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Norvegia (da Oslo al Brickdalsbreen) |
(pt 5/9) |
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Anche questo è un vero e proprio monumento, al centro ci sono dei giganti che sostengono una enorme coppa da cui trabocca l'acqua, simbolo della vita, che va riempire la vasca sottostante. Intorno a quest'ultima si trova una seconda serie di statue, sempre in bronzo, che rappresentano il ciclo della vita. Esse mostrano infatti tutte le fasi della vita dell'uomo, dall'infanzia alla vecchiaia. In questo secondo gruppo il simbolo della vita è rappresentato da un albero che si ripete uguale in tutte le composizioni e, girando intorno alla fontana, si può osservare che i vari personaggi entrano, vivono e tentano di rimanere aggrappati ai rami dell'albero fino ad uscirne.
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Da qui si accede all'ultima area del parco, situata su un rilievo, in cima al quale si trova una specie di pilastro nel quale sono idealmente rappresentate in bassorilievo tutte le persone del mondo che tentano la loro scalata alla vetta del pilone. Alcune si aiutano, si sostengono...altre si ostacolano, alcune sono bambini...altre anziani, tutti gli aspetti dell'umanità trovano un loro corrispondente visivo nell'intricata ragnatela di corpi, quasi fusi uno nell'altro, che costituisce l'essenza stessa della scultura.
Intorno a questo monolito sono disposte a raggiera delle enormi statue di granito, nelle quali sono ulteriormente sintetizzati i principi cardine dell'arte di Vigeland. Spero che le foto possano, meglio di me, dare testimonianza della bellezza di queste composizioni che hanno conquistato non soltanto me ma anche i miei compagni di viaggio, tanto che credo sarebbero d'accordo con me se consigliassi a tutti anche a coloro che pensano di non essere appassionati di scultura moderna (in effetti neanche io lo sono) la visita a Frogner Park.
A malincuore ci rinchiudiamo sul pullman e voltiamo il viso al sole per raggiungere una zona che la guida dice essere ancora periferia di Oslo (ma allora Oslo non è poi così piccola!)...qui le case sono ormai rade...prevale la vegetazione abeti, pini e betulle ma anche delle strane piante con dei frutti piccoli e rossi a grappolo (la mia curiosità viene soddisfatta e vengo a sapere che si tratta di sorbo selvatico...non lo conosco...ma d'altronde io vivo a mezz'ora dal mare!).
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Qui ad Holmen Kollen arriva l'ultima fermata del metrò di Oslo che, a partire dalla fine dell'autunno fino a primavera, porta qui frotte di cittadini armati di sci che, dopo il lavoro, vengono a farsi qualche kilometro di sci di fondo sulle piste comunali illuminate anche di sera o per cimentarsi con il trampolino! Eh sì, la visita al trampolino non possiamo perdercela...anche se non tutti quelli del gruppo vogliono salire là sopra...uno, già sceso dal pullman, rischia di restare ai piedi del "gigante" solo perché qualcuno ha urlato all'autista di ripartire: ma noi insorgiamo, vogliamo salire lassù (e quando mi ricapita un'occasione simile?).
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La parte bassa del trampolino è un museo dedicato allo sci e all'evoluzione degli strumenti (sci e varie) nel tempo, ma noi non abbiamo tempo per soffermarci e ci lanciamo verso l'ascensore...da quella sfaticata che sono penso che ci porterà fino in cima...e INVECE no!! Ci restano ancora "soltanto" due rampe di scale (ripidissime e strettissime...ma come fanno gli atleti a farle con gli scarponi da sci se io ho delle difficoltà con le scarpe da ginnastica? Già loro sono atleti, LORO!!) e io le faccio a tutta velocità (secondo i miei standard s'intende!) per non intralciare quelli che sono dietro di me (in realtà avrei bisogno di fermarmi ogni 5 scalini e di una bombola d'ossigeno, grazie!) mi sento fiera di me stessa quando arrivo in cima (con un fiatone da guinness dei primati ovviamente!) e il panorama mi toglie il poco fiato che mi è rimasto! Si vede tutta la città là in fondo, il mare e dalla parte opposta le foreste si estendono a perdita d'occhio, ma come siamo distanti, e come siamo in alto!
La fatica c'è ma è ampiamente ricompensata dalla vista! Certo sarebbe meglio che le persone restie al movimento come me se la prendessero un po' più con calma...ho ancora il ricordo dell'acido lattico nei miei muscoli tanto che per due giorni non ho più potuto piegare le gambe! Ragazzi quando c'è il fisico c'è tutto...l'anno prossimo opterò per la Fracchia Tour che mi sembra più indicata! :-)
Scendendo verso la città ci viene spiegata la restante parte del programma: abbiamo 2 orette di libertà per andare a vedere dal vivo le cose che abbiamo visto solo dal pullman e poi ci ritroviamo all'albergo per lasciare Oslo.
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(pt 4/9) |
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(pt 6/9) |
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