Carriera
Club
Gli esordi
Alex Del Piero iniziò a tirare i primi calci al pallone nel campo parrocchiale di Saccon, per poi giocare nella squadra del paese natale
San Vendemiano dove, nonostante la giovane et6agrave;, mise subito in luce la sua bravura, anche se la madre voleva che giocasse in porta, così da sudare
di meno e non ammalarsi.
Il sacerdote del paese, che fungeva anche da presidente della squadra, parlò del giovane con alcuni dirigenti del Padova,
inizialmente invano a causa delle perplessità dovute al fisico minuto ed esile del ragazzo.
1992-1994: Padova e l´approdo alla Juventus
Nel 1992 venne acquistato dalla squadra patavina ed inserito nella formazione Allievi.
All'età di 16 anni esordì in Serie B sotto la guida di
Mauro Sandreani e, il 22 novembre 1992, realizzò la sua prima rete con la maglia del Padova, e prima da professionista, siglando il 5-0 finale
ai danni della Ternana.
Nell'estate del 1993, grazie a Giampiero Boniperti, venne acquistato dalla Juventus per cinque miliardi di lire,
con un ingaggio al giocatore di 150 milioni di lire a stagione più premi a rendere, soddisfacendo così il desiderio del giocatore stesso
di voler giocare nella squadra torinese.
Benché Giovanni Trapattoni lo portò subito in ritiro con la prima squadra, venne inserito nella
formazione "Primavera" allenata da Cuccureddu, partecipando con la squadra alla conquista del Torneo di Viareggio e dello scudetto Primavera.
Esordì in Serie A il 12 settembre 1993, subentrando a Fabrizio Ravanelli al 74º minuto di Foggia-Juventus, terminata poi 1-1, e tre giorni dopo,
nella gara dei trentaduesimi di finale della Coppa UEFA debuttò come sostituto nelle Coppe europee contro la Lokomotiv Mosca.
A una settimana dall'esordio in campionato, realizzò il suo primo gol in bianconero, in Juventus-Reggiana, contribuendo al 4-0 finale.
Impressionò il 20 marzo, quando mise a segno una tripletta nel 4-0 con cui la Juventus batté il Parma.
Da quel momento, Del Piero fu impiegato
con maggiore continuità.
Al termine di quella prima stagione in bianconero, in cui si divise tra Primavera e prima squadra, totalizzò 14
presenze tra campionato, Coppa Italia e Coppa UEFA, e realizzò 5 reti, tutte in Serie A.
Nell'estate del 1994 nella Juventus cambiarono
i vertici societari con l'arrivo di Giraudo, Bettega e Moggi, che affidarono la squadra a Marcello Lippi.
Juventus
1994-1995: lo scudetto, la Coppa Italia e l'esordio in Nazionale
Il 1994-95 iniziò con un gol al Napoli in campionato, mentre il 4 dicembre siglò un gol che permise alla squadra di battere per 3-2 in rimonta
la Fiorentina nei minuti finali.
Il 13 settembre realizzò il primo gol in Europa, nell'incontro di Coppa UEFA contro il PFC CSKA Sofia terminato
3-2 per la formazione bulgara; il gol fu vano, ai fini del risultato, in quanto la giustizia sportiva europea annullò la partita per posizione
irregolare del giocatore bulgaro Petar Mihtarski, assegnando la vittoria per 3-0 a tavolino alla Juventus, ma comunque conteggiato nelle
statistiche UEFA.
Compreso il gol all'Eintracht in Coppa UEFA il 14 marzo, primo ufficiale in Europa per lui, in quella stagione totalizzò
10 gol in 50 partite disputate.
Campione d'Italia e vincitore della Coppa Italia, debuttò anche in Nazionale nel marzo del 1995, realizzando
il primo gol in azzurro pochi mesi dopo.
1995-1996: Champions e Supercoppa Italiana
Nella stagione 1995-1996 la Juventus decise di puntare su di lui e lasciò partire Roberto Baggio, non senza perplessità da parte dei tifosi
e degli organi di stampa, riguardo al rischio di puntare tutto su un giocatore che aveva ancora molto da dimostrare.
Il 13 settembre realizzò il primo gol in Champions League al Borussia Dortmund, con un tiro a giro sul secondo palo che diventerà la sua specialità.
Il 15 ottobre segna nella partita persa 2 a 1 contro il Milan trascinato da Weah e Marco Simone. Sette giorni dopo segna alla sua ex squadra il
Padova siglando il primo gol al 39', la partita finisce 3 a 1 per la Juventus. Decide la sfida contro la Fiorentina vinta 1 a 0 il 19 novembre
giocata a Torino.
Il 2 marzo segna una doppietta ai danni del Padova il primo al 26' e il secondo al 67', la Juve vince la partita 5 a 0.
All'età di 20 anni si ritrovò il numero 10 sulle spalle e guidò la Juventus al trionfo in Champions League mantenendo il 100% di presenze,
segnando 5 gol nelle prime 5 partite ed uno, il 13º ed ultimo stagionale per lui, nella gara dei quarti di finale contro il Real Madrid
il 20 marzo del 1996, che permise alla Juventus di accedere alle semifinali di Champions dove la Juventus sfida il Nantes dove all'andata
la Juve vince a Torino il 3 aprile 2 a 0 e nella gara di ritorno la Juve perde 3 a 2 ma passerà il turno dove il 22 maggio vince il trofeo
nella finale a Roma contro l'Ajax ai rigori 4-2 dopo l'1 a 1 dei tempi supplementari gol siglati da Fabrizio Ravanelli e Jari Litmanen.
Vinse anche la sua prima Supercoppa Italiana, confezionando l'assist per il gol-partita di Vialli nella finale contro il Parma.
