Benchè l'aspetto esteriore lo facesse assomigliare al Re 2000, le soluzioni tecniche e la struttura erano più vicine a quelle del Re 2001. Il Re 2002 Ariete è nato con l'intenzione di portare in volo il motore Piaggio P XIX RC 45 Turbine B a quattordici cilindri per una potenza di 1180 CV.
Il progetto in se prometteva bene e a marzo 1941 a Guidonia,
iniziarono i collaudi valutativi, tuttavia i problemi al motore,
che avrebbero avvilito l'intero progetto per il resto del
conflitto, ritardarono di molto il processo di
sperimentazione.
Il 10 settembre 1941 il Ministero dell'Aeronautica ordinò
200 esemplari del Re 2002 che, nato quale velivolo da caccia,
vide aumentare i suoi compiti a :
- bombarddiere a tuffo
- bombardiere
-assaltatore
- silurante
- ricognitore.
Tutto quanto prevedeva un aumento di peso che penalizzò
leggermente le prestazioni del velivolo. Malgrado, nel 1943, il
Ministero ordinasse altri 300 esemplari, solo 147 di essi furono
effettivamente consegnati all'8 settembre, mentre in catena di
montaggio ne rimanevano altri 53 esemplari.
La Germania con l'armistizio dell'8 setttembre, prese in mano
la situazione e ordinò alla Reggiane di completare i 53
velivoli rimasti in catena di montaggio e di produrre altri 30
esemplari.
Caso emblematico di una certa arretratezza culturale delle alte
sfere dellla Regia Aeronautica, fu quello per cui i tedeschi, in
procinto di ordinare alla Reggiane la costruzione di altri 500
Ariete, chiesero a gran voce che i velivoli fossero realizzati
con quelle ali stagne che i generali italiani avevano sempre
rifiutato! In aggiunta, su quei 500 Ariete era prevista
l'installazione di altrettanti motori BMW 801 da 1600 CV, allora in dotazione agli Fw
190 A-8, installazione che avrebbe fornito il Re 2002 di
prestazioni folgoranti, con tutta probabilità superiori a
quelle dello stesso Fw 190. Tuttavia a seguito di una
pesantissima incursione alleata sulle officine Reggiane, si pose
fine al progetto.
Il Re 2002 Ariete venne preso in carico dalla Regia in seno al 5° Stormo (101° e 102° Gr.), che iniziò i suoi compiti operativi nel centro-sud Italia. Episodi di eroismo e di sacrificio hanno contraddistinto la breve carriera del 2002, fino a che, dopo l'8 settembre, il 5° Stormo aderì alla cobelligeranza e per il velivolo, da quel giorno, iniziò una lunga epopea operativa che si concluse con la fine del conflitto. Le prospettive di un riutilizzo post-bellico del velivolo andarono deluse per l'improbabilità di rimettere in condizioni di volo i pochi velivoli rimasti.
IL MODELLO
Il kit è praticamente identico a quello del 2000 e
valgono, quindi, le stesse considerazioni e le stesse modifiche
descritte per quel modello. Per realizzare un Re 2002 operativo
dovremo quindi :
- Autocostruire gli interni
- Reincidere le pannellature
- Tagliare le parti mobili dei piani di coda e riposizionarli
flessi
- Dettagliare cromaticamente il motore
- Rifare la piastra posteriore dell'ogiva con un pezzo di
plasticard da 1 mm.
- Forare i tubi di scarico
- Chiudere i fori di alloggiamento del gancio porta bomba ( pezzo
45)
- Modificare la presa d'aria superiore alla cappottatura motore
in modo che la bocca d'entrata sia di forma ellittica
- Forare il tubo di Venturi
- Rifare i Pitot più sottili
- Chiudere le pareti interne dei vani carrello
- Tagliare il trasparente (5 bis) in modo da ottenere la
struttura anticappottamento ed il parabrezza. La parte
ribaltabile del tettuccio verrà poi realizzata in
vac.
- La bomba fornita dal kit non è utilizzabile
perchè portata in volo solo dai tedeschi.
- Alle ali rifaremo le cerniere di azionamento degli alettoni e
incideremo la linea di separazione tra le due parti costituenti
gli ipersostentatori.
Al riguardo di colorazioni e insegne non c'è molta
documentazione che ci permetta la realizzazione di esemplari
particolari, comunque osservando la documentaziione si può
realizzare il seguente soggetto :
- Re 2002 della 239^ Sq. del 102° Gr. dell 5° Stormo di
base a Manduria nel 1943. Immagine tratta da Dimensione Cielo
Vol.2.
Codice 239-4 in cui il 239 è probabilmente nero su banda
bianca ed il 4 rosso è, altrettanto probabilmente appena
prima (lato destro) e dopo (lato sinistro) della stessa. Fasci
alari, croce caudale, stemma sabaudo e colorazione standard,
ogiva bianca con estremità rossa . Fasci policromi assenti
sostituiti dallo stemma di reparto. Numero 4 nero sullo
sportellino anteriore del crrello principale. Aereo personale del
Comandante Giuseppe Cenni
La mia realizzazione, come per le precedenti ha previsto i passaggi indicati nel lungo articolo sui caccia Reggiane. Particolare enfasi è stata data alla colorazione che ha previsto un primo passaggio di verde chiaro tipo 34102 su tutte le superfici, al quale è seguito il passaggio di colore Verde Oliva Scuro sulle linee di pannellature in modo che apparissero ben contrastate sul verde di fondo. Successivamente, il VOS è stato spruzzato diluito e molto leggermente in modo che le superfici divenissero scure quel tanto che permettesse di vedere le linee di pannellatura più scure. Infine a modello completamente lucidato con il Gloss della Model Master, ho enfatizzato ulteriormente le pannellature con un lavaggio di tempera nera che si è annidata nelle incisioni eseguite all'inizio della realizzazione. La mano finale di Matt della Model Master, ha concluso la realizzaziione cromatica.
I Modelli della Supermodel, benchè di età ormai
avanzata, sono l'unico riparo che ha un modellista che voglia
realizzare i fantastici velivoli della emiliana Reggiane. Per
questo motivo dobbiamo dire grazie. Grazie tante a una Ditta che,
a dispetto di altre più blasonate imprese, ha resistito
agli anni anche grazie a questi modelli.
Grazie ancora a Supermodel e Buon lavoro a tutti.
Giorgio Breltrammi