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 Tra Sibilla e Betulla-

E' una visione del sistema di cose contemporaneo attraverso gli occhi di una sibilla, antica profetessa, visibile in primo piano. Non e' una visione ottimistica e positiva, non lascia presagire niente di rincuorante e presenta delle metafore allarmanti. L'uomo in primo piano non ha volto, a denotare la mancanza di personalità, di volontà propria, senza obiettivi o intenti; e' un mercenario, votato al migliore offerente, pronto ad imbracciare cause che non sono le sue, crudo e cinico simbolo di quell'umanità arida e opportunista, incapace di iniziative nobili e disinteressate. Nel lato sinistro, su un piano rialzato, a dominare la scena, un cavallo bianco, segno distintivo di comando e di potere ma che ormai ha disarcionato il suo cavaliere e si impenna euforico a manifestare la liberta' trovata da qualsiasi legame, soggezione o autorita'. Ben denota lo stato anarchico e indipendente che pervade l'atmosfera che si vuole illustrare. All'estrema destra, ultimo esemplare sopravvissuto al depauperamento vegetale, una betulla, ridotta paradossalmente ad un oggetto venerabile. Sullo sfondo, lontano, una torre  che nel contesto profetico richiama alla memoria la torre biblica di Babele.Emblema del paganesimo e dell'adulterio morale a cui e' pervenuta la generazione attuale. Lo scenario non offre nessuna parte allo spettatore se non quella di accettare passivamente l'evolversi degli eventi che la sibilla proferisce.

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L'angolo della vita

Si sono spesi fiumi di parole circa l'origine e lo scopo della vita, si sono formulate le gongetture piu' colorite e disparate sul fine della nostra esistenza. In mancanza di risposte certe l'uomo e' finito col ripiegare in un unico e comune intento che ha contraddistinto ogni popolo in ogni epoca : costruire intorno a se' un sistema in grado di farlo sopperire al meglio ad ogni affanno, che gli consentisse di  sopravvivere  agli eventi giorno per giorno, cogliendo da ogni attimo di vita quanto piu' frutto potesse dare. Un sistema che nel suo evolversi e' fuggito di mano a chi  da esso doveva essere tutelato e servito. Un sistema che da originale cinta protettiva quale era, ha finito per invadere l'ultimo spazio vitale, quello stesso angolo di vita in virtu' e in difesa del quale era stato ideato.

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Valori Miei

Dire cosa occupa il primo posto per l'uomo nella sua scala dei valori e' alquanto soggettivo. Con l'opera "Valori Miei" sono illustrati in maniera figurativa i valori primari dell'autore; tre donne poste su un piano rialzato acquistano un'importanza principale, metafora degli affetti nelle tre generazioni a lui vicine :  la precedente quale generatrice, la contemporanea amica e compagna, la posteriore da lui generata.  La costruzione centrale e i lastricati marmorei richiamano i legami con la pietra bianca che fin dagli anni degli studi giovanili ha segnato il suo cammino nell'esercitazione della scultura, del disegno tecnico e della pittura nella capitale del marmo, Carrara. La 'porta', posta alla sinistra della scena, introduce ad un percorso fatto di tappe e di scelte caratterizzato dallo stile di vita, dall'espressione artistica e, non ultima,dalla fede condivisa; un percorso mai conforme ai canoni tradizionali di comportamento, unico e personale come la data di nascita impressa nel lato sinistro della proiezione.

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Anima Trafitta

.Non si sa' bene se sia il fiore il complemento del vaso ornamentale, o sia quest'ultimo il complemento del fiore che vi si introduce.  Una sorta di simbiosi. L'importante e' il risultato finale, l 'effetto, l 'appagamento visivo. Lungi da noi il pensiero che quel tenero stelo possa anche solo scalfire la dura materia che lo andrà a contenere. Eppure,  la figura piu' tenera, piu' fragile e a noi piu' cara che ci accompagna in maniera complementare e' quella che puo' infliggerci le ferite piu' profonde. Quanto piu' amata, tanto piu' in grado di trafiggerci il cuore. Lo stesso stelo di un fiore puo' aprirci l'anima

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Tragica Teatralita'

"Siamo uno spettacolo teatrale per il mondo..." sono le parole contenute in una lettera che un martire cristiano scrisse nel primo secolo descrivendo la propria condizione di perseguitato. Condizione che si ripete ogni qualvolta l'uomo si accanisce contro il proprio simile con manifestazioni di intolleranza religiosa, razziale, culturale o dove comunque e' evidente una sorta di insofferenza alle diversita' altrui. Uno spettacolo che ha avuto repliche in ogni secolo della storia e in ogni popolo del mondo, assegnando ad ogni individuo le vesti di perseguitato o persecutore a secondo delle sorti accidentali assegnate. Possa questo spettacolo esaurirsi e congedare senza piu' parti i suoi protagonisti.

