Anima... e Animus

Atalanta e Ippomene - Guido Reni


Ciò che nell'uomo adulto sostituisce ormai i genitori come immediata influenza ambientale, è la donna. Essa accompagna l'uomo, appartiene a lui, in quanto vive con lui ed è press'a poco sua coetanea; non gli è superiore, nè per età nè per autorità nè per forza psichica. Ma essa è un fattore influente che, come i genitori, produce un'imago di natura relativamente autonoma, un'imago però non da rescindere, come quella dei genitori, ma da conservare associata alla coscienza. La donna, con la sua psicologia così dissimile da quella maschile, è ed è sempre stata una fonte d'informazione sopra le cose per le quali l'uomo non ha occhi. Essa può rappresentare per lui l'ispirazione; la sua capacità di intuizione, spesso superiore a quella dell'uomo, può dargli utili ammonimenti, e il suo sentimento, orientato verso ciò che è personale, può indicargli vie irreperibili al sentimento di lui, che ha meno riferimenti ai fattori personali. (...)

È questa indubbiamente una delle fonti principali della qualità femminile dell'Anima. Ma sembra che non sia l'unica fonte. Nessun uomo infatti è tanto virile da non avere in sè nulla di femminile. Anzi, appunto gli uomini molto virili hanno, seppure ben nascosta, una vita sentimentale assai tenera, che spesso a torto è detta "femminea". Per l'uomo è una virtù rimuovere le caratteristiche femminili, così come alla donna, almeno finora, era disdicevole essere virile. La rimozione dei tratti e delle tendenze femminili conduce naturalmente alla accumulazione di queste pretese nell'inconscio. L'imago della donna (l'Anima) diventa il ricettacolo di queste pretese, sicchè l'uomo nella sua scelta amorosa soggiace spesso alla tentazione di conquistare quella donna che meglio risponde al particolare carattere della sua femminilità inconscia; una donna, dunque, che possa accogliere senza difficoltà la proiezione della sua Anima. Sebbene simile scelta sia spesso considerata e sentita come l'ideale, tuttavia quella che in tal modo l'uomo visibilmente sposa può anche essere la sua peggiore debolezza (così si spiegano alcuni singolarissimi matrimoni!).

(...) È noto che non esiste nè può esistere un'esperienza umana senza l'intervento di una disposizione soggettiva. Ma in che consiste la disposizione soggettiva? In ultima analisi, in una struttura psichica innata, la quale permette all'uomo di fare quella data esperienza. Così tutto l'essere dell'uomo presuppone la donna, corporalmente e spiritualmente. Il suo sistema è a priori messo a fuoco sulla donna, così come esso è adatto ad un mondo ben definito in cui esistono l'acqua, la luce, l'aria, il sale, i carboidrati, ecc. La forma del mondo in cui è nato è congenita in lui come immagine virtuale. E così i genitori, la donna, i bambini, la nascita e la morte sono in lui congeniti come immagini virtuali, come disposizioni psichiche. Queste categorie a priori, ben si capisce, sono di natura collettiva, sono immagini dei genitori, della donna e dei bambini in genere e non predestinazioni individuali. Tali immagini vanno altresì concepite come prive di contenuto e perciò come inconsce. Esse acquistano contenuto, influenza e infine coscienza solamente quando s'imbattono in fatti empirici i quali toccano e traducono in atto la disposizione inconscia. (...) Nell'inconscio dell'uomo c'è un'immagine ereditaria collettiva della donna, col cui aiuto egli comprende l'essenza della donna. Quest'immagine ereditaria è la terza importante fonte della femminilità dell'Anima.

Come il lettore avrà già capito, non si tratta affatto di un concetto filosofico o religioso dell'Anima, ma del riconoscimento psicologico dell'esistenza di un complesso psichico seminconscio con funzione parzialmente autonoma. (...) L'Anima si lascia facilmente proiettare sopra una donna, o meglio, essa è sempre proiettata finchè è inconscia perchè tutto ciò che è inconscio è proiettato. La prima portatrice dell'immagine dell'Anima è sempre la madre, più tardi sono quelle donne che eccitano il sentimento dell'uomo, non importa se in senso positivo o negativo. Essendo la madre la prima portatrice dell'immagine dell'Anima, la separazione da lei è una faccenda delicata, di grandissima importanza educativa. Troviamo perciò già presso i primitivi un gran numero di riti che organizzano la separazione. Il semplice divenire adulti e la separazione esteriore non bastano; per compiere efficacemente il distacco dalla madre (e quindi dall'infanzia) occorrono inoltre solenni consacrazioni alla virilità e cerimonie di rinascita. (...)

