|
I Florio a
Palermo, in
Sicilia ed in
Italia furono
considerati i
più ricchi.
Nel 1903,
infatti, la
ditta Ignazio &
Vincenzo Florio
figura nei ruoli
della ricchezza
mobile con un
imponibile molto
elevato.
Don Ignazio
Florio sposò la
bellissima
Franca Jacona Di
San Giuliano
detta la "Stella
d'Italia" e da
d'Annunzio
"l'Unica" per il
suo fascino
eccezionale.
Nel loro villino
del parco dell'Olivuzza
donna Franca e
don Ignazio
accolsero di
volta in volta
Zar, Imperatori,
Sceicchi,
Maragià nonché
Giovanni Boldini,
il Re della
tavolozza e del
pennello, venuto
da Parigi a
ritrarre le
favoleggiate
sembianze di
Donna Franca e
delle altri
Venere
palermitane.
Si racconta che
lo Zar Nicola di
Russia restò
così affascinato
della sala da
pranzo esistente
nella vllla dei
Florio, che ne
volle una eguale
nella sua dimora
imperiale di
Pietroburgo e la
chiamò "Sala
Arenella".
La Palermo degli
anni dieci potè
permettersi,
come poche altre
città di
lasciare sfilare
sulla passerella
della mondanità
la più favolosa
schiera di
bellezze
muliebri che si
fosse mai vista
le Nobil Donne:
Florio, Trigona,
Ganci, Paternò,
Arenella,
Mazzarino, Cutò,
Scalea, Trabia e
così via….
Tante furono le
iniziative dei
Florio tra cui
la più duratura
fu il boom -
Sportivo-turistico.
Si legge nel
Giornale di
Sicilia del 7
maggio 1906: "il
cavaliere
Vincenzo Florio
ha l'anima di
grande sportivo
e da lui
perviene alla
Sicilia un
soffio di
modernità che
finora non si
era sentito"
Non bisogna
dimenticare che
furono quelli
gli anni in cui
un certo tipo di
propaganda, che
trovò il suo
massimo
esponente in
d'Annunzio e nel
movimento
futurista,
contribuì a
diffondere
l'amore per la
macchina simbolo
di progresso di
civiltà, la
gloria del bel
gesto e la
passione per
sports quali
l'automobilismo
ed il volo che
inclusero specie
a quei tempi,
una buona dose
di rischio e
molta audacia.
Tutti i più
grandi piloti si
cimentarono nel
circuito della
Targa Florio;
Taruffi, Bonetto,
Cagno, Nazzaro,
Lancia, Ceirano,
Brivio,
Biondetti, Varzi,
Nuvolari,
Masetti,
Campari, Boillot
e tanti altri.
Scrive M.Taccari:
"la componente
mondana dei
raduni annuali
al traguardo di
Cerda era
ovviamente,
elemento non
secondario del
successo
dell'avvenimento.
La notte della
Targa Palermo si
svuotava. La
lunga strrada
che attraverso
Termini Imerese
raggiunge le
prime propaggini
delle Madonie,
sfogava la
diaspora dei
palermitani di
tutti i ceti, la
cui improvvisa
accensione
sportiva
trascinava,
insieme alle
rispettive
provviste e
cibarie da
pic-nic,
fittissime folle
verso il teatro
della corsa
precipitosa, le
cui medie orarie
sgomentavano la
gente ben
pensante:
sessanta
chilometri
l'ora!
Cerda quel
fatidico giorno,
diventava oltre
tutto un
singolare
convegno di
eleganze
muliebri."
Per
suggerimenti,segnalazioni ed informazioni:
Home
|