Credo sia giunto il momento
di cominciare a parlare di quelle misure che vengono generalmente
prese come riferimento per la valutazione della bontà
di un sistema.
La prima è quella per
la quale noi tutti passiamo ore e ore a leggere libri sulla borsa,
studiare grafici e bilanci, cercare notizie tra i reports, ecc.:
la passione per i mercati finanziari!...ok, scherzavo...spesso
anch'essa è determinante, ma l'obiettivo finale, la linea
di demarcazione tra il bene ed il male nel mondo della finanza
è lui, l' UTILE! Ebbene, scommetto che non esiste una
persona al mondo che, una volta effettuato un test di un sistema,
non guardi per prima cosa, tra le miriadi di risultati ottenuti,
a quel numerino che nella gran parte dei casi viene indicato
con il termine net profit, ottenuto come differenza tra il gross
profit, ossia il totale dei profitti dovuti a tutte le operazioni
vincenti generate dal sistema, ed il gross loss, ossia la somma
delle perdite derivanti dalle operazioni risultate non profittevoli.
Viene da sè che un valore negativo di questa variabile
non potrà in alcun modo permettere l'implementazione del
sistema: non si vede il motivo per cui un trading system che
sia risultato non profittevole nel passato debba trasformarsi
in una macchina da soldi nel futuro. Ciò non deve portare,
però, a cestinare immediatamente tutto ma spingere, invece,
ad una revisione accurata del lavoro svolto per verificare se
l'insuccesso del test sia stato dovuto a limiti dei presupposti
logici del sistema o a errori presenti nella sua costruzione.
Potrebbe essere accaduto, infatti, di aver mal tradotto in codice
le regole alla base del sistema o, sempre ad esempio, di aver
scoperto un set-up eccezionale il quale, però, essendo
stato da noi abbinato ad una strategia di money-management scellerata,
sia apparso del tutto fallimentare. Sarà bene, allora,
verificare che il computer abbia ben compreso le regole che con
la codifica gli abbiamo voluto comunicare, accertandoci che i
segnali generati dal sistema siano effettivamente lanciati nel
momento in cui si realizza il set-up così come noi ce
lo "immaginiamo"; allo stesso modo ci accerteremo che
risultati così negativi non siano dovuti all' "inquinamento"
provocato dall'impiego di una formuletta trovata su di un sito
internet che prometteva di esaltare la performance di qualsiasi
sistema cui venisse impiegata, testando il trading system senza
l'impiego di tale formula.
Dobbiamo imparare
a leggere le informazioni presenti dietro i risultati negativi
Un risultato negativo dell'utile
netto può essere non espressivo delle reali potenzialità
di un sistema; ebbene, altrettanto può accadere per un
suo valore positivo, specie quando risulta molto elevato. In
questo caso i rischi sono maggiori, in quanto anzichè
buttare un sistema profittevole qui si finisce con l'implementare
un sistema fallimentare e buttare, di conseguenza, soldi veri!!!!!
Come vedremo in seguito, il livello raggiunto dal net profit
è uno dei valori meno significativi all'interno dell'universo
delle misure di performance dei sistemi. Una serie di altri fattori
sono da tenere in considerazione per non rischiare di adottare
un sistema i cui risultati siano troppo legati al peculiare comportamento
che i prezzi hanno presentato nel passato o che, seppur profittevole,
lo sia al costo di non rispondere ad una serie di criteri che
abbiamo definito essenziali in fase di ideazione (si pensi, per
assurdo, ad un sistema che progettato per un trading a breve,
con conseguenti perdite per operazione di piccola entità,
sia sì profittevole ma attraverso poche operazioni di
lunga durata ed al costo di sostenere anche perdite per operazione
di una certa consistenza).
E' per questi motivi che la
nostra esplorazione delle misure di performance non può
fermarsi qui. Pertanto vi do appuntamento al prossimo articolo
per continuare con voi ad affrontare i problemi relativi allo
sviluppo di un sistema.
A presto!
a.p. 29 aprile 2001
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