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- Se n'è parlato tanto ed è anche uscito un film
interpretato da Mel Gibson in merito, ma a parte alcuni dichiarati o
smascherati come palesemente falsi, il mistero su alcuni "Crop Circles", letteralmente
"cerchi nel
grano", rimane. Appaiono misteriosamente da un giorno all'altro, realizzati
prevalentemente di notte, su enormi campi di grano di ogni paese del
mondo, anche se l'Inghilterra sino ad ora vanta il maggior numero di segni
scoperti. Inizialmente semplici forme geometriche per lo più circolari,
col tempo si sono evoluti sempre più, sino ad imprimere decorazioni
complesse, affascinanti e simboliche. Ovviamente i sostenitori della
natura aliena di tali segni non hanno alcun dubbio sulla loro formazione,
e nel sito ufficiale è anche possibile vedere filmati dati per autentici
nei quali si vedono roteare sfere luminose sui campi dove successivamente
appariranno i crop circles. La domanda che invece gli scettici si pongono
è: se si tratta di esseri tanto evoluti giunti fino a noi, che bisogno
avrebbero di manifestarsi attraverso disegni nel grano? Perchè non usare
le onde radio, per esempio, ma forme così primitive di rappresentazione
grafica?
ESTINZIONI DI MASSA: METEORE O SUPERNOVE?
Delle cinque grandi estinzioni di massa, avvenute rispettivamente 440, 360, 250,
205 e 65 milioni di anni fa, alcune potrebbero essere opera non della caduta di un
asteroide, come si è spesso pensato, ma frutto delle devastanti radiazioni
emesse dall'esplosione di una supernova troppo vicina al nostro Sistema Solare.
Una supernova può sprigionare in un attimo tanta energia quanta ne aveva
consumata in tutta la sua vita, sia sottoforma di energia cinetica (materiale
espulso) che mediante radiazioni corpuscolari ed elettromagnetiche (raggi
ultravioletti, raggi X, raggi gamma, raggi nel visibile ecc), più neutrini, che
essendo comunque particelle subatomiche quasi prive di massa possono
attraversare la materia senza danneggiarla.
E' stato calcolato che una galassia come
quella cui apparteniamo, estesa circa 100.000 anni
luce, conta un'esplosione di supernova più o meno ogni 70 anni, un evento tutt'altro
che raro. Nonostante ciò, non è stato ancora possibile studiare un'esplosione
galattica di supernova in "diretta" (a causa delle polveri
interstellari che nascondono molto nella banda del visibile), quella più vicina a noi
analizzata nel 1987 è esplosa a circa 160.000 anni luce nella Grande Nube di
Magellano, la galassia irregolare satellite della nostra.
Il limite entro il quale una supernova può essere
considerata pericolosa è stato calcolato in un
raggio pari a 650 anni luce
dalla Terra.
In base agli studi solo stelle con massa pari o superiore a 8 masse solari
possono esplodere in supernove di tipo II, e di queste nel raggio di 200 parsec
ce ne sono 217.
Esistono poi stelle nane bianche in sistema binario che possono
perdere stabilità gravitazionale e fondersi l'una con l'altra fino ad esplodere
In altri casi stelle nane bianche vicine a stelle giganti in fase di espansione
potrebbero "rubare" materia alla stella compagna fino ad acquistare
tanta massa da portare ad un'immensa esplosione. Di questi tipi di sistemi binari ce ne sono
19, tutti compresi tra 4,4 parsec (poco più di 14 anni
luce) e 32 parsec!!!
Studiosi biochimici hanno tentato di
calcolare l'entità della dose di radioattività indotta nell'atmosfera
terrestre dal flusso di raggi cosmici provenienti da una supernova vicina. La
dose di radiazione indotta da tale esplosione viene ricevuta in un tempo assai
breve, ossia in pochi giorni. Siccome effetti biologici sensibili si possono
avere solo se un organismo vivente resta esposto per alcuni giorni a quantità
di radiazione almeno dell'ordine di 100 roentgen occorre che la supernova si
trovi a distanza non superiore a poche centinaia di anni luce. Entro questo
limite gli effetti sugli organismi viventi potrebbero essere notevoli, tali da
provocare le repentine scomparse di numerose specie animali verificatesi nelle
passate ere geologiche.
