L’ipocrisia dei farisei |
Lo scandalo |
Intento come a dare una risposta a
quanti mettono il suo dire in burla, il
Cristo chiede un attimo di sosta che
acquieti intorno i gemiti e le urla. "Voi
farisei vi date per onesti, mettendo
in piazza tutte le astinenze, ma
Dio che ben conosce i vostri gesti non
può accettare a lode le apparenze. Non
ha la Legge forse un altro dopo che
dai profeti fino al Precursore non
vanti adesso in me un nuovo scopo? Cadran
nel nulla un giorno e cielo e terra, ma
niente della Legge del Signore avrà in eterno un contro che l'atterra”. |
Parlando
ai suoi dei fatti tra i più empi, capaci
di gettar della discordia, il
Cristo tira fuori i mal esempi che
non son degni di misericordia. "E’
necessario inver che questo accada", ma
guai a tutti quei profanatori che
offrendo il loro scandalo per biada inducon
fino i piccoli in errori. Sarebbe
meglio farli inabissare, legandoli
a una pietra da mulino per
non lasciarli più tornar dal mare. Usate
di ogni debita attenzione per
non sciupare quanto di divino fin da bambino l’uomo ha per tensione. |
La correzione fraterna |
La fede |
"Se
tuo fratello pecca sette volte e
sette volte chiede il tuo perdono", non
creder di finir le sue rivolte se
non gli dai tu stesso in breve il tono. Se
ti insultasse senza mai cessare, foss'anche
per settanta volte, ricorda
come ognuno ha le sue tare e
al male sol si spuntano le vette. Se
pecca contro te e poi si scusa, procura
di incontrarlo tu per primo per
dirgli che ti basta la sua accusa. Se
poi ti viene a dire che si pente, sollevalo
tu stesso dal suo imo pensando quanto il Cielo è più paziente. |
Prendendo a loro volta la parola per
farsi ancor notare dal Messia, i
suoi non chiedon che una cosa sola nel
mentre se ne vanno per la via. “Accresci
in noi la fede“ è la preghiera che
fanno tutti e dodici al Signore: la
fede da sentire anche alla sera quando
la luce spegne il suo chiarore. “Se
avrete fede come un sol granello, un
granello di senapa” pur gramo, potrete
far di un albero un fuscello. “Potrete
dire a questo sicomoro di
inabissarsi in mare ad un richiamo e quello vi farà subito coro”. |
Il dovere |
Che cosa ancor si chiederà a quel servo al suo ritorno stanco dal lavoro quando, lasciato al campo ogni suo acervo, già immagina una tavola e un ristoro? “Credete
voi” il Cristo, andando avanti, che
lo faran sedere col padrone prima
di aver servito tutti quanti, portando
lor l’attesa imbandigione? Dovrà
quell'uomo al servo più rispetto, o
si dovrà sentire più obbligato per
l'obbedienza resa al suo precetto? Sappiate
che alla fine di un impegno, che
pure può aver dato un risultato, “siam
tutti servi inutili" del Regno. |