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Il Pragmatismo

 

Pragmatismo deriva dalla parola greca pragma, "azione". Per comprendere l'atteggiamento di questa corrente filosofica si leggano le parole di Charles Peirce, il fondatore di questo indirizzo: "Un atteggiamento, un orientamento al di fuori di ogni teoria particolare, consistente nel distogliere lo sguardo da tutto ciò che è causa prima, primo principio, categoria, supposta necessità, per volgerlo ai risultati, alle conseguenze".

Dunque il pragmatismo pone come fondamento per capire il significato delle cose le conseguenze che dalle cose possono essere tratte dopo essere state sottoposte all'azione dell'uomo. Il significato di un evento o di qualsiasi altra cosa si trovi entro l'orizzonte empirico, è dato dalle conseguenze pratiche che un evento porta con sé una volta sottoposto all'azione pratica. Similmente all'empirismo, dunque, il pragmatismo nega la metafisica in quanto da due diversi procedimenti logico-metafisici non vi sarà nessuna conseguenza concreta relativamente allo scorrere del mondo, il quale resta identico. Dunque il valore di un evento dipende dal modo in cui si differenzia rispetto agli altri eventi in ragione della sua azione pratica sulla realtà.

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Peirce

Charles
PEIRCE

(1839-1914)

La vita di Peirce fu segnato dalla povertà e dall'isolamento dagli ambienti accademici, non fu un filosofo di professione, lavorava per il servizio costiero degli Stati Uniti, tuttavia si considerava un logico e si dedicò alla stesura dell'unico libro che riuscì ad ultimare, La grande logica, la quale non trovò pubblicazione nel corso della sua vita. Passati molti anni dalla sua morte, l'imponente mole di appunti e di considerazioni che aveva lasciato venne pubblicato sotto il nome di Raccolta degli scritti di Peirce (1831-35), grazie all'acquisto da parte dell'Università di Harvard.

Come stabilire la certezza

Peirce è riconosciuto come il fondatore del pragmatismo. L'idea che sorregge questa dottrina filosofica è l'edificazione di una conoscenza che produca una certezza stabile e praticamente osservabile. Vi sono molti tipi di credenze, le quali non sono conoscenze certe, che si fondano sui più disparati metodi di indagine, vediamo quali:

1. Il metodo della tenacia, per cui un uomo ammette la certezza attorno a un certo argomento in modo assolutamente volontario, mettendo la testa sotto la sabbia come lo struzzo, non considerando volontariamente ogni possibile obiezione al suo credo, anche le obiezioni razionali.

2. Il metodo dell'autorità, per cui un uomo si adegua a una legge condivisa dalla comunità e le attribuisce valenza incontrovertibile, senza considerare le obiezioni che vanno contro le regole stabilite in comune anche arbitrariamente e senza che vi sia alcun necessario legame con la realtà. E' il metodo che si esprime nell'autorità statale, giudiziaria e sociale, per cui il volere dei molti acquista valore di certezza;

3. Il metodo metafisico (o a priori), per cui l'uomo fonda verità incontrovertibili partendo da assunti della logica che non possono in alcun modo essere controllati nella realtà empirica.

Tutti e tre i metodi producono sistemi di pensiero che affermano di detenere la verità certa, tuttavia tutti e tre i metodi si possono dimostrare fallibili. Il primo metodo non accoglie nessuna critica, il reale rapporto con la verità del dato empirico può essere quindi ignorato volontariamente. Il secondo metodo presenta una verità che si fonda non sui dati oggettivi ma sulla forza della comunità che impone le sue certezze sulle comunità più deboli. Il terzo metodo, infine, può risultare fallibile in quanto non ha alcun rapporto con la realtà empirica, e quindi non è verificabile.

Come può l'uomo pervenire ad una conoscenza stabile e certa attorno alla realtà? Il metodo più rigoroso nell'accertamento della verità stabile è il pragmatismo. Il pragmatismo indica che la verità di un evento e di un fatto risiede nelle conseguenze che produce. Solo questo metodo può quindi misurare la verità di un fatto, la verità viene vincolata all'azione che il fatto produce nella realtà empirica.

Ma tutto ciò che accade, inoltre, non accade secondo leggi immutabili che determinano metafisicamente la realtà: secondo il pragmatismo gli eventi del mondo sono casuali, e il compito della scienza è appunto quello di determinare, entro i limiti, quelle regolarità che si riscontrano nel tessuto caotico della realtà. Ecco quindi che il valore della scienza è un valore probabilistico, ovvero indicante tendenze, ma non regolarità universali riguardo l'accadimento dei fenomeni.

