Dal fondo dell’oceano, i quattro compagni videro emergere una struttura
enorme a forma di fungo, alta quasi mezzo chilometro. Il “gambo” dell’edificio
aveva un diametro di circa sessanta metri, ma la parte che colpiva maggiormente
l’occhio era la grossa cupola che lo sormontava. Essa era una semisfera del
diametro di più di quattrocento metri, e sia Rea che Kyrl si domandarono quanto
potesse essere grande qualunque cosa fosse ospitata al suo interno.
Sheen, intanto, era arrivato in prossimità del fondale, e avvisò i suoi amici
che c’era una specie di portello sulla struttura cilindrica. Agendo sul pannello
posizionato di fianco ad esso, il jedi attivò le procedure di compensazione e,
circa un minuto dopo, il gruppo pilotò gli hydropod all’interno di una camera
stagna che cominciò a svuotarsi di acqua. Quando si furono assicurati che non ci
fossero pericoli, i quattro iniziarono a liberarsi dalle tute. Nessuno si
sarebbe potuto accorgere che il pannello esterno, una volta chiusa la porta
d’ingresso, aveva cominciato a lampeggiare con una inquietante luce rossa.
Fu Kyrl a sbloccare la porta che portava dalla camera stagna all’interno della
struttura, e quindi fu il primo a rendersi conto che quella non era una stazione
mineraria abbandonata. Davanti a lui si apriva una stanza che, molto
probabilmente, occupava tutta la larghezza dell’edificio; c’erano tubature e
cavi sia sul soffitto che sul pavimento, e numerose paratie creavano dei
corridoi all’interno dei quali si vedevano delle scorte di metalli, minerali e
altri materiali. Alcuni macchinari erano situati in prossimità del centro del
soffitto, ma non erano in movimento; il twi’lek si rese conto che erano comunque
in funzione, dato il rumore ovattato di ingranaggi e strumenti che proveniva da
sopra la sua testa. Accanto all’entrata c’era una piccola scrivania, con un
terminale appoggiato sopra di essa; ansioso di saperne di più, Kyrl si sedette e
iniziò a premere i tasti.
Rea, entrato dopo il twi’lek, diede uno sguardo all’ambiente e poi chiese
all’amico:
"Hai scoperto qualcosa?"
Sheen cercò di tenere d’occhio tutta l’area, mentre Dalia fu attirata verso la
scrivania da un sonoro bip proveniente dal computer che Kyrl stava violando.
Quest’ultimo disse:
"Non sono riuscito a ottenere una piantina del posto, ma ho chiaramente
identificato le quattro aree che lo compongono. Quella in cui siamo adesso è
denominata “Materiali grezzi”; al piano superiore c’è la “Produzione”; al
livello 2 si trova il “Comando e Controllo”, mentre il livello 1, quello più
ampio di tutti, è chiamato “Baia di Attracco”. E credo che qui finiscano le
buone notizie."
Dalia fu la più lesta a chiedere delucidazioni, che il twi’lek lesse dal visore
che aveva davanti:
"Dato che è stato verificato un accesso non autorizzato alla camera stagna 1,
tutte le porte esterne sono state sigillate, mentre i turboascensori di carico e
gli ascensori per il personale sono stati disattivati. I controlli per tutto
questo si trovano nel centro di comando, al livello 2."
La strega di Dathomir disse:
"Beh, vorrà dire che dovremo usare le scale... che altro c’è?" aggiunse, vedendo
che Kyrl era abbastanza nervoso.
Il twi’lek rispose:
"Secondo questo terminale, sono state “approntate le misure di sicurezza
appropriate”. Per questo, direi che dovremo muoverci con estrema cautela."
Il padawan, a qualche metro di distanza, esclamò:
"Va bene, ma muoviamoci. Non credo sia saggio attendere qui le “misure di
sicurezza”, appropriate o inappropriate che siano!"
Con cenni e mugugni di assenso, gli altri seguirono Sheen alla ricerca delle
rampe di scale che li avrebbero portati al piano superiore.
Non appena misero piede all’interno del livello di produzione, i due soldati
spianarono i loro blaster, mentre il padawan attivò la sua spada laser e si mise
in posizione di difesa. L’attenzione di tutti e tre era stata infatti catturata
da una struttura cilindrica addossata alla parete sulla loro destra; un braccio
meccanico sosteneva alcune barre a cui erano appesi dei droidi da combattimento
del tutto simili a quelli che avevano incontrato all’interno della Fawlty Flier.
