ASCOLTA
l'intervista direttamente dalla VOCE DI
JACOPO!
Stefano Barsotti: Vedo che stai sbirciando l'intervista!
Jacopo: Si perchè mi preoccupo...mi ricorda la
scuola ...non sapevo mai come come rispondere quindi...
S.B.: Questa sera, serata di esordio per te e per il tuo
gruppo.
J.: Si. E' la nostra 1^ esibizione live quindi ci teniamo
molto anche perchè è per beneficienza.
S.B.: L'inizio è sempre quello: gioia e passione
nel suonare con amici: tu hai cantato, suonato e scritto in una
rock band, i "IV Zona", ... e poi? Come e
nata lidea di partecipare ad Op. Trionfo? Cosa ti ha spinto?
J.: L'idea di partecipare ad Op.Trionfo è nata
un pò per caso, è stato un pò il destino che
mi ci ha portato: era un momento della mia vita un pò particolare
dove volevo sempre qualcosa di più; ho fatto questo provino,
è andato bene il 1^, poi il 2^, poi al 3^ non ci volevo andare
perchè vedevo gli altri troppo bravi; ci sono andato e l'ho
passato e così sono arrivato tra i 16 finalisti.
S.B.: Ricordiamo che nell'operazione trionfo hai raggiunto
quel risultato che volevi raggiungere, più che notevole per
uno che non ha mai studiato canto.
J.: Vero. Io non ho mai studiato canto, non ho mai studiato
musica. E' proprio una passione che avevo, mi piace cantare, mi
piace trasmettere le emozioni che vivo e che adesso comunque viviamo
con il gruppo visto che non sono l'unico a scrivere, siamo io, il
chitarrista, insieme, e poi di trasmetterle a più pubblico
possibile.
S.B.: Tra i tuoi tanti lavori anche il fotomodello: ho letto
che hai abbandonato questo lavoro per il disagio che provavi durante
i servizi fotografici. E' vero?
J.:Si. Anche quello è nato tutto per caso.
Tramite amici mi ha contattato un'agenzia di moda, c'era un provino,
io non ci volevo andare: invece ci sono andato e da lì è
iniziato il tutto: però non mi piace stare sotto l'obiettivo
di una macchina fotografica senza far niente, quindi ho lasciato
immediatamente il tutto.
S.B.: E prima del successo di Operazione Trionfo come vedevi
o comunque immaginavi il tuo futuro?La musica per te era un hobby
o qualcosa su cui puntare per il domani?
J.: Non ho mai pensato che potesse diventare il mio lavoro:
era un hobby, piacevolissimo che avevo, e adesso vivere questa esperienza
che è comunque guadagno da cose di cui sono innamorato è
stupendo e meraviglioso.
S.B.: Tu hai una personale concezione della musica: la definisci
come "una macchina molto veloce che ti aiuta a abbandonare
uno stato d'animo che ti opprime, un depuratore dell'anima".
Ti dice nulla questa frase?
J.: Dicono che sia mia! Ogni tanto mi spavento delle
cose che dico: ognuno di noi vive dei periodi bui della vita ed
io quando stò male prendo una penna e porto tutte le mie
emozioni su un foglio di carta e così e come se me le scrollassidi
dosso e la musica che mi permette di cantare le cose che scrivo
o che comunque scrivono altri, mi fà stare bene, mi depura
proprio l'anima nella maniera più veloce possibile. Stai
male, scrivi, le canti e ti senti più ricco perchè
le trasmetti ad altre persone e più vuoto perchè perdi
le cose che ti facevano stare male.
S.B.: In un mercato musicale fatto negli ultimi anni ci cantanti
fotocopia creati sempre più spesso a tavolino
non hai paura di quelle etichette che molte volte vengono attribuite
ai nuovi talenti emergenti? Un caso su tutti. il fenomeno "boyband".
J.: Io ascolto musica rock da tanti anni non mi ha mai
appassionato il fenomeno "boyband" e quindi non l'ho mai
considerato più di tanto. Sò che comunque cantare,
arrivare a molto pubblico, fare il disco è molto difficile,
così come lo è poi durare nel tempo perchè
puoi riuscire anche a farne uno ma può essere una cosa così,
di un mese, di un anno. Io non voglio questo. Noi stiamo ricominciando
da zero col gruppo perchè vogliamo durare nel tempo; fare
le cose fatte bene; abbiamo il progetto di un disco che non vogliamo
anticipare nei tempi. Prima di farlo uscire ci creeremo tutta la
nostra credibilità col pubblico suonando in giro.
S.B.: Quali sono le emozioni e le sensazioni che provi vedendo
dal palco le sempre tante persone che con affetto ti seguono nelle
tue uscite pubbliche?
J.: Le prime volte dicevo: "Cavolo! quanta gente
viene a vedere uno stonato!": sono contentissimo perchè
comunque per me in Accademia è stato molto difficile, per
tanti motivi e lì non ho mai potuto esprimermi al massimo,
perchè le canzoni che mi affibbiavano erano completamente
un'altra cosa: invece adesso, presentarmi al pubblico e cantare
le mie canzoni mi dà una sicurezza estrema e vedere poi che
la gente si esalta quando noi cantiamo le nostre canzoni è
mervaglioso.
S.B.: Quanto e come sei cambiato negli ultimi tempi?Cosa
ti piace del nuovo Jacopo e cosa rimpiangi del vecchio..
J.: La risposta è molto semplice: io vivo ancora
in casa con mia madre: sono lo Jacopo che era prima, cioè
lo Jacopo dentro l'Accademia e che lo è ancora adesso, quindi
non sono certo una persona che si fà prendere dall'entusiasmo,
dalle manie di grandezza ecc... . Sò che devo ancora prendermi
tutta la credibilità con la gente, col pubblico, che devo
lavorare tantissimo: testimonianza di tutto questo lo è il
fatto che ho ricominciato completamente da zero: per me Operaz.
Trionfo è servita, però adesso si ricomincia da zero
e si fà sul serio.
Un saluto a tutti i radioascoltatori della Musicland e di Radio2000
da Jacopo e dai Kafka 67, che sarebbe il mio gruppo.
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Lo STAFFeruglio - giugno 2003.
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