Chiedendo in giro, Rea era venuto a sapere che Haskal era una persona molto
importante all’interno di Pavillion e che non aveva un negozio. In verità,
possedeva una delle zone più grandi della città, all’interno della quale aveva
stabilito un mercato che, nei tipici pianeti della galassia, sarebbe stato
definito “all’aperto”: numerose bancarelle e tende su cui erano disposte le
merci più svariate.
Una volta all’interno del mercato, il twi’lek e lo zabrak si accordarono per
separarsi: mentre Kyrl sarebbe andato a fare domande presso l’ampia tavolata al
centro della zona, Rea si sarebbe aggirato lì intorno, per origliare
conversazioni e coprire l’amico in caso di bisogno.
L’uomo dall’aria allampanata che salutò il twi’lek non gli ispirava molta
competenza, e per questo Kyrl chiese:
"Senti, sai dove posso trovare Haskal?"
Gli occhi dell’interlocutore si fecero più vividi, mentre rispondeva:
"Ce l’hai davanti, ragazzo. Desideri qualcosa? Tutto quello che vedi qui è in
vendita." Abbassando la voce e continuando, disse:
"E se vuoi qualcosa che qui non c’è, posso fare in modo di trovartelo... per il
giusto prezzo, ovviamente," e terminò la frase con un sorriso.
Frugandosi nelle tasche, il twi’lek estrasse qualche credito, lo mise sul banco
posto tra i due e disse:
"Sto cercando Axin Blue. Mi sai dire dove posso trovarlo?"
"E’ molto ricercato da un po’ di tempo a questa parte. Non so con certezza dove
sia ora, ma mi pare che la sua nave sia atterrata ieri, e sicuramente è qui da
qualche parte. Nel peggiore dei casi, puoi aspettarlo lì."
"Sai per caso su quale piattaforma sia parcheggiato il suo vascello?" chiese
Kyrl.
"Non sono mica l’autorità portuale, io!" rispose Haskal, con un enigmatico
sorriso. "Comunque, ce ne sono sei, a Pavillion: non credo che sarà una ricerca
estenuante!"
Kyrl stava per andarsene quando, ripensandoci, aggiunse:
"Un’ ultima cosa. Perché mi hai detto che è ricercato?"
"Ah, beh... questa è una domanda la cui risposta si trova oltre una porta
chiusa. Ma credo proprio che tu possa averne la chiave..." esclamò il mercante,
sfregandosi il pollice e l’indice della mano destra.
Constatando l’esigua quantità dei crediti a sua disposizione, Kyrl pensò di
barattare l’informazione; estraendo un power pack dalla tasca, lo porse ad
Haskal dicendo:
"Forse questo potrà interessarti."
Trattenendo con molto sforzo le risate che gli stavano salendo in gola, l’uomo
si chinò dietro il banco e, quando riemerse, teneva tra le mani una cesta colma
di decine di power pack.
"Ragazzo, è come se avessi offerto dell’acqua a un iskaloni! Forse faresti
meglio ad andartene... e non allungare le mani sulle mie cose!" terminò, e Kyrl
si trovò decisamente spiazzato, in quanto aveva pensato di sgraffignare qualcosa
dalla bancarella, giusto per dispetto.
Quando il twi’lek si riunì con Rea, vide che lo zabrak stava parlando con Dalia
e Sheen. La ragazza ripeté a beneficio di Kyrl le informazioni ottenute dal
barista aqualish:
"Allora, Axin Blue è arrivato ieri a Pavillion, e..."
L’intervento concitato del twi’lek interruppe bruscamente la frase della strega
di Dathomir:
"E questo è tutto quello che sono riuscito a scoprire da quel farabutto di
Haskal! Questo non ci porta da nessuna parte!"
Con un’espressione che era tutta un programma, Dalia riprese come se non fosse
stata interrotta:
"... e mi è stato detto che comunque non è stato visto in giro per la città. Se
abbiamo fortuna, possiamo trovarlo ancora nella sua nave."
Kyrl, a cui non era sfuggito lo sguardo della ragazza, attese il termine della
frase per azzardare di nuovo un intervento:
"Haskal ha detto che ci sono sei piattaforme di atterraggio nella città.
Inoltre, mi è sembrato di capire che non siamo stati i primi a chiedere di Axin."
A quel punto, Dalia si incamminò verso il banco di Haskal, a pochi metri di
distanza. Quando lo raggiunse, il mercante esordì dicendo:
"Salve, amica del twi’lek! Che posso fare per te?"
Sinceramente sbalordita, la strega non riuscì a fare altro che balbettare
qualche sillaba.
"Se ti metti a discutere a dieci metri da me con un twi’lek che ricorderò per
molto tempo per la sua inettitudine alla trattativa, non puoi pensare di passare
inosservata, sbaglio?"
Dalia cercò di mettere una pezza alla situazione chiedendo di poter visionare
alcuni modelli di armi arcaiche, e dopo aver dato un’occhiata alle varie spade
antiche, archi e frecce che erano in vendita, tornò dai suoi compagni.