Circondati da una protezione di trasparacciaio che arrivava fino a terra, le
dieci figure umanoidi si trovavano in una posizione raggomitolata, dando
l’impressione di essere disattivati. Quando Dalia raggiunse i compagni, suggerì
di avanzare all’interno del piano con estrema circospezione; il rumore di
macchine in funzione era molto più forte in questo piano e, aguzzando la vista,
era possibile intravedere del movimento nella parte posteriore del dispositivo
che conteneva i droidi. Una parete con numerose spie accese si trovava alla loro
sinistra, e restringeva le opzioni all’avanzare verso un’apertura una trentina
di metri più avanti oppure tornare indietro lungo le scale. Ovviamente, il
gruppo si mosse verso il termine della parete e, quando Kyrl sbirciò dietro
l’angolo, vide altre due strutture simili alla precedente, una vicina a loro e
l’altra situata dalla parte opposta del piano. Un turboascensore si trovava al
centro esatto del pavimento, e una luce lampeggiante rossa posta sul suo
soffitto lasciava intendere che nessuno aveva ancora sbloccato i sistemi di
sicurezza.
Rea dette voce alle sue elucubrazioni:
"Credo che qui sia dove i droidi vengano fabbricati. A giudicare dalla posizione
delle strutture, direi che ce ne sono quattro, situate in posizione
diametralmente opposta a due a due. Possiamo solo sperare che la simmetria si
ripeta, e che le scale che portano di sopra si trovino vicino alla quarta..."
Lo zabrak fu interrotto da uno stridente rumore di metallo, proveniente dalla
struttura che avevano appena oltrepassato; la protezione di trasparacciaio si
era sollevata, il braccio meccanico si era abbassato e aveva lasciato a terra
quattro droidi da combattimento con le insegne verdi, che si alzarono in piedi e
si mossero per afferrare i fucili blaster che portavano sulle spalle.
Prima che potessero riuscire nel loro intento, i droidi si trovarono soggetti a
una tempesta di colpi di blaster, partiti dalle pistole di Rea e dalla carabina
di Kyrl; Sheen, intanto, era partito alla carica con il bagliore verde della sua
arma che saettava di fronte a lui.
Due avversari furono abbattuti immediatamente, e il twi’lek pensava di poter
ottenere una facile vittoria quando si rese conto che le barre collegate al
braccio meccanico erano di nuovo piene di droidi. Mentre i nemici ancora in
piedi iniziavano a rispondere al fuoco, dal macchinario uscirono altri quattro
droidi che iniziarono a prepararsi per il combattimento.
Colto alla sprovvista, Sheen si ritrovò quindi in mezzo a una marea di
avversari, e iniziò a roteare forsennatamente la spada laser per tranciare il
maggior numero di arti meccanici possibile. Kyrl, intanto, malediva
silenziosamente il jedi, che lo costringeva a perdere molto tempo in fase di
mira per evitare di colpirlo inavvertitamente.
Dalia, intanto, osservava attentamente la lotta, e giunse a una conclusione
molto negativa:
"Attenzione, è molto probabile che il sistema di sicurezza sostituisca ogni
droide abbattuto con due nuovi di zecca. E’ molto meglio se ci mettiamo in
movimento, invece di rimanere bloccati a combattere!"
Come se non l’avesse sentita, il padawan spiccò un balzo prodigioso e si afferrò
con una mano al braccio meccanico, mentre con la spada laser cercava di
distruggerlo. La posizione precaria in cui si trovava rendeva difficoltoso il
compito, e per di più quattro droidi focalizzarono i loro attacchi su di lui.
Dopo una raffica particolarmente ben piazzata, Sheen mollò la presa e cadde
rovinosamente a terra, colpito al fianco destro e alla gamba sinistra, e con i
vestiti bruciacchiati in una mezza dozzina di altri punti.
Rea, che era di gran lunga il più esperto del gruppo per quel che riguardava gli
Imperiali e i droidi della Federazione dei Mercanti, cercò di consigliare il
ragazzo sul da farsi:
"Sheen, questi droidi non hanno una loro intelligenza! Se riesci a raggiungere
il lato del macchinario in modo da non farti più vedere, cesseranno di spararti
addosso. Si dirigeranno verso di noi, che ti copriremo; appena vedi uno
spiraglio raggiungici!" e sottolineò le parole con una raffica che fece saltare
la testa del droide che stava incombendo sul jedi steso a terra.