Il nostro Sistema Solare non è altro che
un'infinitesima parte della nostra Galassia, che a sua volta non è altro
che una delle innumerevoli galassie che popolano l'Universo visibile
finora conosciuto. L'uomo è quindi destinato per sempre ad essere un
abitante del sistema solare, o potrà divenire un vero e proprio abitatore
del cosmo, almeno di quella parte della Galassia più vicina alla Terra?
La fantascienza ci ha abituati a viaggi
interstellari rapidi, a velocità superiori a quelle della luce, ma per
quanto è noto con le attuali leggi fisiche, nessun oggetto
può superare la fatidica soglia del 300.000 Km/s, e se anche un giorno si riuscisse
ad eguagliarla, reperire l'enorme quantità di energia necessaria per
ottenere tale velocità potrebbe rimanere un ostacolo insormontabile.
Come fare quindi per raggiungere in breve tempo
punti tanto lontani nello spazio, se la stella più vicina dista 4,4
anni-luce e in un raggio di 10 anni luce
non si trovano più di 7
stelle?
Recenti teorie trattano la possibilità di
intraprendere viaggi interstellari sfruttando dei cunicoli spazio-temporali
definiti "wormhole". Tali cunicoli sarebbero provocati da
particolari buchi
neri e permetterebbero di collegare regioni dell'Universo anche lontanissime
tra di loro in un lasso di tempo molto breve. Ma quale tempo? Quello legato alle lancette dei nostri orologi?
Non esattamente.
Ammettiamo che in un futuro prossimo l'umanità
sviluppi tecnologie che gli permettano di
localizzare uno di questi "wormhole" e decida di avventurarsi al
suo interno per "sfociare" in una remotissima regione
dell'Universo. Quanto tempo impiegherà a percorrere il cunicolo? La
risposta è un tempo "finito e infinito", o più correttamente: RELATIVO.
Perchè?
Facciamo un esempio:
Un raggio di luce viaggia alla velocità di circa
300.000 Km/s. Se un razzo potesse inseguirlo alla velocità di 200.000 Km/s
ci aspetteremmo che il raggio di luce si allontani a una velocità relativa
di 100.000 Km/s. Invece così non accade: la luce continuerà ad
allontanarsi dal razzo sempre alla stessa velocità di 300.000 Km/s.
A cambiare infatti non è la velocità ma il SISTEMA
DI RIFERIMENTO, una sorta di "griglia" in cui
spazio e tempo, non rappresentano più due grandezze assolute e distinte, ma
sono intimamente legate l'una all'altra.
Lo scorrere del tempo che l'uomo
percepisce è con ogni probabilità frutto di un meccanismo mentale, non di
un'oggettiva caratteristica fisica dell'Universo.
Nei pressi dei buchi neri, in accordo con quanto
aveva previsto Einstein, il tempo rallenta fino quasi ad arrestarsi, e un
osservatore che orbitasse ai bordi di quell'immaginaria linea di confine che
gli scienziati chiamano "orizzonte
degli eventi", vedrebbe scorrere
davanti a sé l'intero futuro dell'universo in un tempo che a lui
sembrerebbe assai breve.
Secondo la teoria della relatività generale,
proposta da Einstein nel 1915, lo spazio non
è tridimensionale e il tempo non è un'entità separata. Essi sono
strettamente connessi e formano un continuo quadridimensionale, lo
"spazio-tempo",
perciò non si può mai parlare dello spazio
senza parlare del tempo e viceversa. Si deve inoltre tener conto della gravità,
cioè dell'attrazione reciproca tra tutti i corpi dotati di massa.
Ovunque sia presente una massa, ad esempio una
stella o un pianeta, lo spazio circostante è curvo e il grado di curvatura
dipende dalla massa dell'oggetto.