"Non sono riuscita a chiedergli nulla, ha scoperto subito il mio gioco", riferì
la ragazza, fulminando di nuovo con lo sguardo Kyrl.
Il turboascensore che portava alla piattaforma Delta era il più vicino al
mercato di Haskal. Rea era indaffarato a recuperare informazioni da un terminale
posto vicino al pannello di controllo e il twi’lek, per evitare di stare troppo
vicino alla strega di Dathomir, si era offerto di aiutarlo. Il jedi stazionava
poco lontano, perlustrando i dintorni, dato che quello che stavano facendo non
era propriamente legale.
Lo zabrak alzò gli occhi dal computer con un’espressione trionfante sul viso
tatuato, e disse:
"Forse ho trovato quello che cerchiamo! Su questa piattaforma è atterrato ieri
un vascello YT-1300 chiamato Fawlty Flier, e secondo il registro, questo
turboascensore non è stato utilizzato da due giorni. Credo che Axin Blue sia
all’interno della sua nave... che ne dite, andiamo a fargli una visita?"
Quando completò la frase, diede un paio di colpi sui tasti del terminale, e le
porte della cabina si aprirono.
Una volta in superficie, i quattro si trovarono su un’area di atterraggio molto
simile alla loro, fluttuante sulle onde di Iskalon. A qualche decina di metri di
distanza, si stagliava la forma circolare della nave spaziale corelliana,
parcheggiata con la parte posteriore rivolta al turboascensore e la rampa di
carico abbassata. Ad un occhio disattento, sarebbe potuta passare per il
Millennium Falcon di Han Solo, ma l’ex pirata e ora eroe della Nuova Repubblica
aveva pesantemente modificato il suo vascello con armamenti e dispositivi di
comunicazione che protrudevano dalla carlinga.
Mentre il gruppo si avvicinava alla rampa, Sheen si guardò attorno e riuscì a
distinguere, a mezzo chilometro da loro, un’altra piattaforma di atterraggio; la
sagoma che vi era ferma sopra faceva chiaramente capire che si trattava della
piattaforma Gamma, con la Deep Star Six del capitano Ottmer.
Intanto, Kyrl era arrivato a ridosso della nave e scandì a voce alta:
"C’è nessuno a bordo?"
Non ricevendo risposta, i quattro compagni pensarono di dividersi per
perlustrare rapidamente l’interno.
"Io mi occupo della stiva di carico," disse Sheen.
"Io e Kyrl setacceremo il ponte superiore e controlleremo nell’abitacolo," disse
lo zabrak.
"Io rimarrò qui fuori. Se qualcuno avesse bisogno di aiuto, mi chiami," annunciò
Dalia.
Fatti pochi passi all’interno del corridoio curvo che seguiva il profilo della
nave, lo zabrak e il twi’lek sentirono chiaramente dei rumore metallici, e a un
certo punto sentirono anche una voce elettronica pronunciare un "ricevuto".
Aumentando le cautele, i due proseguirono e riuscirono a vedere quattro droidi
da combattimento dalla forma scheletrica affaccendati vicino alla soglia della
cabina di guida. Il loro colore arancione era la tipica tonalità con cui tali
robot uscivano dalla fabbrica nel periodo di gloria della Federazione dei
Mercanti, ma questi erano dipinti di verde nella zona superiore della testa. Rea
rimase interdetto: era troppo giovane per aver visto in prima persona questi
droidi da battaglia in azione, ma aveva letto alcuni documenti che parlavano di
codifica cromatica per le varie specializzazioni. Era certissimo che il giallo
rappresentasse gli ufficiali, ma non aveva la minima informazione sui droidi
identificati dal verde.
Senza pensarci troppo, lo zabrak fece segno a Kyrl di indietreggiare in silenzio
per avvertire gli altri. Quando raggiunsero l’imboccatura della rampa, trovarono
Sheen che stava riferendo a Dalia quello che aveva trovato nella stiva:
"Ho aperto una delle casse, e ho trovato semplicemente oggetti di uso comune,
come sedie, bicchieri e così via. Non c’era altro."
Quando il padawan si volse verso i due compagni che avanzavano furtivi, chiese:
"Che c’è?"
Rea cercò di spiegargli a gesti cosa aveva visto, ma non fu molto efficace; lo
sguardo interrogativo di Sheen mostrò che non aveva capito e, mentre gli altri
tre si accingevano a scendere per la rampa, il jedi decise di constatare di
persona.
Con uno sbuffo, Dalia disse:
"Sarà meglio andargli dietro, potrebbe cacciarsi nei guai."
Quando Sheen scorse i droidi da battaglia, ebbe la sfortuna di trovarsi un paio
di occhi robotici puntati addosso. Non ebbe nemmeno il tempo di mettersi al
coperto, mentre anche gli altri tre droidi si voltavano verso di lui spianando
le armi. Impugnando la spada laser e accendendola, il padawan decise di giocare
aggressivo, e si lanciò verso i nemici, mentre i colpi di blaster iniziavano già
a sfrecciargli attorno.
