dice una vecchia, la lingua degli Incas.
In un angolo, un gruppetto di persone attira la mia attenzione, mi avvicino e mi si presenta davanti una scena che mi lascia di stucco: uno sciamano, vestito in maniera suggestiva, con collane e pendoli vari, sta presentando alla folla il suo infuso miracoloso, dice che é una bevanda curativa contro alcune malattie, riesco a capire "impotenza", "disturbi di stomaco" ed altre parole.
La gente riunita attorno a lui, sembra coinvolta da quello che, questo "stregone" predica, poi, viene fatta girare una sostanza da bere, di colore rosso, con schiuma che fuoriesce a flotti come nei migliori laboratori chimici.
Le persone, a turno, bevono un sorso dal solito bicchiere e poi lo passano a chi gli sta vicino. E' una scena bellissima, vista e rivista moltissime volte nei film e nei documentari ed ora non mi sembra vero esserne spettatore... dal vivo.
In alcuni villaggi sperduti (ma anche in altre zone dell'America Latina), ritroviamo usanze religiose e mediche che, nella maggior parte delle città sono scomparse, il Perù nonostante sia un paese cattolico s'intravedono ancora, credenze e pratiche indigene.
Cuzco è la città dove mi fermo per più giorni e a Cuzco rimango fino al mattino dell'ultimo giorno del mio viaggio in Perù, in quanto preferisco evitare il più possibile il caldo afoso e la confusione di Lima.
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Il giorno della partenza, prendo a malincuore il primo volo alle ore 08:00, rischio addirittura di non partire e perdere la coincidenza per l'Italia, causa il mal tempo, però riesco ugualmente ad arrivare nella capitale un'ora dopo.
Arrivo così alla fine del mio viaggio, ma, poiché l'aereo per il rientro in Italia partirà alle ore 22:00, mi rimane ancora a disposizione un' intera giornata da trascorrere a Lima. Decido di visitare, nella mattinata, il quartiere turistico di |
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Miraflores, carino e molto tranquillo per il turista, passeggio fra i negozi e i ristoranti, mi fermo ad osservare la vicina spiaggia dove, alcuni ragazzi, si divertono a fare surf fra le onde dell'oceano, mentre lascio per il pomeriggio la parte migliore di Lima, il Museo Inca dell'Oro.
Il museo é forse uno dei pochi aspetti che può giustificare la mia permanenza in questa città, caotica e costruita addirittura in una zona poco felice per il clima: nebbia e cielo grigio durante la stagione invernale, mentre caldo afoso nei restanti tre mesi estivi.
Nel primo pomeriggio, dopo aver consumato il pasto in un simpatico ristorantino, prendo un taxi, alla guida c'é un ironico vecchietto che mi conduce con il suo "Maggiolone Volkswagen" del 1960 (così mi dice) al museo. Inizio con lui una bellissima conversazione, mi racconta che svolge il servizio da tassista a Lima da più di quarant'anni, inevitabilmente tocchiamo argomenti quali la politica, il calcio, e problematiche che affliggono la popolazione peruviana.
Mi parla di Alberto Fujimori, ex presidente del Perù, dimissionario a causa di una serie di scandali che hanno coinvolto gli uomini del suo partito politico. Poi inizia Lui a farmi domande: da quale città ARRIVARE, quanti giorni STARE in Perù, da quale parte Italia VENIRE, ed alla fine l'immancabile domanda sulle donne: "te gusta la chica peruviana ?".
Mi trovo davanti al Museo dell'Oro di Lima, é veramente l'ultima emozione che mi riserva il Perù, pago l'ingresso (10$) e mi dirigo all'interno. La fortuna vuole che non ci siano fiumi di visitatori, quindi posso vagare fra le molte stanze nelle quali sostare a mio piacimento, per tutto il tempo che voglio, davanti alle migliaia di oggetti presenti, ammirare le incredibili ricchezze che appartenevano a civiltà passate, gli Incas, le culture di Nazca e Paracas.
Vengono esposti, oltre agli oggetti in oro, anche un'incredibile quantità di reperti, quali i resti di stoffe, statuette, mummie, punte di frecce, ceramiche, ecc.
Sono veramente emozionato, perché mi trovo di fronte ad una superba collezione, un tesoro enorme (quello che gli spagnoli non sono riusciti a trovare !), ma soprattutto, alla storia di questo fantastico ed incredibile paese.
Questa collezione forse non è custodita con cura, nel senso che, se un paese europeo o americano avesse questo patrimonio, sicuramente lo avrebbe trattato in modo differente: esposizioni minuziosamente curate, allestimento di spazi ad hoc, scenografie adeguate... ma questo é il Perù, questo é tutto il Sud America, forse non è giusto criticare o pretendere da un popolo, cose che per loro non hanno valore, o meglio, esigere da questa gente che venga data importanza ad alcuni particolari che, paragonati con i loro problemi quotidiani, quali la fame, disoccupazione, la sopravvivenza, non hanno la stessa rilevanza ed importanza che Noi "popoli sviluppati" gli attribuiamo.
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(pt 5/6) |
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