Un buco nell'acqua - parte 6

Dal fondo dell’oceano, i quattro compagni videro emergere una struttura enorme a forma di fungo, alta quasi mezzo chilometro. Il “gambo” dell’edificio aveva un diametro di circa sessanta metri, ma la parte che colpiva maggiormente l’occhio era la grossa cupola che lo sormontava. Essa era una semisfera del diametro di più di quattrocento metri, e sia Rea che Kyrl si domandarono quanto potesse essere grande qualunque cosa fosse ospitata al suo interno.
Sheen, intanto, era arrivato in prossimità del fondale, e avvisò i suoi amici che c’era una specie di portello sulla struttura cilindrica. Agendo sul pannello posizionato di fianco ad esso, il jedi attivò le procedure di compensazione e, circa un minuto dopo, il gruppo pilotò gli hydropod all’interno di una camera stagna che cominciò a svuotarsi di acqua. Quando si furono assicurati che non ci fossero pericoli, i quattro iniziarono a liberarsi dalle tute. Nessuno si sarebbe potuto accorgere che il pannello esterno, una volta chiusa la porta d’ingresso, aveva cominciato a lampeggiare con una inquietante luce rossa.
Fu Kyrl a sbloccare la porta che portava dalla camera stagna all’interno della struttura, e quindi fu il primo a rendersi conto che quella non era una stazione mineraria abbandonata. Davanti a lui si apriva una stanza che, molto probabilmente, occupava tutta la larghezza dell’edificio; c’erano tubature e cavi sia sul soffitto che sul pavimento, e numerose paratie creavano dei corridoi all’interno dei quali si vedevano delle scorte di metalli, minerali e altri materiali. Alcuni macchinari erano situati in prossimità del centro del soffitto, ma non erano in movimento; il twi’lek si rese conto che erano comunque in funzione, dato il rumore ovattato di ingranaggi e strumenti che proveniva da sopra la sua testa. Accanto all’entrata c’era una piccola scrivania, con un terminale appoggiato sopra di essa; ansioso di saperne di più, Kyrl si sedette e iniziò a premere i tasti.
Rea, entrato dopo il twi’lek, diede uno sguardo all’ambiente e poi chiese all’amico:
"Hai scoperto qualcosa?"
Sheen cercò di tenere d’occhio tutta l’area, mentre Dalia fu attirata verso la scrivania da un sonoro bip proveniente dal computer che Kyrl stava violando. Quest’ultimo disse:
"Non sono riuscito a ottenere una piantina del posto, ma ho chiaramente identificato le quattro aree che lo compongono. Quella in cui siamo adesso è denominata “Materiali grezzi”; al piano superiore c’è la “Produzione”; al livello 2 si trova il “Comando e Controllo”, mentre il livello 1, quello più ampio di tutti, è chiamato “Baia di Attracco”. E credo che qui finiscano le buone notizie."
Dalia fu la più lesta a chiedere delucidazioni, che il twi’lek lesse dal visore che aveva davanti:
"Dato che è stato verificato un accesso non autorizzato alla camera stagna 1, tutte le porte esterne sono state sigillate, mentre i turboascensori di carico e gli ascensori per il personale sono stati disattivati. I controlli per tutto questo si trovano nel centro di comando, al livello 2."
La strega di Dathomir disse:
"Beh, vorrà dire che dovremo usare le scale... che altro c’è?" aggiunse, vedendo che Kyrl era abbastanza nervoso.
Il twi’lek rispose:
"Secondo questo terminale, sono state “approntate le misure di sicurezza appropriate”. Per questo, direi che dovremo muoverci con estrema cautela."
Il padawan, a qualche metro di distanza, esclamò:
"Va bene, ma muoviamoci. Non credo sia saggio attendere qui le “misure di sicurezza”, appropriate o inappropriate che siano!"
Con cenni e mugugni di assenso, gli altri seguirono Sheen alla ricerca delle rampe di scale che li avrebbero portati al piano superiore.

