I
dieci lebbrosi |
Il
Regno di Dio e il ritorno del Figlio dell'uomo |
Giungendo
in quel villaggio di confine che
fa da perno ad odi ormai annosi, con
un gridar da dietro le rovine al
Cristo si presentano i lebbrosi.
«Pietà
di noi» esclaman quei reietti che
alzando da lontan l'implorazione nascondono
agli sguardi i loro aspetti nell'ansia
di sentir la guarigione.
«Mostratevi
dapprima ai Sacerdoti» è
il grido che prelude il grande segno lasciato
al suo finir solo a dei voti.
Ma
dell'insiem dei dieci uno soltanto darà
col suo ritorno poi quel pegno che suona a lode a Dio per tanto vanto. |
Interrogato
ancor dai suoi nemici che
chiedon circa il nascere del Regno, il
Cristo accenna prima ai molti auspici offerti
già da tempo per sostegno. "Il
Regno di quel Dio" così invocato che
ha tratto il sospirar dei Patriarchi “è
dentro voi" con tutto l'operato diffuso
dall’annuncio per più varchi. Verrà
quel Figlio un giorno come un lampo, passata
l’ora scura di passione, per
toglier al gaudente ormai lo scampo. Chi
si darà da far per la sua vita non
punterà che sulla dannazione, scommessa fino all'ultima partita. |
La perseveranza nella preghiera | Il fariseo e il pubblicano |
Viveva,
dunque, in un lontano sito, così
descrive il Cristo l'accaduto, viveva
un giudice così attristito da
odiare e Dio e l'uom che gli è d'aiuto. Da
giorni, senza darsi una scadenza, saliva
a lui ansante una vecchietta per
dirgli della solita emergenza che
meritava certo una vendetta. Tant
'era quella vedova tenace nel
chiedere ragione del suo scorno che
bisognava proprio darle pace. "Non
renderà giustizia il vostro Dio quand'anche
l'Unigenito a1 ritorno trovasse al credo solo un balbettio?". |
Saliti
insieme al Tempio del Signore per
dichiarare ognuno i propri errori, il
primo si confessa peccatore e
l'altro espone invece i propri onori.
Dal
fondo dice l'uno a testa bassa di
un tempo di miserie ch'egli vive, di
un ciclo di sconfitte che ripassa e
leva come un vento le offensive.
Degli
altri che non sono a lui uguali, di
tutti gli altri, come il pubblicano, il
Fariseo denuncia tutti i mali.
Son
dei rapaci e scordan l'astinenza come
quel tal che stando da lontano non ha diritto certo all'indulgenza. |