Concluse
l'intera stagione avendo giocato in tutte le partite per le quali era a disposizione, vinse il Trofeo Bravo 1995-96, assegnato al miglior
giocatore Under 21 d'Europa, e giunse quarto nella graduatoria del Pallone d'oro 1995 e 1996.
1996-1997: Serie A, Coppa Intercontinentale e Supercoppa europea
Nel 1996-97, a novembre, con un suo gol aiutò la Juventus a conquistare con un turno di anticipo un posto nei quarti di UEFA Champions League
grazie alla quarta vittoria nella fase a gironi in altrettante gare — successo per 1-0 contro il Manchester United: fino ad allora nessuna
squadra italiana aveva mai vinto nel campo dell'Old Trafford.
La sua popolarità all'estero crebbe anche grazie alla vittoria della Coppa
Intercontinentale il 26 novembre 1996, contro i campioni sudamericani del River Plate, in cui segnò la rete decisiva.
Il 23 febbraio 1997,
contro la Fiorentina, marcò il suo cinquantesimo gol ufficiale in carriera con la maglia bianconera.
Alzò la sua terza coppa internazionale
in meno di un anno contro il Paris Saint-Germain contro cui mise a segno una doppietta e due assist per la vittoria nella Supercoppa europea;
poi si procurò uno strappo muscolare semitendinoso alla coscia destra che lo tenne fermo due mesi.
Giocò la seconda finale di UEFA Champions
League consecutiva entrando nel secondo tempo, mentre la Juventus perdeva 2-0 contro il Borussia Dortmund (Lippi aveva preferito tenerlo
in panchina dopo il rientro da un infortunio): subito dopo l'ingresso in campo segnò il suo 15º ed ultimo gol stagionale, un colpo di
tacco al volo, che non evitò la sconfitta ai bianconeri nella finale, persa per 3-1.
A fine stagione vinse comunque il suo secondo campionato
e fu il miglior marcatore della rosa.
1997-1998: Supercoppa Italiana, Scudetto e miglior calciatore italiano
Giocò la stagione 1997-1998 ad alto livello, vincendo subito la Supercoppa Italiana ed esordendo con una doppietta al Feyenoord in Champions
League con la quale eguagliò e superò le marcature di Paolo Rossi (fermo a 11 reti) in Champions League avvicinando il record bianconero
assoluto detenuto da Platini.
Il 21 settembre contro il Brescia segna la sua prima marcatura in Campionato siglando il gol del 4 a 0 finale
all'11 del secondo tempo.
Il 1º ottobre 1997 in trasferta si rese autore di un gol alle spese del Manchester United, il terzo gol più veloce
nella storia della Champions, segnato dopo 20 secondi e 12 centesimi; la partita terminò 3-2 per il Manchester. Fu uno dei sei giocatori
della Juventus a essere nominato per il Pallone d'oro.
Nel terzo turno di Coppa Italia contro il Lecce segna il primo gol in stagione
in tale competizione, la partita viene vinta dalla Juve per 2 a 0.
Il 6 dicembre realizza 2 gol nella partita vinta 2 a 1 contro la Lazio.
Il 21 dicembre, con tre reti all'Empoli, raggiunse per la prima volta la doppia cifra per quanto riguarda i gol in Serie A.
Il primo febbraio
1998 segna nella prima del girone di ritorno contribuendo alla vittoria contro il Lecce per 2 a 0.
Nella sfida di Torino contro il Milan del
28 marzo realizza una doppietta (4-1), il primo su rigore al 12' del primo tempo - 20 minuti dopo pareggia il Milan su rigore con Boban
e al 39' segna ancora, chiude la partita la doppietta di Inzaghi.
Il 1º aprile 1998, contro il Monaco, realizzò una tripletta che gli permise
di superare Michel Platini per numero di gol in Champions diventando il calciatore bianconero che ha segnato di più in questa competizione.
Segnò 5 gol nella fase a gironi ed altri 5 in quella a eliminazione diretta spianando la strada alla sua squadra verso la sesta finale
della sua storia.
Miglior marcatore della competizione, giocò ogni minuto della fase a eliminazione diretta che portò poi la Juventus a
perdere 1-0 contro il Real Madrid la finale da lui giocata in precarie condizioni fisiche a causa di un precedente infortunio.
Il 24 aprile segnò contro i rivali dell'Inter il gol decisivo che valse lo scudetto.
Chiuse la sua stagione avendo segnato 21 gol in campionato,
10 in Champions League ed uno in Coppa Italia per un totale di 32 gol.
Per la terza edizione consecutiva venne inserito nella Squadra dell'Anno ESM
e fu premiato per le prestazioni del 1998 con un Oscar del calcio AIC come migliore calciatore italiano.
1998-1999: l'infortunio
Il 1998-1999 cominciò con un gol alla Lazio nella Supercoppa italiana, che non bastò alla Juventus per vincere il trofeo, e proseguì con due
reti in campionato contro Vicenza e Inter, battuta 1-0. Un giorno prima del suo compleanno, l'8 novembre 1998, al 92º minuto della partita
Udinese-Juventus, si infortunò gravemente al ginocchio sinistro, riportando la lesione del legamento crociato anteriore e posteriore che
lo costrinse all'intervento chirugico negli Stati Uniti e a rimanere fermo per 9 mesi, dopo aver giocato appena 8 partite.
Il campionato ormai era compromesso e il percorso in Champions terminato contro il Manchester United, capace di rimontare al Delle Alpi
il doppio svantaggio firmato da Inzaghi.
Ai bianconeri sfuggì anche la qualificazione diretta alla Coppa UEFA, ottenuta poi tramite
la vittoria in Intertoto.
La Juventus finì la stagione con l'abbandono di Marcello Lippi ed il settimo posto in campionato.