E poichè
nella citata teoria lo spazio non può mai essere separato dal
tempo, anche il tempo è influenzato dalla presenza della materia e scorre
con ritmi differenti in punti diversi dell'universo, per questo
possiamo dire che due
eventi che un osservatore vede come simultanei possono avvenire in una
diversa successione temporale per altri osservatori.
In uno spazio tempo curvo infatti, il tempo non
scorre con la stessa rapidità che avrebbe in uno "spazio-tempo
piano", e col variare della curvatura
da punto a punto, in rapporto alla distribuzione della massa dei corpi,
varia corrispondentemente lo scorrere del tempo. E' importante rendersi
conto, tuttavia, che questa variazione può essere
vista solo da un osservatore che rimanga in un luogo diverso da quello degli
orologi usati per misurare tale variazione. Se l'osservatore per esempio, si
spostasse in un luogo nel quale il tempo scorre più lentamente, anche il
suo orologio rallenterebbe e quindi egli non avrebbe alcun mezzo per
misurare tale effetto.
Nel nostro ambiente terrestre, gli effetti della
gravità sullo spazio e sul tempo sono talmente piccoli da essere
insignificanti, ma nell'astrofisica, che tratta con corpi di grande massa
quali stelle, galassie, ecc., la curvatura dello spazio-tempo è un
fenomeno importante.
Gli effetti più drastici della curvatura
spazio-tempo si manifestano durante la contrazione (o collasso)
gravitazionale di una stella di grande massa. Nel corso della sua evoluzione
una stella con massa sufficientemente grande (più di 4 masse solari) raggiunge uno stadio durante il quale
si contrae a causa
della mutua attrazione gravitazionale tra le sue particelle. Poichè
l'attrazione aumenta rapidamente col diminuire della distanza tra le
particelle, la contrazione accelera, a questo punto nessun
processo conosciuto può impedire che la contrazione prosegua indefinitamente.
A mano a mano che la stella si contrae e diventa più
densa, la forza di gravità sulla sua superficie cresce sempre più, e di
conseguenza continua ad aumentare anche la curvatura dello spazio-tempo
nella regione circostante. A causa della crescente forza di gravità sulla
superficie della stella, diventa sempre più difficile allontanarsene, e
alla fine la stella raggiunge uno stadio in cui dalla sua superficie non può
sfuggire nulla, neanche la luce, per questo la regione osservata appare
completamente buia e viene definita "buco nero".
A questo stadio diciamo che attorno alla stella si
forma un "orizzonte degli eventi", perchè nessun segnale può
allontanarsi da essa per comunicare un evento qualsiasi al mondo esterno.
La forte curvatura che non permette alla luce di
raggiungerci, ha un effetto altrettanto impressionante sul
tempo.
Se un orologio, che ci trasmette i suoi segnali, si
trovasse sulla superficie di una stella che si sta contraendo, noi
osserveremmo che questi segnali rallentano a mano a mano che la stella si
approssima all'orizzonte degli eventi, finchè, una volta che la stella
fosse diventata un buco nero, non ci giungerebbe più nessun segnale
dall'orologio.
Per un osservatore esterno, lo scorrere del tempo
sulla superficie della stella rallenterebbe con la contrazione della stella e si
fermerebbe del tutto all'orizzonte degli eventi. La contrazione completa della
stella avverrebbe quindi in un tempo infinito. Tuttavia la stella stessa non
avvertirebbe nulla di particolare nel contrarsi oltre l'orizzonte degli
eventi. Il tempo continuerebbe a scorrere normalmente e la contrazione si
completerebbe dopo un periodo finito di tempo, quando la stella si
fosse contratta
in un punto di densità infinita.
Quanto tempo occorre dunque ad una stella per
contrarsi sino a diventare un buco nero? Come tutti gli altri intervalli di tempo, è
relativo, e dipende dal sistema di riferimento
dell'osservatore, dunque attraversando un
wormhole batteremmo di gran lunga la velocità della luce, viaggiando
addirittura nel tempo, e forse sfociando in una parte dell'Universo molto
distante da noi, magari su una lontanissima galassia, ma per il momento
tutto questo è ancora pura teoria.
