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Modulo 3      L'identità in rete

TECNOFOBICI

Jean Baudrillard

Jean Baudrillard è un pensatore radicale e della radicalità, teorico della trasversalità e delle strategie fatali, sogna solo “la parte maledetta”. Cosa sono la memoria, il sociale e la comunità per un anticonformista radicale, nemico di qualsiasi valore di scambio. Baudrillard cerca sempre le vie della perdizione; per lui la comunicazione non induce chiarezza, quanto piuttosto una simulazione di scambio in cui non vi è nulla né da dare né da ricevere. Egli vive sulle tracce del surrealismo, del dadaismo e di quanti abbiano tentato di trasfigurare le tecnologie dello sguardo, e il reale è sempre e solo una costruzione provvisoria. Baudrillard si pone oltre il principio del sociale, più critico dei critici, ironico quindi, cerca nella fotografia o nelle lingue gli ultimi baluardi contro la follia della merce; ma non produce enunciati di verità, gli basta dire, esprimere e pensare

Per Baudrillard nelle società odierne tutto è mediatizzato e nel momento in cui tutto è mediatizzato sia dai mass media ufficiali sia dalla comunicazione in generale non si può più parlare in termini di comunità. La comunicazione danneggia le comunità, devia lo scambio diretto e quindi lo compromette. Vi si perde la reciprocità nelle relazioni di scambio e condivisione, si ha qualcosa di diverso. Si condivide una relazione plurima, assolutamente virtuale, non basata cioè sulla presenza reciproca bensì sull’assenza. Ci dirigiamo verso una comunità di assenza. La comunità sparisce, passando il testimone alla comunicazione; la forma sparisce, resta l’informazione; la relazione di reciprocità sparisce, resta la pluralità. Siamo dunque posti di fronte a meccanismi sociologici, politici e non solo il cui principio portante è la propria scomparsa.

Baudrillard ritiene che in una realtà, in cui tutto si esaurisce nella circolazione immediata su rete, la memoria è costantemente rimessa in discussione. Anche la memoria è in via di estinzione; la memoria presenterebbe una specie di buco nero, incolmabile, a cui verrebbero sostituite le memorie artificiali, dei computer. Noi quindi siamo invasi dalla memoria, dalla commemorazione, dalla rievocazione; ma anche in questo caso la commemorazione tende a rappresentare la scomparsa della memoria: la memoria reale, viva, non esiste più.

La tecnica in sé e le nuove tecnologie ostacolano sicuramente la memoria tradizionale in quanto accorciano i tempi di registrazione dei fatti. I fatti non hanno il tempo di registrarsi, quasi non hanno neppure il tempo di accadere. Ovviamente poi essi si registrano dappertutto dato che oggi come oggi non va perso niente. Nell’immaginario delle persone i fatti vengono registrati da qualche parte e poi non si condividono più. Ma affinché ci sia comunità è necessaria una condivisione, una reversibilità, una possibilità di scambio che vada oltre la circolazione universale.

I sistemi di comunicazione quindi indeboliscono, invece di rafforzarlo, il senso di coesione comunitaria.

 

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Tra rete e realtà

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