L'uomo moderno e civile deve rinunciare a questa misura educativa che, nonostante al sua primitività, è in fondo eccellente. La conseguenza è che l'Anima è proiettata sulla donna in forma di immagine materna, col risultato che l'uomo, appena si sposa, diventa infantile, sentimentale, dipendente e sottomesso, oppure, nell'altro caso, collerico, tirannico e suscettibile, sempre preoccupato del prestigio della sua superiore virilità. Il secondo caso, naturalmente, non è che il rovescio del primo. La proiezione contro l'inconscio, rappresentato dalla madre, nell'uomo moderno non è stata sostituita, sicchè egli inconsciamente conforma il suo ideale matrimoniale in modo che la moglie assuma, se può, l'ufficio magico della madre. Sotto il mantello del matrimonio ideale ed esclusivo egli cerca la protezione materna, e così asseconda lusinghevolmente l'istinto di possesso proprio della donna. (...)

Nella mia esposizione ho fin qui tenuto conto esclusivamente della psicologia maschile. L'Anima, di genere femminile, è una figura che compensa la coscienza maschile. Nella donna invece la figura compensatrice ha carattere maschile, ed è quindi opportuno designarla col nome di Animus. Se non è un compito difficile spiegare che cosa s'intende per Anima, le difficoltà si accumulano fino all'impossibilità quando si deve esporre la psicologia dell'Animus. (...) Ora, non si può eo ipso attribuire alle donne una coscienza inferiore; è soltanto una coscienza diversa da quella maschile. Ma come la donna è spesso chiaramente conscia di cose per le quali un uomo brancola ancora nel buio, così l'uomo ha campi d'esperienza che per la donna giacciono ancora nell'ombra della non-differenziazione, costituiti soprattutto da cose per le quali essa nutre scarso interesse. Le relazioni personali sogliono essere per lei più importanti e interessanti che i fatti obiettivi e le loro connessioni. I vasti campi del commercio, della politica, della tecnica e della scienza, tutte le sfere a cui si applica l'ingegno maschile cadono per lei nella zona d'ombra della coscienza; per contro essa rivela una grande consapevolezza quanto alle relazioni personali, le cui infinite sfumature di solito sfuggono all'uomo.

Dobbiamo pertanto attenderci di trovare, nell'inconscio della donna, aspetti ben differenti che nell'uomo. Se ora voglio definire con una parola che cosa costituisce la differenza fra l'uomo e la donna a questo riguardo, che cosa dunque caratterizza l'Animus di fronte all'Anima, debbo dire: come l'Anima produce capricci, così l'Animus produce opinioni, e come i capricci dell'uomo provengono da fondi oscuri, così le opinioni della donna poggiano su premesse altrettanto inconscie, aprioristiche. Le opinioni dell'Animus hanno assai frequentemente il carattere di solide convinzioni, non facili da scuotere, o di principi apparentemente intangibili. Analizzando queste opinioni ci imbattiamo in primo luogo in premesse inconscie, la cui esistenza però deve essere arguita, il che vuol dire che le opinioni appaiono pensate come se quelle premesse esisteseero. In realtà le opinioni non sono affatto pensate, ma già fisse e pronte, con una forza convincente talmente effettiva e immediata, che la donna non pensa nemmeno la possibilità di un dubbio.

Si sarebbe ora tentati di credere che l'Animus, come l'Anima, si personifichi nella figura di un uomo. Ma ciò è vero solo in parte, come insegna l'esperienza, perchè interviene inaspettata una circostanza che imprime alla situazione un carattere ben differente da quello che essa ha nell'uomo. L'Animus appare infatti non come una persona ma come una pluralità. Nel Padre di Christina Alberta di H.G.Wells l'eroina è soggetta in tutto il suo operato a un'istanza morale superiore, che ogni volta le dice, con inesorabile severità, senza traccia di fantasia, in modo secco e preciso, che cosa ella fa e per quale motivo. Wells chiama quest'istanza una court of conscience. Questa pluralità di giudici sentenzianti, una specie di collegio, corrisponde alla personificazione dell'Animus. L'Animus è una specie di assemblea di padri e di altre autorità, che ex cathedra emettono inoppugnabili, "ragionevoli" sentenze. A guardar meglio, queste pretenziose sentenze sono principalmente parole e opinioni raccolte, forse inconsciamente, nell'infanzia, e ammucchiate insieme in un canone di media verità, giustezza e ragionevolezza; un tesoro di premesse che, dovunque manchi un giudizio cosciente e competente (com'è spesso il caso), subito soccorre con l'opinione. Talora queste opinioni appaiono nella forma del cosiddetto buonsenso, talora in forma di ottusi pregiudizi, talora in forma di principi che non sono che la caricatura di un'educazione. "Si è sempre fatto così", oppure "Ognuno dice che sia così e così".

