I L'albero
della vita (pianta con frutto) |
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Perché con la
tua santa croce hai redento il mondo. Commento Fin
dagli albori del mondo, gli alberi assumono un significato particolare in
riferimento al rapporto dell'uomo con il Creatore. L'albero che sta in mezzo al
giardino rappresenta la conoscenza del bene e del male e il divieto di mangiarne
i frutti significa che il potere di decidere del bene e del male non appartiene
all'uomo, ma a Dio solo. Dio, che solo è buono, conosce perfettamente ciò che
è buono per l'uomo, e in forza del suo stesso amore glielo propone nei
comandamenti. Purtroppo il primo Adamo non ha saputo leggere nel comandamento di
Dio il segno di questa sua cura amorosa per l'uomo. Dal libro della Genesi (3, 1-24) Il
serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio.
Egli disse alla donna: “È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di
nessun albero del giardino?”. Rispose la donna al serpente: “Dei
frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto
dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete
mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”. Ma il serpente disse
alla donna: “Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste,
si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il
male”. Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare,
gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto
e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne
mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere
nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. Poi udirono il Signore Dio
che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l’uomo con sua moglie si
nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il
Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: “Dove sei?”. Rispose: “Ho udito
il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono
nascosto”. Riprese:
“Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell’albero
di cui ti avevo comandato di non mangiare?”. Rispose l’uomo: “La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato”. Il Signore Dio disse alla donna: “Che hai fatto?”. Rispose la donna: “Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato”. Allora il Signore Dio disse
al serpente: “Poiché tu hai fatto
questo, sii tu maledetto più di
tutto il bestiame e più di tutte le bestie
selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della
tua vita. Io porrò inimicizia tra te
e la donna,
tra
la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la
testa e tu le insidierai il
calcagno”. Alla donna disse: “Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue
gravidanze, con dolore partorirai
figli. Verso tuo marito sarà il
tuo istinto, ma egli ti dominerà”. All’uomo disse: “Poiché
hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero, di cui
ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per
causa tua! Con dolore ne trarrai il
cibo per tutti i giorni della
tua vita. Spine e cardi produrrà per
te e mangerai l’erba
campestre. Con il sudore del tuo volto
mangerai il pane; finché tornerai alla
terra, perché da essa sei stato
tratto: polvere tu sei e in polvere
tornerai!”. L’uomo chiamò la moglie Eva, perché essa fu la madre di tutti i viventi. Il
Signore Dio fece all’uomo e alla donna tuniche di pelli e le vestì. Il
Signore Dio disse allora: “Ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la
conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda
anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre!”. Il Signore
Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era
stato tratto. Scacciò l’uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i
cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all’albero
della vita. Dalla lettera di S. Paolo apostolo ai Romani (5,
passim) Fratelli,
come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la
morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno
peccato. Fino alla legge infatti c’era peccato nel mondo e, anche se il
peccato non può essere imputato quando manca la legge, la morte regnò da Adamo
fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione
simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. Ma
il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo
morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di
un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini.
Infatti
se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo,
molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della
giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo. Come
dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna,
così anche per l’opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli
uomini la giustificazione che dà vita. Similmente, come per la disobbedienza di
uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza
di uno solo tutti saranno costituiti giusti. Laddove
è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia, perché come il peccato
aveva regnato con la morte, così regni anche la grazia con la giustizia per la
vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore. Rit. Perdonaci,
o Signore. Quando
non ci fidiamo di te… Quando
pretendiamo di essere noi a decidere il bene e il male, a prescindere dai tuoi
insegnamenti… Quando
non abbiamo il coraggio di reagire al male e di resistere alle tentazioni… Quando
siamo schiacciati dal peso dei nostri peccati… Quando
ricadiamo nelle solite colpe… Quando
puntiamo il dito contro le miserie altrui… Canto PURIFICAMI, O SIGNORE Purificami, o
Signore, sarò più
bianco della neve.
nel tuo affetto cancella il
mio peccato; e lavami da ogni mia colpa, purificami da ogni mio
errore.
il mio errore mi è sempre
dinanzi: contro te, contro te solo
ho peccato, quello che è male ai tuoi
occhi io l'ho fatto.
e limpido nel tuo
giudicare. Ecco malvagio sono nato, peccatore mi ha concepito
mia madre.
e nel profondo mi insegni
sapienza. Se mi purifichi con issopo
sono limpido, se mi lavi sono più bianco
della neve.
esulteranno le ossa che hai
fiaccato; dai miei errori nascondi il
tuo volto e cancella tutte le mie
colpe!
rinnova in me uno spirito
fermo; non cacciarmi lontano dal
tuo volto, non mi togliere il tuo
spirito di santità.
sorreggi in me uno spirito
risoluto. Insegnerò ai peccatori le
tue vie e gli erranti ritorneranno
a te.
e la mia lingua griderà la
tua giustizia. Signore, apri le mia
labbra, la mia bocca annuncerà la
tua lode.
se ti offro olocausti non
lo vuoi; la mia vittima è il mio
spirito affranto: non disprezzi un cuore
affranto e fiaccato.
ricostruisci le mura di
Gerusalemme e gradirai vittime di
giustizia e vitelli sul tuo altare.
al Figlio Gesù Cristo
Signore, allo Spirito Santo Amore, nei secoli dei secoli.
Amen. Croce di Cristo, divino tesoro Croce di Cristo, difesa dei poveri Croce di Cristo, luce sul mondo Croce di Cristo, legno benedetto |