Un buco nell'acqua - parte 7

Quando sentì dei passi che lo stavano raggiungendo, Sheen si voltò impugnando minacciosamente la sua spada laser.
"Sono io!" esclamò Dalia.
"Che ci fai qui?" chiese di rimando il padawan.
"Sarebbe meglio che non ti aggirassi da solo qui dentro."
Riflettendo un momento, Sheen chiese alla strega di Dathomir:
"Scusa un attimo: chi ti ha detto di salire?"
"E’ stato Kyrl."
"Quel twi’lek deve aver litigato con il proprio cervello! Dalia, tu hai un comlink, vero?"
"Certo che ce l’ho!"
"E l'altro ce l'ho io! Come si aspettano che li contattiamo?"
Sheen fece un gesto esasperato, poi aggiunse:
"Torna giù, e rimani in ascolto. Mi farò sentire a breve."
Il jedi riprese a salire rapidamente i gradini, a due a due.

Fortunatamente, l'ultima rampa di scale era la più breve, così Sheen riuscì a raggiungere la cima in poco più di due minuti. Quello che vide gli fece però perdere altri preziosi secondi: la gigantesca cupola che avevano visto da fuori sembrava ancora più grande da dentro, ma c'era qualcosa di ancora più sbalorditivo. Gran parte dell'hangar era occupato da un C-9979, una nave spaziale utilizzata per il trasporto dei droidi da battaglia e dei carri armati della Federazione dei Mercanti; con la forma di una H e l'apertura alare di più di trecentocinquanta metri, incombeva sul jedi, con la rampa di carico abbassata. Memore del fatto che il tempo scarseggiava, Sheen si diresse all'interno del vascello, sperando di non incontrare una strenua resistenza; era comunque fiducioso, dato che, a una rapida occhiata, sembrava che la stiva fosse vuota.
Il giovane raggiunse infatti la cabina di pilotaggio senza incontrare alcun nemico, e cercò di capire il funzionamento delle numerose manopole e leve che si trovavano sul pannello degli strumenti. Un terminale, in particolare, sembrava essere stato installato successivamente alla costruzione della nave, e il jedi suppose che si potesse trattare di un computer collegato alla rete della stazione mineraria; per questo, premette alcuni pulsanti lì accanto, e fu ricompensato dall'apparire di una serie di cifre che stavano rapidamente diminuendo.
"Mancano poco più di cinque minuti. Sarà meglio avvertire gli altri!"

Dopo aver ricevuto la comunicazione di Sheen, i restanti tre componenti del gruppo si affrettarono lungo le scale ma, quando si trovavano ancora a metà dell'ascesa, furono sorpresi da un enorme rombo proveniente da sopra le loro teste.
Rea mise mano al comlink:
"Sheen! Che sta succedendo?"
La voce tranquilla del jedi uscì dal comunicatore:
"Nulla. Sono riuscito a trovare il pulsante di accensione. Sbrigatevi!"

Il display sul pannello dei comandi segnalava che c'erano meno di tre minuti a disposizione per andarsene da lì. Quando Sheen fu raggiunto dagli altri, Rea disse:
"Bisogna trovare il modo di aprire quella cupola!"
Kyrl, che aveva già cominciato a studiare i comandi, avvertì:
"Ecco qui!" e premette una serie di pulsanti.
L'interno dell'hangar iniziò a riempirsi d'acqua, mentre il meccanismo di compensazione si attivava. Al di sotto delle cifre riguardanti l'imminente esplosione dei generatori della stazione apparve un'altra serie di cifre. Dalia esclamò:
"Tre minuti al collasso del generatore. Cinque minuti all'apertura della cupola. Mi sa che ci dobbiamo inventare qualcosa di diverso!"
Rea si fiondò verso le leve che controllavano le armi di bordo e iniziò a manovrarle. Le torrette laser si orientarono verso l'alto e una assordante raffica squarciò metà della cupola, causando l'ingresso nell'hangar di una cascata d'acqua.
Sheen pilotò l'enorme nave spaziale in maniera tale da evitare il più possibile i frammenti che cadevano e, mentre lo zabrak continuava a sparare e ad aprire la strada, riuscì a portare il vascello all'esterno.
Dopo una risalita di un paio di minuti, l'enorme trasporto emerse dalle acque di Iskalon e procedette a balzi nell'atmosfera del pianeta.
"Qual è il problema, Sheen?" chiese Dalia.
"Il problema è che non ho mai guidato nulla di più grande di un landspeeder, e quest'affare è cento volte più grosso. Vedi di non dare fastidio e lasciami pilotare!" rispose il padawan.
La strega di Dathomir, per una volta, obbedì.

Un'autoritaria voce femminile crepitò improvvisamente dal comlink:
"Nave da combattimento C-9979, qui Forza d'Assalto Alpha della Nuova Repubblica. Ammarate immediatamente o verrete disintegrati. Ripeto, ammarate immediatamente!"
La sorpresa fu tale che Sheen perse per un attimo il controllo dell'enorme velivolo, riuscendo a riacquistarlo pochi attimi prima che le massicce ali, inclinandosi, potessero toccare la superficie dell'oceano di Iskalon.
Dalia balzò in avanti e afferrò il comunicatore:
"Maestra Kirana, sei tu?"
"Dalia! Non vi siete fatti sentire, e quando abbiamo provato noi a contattarvi ci siamo resi conto che le comunicazioni da e verso il pianeta erano disturbate. State bene?"
Dando un'occhiata al padawan e allo zabrak, la ragazza rispose:
"Tutto sommato sì, ma alcuni di noi necessitano comunque di cure mediche."
"Stiamo già approntando il necessario. Ammarate, e vi potremo raggiungere."
Con un ultima serie di mosse sulla cloche, Sheen portò dolcemente il vascello a contatto dell'acqua e, quando sentì il rumore della navetta alleata che si agganciava al portello, sbloccò i comandi di apertura. Voltandosi verso i compagni, esclamò:
"Un altro incarico di tutto riposo, eh?"
Gli altri tre videro comunque che la giubba del giovane era intrisa di sudore, segno evidente della tensione che aveva accumulato.
Kyrl rispose:
"Sicuro! Che ne diresti di rifarlo?"
Il viso del jedi che impallidiva bastò a suscitare un moto di ilarità generale.

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