Non appena misero piede all’interno del livello di produzione, i due soldati spianarono i loro blaster, mentre il padawan attivò la sua spada laser e si mise in posizione di difesa. L’attenzione di tutti e tre era stata infatti catturata da una struttura cilindrica addossata alla parete sulla loro destra; un braccio meccanico sosteneva alcune barre a cui erano appesi dei droidi da combattimento del tutto simili a quelli che avevano incontrato all’interno della Fawlty Flier. Circondati da una protezione di trasparacciaio che arrivava fino a terra, le dieci figure umanoidi si trovavano in una posizione raggomitolata, dando l’impressione di essere disattivati. Quando Dalia raggiunse i compagni, suggerì di avanzare all’interno del piano con estrema circospezione; il rumore di macchine in funzione era molto più forte in questo piano e, aguzzando la vista, era possibile intravedere del movimento nella parte posteriore del dispositivo che conteneva i droidi. Una parete con numerose spie accese si trovava alla loro sinistra, e restringeva le opzioni all’avanzare verso un’apertura una trentina di metri più avanti oppure tornare indietro lungo le scale. Ovviamente, il gruppo si mosse verso il termine della parete e, quando Kyrl sbirciò dietro l’angolo, vide altre due strutture simili alla precedente, una vicina a loro e l’altra situata dalla parte opposta del piano. Un turboascensore si trovava al centro esatto del pavimento, e una luce lampeggiante rossa posta sul suo soffitto lasciava intendere che nessuno aveva ancora sbloccato i sistemi di sicurezza.
Rea dette voce alle sue elucubrazioni:
"Credo che qui sia dove i droidi vengano fabbricati. A giudicare dalla posizione delle strutture, direi che ce ne sono quattro, situate in posizione diametralmente opposta a due a due. Possiamo solo sperare che la simmetria si ripeta, e che le scale che portano di sopra si trovino vicino alla quarta..."
Lo zabrak fu interrotto da uno stridente rumore di metallo, proveniente dalla struttura che avevano appena oltrepassato; la protezione di trasparacciaio si era sollevata, il braccio meccanico si era abbassato e aveva lasciato a terra quattro droidi da combattimento con le insegne verdi, che si alzarono in piedi e si mossero per afferrare i fucili blaster che portavano sulle spalle.
Prima che potessero riuscire nel loro intento, i droidi si trovarono soggetti a una tempesta di colpi di blaster, partiti dalle pistole di Rea e dalla carabina di Kyrl; Sheen, intanto, era partito alla carica con il bagliore verde della sua arma che saettava di fronte a lui.
Due avversari furono abbattuti immediatamente, e il twi’lek pensava di poter ottenere una facile vittoria quando si rese conto che le barre collegate al braccio meccanico erano di nuovo piene di droidi. Mentre i nemici ancora in piedi iniziavano a rispondere al fuoco, dal macchinario uscirono altri quattro droidi che iniziarono a prepararsi per il combattimento.
Colto alla sprovvista, Sheen si ritrovò quindi in mezzo a una marea di avversari, e iniziò a roteare forsennatamente la spada laser per tranciare il maggior numero di arti meccanici possibile. Kyrl, intanto, malediva silenziosamente il jedi, che lo costringeva a perdere molto tempo in fase di mira per evitare di colpirlo inavvertitamente.
Dalia, intanto, osservava attentamente la lotta, e giunse a una conclusione molto negativa:
"Attenzione, è molto probabile che il sistema di sicurezza sostituisca ogni droide abbattuto con due nuovi di zecca. E’ molto meglio se ci mettiamo in movimento, invece di rimanere bloccati a combattere!"
Come se non l’avesse sentita, il padawan spiccò un balzo prodigioso e si afferrò con una mano al braccio meccanico, mentre con la spada laser cercava di distruggerlo. La posizione precaria in cui si trovava rendeva difficoltoso il compito, e per di più quattro droidi focalizzarono i loro attacchi su di lui. Dopo una raffica particolarmente ben piazzata, Sheen mollò la presa e cadde rovinosamente a terra, colpito al fianco destro e alla gamba sinistra, e con i vestiti bruciacchiati in una mezza dozzina di altri punti.
Rea, che era di gran lunga il più esperto del gruppo per quel che riguardava gli Imperiali e i droidi della Federazione dei Mercanti, cercò di consigliare il ragazzo sul da farsi:
"Sheen, questi droidi non hanno una loro intelligenza! Se riesci a raggiungere il lato del macchinario in modo da non farti più vedere, cesseranno di spararti addosso. Si dirigeranno verso di noi, che ti copriremo; appena vedi uno spiraglio raggiungici!" e sottolineò le parole con una raffica che fece saltare la testa del droide che stava incombendo sul jedi steso a terra.
