Il mio zozzone preferito romano sia chiama Giorgione, ed esercita al ponte Flaminio, quello di Armando Brasini, come la villa novecentesca di poco lontano.
Altro che quello di Porta Maggiore, che la sera si trova la camionetta pronta, e deve solo approvvigionarla dal discount di sotto casa. Giorgione, come una lumacona del trash-food, il suo locale se lo porta lì da sé, ciascuna notte, e lo monta poco prima del McDonald's di corso Francia (che ardire!), aiutato negli ultimi tempi da alcuni ragazzi di zozzone.
Giorgione ha dei prezzi sproporzionati, ma se lo può permettere. I suoi panini sono esigui e vengono tre euro minimo, ma non avete idea la gente che fa la fila per averne uno! Gli altri zozzoni dovrebbero tutti prendere esempio da lui, ed invece eccoli ad abbondare di sottilette in un mondo che non aspetta nessuno.
Giorgione sa bene cosa sia il marketing, anche se la parola gli giungerebbe nuova. Lui ha il suo berretto di lana, ben calzato anche d'agosto, come un assistente di cinematografaro. Quando monta la piastra, la gente si ferma con la Cayenne usata a guardarlo. E' un vero spettacolo, in cui tutti si torna bambini e, osservando quei pochi e precisi gesti rituali con cui quell'altare mobile e incandescente viene eretto, ci si chiede una volta di più, salvo dimenticarsene ancora, durante la digestione della salsiccia, se in fondo la felicità non sia tutta lì, in quel banchetto da montare con l'entusiasmo di un Peanut di Schultz che deve vendere della limonata, e smontare con le bestemmie di un portuale che non ha ancora scaricato.
Io gli voglio bene, a Giorgione, e spero che non smetta mai di venire al Ponte Flaminio tutte le sere, anche se so che, presto o tardi, ce lo troveremo in qualche show di Mammuccari insieme a quei parcheggiatori abusivi che di lui non hanno né il carisma né la presenza di spirito.
Venerable Bidet