Facendo ricorso alla Forza, Sheen si mise in piedi in un lampo, facendo
barcollare i nemici che si erano raccolti intorno a lui, e fece come gli aveva
detto lo zabrak, rintanandosi fuori dalla vista dei droidi.
Rea e il twi’lek raddoppiarono il volume di fuoco, anche se altri droidi
scendevano a rimpiazzare i caduti; quando reputò giusto il momento, Sheen partì
di corsa verso i compagni, oltrepassando a zig-zag i nemici. L’ultimo di essi,
però, riuscì a puntare l’arma contro la schiena del jedi, apprestandosi a
mettere a segno un facile colpo; il padawan vide la strega di Dathomir, che si
trovava vicina ai due soldati, protendere di colpo il palmo della mano destra
verso di lui, e sentì un’ondata di Forza che gli passava accanto. Subito dopo,
il rumore del metallo che cadeva a terra gli fece capire che, molto
probabilmente, la giovane gli aveva salvato la vita.
Senza perdere un attimo, il gruppo iniziò ad avanzare lungo il piano, sfruttando
ogni sporgenza e copertura per procedere e rispondere al fuoco dei droidi.
Fortunatamente, lo zabrak aveva avuto ragione: superato un altro angolo, la
porta che dava su una rampa di scale in salita fu la visione migliore che tutti
e quattro avessero avuto da un po’ di tempo a quella parte.
Non appena superarono la porta che dava sul livello di comando e controllo, Kyrl
si voltò verso il pannello sullo stipite e premette il pulsante di chiusura e
blocco della barriera, che scese con un tonfo. I quattro furono sbalorditi dalla
diversità di tale area rispetto al resto della base: mentre i livelli inferiori
erano rumorosi, malamente illuminati e puzzolenti, la stanza in cui si trovavano
ora era luminosa e pulita quasi quanto quella di un ospedale. Dietro una grossa
scrivania ingombra di monitor e di computer c’era una sedia dalle dimensioni
sproporzionatamente grandi, sulla quale era riverso il corpo di un neimoidiano,
con un datapad in una mano e un foro fumante all’altezza del petto. Di fronte
alla scrivania si trovava il probabile responsabile di tutto questo, un droide
da combattimento con le insegne gialle corrispondenti al ruolo di ufficiale;
voltandosi rapidamente verso i nuovi entrati, sparò una raffica dal suo blaster,
che colse Rea alla spalla.
Il fuoco di risposta lo centrò in pieno, scaraventando la parte superiore del
corpo metallico oltre la scrivania. Kyrl aiutò lo zabrak ad alzarsi, ed entrambi
si diressero verso i terminali sulla scrivania. Dalia e Sheen rimasero di
guardia vicino alla porta e, osservandosi intorno, videro un’altra rampa di
scale che saliva e un’apertura che portava verso una specie di camera da letto,
molto probabilmente appartenente al neimoidiano.
Il twi’lek, intanto, raccolse il datapad del cadavere e lesse ciò che era
scritto sopra:
"”Distruggi le prove. Elimina tutti i testimoni. Distruggi il jedi. Non mi
deludere.” Chissà se questo messaggio era rivolto ai droidi o al nostro amico
qui defunto?"
Rea, che si era messo ad armeggiare con i terminali, eruppe in una colorita
imprecazione zabrak:
"Abbiamo i minuti contati! Quell’ammasso di ferraglia ha fatto scattare un
meccanismo di sovraccarico dei generatori... tra meno di dieci minuti questo
posto diventerà cibo per il Chiaki!"
Sheen disse:
"Io salgo queste scale, sperando che ci sia un mezzo per scappare da questa
trappola." e partì fulmineo, nonostante le ferite.
Kyrl si rivolse a Dalia:
"Forse sarebbe meglio che tu vada con lui, nel caso dovesse incontrare
resistenza."
Senza proferire parola, la ragazza si lanciò dietro al jedi, lasciando il
twi’lek e lo zabrak a cercare di scaricare il maggior numero di informazioni
possibile dai computer della stazione.
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