Facendo ricorso alla Forza, Sheen si mise in piedi in un lampo, facendo barcollare i nemici che si erano raccolti intorno a lui, e fece come gli aveva detto lo zabrak, rintanandosi fuori dalla vista dei droidi.
Rea e il twi’lek raddoppiarono il volume di fuoco, anche se altri droidi scendevano a rimpiazzare i caduti; quando reputò giusto il momento, Sheen partì di corsa verso i compagni, oltrepassando a zig-zag i nemici. L’ultimo di essi, però, riuscì a puntare l’arma contro la schiena del jedi, apprestandosi a mettere a segno un facile colpo; il padawan vide la strega di Dathomir, che si trovava vicina ai due soldati, protendere di colpo il palmo della mano destra verso di lui, e sentì un’ondata di Forza che gli passava accanto. Subito dopo, il rumore del metallo che cadeva a terra gli fece capire che, molto probabilmente, la giovane gli aveva salvato la vita.
Senza perdere un attimo, il gruppo iniziò ad avanzare lungo il piano, sfruttando ogni sporgenza e copertura per procedere e rispondere al fuoco dei droidi. Fortunatamente, lo zabrak aveva avuto ragione: superato un altro angolo, la porta che dava su una rampa di scale in salita fu la visione migliore che tutti e quattro avessero avuto da un po’ di tempo a quella parte.

Non appena superarono la porta che dava sul livello di comando e controllo, Kyrl si voltò verso il pannello sullo stipite e premette il pulsante di chiusura e blocco della barriera, che scese con un tonfo. I quattro furono sbalorditi dalla diversità di tale area rispetto al resto della base: mentre i livelli inferiori erano rumorosi, malamente illuminati e puzzolenti, la stanza in cui si trovavano ora era luminosa e pulita quasi quanto quella di un ospedale. Dietro una grossa scrivania ingombra di monitor e di computer c’era una sedia dalle dimensioni sproporzionatamente grandi, sulla quale era riverso il corpo di un neimoidiano, con un datapad in una mano e un foro fumante all’altezza del petto. Di fronte alla scrivania si trovava il probabile responsabile di tutto questo, un droide da combattimento con le insegne gialle corrispondenti al ruolo di ufficiale; voltandosi rapidamente verso i nuovi entrati, sparò una raffica dal suo blaster, che colse Rea alla spalla.
Il fuoco di risposta lo centrò in pieno, scaraventando la parte superiore del corpo metallico oltre la scrivania. Kyrl aiutò lo zabrak ad alzarsi, ed entrambi si diressero verso i terminali sulla scrivania. Dalia e Sheen rimasero di guardia vicino alla porta e, osservandosi intorno, videro un’altra rampa di scale che saliva e un’apertura che portava verso una specie di camera da letto, molto probabilmente appartenente al neimoidiano.
Il twi’lek, intanto, raccolse il datapad del cadavere e lesse ciò che era scritto sopra:
"”Distruggi le prove. Elimina tutti i testimoni. Distruggi il jedi. Non mi deludere.” Chissà se questo messaggio era rivolto ai droidi o al nostro amico qui defunto?"
Rea, che si era messo ad armeggiare con i terminali, eruppe in una colorita imprecazione zabrak:
"Abbiamo i minuti contati! Quell’ammasso di ferraglia ha fatto scattare un meccanismo di sovraccarico dei generatori... tra meno di dieci minuti questo posto diventerà cibo per il Chiaki!"
Sheen disse:
"Io salgo queste scale, sperando che ci sia un mezzo per scappare da questa trappola." e partì fulmineo, nonostante le ferite.
Kyrl si rivolse a Dalia:
"Forse sarebbe meglio che tu vada con lui, nel caso dovesse incontrare resistenza."
Senza proferire parola, la ragazza si lanciò dietro al jedi, lasciando il twi’lek e lo zabrak a cercare di scaricare il maggior numero di informazioni possibile dai computer della stazione.

Torna alla parte 5 | Torna alla sezione Star Wars | Vai alla parte 7