V ° CICLO
PROGETTI STRATEGICI, DATA DRIVEN / L'ORGANIZZAZIONE
DELLE INFORMAZIONI. IL DATA-BASE.
Quindicesima Lezione
01-06-2005
"Il problema del Modello dinamico all'origine del Gis. Le informazioni A&N strutturate e il database grafico"
Leonardo 5
Leonardo 5 - Quinto fondamentale quesito. Come faccio a trasmettere dei dati "strutturati"? Sia se essi siano di tipo A (cioè informazioni testuali) oppure se essi siano di tipo N (cioè di tipo numerico) a distanza e se sono ai tempi di Leonardo? E cioè senza fax, elettricità o mezzi fisici. Come faccio cioè effettivamente a "trasmettere" se voglio trovare un sistema efficiente, più rapido, del precedente? Come si risponde a questa domanda? Se soprattutto interviene una nuova componente o parola chiave detta "modello".
Con il termine "modello" di solito si intende un plastico, in passato si intendeva col termine modello un esempio da seguire, mentre per alcune persone con modello si intende un "insieme di dati atti a rappresentare un fenomeno" (statistico, fisico, matematico e anche architettonico).
Per noi il modello è "un insieme di variabili (una gabbia logica) per interpretare alcuni fenomeni della realtà" (modello fisico, statistico, matematico, ecc...). Si può interrelare un sistema di relazioni fisse (dati) con un insieme di variabili (in-formazioni) del sistema.
Questa
struttura mentale, di base matematica, ha una caratteristica sostanziale: in
uno non ci sono variabili mentre nell'altro esistono variabili, quindi uno è
un "dato"
mentre l'altro è "in-formazione".
Quindi alla parola MODELLO possiamo attribuire significati quasi opposti
capaci di astrarre modelli fisici, matematici, statistici, logici, architettonici,
ecc...(Accezione
= ciascuno dei significati con cui un vocabolo viene usato o accolto in una
lingua).
Pensare l'architettura sotto forma di modello nell'accezione matematica, significa strutturare il progetto secondo delle variabili (equazione), al variare di alcune informazioni cambia il risultato.
Vediamo ora i "dati tipo A" (cioè informazioni testuali).
Ecco alcune parole chiave:
"Record"
= "riga" (1,2,3,4,5, ecc.)
In un database , insieme strutturato di informazioni suddiviso in campi.
"Field"
= categorizzazione "colonna" (A, B, C, D, E, ecc.)
In un database, ogni porzione di un record contenente un'unica informazione
e identificata da un nome comune a tutti i record.
"Classe o famiglia" = "gruppi di record".
Il nostro punto di partenza è sempre una Matrice con ascisse e ordinate,
1 - Matrice raster
2 - Matrice text (stringa, paragrafo)
3 - Matrice vector
4 - Matrice data/numeri/worksheet
5 - Matrice data/text/database
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | |
A | |||||
B | |||||
C | |||||
D | |||||
E |
Riepilogando quanto detto nelle lezioni precedenti, la matrice è stata sfruttata in 3 modi diversi per trasferire dati ai tempi di Leonardo
1. RASTER, immagine viene trasmessa attraverso le coordinate, non ha nessuna semantica è costituita solo da una serie di punti;
2. VETTORI 2D, trasmissione in tempo minore tramite un codice avanzato, l’immagine è un vettore.
3. VETTORI 3D, idem al punto 2
La genialata è che le singole celle A1 o B1 hanno la caratteristica di contenere al loro interno dati, ai quali associamo dei numeri. Col sistema di Leonardo possiamo trasmettere questi dati, il grande salto logico di questa convenzione, consiste nel fatto che una casella può fare due cose:
1 - contenere "dati";
2 - contenere un "risultato" di un'operazione;
avremo numeri in uno e in un altro i risultati, quindi la convenzione sarà:
C : DATI
A1 = 3
Inventiamo ora una maniera qualunque per comunicare dei risultati considerando che C1 contiene sempre un risultato:
C1 = A1 +B1
abbiamo così creato un modello che è estremamente più complesso con il quale poter inviare le informazioni:
A1 = 5
B1 = 8
avremo che:
C1 = 13
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | |
A | 5 | ||||
B | 8 | ||||
C | A1 +B1 =13 | ||||
D | |||||
E |
abbiamo cioè descritto i record attraverso dei numeri e li abbiamo fatti interagire tra loro attraverso le funzioni. Se, per esempio, trasmetto la relazione per cui C1 = A1 + B1, ho una configurazione di dati dinamica, in grado di aggiornarsi automaticamente, cioè al variare di B1 o di A1, varia automaticamente C1. La matrice è in questo senso interattiva.
L’elemento
C1 può essere usato in un’altra catena logica di trasmissione,
l’unica cosa che non posso fare è la trasmissione circolare, cioè
inserire C1 in A1.