Intanto, il 29 giugno, dopo una lunga trattativa legata all'ingaggio e ai diritti di sfruttamento della sua immagine, firmò il rinnovo
del contratto, con un prolungamento fino al 2004 ed un adeguamento economico dell'accordo, che venne portato a 10 miliardi di lire
contro i 3,5 che guadagnava prima.
1999-2000: il ritorno in campo
Tornato dall'infortunio, con Carlo Ancelotti in panchina, festeggiò il ritorno in campo con un gol e un assist per la Juve nel 5-1
ottenuto contro il Rostov nella semifinale di ritorno della Coppa Intertoto. Sono stati tutti suoi gli assist nella vittoria in finale
della Juventus per un complessivo 4-2 tra andata e ritorno contro il Rennes che regalò per la prima volta ai torinesi la Coppa Intertoto.
Poi segnò all'Omonia Nicosia in Coppa UEFA.
Titolare in tutte e 34 le partite di campionato, durante la stagione non giocò agli stessi
livelli a cui aveva abituato in passato per via della cosiddetta «legge della flessione» che colpisce i reduci dai grandi infortuni.
Riuscì a segnare 12 gol stagionali: 9 in campionato, di cui però 8 su rigore (100% di realizzazioni), intervallati da uno su azione in
Coppa Italia alla Lazio, e creò oltre 20 assist (miglior assist-man del campionato).
L'allenatore Ancelotti fu spesso criticato per la
sua insistenza nel far giocare il numero 10 bianconero, da molti giudicato un calciatore finito e incapace di tornare a giocare ad alti livelli.
Il 7 maggio 2000 segnò il suo unico gol su azione, di testa, in campionato al Parma, nella penultima giornata.
Sembrava poter essere decisivo
per la vittoria del torneo, ma lo scudetto, per la sconfitta della Juventus a Perugia all'ultima giornata e tra molte polemiche, andò alla Lazio,
in vantaggio di un solo punto rispetto alla Juventus.
2000-2001: la ripresa
Inaugurò il suo 2000-2001 con un gol decisivo al Napoli il 30 settembre, poi si fermò ancora per problemi muscolari.
Il 18 febbraio 2001, durante la partita Bari-Juventus, segnò un gol che lo portò ad esultare con un pianto ed una dedica al padre,
venuto a mancare pochi giorni prima.
Questo episodio rappresentò un nuovo spartiacque nella sua carriera: giocò un positivo finale di stagione
e da quel momento trovò nuovamente fiducia nei propri mezzi. Con un colpo di testa vincente contro la Roma, il 5 maggio aprì le marcature,
ma la squadra arrivò comunque al secondo posto.
2001-2002: lo scudetto da capitano
Il ritorno del tecnico Marcello Lippi sulla panchina della Juventus fece lievitare ulteriormente il suo rendimento nella stagione 2001-2002
in cui mise a segno 21 reti. Promosso capitano della squadra, al debutto casalingo in campionato la Juventus incontrò il Venezia, superato
dalla doppietta di Trezeguet, promosso titolare, e da quella di Del Piero che, nel primo e secondo tempo, raggiunse e superò il traguardo
dei 100 gol in maglia bianconera.
La successiva doppietta nel derby al Torino non bastò alla Juventus per vincere: il Toro infatti rimontò 3 gol.
Nella sua carriera, ha realizzato 4 reti nei derby.
Il 31 ottobre del 2001, nell'incontro di Champions League perso contro il Celtic Glasgow 4-3,
realizzando il gol dello 0-1 con una punizione, segnò il 27º gol in campo europeo, superando il record di marcature nelle Coppe europee con la maglia
bianconera precedentemente appartenuto a Roberto Bettega. Il 23 novembre, sempre in Champions, trasformò in rete una punizione al Porto, mentre
in campionato, il 9 dicembre, segnò il gol del pareggio contro il Milan.
Nell'ultima giornata di campionato, il famoso 5 maggio 2002, grazie
al passo falso dell'Inter che perse 4-2 con la Lazio ed alla vittoria della Juventus contro l'Udinese per 2-0, in cui Del Piero segnò e fece
segnare un gol, vinse il suo quarto scudetto, primo da capitano, contribuendo con 16 realizzazioni ed una buona somma di assist per il suo
compagno di reparto.
In quell'anno insieme a Trezeguet registrò il record come coppia d'attacco più prolifica d'Europa, 40 gol in due
(24 gol il franco-argentino, che gli valsero il primato nella classifica marcatori, insieme a Dario Hubner, e 16 suoi).
2002-2003: il campionato, Supercoppa Italiana e la finale di Champions League
Iniziò al meglio la stagione 2002-2003 con 10 gol nelle prime 7 partite della Juventus.
Realizzò due gol decidendo la finale di Supercoppa
di lega in favore della sua squadra. Il 19 ottobre 2002, con un gol all'Inter, arrivò a quota 131 gol con la maglia della Juventus,
eguagliando Pietro Anastasi.
Il 26 gennaio 2003, nella vittoria interna contro il Piacenza dedicò un gol all'avvocato Gianni Agnelli,
venuto a mancare pochi giorni prima. Nello scontro diretto con la principale rivale per la lotta scudetto, il Milan, ispirò i gol di
Di Vaio e Thuram con cui la Juventus vinse 2-1 in casa. Nella partita Juventus-Brescia vinta 3-1, realizzò il gol numero 100 in Serie A.
Giocò una parte significativa della corsa che portò i bianconeri alla finale di Champions League, segnando 5 reti, l'ultima in semifinale di
ritorno contro il Real Madrid, in cui fornì anche l'assist a Trezeguet per il gol di apertura.
Partita poi finita 3-1 per i bianconeri, che
ribaltarono la sconfitta subita all'andata per 2-1 eliminando i campioni in carica dalla competizione.
Dopo aver vinto il quinto scudetto,
nella prima finale tutta italiana della storia, la Juventus venne sconfitta ai calci di rigore dal Milan.
