|
|
|
Cile - Sud |
(pt 5/6) |
|
|
|
Lunedì 5 febbraio - Castro
|
|
|
|
Un gruppo di ragazzi ha parlato sotto la finestra fino alle quattro. Voci grosse, risa e schiamazzi hanno frammentato il mio sonno, rendendomi particolarmente nervoso.
Alle nove mi sono alzato per scoprire che il tempo era pessimo e si presentava una giornata fredda e umida. Per il tour a Cucao eravamo solo in sei, di cui ero l'unico straniero: due ragazze di Santiago, un giovane di Concepcion e una bella coppia dell'Isola di Pasqua (lui realmente nativo dell'isola, lei trapiantata lì per lavoro).
|
|
La guida era un signore molto gentile, dagli occhi chiari e baffi e capelli brizzolati.
Abbiamo fatto numerose soste per vedere le palafitte alla periferia di Castro, la chiesa di Narcon, alcuni allevamenti di salmoni (maggiore attività dell'isola), due laghi d'acqua dolce nelle vicinanze dell'oceano e poi, poco prima di mezzogiorno, siamo arrivati al parco. La foresta naturale è un'intricata biocenosi con un sottobosco fittissimo ed impenetrabile ed il terreno imbibito d'acqua. Anche qui ho avuto un rapido scontro con una coppia di tafani.
Usciti dal parco siamo andati a mangiare. Il ristorante proposto dal tour operator non era granché per quanto riguarda il cibo (soprattutto perché le porzioni erano misere), ma lo scenario in cui abbiamo pranzato meritava tutti i soldi che chiedevano (non tanto, dopotutto). Ci hanno preparato un tavolo proprio in riva al lago, su un prato lievemente ondulato e qua e là abbellito da qualche alberello. L'acqua, di un azzurro intenso, era mossa dalla brezza; al di là si estendeva una verde piana pascolata da cavalli, oltre ad essa le erte pendici verde scuro della cordigliera costiera. Il cielo si era aperto e solo poche nuvole bianche abbellivano il meriggio.
Ho bevuto anche un buon bicchiere di vino rosso.
Verso le quattro abbiamo fatto visita all'oceano, turbolento ed iroso come sempre. Continue onde spumeggianti si appoggiavano irrequiete sulla lunga spiaggia grigia e il loro rumoreggiare si udiva a miglia di distanza. La spiaggia era larga qualche centinaio di metri ed era delimitata ad oriente dal Rio Cucao, che più a nord si gettava nell'oceano. Camminando abbiamo trovato i resti, ormai quasi irriconoscibili, di due pinguini.
Appena tornati a Castro il tempo è peggiorato.
Dopo cena sono andato a bermi qualcosa al solito pub. Il barista si ricordava di me ed abbiamo continuato a dialogare amichevolmente come la sera precedente. Poco dopo si sono uniti alla conversazione il fratello e la ragazza del barman. Siamo rimasti a chiacchierare per oltre due ore, con il locale sempre vuoto alle mie spalle, ed ho trascorso una serata veramente piacevole. Erano tutti di Santiago e si erano trasferiti a Chiloé da circa otto mesi, inseguendo un'occasione. La ragazza era molto scontenta dell'isola: riteneva gli isolani ottusi e fiacchi e non vedeva l'ora di ritornare nella capitale.
Breve riflessione: comincio a sentire il desiderio di rivedere le mie montagne, la mia famiglia, i miei amici.
Martedì 6 febbraio - verso nord
|
|
|
|
Mi si presentano di fronte due giornate di transizione prima di visitare Valparaiso e tornarmene a casa. L'intenzione è quella di passarle il più tranquillo possibile, lasciandomi trasportare docilmente dal fluire delle ore.
Il tempo era ancora brutto e la temperatura si era abbassata notevolmente.
Alle dieci percorrevo i corridoi della fiera artigiana e li trovavo quasi tutti chiusi. Mi ritornavano in mente le parole della ragazza del barman che definiva gli abitanti di Chiloé come flocos.
|
|
Dovevo comprare ancora molti regali: ho vagato per ore finché sono riuscito a trovare tutto quello che cercavo. Dopo pranzo mi è giunta, inaspettata, la notizia che Paula non era partita per il Messico e mi aspettava a Santiago. D'improvviso gli ultimi due giorni s'illuminavano della sua radiosa presenza.
Alla stazione delle corriere ho rincontrato il ragazzo di Concepcion ed abbiamo parlato un poco prima di ripartire per le rispettive destinazioni: lui andava a Puerto Montt, per rimanerci qualche giorno. Si è dimostrato simpatico e disponibile, come tutti i cileni che ho incrociato durante la vacanza, con un sorriso aperto e cordiale.
Nel pomeriggio la giornata è andata migliorando ed un sole inaspettatamente incisivo si è fatto spazio tra nuvole fuggiasche, che da lì a poco sono sopravvissute solo in piccoli cumuli isolati.
Dalla corriera lo spettacolo dell'isola di Chiloé era lo stesso di sempre: erti colli in cui s'intervallavano il verde pallido dei pascoli e quello più cupo delle formazioni boschive ripariali; vacche e pecore pascolavano beate nell'ambiente più bucolico che si possa immaginare.
Sul traghetto per il continente ho conosciuto un'amorevole coppia di Santiago, in breve vacanza al sud. Il ragazzo sprizzava vitalità ed allegria da ogni singolo poro ed era pieno d'attenzioni per la bella fidanzata. Mi ha offerto un po' di Liquor de Oro, un liquore molto dolce tipico dell'isola, per scaldarmi un poco durante la traversata dello stretto. La mezz'ora in acqua è volata via con spensieratezza, trascinata dalla splendida verve del santiaghino; quando ci siamo seduti sulle rispettive corriere, una di rimpetto all'altra, abbiamo continuato a scherzare anche attraverso i vetri. È un dispiacere non poterli più rivedere.
Il viaggio è stato comodo ed impeccabile in ogni particolare: voto la Cruz del Sur la migliore compagnia sulla quale ho viaggiato.
|
|
(pt 4/6) |
|
(pt 6/6) |
|
|