LEGHE DI RESISTENZA

Il programma agrario dell'Opera Nazionale Combattenti venne criticato dalla Federazione dei lavoratori della terra (FEDERTERRA), di ispirazione socialista, che aveva affrontato il problema dell'agricoltura,  ponendo al centro del proprio programma l'obiettivo della "socializzazione della Terra".

C'č da dire,  perņ, che il programma della Federterra non era condiviso dagli stessi lavoratori agricoli che da sempre lottavano, soprattutto nel meridione, per il possesso individuale della terra.

Su un altro obiettivo  erano, perņ, pienamente d'accordo: la gestione del collocamento e dell'imponibile.

Non solo la Federterra, ma anche le associazioni degli ex-combattenti e quelle cattoliche si impegnarono in questo periodo per una profonda riforma agraria.

Il partito popolare, di ispirazione cattolica, propose, come soluzione del problema, la diffusione della piccola azienda diretta-coltivatrice che avvrebbe rafforzato la classe dei piccoli proprietari terrieri.

Nell'Italia meridionale, e quindi anche nel Salento, si costituirono nel 1919-1920 un gran numero di sezioni combattentistiche e di leghe contadine, che, insieme ai partiti di ispirazione liberale, per migliorare le condizioni dei contadini, sollecitarono interventi legislativi e programmarono azioni di lotta caratterizzate da occupazioni di terre, scioperi e manifestazioni.

Le prime manifestazioni di lotte, favorite dall'aumento del costo della vita, si verificarono nel capoluogo e a Copertino, Corigliano d'Otranto, Galatina, Gallipoli, San Pietro in Lama, Presicce, Soleto e Squinzano.

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