Finì la stagione come capocannoniere
della Juventus in Serie A e Champions League (in coabitazione con Pavel Nedve(d).
2003-2004: Supercoppa Italiana
Iniziò la nuova stagione di Serie A come le due precedenti con una doppietta, quando la Juventus superò l'Empoli per 5-1 al delle Alpi.
A ottobre figurò per la settima volta in carriera tra i candidati per il Pallone d'oro. Con un gol aiutò la Juventus a conquistare la vittoria
interna più ampia della sua storia in UEFA Champions League quando i bianconeri sconfissero l'Olympiakos per 7-0.
Il 18 dicembre, con il gol
al Siena, arrivò a quota 150 reti realizzate con la maglia della Juventus ed un mese dopo, ancora al Siena, marcò la quarta tripletta in carriera.
Vinse la Supercoppa Italiana con la Juve per la quarta volta dopo la vittoria ai rigori contro il Milan, e perse la finale di Coppa Italia,
avendo realizzato un ininfluente gol in finale contro la Lazio.
2004-2005: lo scudetto revocato
Con un gol al Djurgårdens, nei preliminari di Champions, iniziò il 2004-2005, mentre nella quarta giornata della fase a gironi,
segnò l'unico gol della partita Bayern Monaco-Juventus, che valse la qualificazione agli ottavi. Il 9 gennaio contro il Livorno andò in
gol sbloccando la partita e raggiungendo Felice Borel II, fermo a quota 163 reti con la Juventus. La rete che segnò all'Atalanta,
il 30 gennaio 2005, fu la 167ª con la Juventus con cui raggiunse Omar Sívori. In quella stagione il ruolo di titolare fisso nella
Juventus venne messo in discussione dall'arrivo di Ibrahimovic' e soprattutto di Fabio Capello, che spesso lo relegò in panchina
e con il quale il giocatore non ebbe mai un rapporto ottimale dal punto di vista delle scelte tecniche.
In realtà, contrariamente alla susseguente stagione, in questa giocò spesso da titolare, ma venne spesso sostituito. Riuscì a segnare 14 gol
in campionato, più una serie di assist per i compagni di squadra, come quello in rovesciata per il gol-vittoria di David Trezeguet a San Siro
contro il Milan, scontro al vertice in Serie A. Stando ai 3 gol in Champions League concluse la stagione con un computo totale di
17 reti segnate, il migliore al club. Nell'ultima di campionato il 29 maggio segnò al Cagliari il gol di apertura nella vittoria per 4-2,
vincendo lo scudetto che sarà in seguito revocato.
2005-2006: il caso Calciopoli
La stagione 2005-2006 cominciò bene per lui, che segnò due volte all'esordio in campionato con l'Ascoli. La rete al Livorno del 6 novembre
fu la numero 178 in bianconero, con cui raggiunse Roberto Bettega.
Con i gol al Bruges in Champions, al Treviso e con la doppietta al Rapid
Vienna riuscì ad affiancare Giampiero Boniperti quale cannoniere storico della Juventus con 182 gol.
Il 10 gennaio 2006 nel ritorno degli
ottavi di finale di Coppa Italia, con i tre gol alla Fiorentina, quinta tripletta in carriera, superò il record di Boniperti e salì a quota
185 reti diventando il miglior cannoniere di sempre nella storia della Juventus.
Il 12 febbraio 2006, da sostituto di Zlatan Ibrahimovic' segnò su punizione il gol-vittoria nel Derby d'Italia consolidando la marcia
della Juventus verso la conquista del titolo.
Chiuse il campionato della Juventus con una rete alla Reggina e festeggiando un altro
scudetto, che in seguito alla vicenda Calciopoli verrà assegnato dalla FIGC all'Inter, terza in campionato.
Segnò 20 gol, dei quali
3 in Champions League, 5 in Coppa Italia di cui vinse la classifica marcatori e 12 in campionato giocando da titolare in sole 17
delle 38 partite totali della Juventus.
Il posto in Nazionale restava in dubbio a causa delle buone prestazioni di altri attaccanti italiani,
ma ottenne ugualmente la convocazione per il Mondiale, dato che in quei due anni segnò 37 gol, vinse due campionati — poi annullati dalla
giustizia sportiva — e con la maglia azzurra fornì prestazioni tali da convincere il CT Marcello Lippi a portarlo con sé in Germania.
2006-2007: la stagione nella serie cadetta
In seguito alla retrocessione in Serie B della Juventus, con 17 punti di penalizzazione, decisa dalla sentenza relativa a "Calciopoli",
fu tra i pochi della rosa che non lasciò la società.
All'esordio stagionale ufficiale, il 23 agosto nel secondo turno di Coppa Italia,
realizzò il gol decisivo per la vittoria 2-1 sul Cesena, dopo 10 secondi dal suo ingresso in campo.
Tredici anni dopo l'ultima esperienza
con il Padova, il 9 settembre 2006 giocò contro il Rimini la sua prima partita in Serie B con la maglia della Juventus, che pareggiò 1-1.
Sette giorni più tardi, sabato 16 settembre, scese in campo per la 500ª partita ufficiale tra i professionisti, di cui 486 con la Juventus
e 14 con il Padova.
In tale circostanza segnò il primo gol nel campionato cadetto con la maglia bianconera che sancì la vittoria per 2-1 contro il Vicenza,
prima vittoria del club torinese nel torneo ed il 28 ottobre segnò il suo duecentesimo gol in maglia bianconera contro il Frosinone debuttante
in Serie B, entrando definitivamente nella storia del club torinese.
Il 20 gennaio 2007, nel corso di Juventus-Bari, toccò un traguardo che solo altri due calciatori del passato, Scirea e Furino,
erano riusciti a raggiungere, quello delle 500 presenze in gare competitive con la Juventus.