Udendo il tipico crepitio dei fulminatori, Rea e Kyrl estrassero a loro volta le
armi e, raggiunto un punto in cui potevano distinguere chiaramente i bersagli,
aprirono il fuoco con l’intenzione di coprire il jedi all’assalto. Dalia fu
subito dietro di loro, e scosse la testa quando vide che Sheen si trovava in
mezzo alla mischia, rendendo complicato il compito dei suoi compagni dotati di
armi a distanza.
Il jedi, da parte sua, raggiunse i nemici con un ultimo balzo, roteando
contemporaneamente la sua arma; quando ebbe rimesso i piedi a terra, vide due
droidi cadere, privi entrambi della testa. Con solo due nemici rimasti, e il
padawan non più in linea di tiro, il twi’lek e lo zabrak ebbero vita facile
nell’eliminare completamente la minaccia.
Quando i quattro si riunirono sulla soglia che dava all’interno dell’abitacolo,
Dalia apostrofò Sheen in maniera sprezzante:
"Sei troppo avventato! Non credo che questo sia quello che insegnano ai jedi!"
Sheen si sentì in animo di risponderle a tono:
"Senti, io combatto con una spada laser, e quindi mi pare ovvio che devo andare
vicino agli avversari per colpirli! Non ho mica un blaster o un arco, io!"
aggiunse, volendo suonare sarcastico sull’arma utilizzata dalla ragazza.
"Allora faresti meglio a procurartene uno!" disse lo zabrak, mentre raggiungeva
Kyrl che era entrato nella cabina di guida dell’astronave.
Il twi’lek attirò l’attenzione dei due usufruitori della Forza, che si stavano
ancora squadrando in maniera poco amichevole, e disse:
"Credo che abbiamo un problema!"
Quando Dalia e Sheen videro in cosa consisteva il “problema”, scoprirono una
creatura riversa scompostamente sul sedile del pilota, con un piccolo foro
fumante all’altezza del petto. La corporatura snella, la pelle liscia e pallida,
e soprattutto le fattezze rettiliformi portavano a concludere che si trattasse
di un er’kit, e non c’era dubbio che si trattasse di Axin Blue.
“Maledizione” pensò la strega di Dathomir, “e adesso?”
I suoi pensieri vennero interrotti da un altro annuncio di Kyrl:
"Credo che abbiamo un altro problema, e credo anche che questo sia più
impellente!"
Il twi’lek era infatti chino su una specie di scatola cubica di venti centimetri
di lato, su cui erano disposte alcune spie e un piccolo visore. Su quest’ultimo,
una serie di cifre stava andando rapidamente all’indietro.
"Esplosivo!" disse Rea, a metà tra il sorpreso e il divertito. "Penso di poterlo
disattivare in men che non si dica. Voialtri, uscite da questa nave..."
Kyrl propose allo zabrak:
"Magari posso aiutarti, ne so qualcosa anch’io di detonatori."
Dalia e Sheen iniziarono a camminare verso l’uscita, e la strega disse al
padawan:
"Credi che sappiano quello che fanno?"
Il ragazzo appariva fiducioso:
"Mi sembrava che Rea fosse consapevole di...", e la frase fu troncata a metà
quando fu oltrepassato da una enorme sagoma e da una figura più piccola, dotata
di lekku che gli ondeggiavano dietro la testa, lanciati in corsa come se
avessero avuto l’intera flotta imperiale alle calcagna.
" Via! Via! Via!" urlava lo zabrak, mentre guadagnava l’uscita.
Senza stare a pensarci troppo, anche Dalia e Sheen iniziarono a correre e, una
volta all’aperto, continuarono in direzione del turboascensore. Quando ebbero
coperto metà della distanza dalla nave al loro traguardo, una fragorosa
esplosione lacerò l’aria e una vampata di calore li investì alla schiena,
gettandoli a terra. I frammenti della nave furono proiettati in tutte le
direzioni, sibilando accanto ai quattro compagni mentre si coprivano la testa
con le mani.
Quando la pioggia di detriti si arrestò, si rialzarono e contemplarono quello
che rimaneva della nave: poco più di una macchia scura e qualche rottame sparso
sulla piattaforma. Improvvisamente, un’altra esplosione, ovattata dalla
distanza, li fece girare all’unisono. Sulla piattaforma che Sheen aveva in
precedenza identificato come quella su cui era parcheggiata la nave del capitano
Ottmer, una palla di fuoco aveva preso il posto della Deep Star Six. Alcuni
pezzi affondarono nell’acqua a poche decine di metri da dove si trovava il
gruppo, che fissava sbalordito l’accaduto.
Kyrl fu il primo a rompere il silenzio nel quale tutti quanti erano sprofondati:
"Credo che abbiamo un terzo problema!"
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