La parola chiave
di questo sistema è “what - if”
: ossia "cosa succede al
mio sistema se cambio qualcosa"? Come varia il tutto al
variare di alcune componenti? Questo sistema è utilizzato per fare le
revisioni dei costi, statistiche, ecc...Nel campo dell'architettura il più
banale uso è la previsione dei costi (il computo) sfruttando il medesimo
modello infinite volte.
Tra il 1977-78 si assiste alla nascita del foglio di calcolo Visicalc, Multiplan,
Lotus 1,2, 3, Excel ; oggi il più famoso è Exel.
Il Modello
Le funzioni
Ora
utilizziamo una terminologia diversa anche se la strutturazione della tabella
è analoga alla precedente e sempre secondo il sistema “what
- if”
Un "database"
è una griglia, le colonne sono delle quantità che in gergo si
chiamano "field". L'incrocio
tra "record" e field
indica la presenza di una caratteristica all'interno di quel record. I field
sono infiniti ma per praticità se ne fa un numero limitato per creare
un database pertinente all'uso per cui viene creato. Posso calcolare il valore
medio degli elementi inseriti nel database. Con il database posso fare delle
indagini di mercato, dal mega database posso tirare fuori un gruppo con determinate
caratteristiche. In generale non si devono inserire nuovi field una volta creato
il database, aggiungere field è problematico, mentre non c'è nessun
problema nell'aggiunta dei record. La pertinenza è fondamentale, dovrò
avere solo le informazioni necessarie al mio tipo di ricerca.
Vogliamo ad esempio strutturare dei dati secondo il sistema "database" ed inviarli a distanza; dati che riguardano il nostro gruppo di studenti e li organizziamo in maniera seguente:
alle righe del nostro sistema, che chiamiamo "record" e che possono essere infinite, attribuiamo ognuno di noi, cioè ciascuna entità (1 Rossi, 2 Valle, ecc...) ; nelle colonne , " field", inseriamo le caratteristiche di ogni studente in campi che possono essere infiniti (A cognome; B nome, C altezza, D telefono, E codice, F età, G sesso, ecc...). Abbiamo così fatto un'operazione strutturante di dati necessari alla determinazione in un "database", quindi ora posso inviare questi dati a distanza.
Poiche c'è un legame stretto tra What if e database, se io inserisco all' interno delle caratteristiche di ogni studente, l'anno di iscrizione, avrò variazioni all'interno della struttura. Questo è un raggruppamento, una sovrapposizione molto importante alla quale applico una funzione matematica. Se ad esempio volessi conoscere l'altezza media degli individui della classe, è sufficiente sommare le altezze di tutti diviso il numero degli individui. Questa modalità attraverso la quale manipolare la realtà è chiamata DATABASE costituito da righe, definite record e da colonne, definite field.
Le caratteristiche della matrice sono:
- search [seerc] , ricerche guidate all’interno dei dati; (una maniera di indagare il database per tirar fuori un set di informazioni significative).
- capacità
classificativa, cioè la trasmissione avviene in modo
ordinato;
- semplice manipolazione delle informazioni;
-
capacità di catalogazione;
- possibilità
di interrogazione delsistema.
Il database può
interagire con i dati vettoriali, ad esempio costruisco un rettangolo vettorialmente,
il rettangolo diventa un entità che può essere collegata ad "aggettivazioni".
Il rettangolo è un’entità, le relative aggettivazioni saranno
i mq, il nome (soggiorno), colore pareti, dimensioni.
Per accoppiare dati vettoriali e database avrò due matrici distinte.
E così nasce la base logica del " Gis" (Geographical International System) : un modo di relazionare funzioni grafiche e funzioni A &N ( alfa numerico) di enorme impatto in moltissimi campi, prima di tutto nella gestione del territorio.
Il modello
è intelligente: consente di avere una struttura dinamica
aperta per la simulazione di un possibile esito di configurazione finale.
il modello è interattivo: le informazioni grafiche quantitative sono collegate interattivamente aggiornamento di tutto al solo variare di un dato
Oggi alcune di queste funzioni o tutte sono oltre che in programmi dedicati anche come plug in o shell di programmi come autocad oppure fortemente specializzati in programmi Cad come per esempio VectorWorks e altri.
Bene saperlo.
Sedicesima lezione
06-06-05
"Il
problema del Modello"
Progetti strategici, data driven / L'organizzazione delle informazioni.
Riassunto
PRIMO
CICLO C:html/informazioni
testuali lincato a risorse esterne addressamento "unico" sulla
rete |
SECONDO
CICLO C:raster/A1: R80, G50 B60 (su uno schermo-griglia possono risiedere "punti" descrittivi) |
TERZO
CICLO C:Vector/Line a1 c9 (su uno spazio mappato su due dimensioni X Y indico "entità") |
QUARTO
CICLO C:Vector/Line a1 Z9 (su uno spazio mappato su tre dimensioni indico "entità") |
QUINTO
CICLO C:Data+/1Nome
2Cognome 3Età ... (su uno griglia di righe e colonne ogni riga
1, 2, 3 rappresenta un campo -field- ogni ogni cella contiene un pezzo
di informazione o un risultato di rapporti tra più informazioni.