Gli venne consegnata una targa
ed il modellino della nuova 500 personalizzata per l'occasione.
Chiuse il campionato con una doppietta all'Arezzo nella vittora 1-5,
con cui la Juventus ottenne con tre giornate di anticipo la matematica certezza del ritorno in Serie A. Alla fine del campionato
i suoi gol in totale furono 20 e gli consentirono di vincere il titolo di capocannoniere del campionato.
2007-2008: il ritorno in A
Del Piero, con la maglia della Juventus, il 7 ottobre 2007 nella trasferta contro la Fiorentina (1-1)
Nel 2007-2008 concesse il bis tra i cannonieri, stavolta in Serie A, iniziando la scalata della classifica marcatori con un gol al Cagliari
alla seconda giornata di campionato.
Il 3 settembre successivo venne premiato con il Golden Foot 2007, piazzandosi davanti a Roberto Carlos
e David Beckham.
Ormai bandiera della Juventus, il 15 ottobre rinnovò il contratto fino al 2010, con una riduzione dell'ingaggio a 4 milioni
di Euro per il primo anno e 3,5 per il secondo.
Il 25 novembre, segnò una doppietta al Palermo, battuto con un 5-0, e, il 15 dicembre, un'altra doppietta decisiva alla Lazio, squadra
tra le sue vittime preferite con 12 gol, tanti quanti ne ha segnati al Parma e al Siena in carriera.
Nel gennaio del 2008 i gol furono
ben 5: contro Catania in campionato, Empoli ed Inter in Coppa Italia, Livorno ed ancora in Coppa all'Inter.
Sabato 22 marzo,
nella partita Inter-Juventus finita 2-1 per i bianconeri valevole per la trentesima giornata di Serie A, eguagliò il record di
Gaetano Scirea raggiungendo le 552 presenze con la maglia bianconera, mentre il 6 aprile, giocò la partita numero 553, segnando
un'altra doppietta al Palermo inutile in quanto i siciliani vinsero 3-2, e diventò il calciatore con più presenze nella storia
della società torinese.
Il 12 aprile segnò un gol al Milan che sbloccò la partita poi vinta per 3-2, mentre otto giorni dopo
segnò altri 3 gol sul campo dell'Atalanta.
Sono otto le sue triplette in carriera: sei in campionato tra Serie A e Serie B e due nelle Coppe.
In Juventus-Catania, salvò la propria squadra dalla sconfitta, pareggiando nei minuti finali.
Prima dell'ultima partita di campionato, che vedeva la Juventus confrontarsi con la Sampdoria a Marassi il 17 maggio, annunciò di voler
vincere il titolo di capocannoniere insieme al compagno di squadra Trezeguet, con cui era fermo a 19 realizzazioni.
Dopo aver aperto le
marcature al sesto del primo tempo, al 15º minuto subì un fallo per cui venne concesso un rigore che, fedele al suo proposito,
lasciò battere al compagno di squadra che, trasformandolo, lo raggiunse in vetta alla classifica marcatori.
Successivamente
però, dopo un'insistita azione personale, venne nuovamente atterrato in area al 68º, guadagnò un nuovo calcio di rigore di cui si
incaricò direttamente e la cui trasformazione gli valse la vetta solitaria della classifica marcatori.
Nella stagione 2007-2008 portò la sua Juventus ad un inatteso terzo posto in classifica e terminò quindi aggiudicandosi per la prima volta
il primo posto nella classifica capocannonieri di serie A con 21 gol segnati e diventò il secondo giocatore in Italia ad essere riuscito
in due anni consecutivi a vincere questa classifica in Serie B ed in Serie A.
Impresa riuscita prima solo da Paolo Rossi con la maglia
del Lanerossi Vicenza tra le stagioni 1976-1977 e 1977-1978.
2008-2009: il ritorno in Champions League
« Certo che Del Piero non invecchia veramente mai. »
(Diego Armando Maradona dopo la storica doppietta di Del Piero in Real Madrid-Juventus del 5 novembre 2008)
Nella stagione 2008-2009, dopo oltre due anni di assenza, tornò a disputare la UEFA Champions League, passando attraverso la fase preliminare.
Nella gara di andata del terzo turno, il 13 agosto 2008, all'Olimpico di Torino la Juventus affrontò gli slovacchi dell'Artmedia Bratislava
e realizzò il gol del raddoppio con uno destro a giro sul secondo palo dal limite dell'area.
Il 17 settembre, nel primo incontro della fase a gironi, segnò contro lo Zenit San Pietroburgo un gol su punizione da 38 metri di distanza
che decretò la vittoria dei bianconeri per 1-0, mentre il 21 ottobre, nel terzo turno della prima fase a gironi, concluse una triangolazione
con Amauri con una parabola a girare da fuori area, segnando il primo dei due gol che hanno decretato la sconfitta del Real Madrid.
Il 1º novembre segnò nella partita di campionato vinta a Torino contro la Roma per 2 a 1.
Si ripeté nella gara di ritorno del 5 novembre
al Santiago Bernabéu, realizzando entrambe le reti della vittoria della Juventus sul Real, diventando il primo giocatore di una squadra italiana
a segnare una doppietta nello stadio spagnolo ed incantando il pubblico, che gli tributò una standing ovation al momento dell'uscita dal campo.
Il 29 novembre in Juventus-Reggina, 14ª giornata del campionato di Serie A, segnò il 250º gol con la maglia bianconera, realizzando il rigore
del definitivo 4-0.
Il 14 dicembre segnò il primo gol su rigore della stagione, nella partita vinta 3 a 2 contro il Milan.
Secondo un
sondaggio svolto verso la fine del 2008 dal Tg1, è risultato il migliore atleta italiano dell'anno.
