L’ipocrisia dei farisei

Lo scandalo

Intento come a dare una risposta

a quanti mettono il suo dire in burla,

il Cristo chiede un attimo di sosta

che acquieti intorno i gemiti e le urla.

 

"Voi farisei vi date per onesti,

mettendo in piazza tutte le astinenze,

ma Dio che ben conosce i vostri gesti

non può accettare a lode le apparenze.

 

Non ha la Legge forse un altro dopo

che dai profeti fino al Precursore

non vanti adesso in me un nuovo scopo?

 

Cadran nel nulla un giorno e cielo e terra,

ma niente della Legge del Signore

avrà in eterno un contro che l'atterra”.

Parlando ai suoi dei fatti tra i più empi,

capaci di gettar della discordia,

il Cristo tira fuori i mal esempi

che non son degni di misericordia.

 

"E’ necessario inver che questo accada",

ma guai a tutti quei profanatori

che offrendo il loro scandalo per biada

inducon fino i piccoli in errori.

 

Sarebbe meglio farli inabissare,

legandoli a una pietra da mulino

per non lasciarli più tornar dal mare.

 

Usate di ogni debita attenzione

per non sciupare quanto di divino

fin da bambino l’uomo ha per tensione.

La correzione fraterna La fede

"Se tuo fratello pecca sette volte

e sette volte chiede il tuo perdono",

non creder di finir le sue rivolte

se non gli dai tu stesso in breve il tono.

 

Se ti insultasse senza mai cessare,

foss'anche per settanta volte,

ricorda come ognuno ha le sue tare

e al male sol si spuntano le vette.

 

Se pecca contro te e poi si scusa,

procura di incontrarlo tu per primo

per dirgli che ti basta la sua accusa.

 

Se poi ti viene a dire che si pente,

sollevalo tu stesso dal suo imo

pensando quanto il Cielo è più paziente.

Prendendo a loro volta la parola

per farsi ancor notare dal Messia,

i suoi non chiedon che una cosa sola

nel mentre se ne vanno per la via.

 

“Accresci in noi la fede“ è la preghiera

che fanno tutti e dodici al Signore:

la fede da sentire anche alla sera

quando la luce spegne il suo chiarore.

 

“Se avrete fede come un sol granello,

un granello di senapa” pur gramo,

potrete far di un albero un fuscello.

 

“Potrete dire a questo sicomoro

di inabissarsi in mare ad un richiamo

e quello vi farà subito coro”.

Il dovere

Che cosa ancor si chiederà a quel servo

al suo ritorno stanco dal lavoro

quando, lasciato al campo ogni suo acervo,

già immagina una tavola e un ristoro?

 

“Credete voi” il Cristo, andando avanti,

che lo faran sedere col padrone

prima di aver servito tutti quanti,

portando lor l’attesa imbandigione?

 

Dovrà quell'uomo al servo più rispetto,

o si dovrà sentire più obbligato

per l'obbedienza resa al suo precetto?

 

Sappiate che alla fine di un impegno,

che pure può aver dato un risultato,

“siam tutti servi inutili" del Regno.

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