Riprendiamo dopo un bel po'
di tempo, e di questo mi scuso, il nostro discorso sull'analisi
della performance di un sistema. Abbiamo affermato che il net
profit, ossia l'utile generato in fase di simulazione, non
è l'unica misura da tenere sotto osservazione nel valutare
la bontà di un sistema. Vediamone allora qualche altra.
Generalmente nei reports subito dopo profitti e perdite totali
trovate il numero di operazioni effettuate, ossia il numero
di posizioni che il sistema ha aperto e chiuso. Questa misura
è importante per un duplice motivo. Innanzi tutto influenza
la significatività dei risultati del vostro sistema. Al
fine di mantenere bassa la probabilità che i risultati
ottenuti in fase di test siano il frutto di un puro caso, è
necessario che il numero di operazioni effettuate sia piuttosto
alto. Tale probabilità, infatti, è inversamente
proporzionale al numero dei trades (p=1/Ön);
per tale motivo per portare la probabilità al 5% è
necessario che il sistema generi, in fase di simulazione, almeno
400 trades. Di conseguenza spesso si consiglia di implementare
sistemi che in fase di test abbiano generato un elevato numero
di operazioni. Tale esigenza si scontra, però, con un
fattore sul quale ormai ho posto l'attenzione numerose volte:
le nostre aspettative
circa il comportamento del sistema.
Supponiamo di aver sviluppato un trading system destinato ad
un'operatività di medio/lungo periodo, un sistema che,
ad esempio, ci debba suggerire quando effettuare uno switch da
un fondo ad un altro, o da un fondo al cash. Verosimilmente un
sistema di questo tipo non dovrebbe generare più di 4
o 5 operazioni l'anno; in seguito ad un testo effettuato su di
uno storico di 10 anni otteniamo buoni risultati attraverso 1000
operazioni. Bene, saremo tentati di dire, le operazioni sono
numerose, il sistema ha buone probabilità di ripetersi
in futuro. Fermiamoci a riflettere un istante: 1000 operazioni
in 10 anni si traducono in 100 operazioni l'anno, poco meno di
10 al mese, 2 a settimana! Insomma, il sistema richiede un'attività
che risulta essere non solo impossibile da implementare ma anche
insensata in un'ottica di trading di fondi. Risulta evidente,
allora, che un elevato numero di operazioni non è desiderabile
in questo caso, o meglio, ha una valenza positiva solo se distribuito
su un gran numero di anni.
Esagerare con il
numero di operazioni non sempre è conveniente!!!!
La stessa attenzione , però, va posta quando si analizza
il comportamento di un sistema destinato al trading veloce. Testando,
infatti, un sistema su di un grafico a 5 minuti risulta facile
generare anche più di 500 operazioni utilizzando uno storico
di neanche un mese. Attenzione, però: rifacendoci a quanto detto sulla lunghezza della serie
da utilizzare in fase di simulazione, vi ricordo che le condizioni
di mercato cui fa riferimento lo storico possono pesantemente
influenzare il risultato del test.
Gira voce che negli amati(/odiati)
USA, durante l'ormai lontano rally di fine '99-inizio 2000 i
migliori traders non erano i più bravi nel leggere i comportamenti
del mercato ma i più veloci. In una situazione in cui
tutto saliva, e di molto, un semplice incrocio tra medie era
più che sufficiente. Pensare a come e fin dove e perché
un movimento si sarebbe realizzato era solo uno spreco di tempo;
l'unica cosa da fare era comprare e liquidare il maggior numero
di cross di medie nel minor tempo possibile. Tale incantesimo,
stranamente per molti, logicamente per altri, si è spezzato
il 5 marzo 2000; un sistema che per ben 4 mesi, generando migliaia
di operazioni (statisticamente affidabile, quindi?) era risultato
strepitoso, improvvisamente smise di funzionare. Come mai? Semplice,
le condizioni di mercato erano cambiate. Non dobbiamo avere la
presunzione di sviluppare un sistema che guadagni sempre ma,
almeno, preoccuparci che questo, in fasi ad esso non congeniali,
non risulti in perdita. A tal fine è importante assicurarsi
che anche i sistemi intraday siano testati in situazioni diverse,
senza porre cieca fiducia nell'elevato numero di operazioni realizzate.
Per ora mi fermo qui, ma ci
rincontreremo presto!
a.p. 1 giugno 2001
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