Chiuse il 2008, il suo anno più prolifico,
con 28 gol realizzati di cui 20 in serie A, che lo hanno laureato capocannoniere dell'anno solare.
Il 19 gennaio 2009, venne premiato
dall'Associazione Italiana Calciatori con tre Oscar del calcio in qualità di miglior calciatore italiano, miglior cannoniere dell'anno
solare 2008 e come calciatore più amato dal pubblico.
Il 10 marzo, nella partita di ritorno degli ottavi di Champions Juventus-Chelsea, segnò il gol del momentaneo 2-1 per i bianconeri,
che verranno poi eliminati dalla competizione.
Inoltre siglò la sua 115ª presenza nelle coppe internazionali, 111ª se si contano
solo le Coppe europee, con la maglia della Juventus, entrambi record assoluti.
Chiuse la stagione in Champions League con 5 gol in 8 presenze
(più uno realizzato nei preliminari).
Realizza una doppietta nella 28ª giornata di campionato contro il Bologna, la partita venne vinta
4 a 1 dalla Juventus.
Il 10 maggio a San Siro contro il Milan nella partita terminata 1-1, entrò a 20 minuti dalla fine siglando così
la sua seicentesima presenza con la maglia della Juventus, record assoluto.
Una settimana dopo, il 17 maggio, con 397 presenze in Serie A
in maglia bianconera, eguagliò Gaetano Scirea.
Il 24 maggio nella partita vinta 0-3 contro il Siena, realizzò una doppietta e l'assist
per Marchisio, arrivando così a quota 21 reti stagionali di cui: 8 su punizione, 9 su azione, 4 su rigore.
Il 31 maggio gli venne consegnato
allo Stadio Olimpico di Torino il Pallone d'argento come riconoscimento al calciatore più corretto del 2008-2009.
Il 17 luglio rinnova la sua permanenza in bianconero fino al 2011, firmando il contratto per un anno in più rispetto alla precedente scadenza
fissata per il 2010.
2009-2010: le 400 partite in A e i 300 gol da professionista
Un infortunio muscolare alla coscia sinistra, rimediato in allenamento a metà agosto, lo costrinse a saltare le prime 6 partite stagionali.
Debuttò in campionato il 27 settembre 2009 nei minuti finali di Juventus-Bologna (1-1) tagliando il traguardo di 400 apparizioni in serie A.
Si infortunò di nuovo il 1º ottobre procurandosi in allenamento una distrazione muscolare di primo/secondo grado alla coscia sinistra,
la stessa del precedente infortunio.
A metà stagione, a causa di questi infortuni, concluse il girone d'andata senza segnare alcuna rete
(per la prima volta da quando milita nella squadra bianconera).
Dopo diverse panchine tornò al gol agli ottavi di Coppa Italia
col Napoli il 13 gennaio 2010, segnando una doppietta decisiva per il passaggio del turno.
Segnò da posizione defilata il primo
gol stagionale in campionato nella sconfitta con la Roma all'Olimpico di Torino.
Il 14 febbraio nella vittoria per 3-2 sul Genoa,
siglò una doppietta che valse la prima vittoria della gestione Zaccheroni.
Il 14 marzo 2010 centrò i gol numero 300 e 301
della sua carriera nel pareggio casalingo per 3-3 contro il Siena.
Finì la stagione come capocannoniere della squadra con 11 reti complessive.
2010-2011: la stagione della nuova era Agnelli
La stagione iniziò con una sequela di gol in Europa League: il primo nel ritorno del primo turno preliminare contro lo Shamrock Rovers
Football Club con una punizione da 33 metri, un altro nel ritorno del secondo turno preliminare contro lo Sportklub Sturm Graz con un
"gol alla Del Piero" e il terzo con un sinistro da una distanza di 25 metri contro il Lech Poznan'.
Il 30 ottobre, nella partita vinta
1-2 sul campo del Milan, realizzò il secondo gol della sua squadra scavalcando così Giampiero Boniperti quale marcatore juventino
più prolifico della Serie A con 179 reti.
Nella sfida esterna contro il Cagliari del 5 febbraio, portò a 444 il numero di presenze
in Serie A superando il record al club fissato da Boniperti.
Il 20 marzo 2011, segnò il gol del 2-1 contro il Brescia partendo palla
al piede da centrocampo e (dopo aver saltato un difensore) concludendo a giro nell'angolino basso.
Il 5 maggio 2011, rinnovò di un
anno il suo contratto con la società bianconera: percepirà un milione di euro più bonus.
Concluse la stagione con 11 reti e 6 assist
che lo resero il miglior marcatore stagionale della Juventus per la nona volta in carriera.
La stagione comincia con la scelta di Antonio Conte come nuovo tecnico della squadra (già suo capitano in squadra meno di dieci anni prima),
e con l'esordio nel nuovo Juventus Stadium, grazie al quale Del Piero vanta il record di aver giocato e segnato in quattro degli impianti bianconeri.
Questa sarà anche la sua ultima stagione da calciatore della Juventus.
Striscione dedicato a Del Piero il 20 maggio per la finale di Coppa Italia persa contro il Napoli
Il 24 gennaio 2012 realizza la sua prima marcatura stagionale nel nuovo stadio nel 3-0 ai quarti di finale di Coppa Italia contro la Roma,
siglando la seconda rete con un gol "alla Del Piero".
Va a segno anche nella semifinale di ritorno a Torino contro il Milan firmando il gol
dell'1-0 (finale 2-2), con la Juventus e il suo capitano che tornano così a giocarsi una finale di Coppa otto anni dopo la sconfitta con la Lazio.
Il 25 marzo allo Juventus Stadium sigla il suo primo gol stagionale in campionato nel 2-0 sull'Inter.
L'11 aprile, dopo essere subentrato
a Vuc(inic' nei minuti finali della sfida contro la Lazio, festeggia la 700ª partita con la Juventus segnando su punizione il gol vittoria (2-1).
