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Modulo 3      L'identità in rete

L’etnografia di Elizabeth Reid. Nei lavori di ricerca di Elizabeth Reid, le pratiche CMC sono caratterizzate come essenzialmente postmoderne perché basate sulla decostruzione dei confini e convenzioni sociali che vincolano l’identità nella vita offline. Al centro dei suoi primi studi c’è il modello RSC che la Reid interpreta come un paladino del determinismo tecnologico, portatore della visione di un medium freddo. Per la studiosa bisognerebbe interessarsi, invece, alle potenzialità decostruttive della CMC alle quali, però, sarebbero legati alcuni effetti: 1) Attutiscono la drammaticità delle scelte di sconfinamento, rendendo possibili pratiche come il gender switching; 2) confutrebbero gli effetti di freddezza relazionale posti dai modelli Cues Filtred Out perché i processi di costruzione dell’identità online sarebbero molto più carichi di risposte emotive La possibilità di controllare la propria identità risolve qualsiasi possibilità di referenzialità nella presentazione del sé in rete: l’identità, infatti, diventa, attraverso questa operazione, un segno senza referente e quindi un simulacro. Questo non fa della rete un ambiente sociale basato sull’equalizzazione: nei sistemi di comunicazione CMC sono stati introdotte nuove convenzioni per introdurre indizi sociosimbolici, anche alternativi a quelli offline, ne costituirebbero un esempio la netiquette e pratiche come il banning. Risultato di queste premesse è la definizione di una interazione sociale online plurimamente situata, rispetto alla situazione singolarmente situata dell’offline, dove ognuno può occupare  diverse posizioni sociali tutte controllabili (simulacri) e tutte non rimandanti interamente alla singola posizione sociale offline, in un contesto più generale di riproduzione delle regole sociali di presentazione dell’identità.

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Intro
Unità 1

Identità, rete, canale e postmodernismo

Unità 2 
Unità 3       
Bibliografia
Video