Il Campanile
Il Campanile della Chiesa di Sant'Andrea a Sassetta non ha sempre avuto questa forma, e non è sempre stato nel luogo dove lo vediamo oggi.
Il PRIMO campanile di Sassetta (verosimilmente costruito insieme alla Chiesa
stessa, intorno al Mille...) si trovava infatti quasi sicuramente dall'altra parte della
chiesa, e fu demolito, come ci racconta Don Garzia Montalvo nei Ricordi della Sassetta,
durante i lavori di ampliamento della Chiesa stessa, avvenuti nel 1624, perché "il
Vaso della Chiesa della Sassetta al Populo, che era tanto cresciuto, riusciva piccolo, e
massime per le solennità" ... "vedendo e rivedendo il Sito di detta
Chiesa" ... insieme al Pievano, ai muratori, e a tutto il
Popolo, "trovorno che si sarìa potuta
allargare sei braccia in circa". A spese della Compagnia della
Madonna e della Compagnia del Corpus Domini "la prima Opera, che si facesse, fu l'Arco
grande per reggere il Tetto. E si scarsò il muro di
testa, perchè il Vaso tornasse maggiore. Ma perchè era restata la Chiesa senza Sagrestia, et senza
Campanile, se ne fece molti disegni."
Il PRIMO campanile si trovava quindi, grosso modo, dove oggi si trova l'altare.
“Il Signore et la Signora alfine si contentorno che si cavasse, sotto la Camera Grande del suo Palazzo, una sagrestia di braccia quattro per ogni verso, rompendo la muraglia principale, come si vede. Oltre questo si disegnò con molta difficultà dove si potesse fare il campanile; e si risolvé che si facesse sulla cantonata del Palazzo, sopra alla chiesa, di braccia cinque per ogni lato, alto sopra il Palazzo braccia otto, in quadro, come si vede.” Questo SECONDO campanile, trovandosi “sulla cantonata del Palazzo”, era sicuramente collocato dove oggi c’è la torretta dell’orologio, vale a dire sull’angolo nord-ovest della Chiesa:
In un carteggio dell’ottobre-novembre 1785, poi, il Vescovo di Massa, Pietro Maria Vannucci, comunicava al Marchese Ferdinando di Montalvo di essere stato informato, e anzi di aver potuto constatare di persona, che “il campanile …” presentava “… alcune crepe, che principiano dalla Pianta della Fabbrica, e … uno sgonfio, o corpo, come si dice, nella facciata …” ragione per cui “pareva coerente si dovessero restaurare ad uso di arte le crepe, e osservare se doppo il fatto incatenamento il Campanile faceva delle Mosse.” Si può ragionevolmente dedurre che il campanile pericolante fosse proprio quello costruito nel 1624, perché il Vescovo parla di crepe e gonfiori visibili “sulla parete di faccia della sagrestia” e “nella facciata dell’Orto del Paroco fuor dal tetto”, mentre il campanile odierno si trova dalla parte opposta della Chiesa, lontano sia dalla Sagrestia che dall’Orto ...
E’ ben vero che
il Marchese nell’occasione replicava di aver “ordinato l’immediata visita del Campanile, per farlo
risarcire,” e “avuta la relazione di più Periti, i
quali assicurano che non vi è da temere rovina, e molto meno vi è bisogno di
risarcimento”,
e anzi attribuisce le ulteriori segnalazioni alla “animosità con la quale procede verso di me il Pievano
della Sassetta”
(con il quale era in atto anche un diverbio riguardante la custodia delle
reliquie di Santa
Lorica), ma è lecito supporre che il problema fosse reale, e abbia portato,
anche se dopo qualche tempo, alla necessità di un intervento risolutivo, quale
appunto la costruzione di un nuovo campanile.
Molto simile all’attuale, questo TERZO Campanile si venne a trovare in una nuova, diversa collocazione (all’angolo sud-est della Chiesa, in posizione diametralmente opposta rispetto al precedente e al Palazzo); fu forse edificata contemporaneamente anche l’attigua Cappella del Corpus Domini –oggi sede del Museo parrocchiale-, con cui il campanile condivide ancor oggi alcuni elementi strutturali esterni.
Forse nella medesima occasione, o poco dopo, il precedente Campanile fu modificato in una “torretta dell’orologio”: in una Relazione del 1825 l’ing. Corrado Puccioni parla infatti di una “piccola torre di proprietà comunale che serve a contenere la macchina del pubblico orologio e la campanella per l’ore” che” … essendo stata recentemente restaurata, si trova in buono stato di mantenimento”.
Ecco la descrizione del
complesso torretta-chiesa-campanile fatta da Emilio Agostini
(1874-1941), in Lumiere di Sabbio:
“…
Le due finestre sull'angolo anteriore della stanza, al tempo che la scuola dei
bimbi si faceva nelle case del Bussotti, erano il dolce rifugio degli
sconsolati. Da quella davanti si vedeva la mostra dell'orologio di piazza, il
tetto della Canonica, col pergolato di viti colombane, alla cui ombra don
Antonio leggeva il breviario poco prima del mezzogiorno, - e col resto dell'uva
spina e del rosmarino rasente il muro; si vedeva il campanile in fondo con la
banderuola e i suoi ciuffi di viole gialle. …”
Tanto l’”orologio di piazza” che il campanile descritti dall’Agostini non erano ancora quelli attuali qui visibili (entrambi sono stati in seguito ulteriormente ristrutturati) ma la loro collocazione era la stessa.
Il campanile fu infine ulteriormente modificato anche negli anni ’30, dopo che era stato colpito da un fulmine che danneggiò anche il tetto della chiesa. La cosa risulta evidente dal confronto fra le foto d’epoca e quelle attuali:
Il campanile odierno risulta più alto di quello descritto dall’Agostini (e oggi ha quattro piani), e inoltre si può notare che quello “vecchio” aveva la finestratura a monofore (apertura ad arco unico, ancora visibile al terzo piano), mentre il “nuovo” ha delle bifore (due archi affiancati). La ricostruzione avvenne sicuramente prima del 1944, anno in cui Sassetta, occupata dalle truppe tedesche in ritirata, subì diversi bombardamenti alleati: sulla cima del campanile sono ancor oggi visibili tracce di colpi di mitragliatrice.