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Norvegia (Dal Sognefjord a Oslo) |
(pt 2/7) |
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Attracchiamo in quest'amena località al termine del fiordo e il battello spalanca la sua bocca metallica per fare uscire le macchine, i pullman e le persone ci aspetta un tragitto pieno di sorprese...Gudvangen è sul fondovalle e noi ci rimettiamo on the road...invidiando quelli che dormono ne campeggi e nei bungalow quasi vicino all'acqua...ma perché ancora non sapevamo che cosa ci aspettava...
Ad un certo punto svoltiamo dalla strada principale per avventurarci in una stradina secondaria (strettissima) e poi Knut si ferma..."Ci siamo...ha sbagliato strada...e ora? Come fa a fare manovra? Se la fa in retromarcia io mi getto dal |
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finestrino!"...questi riassunti erano i miei pensieri prima di sentire la rassicurante voce di Antonella che precisava che il Mister è un autista molto in gamba e molto attento...sarà!
In effetti l'astuto Knut stava attendendo che una macchina scendesse da questa stradina perché una volta cominciata la salita...there was no way out...l'inglese a volte è più sintetico e più incisivo dell'italiano...lo tradurrei con "non c'era più via di scampo" e nel vero senso della parola! Il pullman occupa tutta la carreggiata e la stradina lentamente comincia ad inerpicarsi, nel giro di 2 tornanti siamo a metà montagna e il panorama si fa mozzafiato...si vede quasi fino al fiordo e tutta la strada che abbiamo fatto, baciata dal sole...oh...la cascata!!! Sì mentre saliamo c'è una cascata che è vicina alla strada, ma Knut, pur andando pianissimo, non può fermarsi e non riesco ad immortalarla...mi accontento di guardare con che forza cade! Non vi dico l'impressione...soffro un po' di vertigini...di guardare in basso...non riuscivo a vedere l'asfalto della strada sotto il finestrino del pullman perché era totalmente coperto dal pullman...che nel frattempo si era fatto silenzioso...tutti tacevamo un po' per la meraviglia e un po' per la paura finche non abbiamo raggiunto la sommità della montagna e tutti siamo scoppiati (grati) in un applauso per il già magro Knut che nello sforzo ha perso altri 4 litri di liquidi (un po' come Barrichello dopo il Gp di Kuala Lumpur!). Adesso capisco perché la strada è chiusa da ottobre a maggio, chi mai potrebbe farla con la neve?? Nemmeno uno spazzaneve!
Appena arrivati in cima alla strada abbiamo visto il nostro albergo, siamo a Stalheim e in nostro edificio è lo Stalheim Hotel: ovvio, no? ...una costruzione di due piani che si affaccia sull'abisso...:-) volevo essere teatrale ma in effetti è così...il giardino davanti al salone dell'albergo è circondato da un muretto in pietra che separa il turista dal baratro sottostante! Uno spettacolo che non mi sono persa a costo di lottare contro le mie vertigini! Quando ci hanno dato la chiave ho pregato tanto che la nostra stanza fosse rivolta lato fiordo...e quando abbiamo aperto la porta uno spettacolo si è dispiegato davanti a noi......mentre Mara sbrigava le sue faccende in bagno io ho aperto la finestra e sono salita sul tavolino che c'era davanti per scavalcare il davanzale e sedermi sul tetto del ristorante (sottostante) a gambe incrociate. |
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Non so per quanto sono rimasta così, lì fuori a sognare ad occhi aperti una bellezza così difficile da contenere con lo sguardo, cercando di fissarmi nella mente e nel cuore ogni dettaglio...dalla bandiera norvegese che si stagliava nel punto più rialzato del giardino pensile al gruppo di casette sulla mia sinistra baciate dall'ultimo raggio di sole prima che scendesse dietro ai monti. È bello sentirsi in pace con se stessi e col mondo...
Più tardi ci diamo appuntamento con Annalisa e Stefano e andiamo a controllare lo shop dell'albergo e compriamo qualche cartolina...io adocchio una sciarpa di lana con i tipici disegni norvegesi (tipo fiocchi di neve)...ma costa
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un occhio della testa e devo ponderare accuratamente prima di lanciarmi in un incauto acquisto!
Poi ammiriamo il giardino e facciamo un po' di foto panoramiche...quindi andiamo a cena, lì ci sediamo con Gianni e Paola, due ragazzi che vivono e lavorano a Torino (e che sono, dopo le vacanze, diventati avvocati: complimenti!!!). loro sono davvero scatenati...non hanno nessun freno inibitore e sparano battute a raffica...sono veramente l'elemento vitale della combriccola...e ci accordiamo di visitare, dopo cena, la collezione di storia culturale del Museo di Arti e Tradizioni Popolari, uno dei più grandi musei privati del paese.
La cena è anche questa volta a buffet e ci sono dei ragazzi di sala vestiti con abiti tipici della tradizione locale...anche questa cena è superba e, in base all'esperienza dei miei amici, vi posso giurare che il dolce era squisito...era una torta fatta con i colori della Norvegia...con panna e frutti di bosco...davvero appetitosa...loro hanno fatto vari bis... ;-)
Prima dell'imbrunire decidiamo di andare a vedere il museo, l'ingresso è libero e si possono visitare delle riproduzioni di tipiche case norvegesi...da quelle più antiche a quelle attuali...anche se la differenze nell'architettura non è poi, esteriormente, così evidente!
Finalmente riesco ad immortalare le mie tanto amate casette dal tetto in erba...lungo il tragitto in pullman ne ho visto alcune con un tetto fiorito...tipo giardini pensili di Babilonia...che meraviglia! E l'erba serve a assorbire l'acqua e l'umidità e trattiene calore...almeno secondo loro!
Il punto più alto del percorso, che si fa a piedi in mezzo al bosco, è anche un ottimo punto d'osservazione del panorama sottostante che è bello da qualsiasi angolazione.
Mentre torniamo giù chiacchieriamo con i nostri nuovi compagni di merende e ci accordiamo per andare a visitare Bergen tutti insieme il giorno dopo...io vado a dormire, sono stanca...ringrazio Dio per aver creato un simile posto e per avermi concesso il dono di vederlo, prego che lo conservi così com'è...
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