Il 6 maggio 2012 conquista lo scudetto con la maglia bianconera con una giornata d'anticipo nella partita giocata a Trieste contro il Cagliari
vinta per 2-0, favorevole anche la vittoria dell'Inter contro il Milan per 4-2.
Il 13 maggio 2012 disputa la sua ultima partita in campionato con la maglia della Juventus contro l'Atalanta segnando il 290º gol della sua
carriera bianconera; il capitano della Juventus esce dal campo al 57', acclamato dai tifosi in lacrime, dopo aver giocato la sua ultima
partita a Torino con la maglia della Juventus.
Il 20 maggio 2012, nella finale di Coppa Italia, la Juventus scende in campo con un distintivo
speciale sulla maglia per celebrare l'ultima partita in bianconero del suo numero 10.
Il 30 giugno 2012 è il suo ultimo giorno di contratto con la Juventus; con la scadenza del contratto torna vacante il numero 10,
detenuto ininterrottamente per diciassette anni da Del Piero, primo giocatore della Juventus a indossare la maglia numero 10 dall'istituzione
dei nomi sulla casacca, risalente alla stagione 1995-1996. Nella stessa giornata pubblica una lettera di ringraziamenti sul proprio sito ufficiale.
Sydney FC
« Ho avuto la fortuna di vincere tutto nella mia carriera, e di chiudere vincendo con la squadra della mia vita: la Juventus.
Cercavo qualcosa di nuovo, di diverso, che non avesse punti di contatto con il mio passato: un’esperienza davvero nuova.
E l’ho trovata a Sydney. »
(Alessandro Del Piero, 5 settembre 2012)
Il 5 settembre 2012 annuncia la firma di un contratto biennale con il club australiano Sydney FC[173] e fa il suo esordio con la nuova
squadra nella prima partita in campionato contro il Wellington Phoenix rimediando una sconfitta per 2-0; nella seconda partita di campionato
segna la sua prima rete, contro il Newcastle United Jets, su calcio di punizione.
Nazionale
Nazionali giovanili
Nel 1991 partecipò con Nazionale giovanile Under-17 al Mondiale di categoria, realizzando una rete.
Tra il 1992 ed il 1993 giocò 14 partite
con l'Under-18, segnando 12 reti. Nel 1992 partecipa con l'Under-18 al torneo dedicato a Paolo Valenti dove esordisce il 12 aprile a
Forlì contro la Norvegia Under-18 finita 2 a 0 per gli azzurri.
Due giorni dopo contro la Grecia segna il suo primo gol con l'Italia.
Dopo aver battuto la Spagna in semifinale segna nella finale di Ravenna il 19 aprile. Il 15 settembre realizza la sua prima doppietta nella
partita del torneo 4 nazioni juniores vinta contro il Belgio vinta 4 a 0.
Il 19 settembre segna altri 2 gol contro la Scozia.
Ad'Ottobre partecipa all'Europeo Under-18 dove debutta contro la Polonia realizzando ben 3 gol, l'Italia vince per 5 a 1.
Dopo aver realizzato 5 gol l'Italia esce all'utlima partita del girone eliminatorio contro l'Ungheria (2 a 0 all'andata per l'Ungheria - 1 a 0
per l'Italia al ritorno).
Il 20 gennaio 1993, quando ancora militava nel Padova, esordì nella selezione Under-21 di Cesare Maldini, nell'amichevole vinta 1-0
contro la Romania.
Nel 1994 partecipò alle qualificazioni all'Europeo Under-21, giocando anche la gara di ritorno dei quarti di finale
contro la Cecoslovacchia in cui realizzò il primo gol con gli azzurrini. Giocò anche alcune partite di qualificazione all'Europeo successivo,
disputando entrambe le gare dei quarti di finale contro il Portogallo.
In totale vestì in 12 occasioni la maglia dell'Under-21 realizzando 3 reti, quella contro la Cecoslovacchia e due il 21 febbraio 1996
in amichevole contro l'Ungheria.
Nazionale maggiore
Ha vestito 91 volte la maglia della Nazionale maggiore segnando 27 reti, miglior marcatore azzurro in attività e quarto di sempre,
a pari merito con Roberto Baggio.
Esordì nella Nazionale maggiore sotto la guida di Arrigo Sacchi a 20 anni, il 25 marzo 1995
in Italia-Estonia 4-1, mentre il primo gol lo segnò il 15 novembre a Reggio Emilia in Italia-Lituania 4-0. Il 10 settembre 2008,
contro la Georgia nella gara di qualificazione ai Mondiali 2010, ha disputato il suo ultimo incontro con la maglia azzurra.
1996-2000
Nel 1996 fu convocato dallo stesso commissario tecnico di Fusignano per il Campionato europeo in Inghilterra, a cui partecipò con il numero 14.
Nella breve avventura degli azzurri, conclusasi al primo turno, fu impiegato solamente nella gara inaugurale, giocata l'11 giugno ad Anfield
(Liverpool) contro la Russia, come esterno di centrocampo, uscendo alla fine del primo tempo per far posto a Roberto Donadoni.
L'anno successivo fece parte della selezione del nuovo c.t Cesare Maldini che giocò il "Torneo di Francia", competizione amichevole
svoltasi dal 3 all'11 giugno 1997 ed organizzata dalla federazione francese come banchetto di prova del mondiale che si sarebbe tenuto
l'anno dopo, partecipandovi con il numero 20. Oltre ad Italia e Francia, Brasile ed Inghilterra erano le altre due squadre che si affrontarono
nel torneo.
Delle tre gare previste, giocò contro i brasiliani nella seconda giornata, realizzando due reti nel 3-3 finale, e contro i francesi
nella terza, realizzando al 90º minuto la rete del definitivo 2-2.