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- Hessdalen è una piccola valle
della Norvegia orientale situata vicino al confine svedese, lunga 15 Km e
larga tre, abitata da circa 200 persone.
- Da secoli gli abitanti di questa località
assistono a imprevedibili e misteriosi fenomeni luminosi che si
manifestano nel cielo prevalentemente nella stagione invernale tra le ore
22:00 e le 01:00 ai quali scienziati di tutto il mondo stanno tentando da
qualche anno a questa parte di dare una spiegazione.
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- Le
luci appaiono all’improvviso,
bianche,
gialle,
ma
anche
rosse
e
azzurre,
di forma sferica o allungate, volteggiano casualmente o restano ferme,
percorrono talvolta traiettorie velocissimamente e svaniscono in
pochi secondi, altre volte molto lentamente dando spettacolo per ore
e in molti casi sono state viste pulsare.
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- Pare
non ci sia correlazione con l’attività solare (come invece avviene
negli spettacolari fenomeni tipici di quelle latitudini: le Aurore
Boreali), e nemmeno con quello dei fulmini globulari.
- C’è
chi ipotizza si tratti di mini buchi neri, chi pensa siano fenomeni
connessi alla cospicua presenza in valle di quarzi e metalli, con
probabile “effetto
piezoelettrico” che genera cariche elettriche a causa degli stress
tettonici a cui le rocce sono sottoposte.
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- Ovviamente
non mancano i sostenitori della natura extraterrestre di tale fenomeno.
- Sono
tuttavia solamente ipotesi, il mistero rimane, e gli studiosi si stanno
ultimamente concentrando su ricevitori di frequenze radio, da accostare
alla ricerca di tipo ottico ed ai rilevatori all’infrarosso, per tentare
di svelarne la misteriosa ed affascinante natura.
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- Per
approfondimenti di carattere tecnico: http/www.itacomm.net
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- La notizia è apparsa tra le news di "Libero"
del 5/02/2003 e viene integralmente riportata:
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- "Oggi la stampa di Mosca ha pubblicato
alcuni rapporti militari sovietici.
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- Mosca, 5 feb - Gli extraterrestri esistono. Questo
è quanto attesterebbero alcuni documenti dei servizi segreti sovietici
(il noto Kgb) pubblicati oggi dalla stampa russa. Il quotidiano "Komsomolskaya
Prava" ha iniziato oggi la pubblicazione degli archivi relativi alla
questione UFO.
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- I documenti furono consegnati nel 1991 al
cosmonauta Pavel Popovic dal presidente della Associazione Ufologica
Panrussa che da tempo di occupava della materia. In una lettera al
cosmonauta, un generale pluridecorato, il Kgb spiega che benchè i servizi
segreti non fossero preposti direttamente all'accertamento dell'esistenza
degli extraterrestri, avevano continuato per anni a raccogliere materiale
e testimonianze in merito.
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- Il primo rapporto pubblicato dalla "Komsomolskaya
Prava" nel giugno del 1989 parla di tre astronavi aliene che
sorvolano il poligono atomico di Kapustin nella regione di Astrakhan,
nella Russia meridionale. Le astronavi, a forma di disco del diametro di
4-5 metri con una cupola luminosa - avvistate dai militari, tra cui
ufficiali e sottufficiali che riferirono ad un agente del Kgb sul posto -
si avvicinavano e allontanavano e nel momento in cui erano più vicine si
trovavano a un'altezza da terra tra i 20 e 60 metri.
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- A un certo punto, secondo le testimonianze dei
militari che erano a una distanza di circa 300 metri dagli ufo, gli alieni
scattarono apparentemente delle "foto" del poligono emettendo
un forte raggio di luce. Il comando del poligono fece decollare un caccia
per intercettare le astronavi aliene, senza però riuscirci".
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