Per la scienza moderna, quindi, "non esistono 'verità' indipendentemente dalle operazioni che hanno il compito di verificare o falsificare le ipotesi." (E. Severino, La filosofia contemporanea). Se la verità di un fenomeno viene affermata per mezzo dell'esperimento, ovvero per mezzo dell'azione che il fenomeno produce nel tessuto della realtà, allora tutto ciò che non rientra nella possibilità di essere sottoposto ad azione umana non può essere considerato vero.

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James

William
JAMES

(1842-1910)

William James nacque da famiglia di intellettuali. In gioventù viaggio molto in Europa assimilando a fondo la cultura del tempo, si laureò in medicina, ma da autodidatta si dedicò allo studio della psicologia, disciplina della quale divenne primo docende negli Stati Uniti. Nel 1873 fondò ad Harvard il primo laboratorio di filosofia sperimentale.

Il significato nell'azione

Si legga questo passo di James tratto da "Aspetti essenziali del Pragmatismo":

"In tal caso [in presenza di controversie metafisiche irrisolvibili], il metodo pragmatista consiste nel tentare di interpretare ogni concetto dalle sue conseguenze pratiche. Ecco come esso pone un problema: ammesso che un determinato concetto sia vero e l'altro no, che differenza ne deriverebbe praticamente per il singolo?
Se non riusciremo a trovare alcuna differenza pratica, concluderemo che le due alternative sono equivalenti e che ogni discussione è inutile. Perché una controversia sia seria, bisogna poter dimostrare quale conseguenza deriva necessariamente dal fatto che solo questa alternativa è la vera.
Allo scopo di ottenere la chiarezza perfetta intorno alle idee relative a un oggetto, quindi, dobbiamo considerare unicamente gli effetti di carattere pratico che esso, a nostro giudizio, è capace di determinare, le impressioni che dobbiamo aspettarci da esso, le reazioni alle quali dobbiamo essere preparati
".

Secondo il pragmatismo se due tipi di conoscenza diversi producono di fatto lo stesso tipo di azione conseguente la diversità originaria è solo apparenza, viceversa, se lo stesso tipo di conoscenza porta nei fatti a due azioni diverse, l'identità è apparente. E' questo un modo per quantificare certamente il valore di un dato, vincolandolo quindi alle sue vicende empiriche ed evitando quindi l'indecidibilità che sorge attorno alle questioni metafisiche (si veda il principio di verificazione dell'empirismo logico, per analogia).

James nota come il metodo pragmatico sia una radicalizzazione dell'empirismo inglese settecentesco, i cui esponenti, pur applicando il pragmatismo in molta parte del loro pensiero, non lo applicarono in modo sistematico a tutte le loro teorie. Ebbene, secondo James il pragmatismo è il destino del mondo: "Solo ai nostri giorni il Pragmatismo si è generalizzato, ha preso coscienza della missione universale che gli spetta e aspira a un destino di conquistatore..." (W. James, Aspetti essenziali del Pragmatismo).

La forza del pragmatismo, che bene si adatta alla forma della scienza contemporanea, è la forza dell'azione pratica: ciò che è bene conoscere è ciò che può venire utile all'uomo. Il metodo dovrebbe essere esteso non solo alla filosofia in generale, ma anche alla metafisica: una metafisica dovrebbe essere giudicata dagli effetti che essa produce nel mondo reale, solo giudicandone i suoi effetti pratici si può giudicare la bontà di una verità.

Dunque, per il pragmatismo, un concetto è giudicabile solo in ragione degli effetti che è in grado di esprimere praticamente. Se, praticamente, un concetto non produce alcuna conseguenza, alcuna azione, allora questo concetto non può essere oggetto di giudizio attorno ad una sua eventuale veridicità.

Inoltre per l'atteggiamento pragmatico anche le parole devono essere considerate solamente in ragione del valore che possono avere nel senso comune, in ragione dell'utilità che rivestono nel linguaggio (forti analogie con il secondo Wittgenstein). La conoscenza, in generale, non deve essere "soluzione immutabile di un enigma" (come lo è stato nel caso per le metafisiche passate), ma strumento di ricerca aperto alle possibilità del reale.

"Con il Pragmatismo dunque, le teorie diventano strumento di ricerca, invece di essere la risposta a un enigma e la fine di ogni ricerca. Esse non ci servono per riposare, ma per andare innanzi; e, se occorre, ci consentono di ricostruire il mondo. Le nostre teorie erano tutte cristallizzate: il Pragmatismo ha dato loro un'elasticità che non avrebbero mai avuto e le ha messe in movimento." (W. James, Aspetti essenziali del Pragmatismo).

 

 

Scheda di Synt - ultimo aggiornamento 02-01-2005

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