I tre gol realizzati gli permisero di laurearsi capocannoniere della
competizione, che fu vinta dalla Nazionale inglese.
Nel 1998 venne convocato, ancora da Maldini, per il Mondiale tenutosi in Francia, dopo la stagione positiva con la Juventus, terminata
con 21 reti in campionato e 10 in Champions League, per cui scelse il numero 10. L'infortunio muscolare che patì pochi giorni prima
dell'inizio della competizione mondiale, nella finale della Champions contro il Real Madrid, lo fece arrivare in condizioni di forma
precarie e favorì Roberto Baggio.
Esordì il 17 giugno 1998 a Montpellier entrando dalla panchina al 65' contro il Camerun, vinta 3 a 0
grazie al gol di Di Biagio e alla doppietta di Christian Vieri.
Dopo essersi qualificata agli ottavi l'Italia sfida il 27 giugno
a Marsiglia la Norvegia vinta 1 a 0.
L'Italia viene eliminata ai quarti nella partita persa contro la Francia ai calci di rigore,
dopo lo 0 a 0 dei tempi supplementari, la partita si è disputata il 3 luglio a Saint-Denis.
Nell'estate del 2000 fu scelto dal nuovo c.t. Dino Zoff per il Campionato europeo in Belgio ed Olanda, a cui partecipò ancora con
il numero 10 sulle spalle, nonostante fosse da poco rientrato da un infortunio. Debuttò l'11 giugno nella prima gara del Gruppo B,
la vittoria dell'Italia sulla Turchia 2-1, subentrando a 15 minuti dal termine a Fiore.
Mentre nell'ultima partita del girone
contro la Svezia scese in campo dal primo minuto, fornendo l'assist a Di Biagio per il momentaneo 1 a 0 e realizzando all'88º
il gol del definitivo 2-1, con un gran tiro che si infilò all'incrocio dei pali della porta di Magnus Hedman dopo aver scartato due uomini.
Nella finale persa contro la Francia subentrò a Fiore al 53º minuto, due minuti prima che l'Italia passasse in vantaggio.
Successivamente fallì il gol del raddoppio al 59º quando, liberato da Totti, calciò a lato davanti a Barthez ed il possibile golden
gol al nono minuto del primo tempo supplementare.
2002-2008
Nel 2002 venne convocato per il suo secondo Mondiale, giocato in Corea del Sud e Giappone, dal commissario tecnico Giovanni Trapattoni,
per cui vestì il numero 7, che lo accompagnerà anche nelle competizioni degli anni successivi. Anche durante questa edizione visse la
staffetta con l'altro fantasista della squadra, Francesco Totti.
Nella terza partita, giocata il 13 giugno contro il Messico,
entrò al posto di Totti a 12 minuti dal termine, segnando all'85º il decisivo gol del definitivo pareggio, dedicato alla memoria
del padre scomparso da poco, che mise al sicuro per l'Italia la qualificazione agli Ottavi.
Terminò il suo secondo Mondiale con 89 minuti
giocati in 3 gare ed una rete, la prima in questo tipo di competizione.
In sei partite delle qualificazioni al Campionato europeo del 2004 andò a segno cinque volte e venne convocato per la competizione giocata
in Portogallo da Trapattoni. Partì titolare in tutte le tre gare del Gruppo C.
Nella decisiva sfida contro la Bulgaria indossò la fascia
di capitano e rimase in campo per l'intera durata della gara, supportando insieme a Cassano, prima Corradi e poi Vieri.
L'Italia riuscì
a vincere 2-1, ma il pareggio 2-2 tra Svezia e Danimarca la condannò all'eliminazione.
Nel 2006 è Marcello Lippi, il tecnico che lo ha lanciato nella Juventus, il c.t. della Nazionale.
Viene dunque convocato per il suo terzo Mondiale
in cui ha vissuto di nuovo il dualismo con Totti.
È entrato a partita in corso nelle prime due partite contro Ghana e Stati Uniti e ha giocato
da titolare solo contro l'Australia Ha giocato la semifinale contro la Germania partendo dalla panchina e realizzando al 121º il gol
(più tardivo in assoluto della storia dei Mondiali) del definitivo 2-0, finalizzando il contropiede lanciato da Cannavaro e Gilardino,
con un tiro all'incrocio dei pali la rete del 2-0 allo scadere del secondo tempo supplementare.
Il 9 luglio all'Olympiastadion di Berlino,
nella finale contro la Francia dopo essere entrato a pochi minuti dalla fine dei tempi regolamentari finiti 1 a 1 con i gol di Zidane e Materazzi,
ha poi segnato il quarto dei cinque rigori che hanno assegnato all'Italia il titolo di Campione del Mondo.
Il 19 settembre del 2007, dopo il pareggio 0-0 a San Siro contro la Francia nella fase di qualificazione all'Europeo 2008, da tempo insoddisfatto
per il modo in cui viene impiegato, chiede pubblicamente di non essere più convocato se non per giocare come attaccante e non spostato
sulla fascia, come invece viene impiegato dal c.t.
Roberto Donadoni, pur sapendo che potrebbe significare l'addio alla Nazionale,
che di fatto avviene, in quanto non viene più convocato per le restanti gare di qualificazione. Tuttavia la grande stagione disputata con
la maglia della Juventus, condita dalla vittoria in classifica marcatori, lo porta ad essere comunque convocato per l´Europeo in Austria e Svizzera.
A causa dell´infortunio di Cannavaro eredita la fascia di capitano della selezione azzurra che uscirà dalla competizione ai calci di rigore nella
prima partita della fase ad eliminazione diretta contro la Spagna, futura campionessa.
Ha disputato il suo ultimo incontro con la maglia azzurra il 10 settembre 2008, nella gara contro la Georgia valida per le qualificazioni
al Mondiale 2010.