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Alle Porte della Morte

Le decisioni piu' dolorose sono quelle che concedono poche opzioni di scelta. Opzioni alle quali siamo legati e alle quli non vorremmo mai rinunciare, ma che inesorabilmente la scelta fatta ci fara' scartare. Talvolta il conflitto e' interiore. Cio' che vorremmo con tutta l'anima ha un prezzo pari al valore dell'anima stessa. Tale decisione ci conduce alle Porte della Morte. Alle soglie del bene e del male. Cio' che piacevolmente ci appaga, risulta tanto desiderabile quanto deleterio e mortale. Per cio' che e' vitale e saggio c'e' una sorta di ripudio e negazione. Un conflitto universale, eterno, le cui controparti si affrontano nel terreno dell ' umano. Avere per poi morire  o  rinunciare per poi vivere.

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Religion Killer - Babilon has Fallen

Il libro di Apocalisse, benche' apparentemente ermetico, e' rivelatore di avvenimenti profetici che hanno trovato un adempimento nell 'arco di due millenni fino alle soglie del nostro secolo. Un libro che tra i tanti simbolismi, identifica Babilonia, l 'antica citta' della Persia, come l 'emblema e il centro delle molteplici forme di religione, rapportandola, rinominandola in Babilonia la Grande, con tutte le organizzazioni cosiddette religiose e presunte illuminatrici dei popoli. Le opere  "Religion Killer"  e  "Babilon has Fallen"  illustrano in maniera figurativa il destino che, secondo la suddetta profezia apocalittica, e' riservato a chi sara' annoverato tra le fila di tali organizzazioni. Un destino rovinoso e mortale come rovinosa e mortale sara' la condizione di chi, in nome di una divinita' pagana, ha fuorviato e deviato dalla fede originale.

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Preludio alla Mortalita'

Rivaleggiare, contendere, misurarsi con un  altro individuo non sempre assume i tratti di una lotta violenta.  Si possono infliggere ferite profonde a chi riteniamo nostro rivale e da esso riceverne, senza necessariamente imbracciare un' arma. Ci si puo' misurare ostentando la propria immagine, il proprio stato sociale, la propeia condizione culturale e con queste sottoporre, ferire e perfino uccidere.  Ma nel momento stesso in cui lanciamo la sfida ci rendiamo soggetti alla stessa eventualita' di colui col quale lottiamo per essere vincenti : essere vinti.  Cosi', irragionevoli e avidi, non ci vogliamo rendere conto che quando guardiamo alla vittoria ci prepariamo alla morte.

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Woman from Eden

Si cercano sempre attenuanti alle nostre molteplici manchevolezze.  La donna dell 'Eden e' stata da sempre additata come l 'emblema, la personificazione della disubbidienza e come attenuante alle nostre limitazioni.  La sua scomparsa non ha segnato la fine dell 'insubordinazione.  Eva vive.  Vive nell ' insofferenza verso qualsiasi forma di autorita' costituita.  Vive nell ' opposizione ai principi e alle norme di comportamento riconosciute.  Vive nel desiderio di indipendenza e anarchia.  Vive nelle attitudini libertine e anticonformiste.  La donna dell ' Eden vive nello spirito di ribellione.

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Olimpici Sguardi

La soddisfazione di vedere realizzate le nostre aspettative dipende da quanto queste sono elevate.  Siamo noi a stabilirne il raggiungimento in base alla ragionevolezza delle ambizioni.  La modestia, l 'umilta' e la consapevolezza delle nostre limitazioni e capacita', dovrebbero guidarci nel disegnare obiettivi fattibili.  Distogliendo lo sguardo da ipotetici  'olimpi' lontani, fantasiosi e troppo al di sopra di noi, scopriremo la soddisfazione che deriva dal godere di quanto e' li' vicino, alla nostra portata e che la nostra presunzione aveva celato.

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L'Isola Ideale

Ogni uomo in ogni tempo e cultura ha vissuto la propria esperienza di vita mosso da una luce, non importa se fulgida o flebile che alimentava la sua esistenza.  Una luce che a volte ci abbaglia, a volte sembra morire, ma che continua a perseguirci o farsi perseguire.  E ' la speranza, lo scopo, la meta che ci accompagna fino all 'ultimo dei nostri giorni. Spesso, gelosamente, l 'abbiamo custodita e allevata nei nostri pensieri e nel nostro cuore, non l 'abbiamo ostentata, non l 'abbiamo condivisa con alcuno.  Ne abbiamo fatto un'isola irraggiungibile, al di sopra di tutto, le cui coordinate conosciamo solo noi.  Il grande ideale per cui e' valso la pena esistere.  Grande, troppo grande, talmente grande da sfuggire perfino a noi che lo abbiamo ideato.  Cosi' elaborato minuziosamente, costruito con dovizia di particolari, cosi' perfezionato da non adattarsi piu' alla nostra natura mutevole e terrena.  Nitido agli occhi della mente quanto illusorio come un miraggio

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Nostalgie Invadenti

La nostalgia affiora immancabilmente quando leggiamo le pagine del nostro passato.  Talvolta scaturisce dal ricordo di cio' che si e' fatto, talvolta dal rimpianto delle occasioni perdute ; talvolta ci ossessiona, talvolta ci fa sorridere. Comunque siano i colori e i toni delle nostre pagine ormai scritte, rimangono indelebili e incancellabili . Lungi dall 'essere pagine morte,  possano  fornirci l 'ispirazione e il modello di correggere i passi dei  percorsi futuri

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