Modulo 3 L'identità in rete |
Oltre la concezione della Nakamura di cui abbiamo discusso, e contro l’idea della rete come un non-luogo senza colori della pelle, si scagliava nel 1996, anche l’afro-americano Kali Tal . Questo studioso ribadisce e mette in guardia su come la cosiddetta libertà della rete nel rendere invisibili le connotazioni della razza e del genere è un’ illusione che nasconde un fenomeno ben più degno di nota: the whitenizing of cyberspace, l’appiattimento della cultura della rete basata sul modello unico promosso da un ben definito settore della società americana: bianca, medio alta e ben istruita, che rischia di escludere tutti gli altri, minoranze etniche comprese. Il breve articolo di Tal è di nostro interesse anche perchè arriva ad accostare l’esperienza dell’afro-americano, con la sua storia ultracentenaria di schiavitù, e frammentazione, con un modello che anticipa il concetto di persona postmoderno. Ma il popolo della rete di cui parlano è il white self, il sé bianco midddle-to upper class, categoria peraltro già descritta da Lisa Nakamura. Tal, focalizza il problema in termini di relazione tra il corpo e la rete: non si tratta di "liberarsi del corpo in rete", ma liberare il corpo. "E’ interessante infatti notare come le persone, i cui corpi sono spesso minacciati dalle strutture del potere (minoranze, classi basse, terzo modo, poveri) stanno usando Internet come una base per rendersi più visibili, per una concreta politica dell’identità non per la sua scomparsa". L’identità si espande attraverso la sua ridefinizione sulla rete. |
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Intro | ||||
Unità 1 | ||||
Unità
2
La rete come spazio sociale performativo delle identità |
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Unità 3 | ||||
Bibliografia | ||||
Video | ||||
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