E' un modello) |
SESTO CICLO 6.
I progetti della modificazione | Interconnessioni dinamiche. Strutture
gerarchiche e modelli intelligenti |
SETTIMO CICLO 7.
Nuove frontiere di ricerca | Morphing, modificatori, polisuperfici, attrattori
|
Premessa
E veniamo al quarto
fondamentale quesito. Come faccio a trasmettere
dei dati "strutturati"? Sia se essi siano di tipo
A (cioè informazioni testuali) oppure se essi siano di tipo N (cioè
di tipo numerico) a distanza e se sono ai tempi di Leonardo? E cioè senza
fax, elettricità o mezzi fisici. Come faccio cioè effettivamente
a "trasmettere" se voglio trovare un sistema efficiente, più
rapido, del precedente.? Come si risponde a questa domanda? se
soprattutto interviene una nuova componente o parola chiave: Modello?
Dal mio angolo visuale il centro della parola "modello" si è
focalizzato su un intreccio per cosi dire strutturale di tre famiglie di problemi
tutte che convergono verso questa parola e verso una sua possibile aggettivizazione.
-
Quattro tipi di modello decisionali.
1 - Il Primo è di natura decisamente "OGGETTIVA"
Postula, dico postula, dei bisogni oggettivi e trova, dico trova, delle soluzioni oggettive. Esempio? Beh avete mai visto come lavorava Klein o i tipici funzionalisti tedeschi negli anni Venti. L'uomo era tot, occupava per ciascuna funzione tot spazio, da questo dato fermo arrivava la soluzione certa. Il Modello decisionale era chiaramente espresso nel suo ambito teorico: il manuale di Neufert (è appena, appena ad un grado decisonale più complesso il regesto tipologico).
2 - Il secondo è "PRESTAZIONALE"
Un matematico architetto dal nome di Alexander non smentisce questo approccio ma lo allarga. E' il secondo approccio rilevante secondo me del Modello concettuale. Dicendo, Alexander, eh no attenzione, dobbiamo suddividere i requisiti funzionali, "esplicitarli" sino al grado più basso e poi, e solo allora attraverso una struttura a lattice complesso potremo decidere (e alcuni nostri colleghi e amici credettero che fosse vero e si misero a fare delle schede perforate - ancora viaggiavano da noi in facoltà nei primi anni Settanta - per operare scelte di architettura); Il modello decisionale diventa così prestazionale.
3
- Il Terzo è Strutturale o meglio "STRUTTURALISTA"
Un fronte che a me ha sempre interessato come progettista, cioè quando ero trentenne, è stato quello che proponeva un modello decisionale di tipo Strutturale (o meglio Strutturalista). E mi riferisco ovviamente alla deriva filosofica che parte da Levi-Strauss e non al fatto costruttivo (che lo include semplicemente come sotto categoria). Parlo in particolare di Habraken e del Sar che proponeva per la prima volta coscientemente una "gerarchia delle scelte" alcune che formavano le strutture fisse (come appunto l'antropologia strutturale aveva insegnato nei contesti comportamentali) dall'altro le variazioni delle forme e dei comportamenti "entro" quelle strutture fisse che Habraken chiamava Supports.
Habraken
Progetti di Saggio
4 - Modello "DIAGRAMMATICO"
Diagrammatico. A guardare adesso a me sembra incredibile come almeno fino alla fine degli anni Ottanta io stesso credessi fermamente in questo modello decisionale (ho scritto molto a proposito, ne metto una alla fine assieme a qualche altro riferimentio bibliografico a qualcuno interessasse approfondire). Come tutti sappiamo al modello decisionale oggettivo, al modello decisionale prestazionale, al modello strutturalista si è sostituito oggi il "modello diagrammatico". Che cosa è mai il processo decisionale diagrammatico?. Beh si potrebbe dire banalizando: "è uno schizzo". E invece no! Il modello decisionale diagrammatico non è la prefigurazione di un'idea finale, è la prefigurazione di un processo, è la prefigurazione delle relazioni che intercorreranno nell'architettura e un codice dna generatore e regolatore di uno sviluppo; Gli esiti dipenderanno da una serie di accidenti che intervengono come variabili per modificare quel diagramma.
Quale è il grande passo? Il grande passo è che è "dinamico", intrinsecamente dinamico. L'arrivo di questa parola fa entrare in gioco due cose:
A - evidentemente "l'eletrronica e i computer";
B - l'uso dinamico "dei dati";
Due cosettine che
dette cosi sembra pane e mortadella e invece sono due faccende di mostruosa
importanza.
A questo punto dobbiamo fermarci con l'uso della prima famiglia, dell'uso della
parola Modello (come decisionale) e aprire un altro capitolo. Quello dell'uso
del Modello come modello scientifico.