Naturalmente l'Animus è proiettato tanto spesso quanto l'Anima. Gli uomini adatti alla proiezione sono o copie viventi del Buon Dio, che sanno tutto, o novatori disconosciuti i quali dispongono d'un fluido vocabolario con cui traducono ogni sorta di cose comuni in una terminologia elevata. L'Animus sarebbe mal caratterizzato, se lo si definisse unicamente come una coscienza collettiva conservatrice; esso è anche un novatore che, in contrasto con le sue giuste opinioni, ha il debole per le parole ignote e mal comprensibili, che sostituiscono gradevolmente l'odiosa riflessione.

Come l'Anima, anche l'Animus è un amante geloso, che riesce a sostituire a un uomo reale un'opinione sopra di lui, un'opinione il cui fondamento oppugnabile non è mai sottoposto a critica. Le opinioni dell'Animus sono sempre collettive e non si occupano di individui e di giudizi individuali, così come l'Anima con le sue anticipazioni e proiezioni affettive s'interpone fra l'uomo e la donna. Queste opinioni, se la donna è carina, hanno per l'uomo qualcosa di infantile e commovente, che lo aiuta ad assumere un atteggamento, per lui benefico, paternamente didattico; ma se la donna non interessa sentimentalmente, e perciò si desiderano da lei competenza e non abbandoni svenevoli o commoventi stupidità, allora le sue opinioni, dettate dall'Animus, hanno per l'uomo qualcosa d'irritante, soprattutto per il loro cattivo fondamento: troppe opinioni fini a se stesse ("tanto per avere un'opinione", ecc.). Gli uomini qui sogliono divenire velenosi, giacchè è un fatto indiscutibile che l'Animus fa sempre uscir fuori l'Anima, talchè ogni ulteriore discussione diventa inutile (e viceversa).

Nelle donne intellettuali l'Animus causa un argomentare e un raziocinare che vorrebbero essere intellettuali e critici, ma che in sostanza consistono nel far di un punto secondario un argomento capitale, contro ogni senso. Oppure una discussione di per sè chiara viene irrimediabilmente complicata, inserendovi un punto di vista del tutto diverso, che non c'entra. Senza saperlo, queste donne mirano soltanto a irritare l'uomo, dopo di che cadono ancor più in preda all'Animus. "Purtroppo ho sempre ragione", mi confessò una di queste donne. (...)

L'Animus è una specie di deposito di tutte le esperienze che fecero dell'uomo le antenate, e non soltanto questo: è anche un ente generatore, creatore, non già nella forma della creazione maschile, ma in quanto produce qualcosa che potrebbe esser chiamato un lògos spermatikòs, una parola generatrice. Come l'uomo fa fuoriuscire la sua opera, creatura completa, dalla sua femminilità interiore, così la mascolinità della donna produce germi creatori che possono fecondare la femminilità del maschio. Ecco dunque la femme inspiratrice che, se degenera, può anche diventare un pessimo maestro di scuola, soverchiatore e dogmatico, un "Animus hound", come opportunamente tradusse una delle mie ammalate.

Una donna posseduta dall'Animus corre sempre il pericolo di perdere la sua femminilità, la sua adeguata Persona femminile, così come l'uomo in uguali circostanze rischia di diventare effeminato. Queste trasformazioni sessuali psichiche derivano unicamente da ciò: che una funzione destinata all'interno, viene rovesciata in fuori. La ragione della perversione è l'insufficiente o mancato riconoscimento di un mondo interiore autonomo contrapposto al mondo esteriore, che riguardo all'adattamento pone esigenze altrettanto importanti quanto quelle del mondo esteriore.

Carl Gustav Jung - L'Io e l'Inconscio (1928)


«Colombina», Roberto Di Marino, clicca qui se vuoi leggere lo spartito


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