Dentro la
scia che sfolgora sul campo
e sol nei
pressi imbriglia a lungo il raggio
in fretta
quasi in cerca di uno scampo
intonan le
milizie il loro omaggio.
A torme calan
gli angeli dall'alto
e a capofitto
giù con le due ali
che fendon
l'aria a colpi con un salto
s'accoppian e
si staccan senza assali.
Non han con
sè una piva al gran cantare,
un ruvido
strumento che dia aiuto
e ritmi i
giri a quel loro svariare.
Non han che
un solo canto e poi più nulla
da dare
insiem a un Dio così minuto
che giace in
una greppia tutta brulla. |
Non sanno
ancor gli Scribi e i Sacerdoti
i fatti che a
Betlemme han preso corso
dopo
l'annuncio offerto a dei devoti
che dan
correndo il loro pio soccorso.
Nel mareggiar
del buio che si cuce
e assonna
nelle case ogni altro assillo,
non giunge
pur ridotta quella luce
che sveli
alla potenza il suo vessillo.
Non sa re
Erode di un Messia promesso
che uscendo
da una Vergine del sito
si scanserà
da bimbo al suo possesso.
In una stalla
all'Un con i pastori
e all'altro
in una reggia senza invito
il tempo
assegna ormai i suoi valori. |
In marcia
ormai da giorni nel deserto
dietro la
stella apparsa su nel cielo,
si orientano
i tre Magi al luogo certo
che dà
ragione al loro credo anelo.
Coi carichi
di doni e i dromedari
che in testa
lenti guidano il corteo
si muovon
dietro quegli annunci chiari
a render lode
al nato re giudeo.
Scomparsa un
po' la stella dal cammino
da Erode
insiem ricercano quel senso
che spieghi
in breve il nascer di un bambino.
Ma in questa
notte ancor che si fa chiara
e alla cometa
chiede un nuovo assenso
il Bimbo con
sua madre a lor si para. |
Invano Erode
aspetta quel ritorno
che nella
sosta gli han promesso i Magi
e già
snudando truce ogni dintorno
la spada
stringe a Bètlem le sue stragi.
Non
sopravvive alcun sotto i due anni
dopo la
scorribanda dei soldati
che dividendo
in ogni casa i danni
sollevano i
lamenti più straziati.
Ma già in
fuga è il nato Salvatore
che dopo il
sogno avuto da suo padre
trova in
Egitto un posto di favore.
A Nazaret
infin con la famiglia,
col buon
Giuseppe e con Maria sua madre,
all'obbedire
il crescer suo s'ingiglia. |