tecnopoly e fine dell'educazione
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materiale elaborato da:

Polentes

Spanu

Tribocco

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PROGETTO : presentazione,durante un’assemblea dei genitori, delle problematiche connesse all'’utilizzo del computer.

SUPPORTI NECESSARI : proiettore diapositive, computer, cartellone illustrativo.

Durante una riunione a scuola, vengono illustrate dalle insegnanti le motivazioni che hanno portato il team dei docenti ad organizzare un "laboratorio di informatica" a cui possono accedere i bambini della scuola.

I riferimenti ai due testi di Postman sono, secondo noi, necessari nel momento in cui si presentano ai genitori gli aspetti positivi, ma anche quelli negativi che comporta l’utilizzo di una nuova tecnologia nell’ambito di una scuola materna.

Anche se P. parla della scuola americana e dei suoi eccessi dovuti al dilagare, nel suo interno, di "consumismo e di tecnologia",i suoi esempi e le sue argomentazioni possono essere utilizzate per chiarire come sia necessario essere ben consapevoli di come e cosa sanno fare e ci fanno fare le macchine e di cosa possono fare e far fare, o meno, ai bambini.

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Tra gli argomenti a favore del nuovo laboratorio possiamo portare:

- la possibilità di trovare anche a scuola una tecnologia con cui sono già entrati in contatto a casa, ma di cui conoscono, forse solo l’aspetto del gioco fine a se stesso;

- la possibilità di socializzare percorsi individuali di illustrazione, oltre che nuove conoscenze ed esperienze;

- la possibilità di comunicare con bambini di altre scuole e di trasferire le proprie esperienze;

- la soddisfazione di vedere i propri elaborati grafici sotto una nuova veste, di assemblarli e/o di modificarli facilmente ed in modo molto piacevole ed accattivante e di poterne fruire subito, ma anche in momenti distanti nel tempo;

- la possibilità di collaborare (anche se a piccoli gruppi) per realizzare un progetto comune o una sua parte, apprendendo degli atteggiamenti specifici della realizzazione della propria autonomia;

- l’occasione per confrontare forme e spazi del video del p.c. con quello della TV (ad esempio i disegni d i fotogrammi dei cartoni animati);

- la possibilità di conservare anche le fasi intermedie della grafica che hanno portato al "prodotto conclusivo", che permette di concretizzare l’importanza del percorso di ricerca su quella del risultato;

- l’occasione di fare delle attività in cui anche l’errore è un elemento utile alla costruzione dell’elaborato;

- la possibilità di avvicinarsi ai concetti spaziali, alla scrittura ed ai numeri in un modo nuovo, ma senza proporlo come fine delle attività laboratoriali;

- la possibilità di utilizzare la video-illustrazione come stimolo narrativo e come modalità per facilitare e per rendere le proprie esperienze più flessibili, più comunicabili e più adatte allo scambio e all'’arricchimento;

- l’occasione di favorire fantasia e creatività anche per avvicinare al piacere di "scrivere o pre-scrivere".

Sempre richiamandoci a Postman, ma anche ad altri autorevoli autori, potremmo poi indicare ai genitori che per evitare ai bambini influenze negative dell’utilizzo del p.c.,

- è utile accompagnarle ad altre forme di apprendimento e di socializza =

zione;

- è necessario seguirli sempre durante l’attività con le macchine, anche quando lo fanno a casa;

- è importante farli riflettere sul procedimento che seguono per eseguire le diverse operazioni, in modo che non diventino semplici automatismi, ma sistemi ripetitivi di cui però sono, almeno in parte, coscienti;

- bisogna far rilevare sempre e comunque la differenza tra la trasposizione delle situazioni dal piano reale a quello virtuale che, nei bambini, può avere valenze molto forti, essendo immersi più degli adulti nell’elemento fantastico;

- prima di utilizzare il computer occorre scambiarsi e "produrre" idee e programmare, oltre che prevedere quello che sarà il percorso da seguire.

Proporremmo poi come titolo delle prime attività di laboratorio "trasformiamo le nostre idee e le nostre storie in immagini" e accetteremmo la collaborazione delle famiglie sia a livello tecnico che pratico invitandoli a tener presente quello che Postman definisce il "decalogo della resistenza contro la tecnocrazia".

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