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I lavori durarono una decina di anni, non senza difficoltà. Il 5 maggio 1956 ventimila fedeli si adunarono davanti al sagrato del convento per partecipare all’inaugurazione della «opera terrena» di Padre Pio.
I posti letto sono trecento.
Il 16 maggio del 1947, la posa della prima pietra. La realizzazione dell’opera fu affidata ad Angelo Lupi, costruttore tuttofare abruzzese, strano e stravagante personaggio, all’ing. Luigi Ghisleri e al marchese Giovan Battista Sacchetti.
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Ci si affidava, ovviamente, alla Provvidenza e alla generosità dei fedeli. In un primo momento le offerte vennero registrate su un comune quaderno scolastico. E i contributi non tardarono ad affluire copiosi da ogni parte del mondo: lire, dollari, sterline, marchi, franchi, scellini. Resta emblematica l’offerta di una povera vecchietta che donò direttamente a Padre Pio i pochi spiccioli le sarebbero serviti per l’acquisto di alcune candele. Il miracolo terreno di Padre Pio, sicuramente il più grande, era stato compiuto.
«Fra le tante cose belle, questa che si vuole realizzare adesso è una delle più belle» fu la risposta del Frate stimmatizzato. Furono interpellati i più noti artisti italiani del tempo e alla fine, appunto il più famoso, Francesco Messina, accettò di realizzare l’opera. Il 22 settembre 1968 Padre Pio benediceva la posa della prima pietra e, in meno di tre anni, la Via Crucis vide la sua ultimazione.
La solenne cerimonia di inaugurazione ebbe luogo il 25 maggio 1971. L’opera è concepita come un percorso in salita che si sviluppa ai piedi del monte Castellano, diramandosi in una folta vegetazione costituita da cipressi e pini.
Il Papa ha parole di elogio per quanto realizzato. L’ospedale ha reparti di chirurgia generale e di urologia con due sale operatorie, quello di medicina, ortopedia, cardiologia, pediatria, ostetricia con sala operatoria, sala parto, la radiodiagnostica, i laboratori per le analisi ed il servizio trasfusionale.