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"Crop Circles" (Cerchi nel grano): opere d'arte o natura aliena?

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Estinzioni di massa: meteore o supernove?

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E' possibile viaggiare nel tempo e più veloce della luce?

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Le misteriose luci che appaiono nei cieli di Hessdalen

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Il Kgb rivela: gli extraterrestri esistono!!!

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Pianeti Extrasolari: c'e' vita?

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Piramidi egizie: tombe o calcolatori astronomici?

 
 
 
 
Se n'è parlato tanto ed è anche uscito un film interpretato da Mel Gibson in merito, ma a parte alcuni dichiarati o smascherati come palesemente falsi, il mistero su alcuni "Crop Circles", letteralmente "cerchi nel grano", rimane. Appaiono misteriosamente da un giorno all'altro, realizzati prevalentemente di notte, su enormi campi di grano di ogni paese del mondo, anche se l'Inghilterra sino ad ora vanta il maggior numero di segni scoperti. Inizialmente semplici forme geometriche per lo più circolari, col tempo si sono evoluti sempre più, sino ad imprimere decorazioni complesse, affascinanti e simboliche. Ovviamente i sostenitori della natura aliena di tali segni non hanno alcun dubbio sulla loro formazione, e nel sito ufficiale è anche possibile vedere filmati dati per autentici nei quali si vedono roteare sfere luminose sui campi dove successivamente appariranno i crop circles. La domanda che invece gli scettici si pongono è: se si tratta di esseri tanto evoluti giunti fino a noi, che bisogno avrebbero di manifestarsi attraverso disegni nel grano? Perchè non usare le onde radio, per esempio, ma forme così primitive di rappresentazione grafica?

 

ESTINZIONI DI MASSA: METEORE O SUPERNOVE?

Delle cinque grandi estinzioni di massa, avvenute rispettivamente 440, 360, 250, 205 e 65 milioni di anni fa, alcune potrebbero essere opera non della caduta di un asteroide, come si è spesso pensato, ma frutto delle devastanti radiazioni emesse dall'esplosione di una supernova troppo vicina al nostro Sistema Solare.

Una supernova può sprigionare in un attimo tanta energia quanta ne aveva consumata in tutta la sua vita, sia sottoforma di energia cinetica (materiale espulso) che mediante radiazioni corpuscolari ed elettromagnetiche (raggi ultravioletti, raggi X, raggi gamma, raggi nel visibile ecc), più neutrini, che essendo comunque particelle subatomiche quasi prive di massa possono attraversare la materia senza danneggiarla.

E' stato calcolato che una galassia come quella cui apparteniamo, estesa circa 100.000 anni luce, conta un'esplosione di supernova più o meno ogni 70 anni, un evento tutt'altro che raro. Nonostante ciò, non è stato ancora possibile studiare un'esplosione galattica di supernova in "diretta" (a causa delle polveri interstellari che nascondono molto nella banda del visibile), quella più vicina a noi analizzata nel 1987 è esplosa a circa 160.000 anni luce nella Grande Nube di Magellano, la galassia irregolare satellite della nostra.

Il limite entro il quale una supernova può essere considerata pericolosa è stato calcolato in un raggio pari a 650 anni luce dalla Terra.

In base agli studi solo stelle con massa pari o superiore a 8 masse solari possono esplodere in supernove di tipo II, e di queste nel raggio di 200 parsec ce ne sono 217.

Esistono poi stelle nane bianche in sistema binario che possono perdere stabilità gravitazionale e fondersi l'una con l'altra fino ad esplodere In altri casi stelle nane bianche vicine a stelle giganti in fase di espansione potrebbero "rubare" materia alla stella compagna fino ad acquistare tanta massa da portare ad un'immensa esplosione. Di questi tipi di sistemi binari ce ne sono 19, tutti compresi tra 4,4 parsec (poco più di 14 anni luce) e 32 parsec!!!

Studiosi biochimici hanno tentato di calcolare l'entità della dose di radioattività indotta nell'atmosfera terrestre dal flusso di raggi cosmici provenienti da una supernova vicina. La dose di radiazione indotta da tale esplosione viene ricevuta in un tempo assai breve, ossia in pochi giorni. Siccome effetti biologici sensibili si possono avere solo se un organismo vivente resta esposto per alcuni giorni a quantità di radiazione almeno dell'ordine di 100 roentgen occorre che la supernova si trovi a distanza non superiore a poche centinaia di anni luce. Entro questo limite gli effetti sugli organismi viventi potrebbero essere notevoli, tali da provocare le repentine scomparse di numerose specie animali verificatesi nelle passate ere geologiche.

 
 
Il nostro Sistema Solare non è altro che un'infinitesima parte della nostra Galassia, che a sua volta non è altro che una delle innumerevoli galassie che popolano l'Universo visibile finora conosciuto. L'uomo è quindi destinato per sempre ad essere un abitante del sistema solare, o potrà divenire un vero e proprio abitatore del cosmo, almeno di quella parte della Galassia più vicina alla Terra?
 
La fantascienza ci ha abituati a viaggi interstellari rapidi, a velocità superiori a quelle della luce, ma per quanto è noto con le attuali leggi fisiche, nessun oggetto può superare la fatidica soglia del 300.000 Km/s, e se anche un giorno si riuscisse ad eguagliarla, reperire l'enorme quantità di energia necessaria per ottenere tale velocità potrebbe rimanere un ostacolo insormontabile.
Come fare quindi per raggiungere in breve tempo punti tanto lontani nello spazio, se la stella più vicina dista 4,4 anni-luce e in un raggio di 10 anni luce non si trovano più di 7 stelle?
 
Recenti teorie trattano la possibilità di intraprendere viaggi interstellari sfruttando dei cunicoli spazio-temporali definiti "wormhole". Tali cunicoli sarebbero provocati da particolari buchi neri e permetterebbero di collegare regioni dell'Universo anche lontanissime tra di loro in un lasso di tempo molto breve. Ma quale tempo? Quello legato alle lancette dei nostri orologi? Non esattamente.
 
Ammettiamo che in un futuro prossimo l'umanità sviluppi tecnologie che gli permettano di localizzare uno di questi "wormhole" e decida di avventurarsi al suo interno per "sfociare" in una remotissima regione dell'Universo. Quanto tempo impiegherà a percorrere il cunicolo? La risposta è un tempo "finito e infinito", o più correttamente: RELATIVO.
Perchè? 
 
Facciamo un esempio:
Un raggio di luce viaggia alla velocità di circa 300.000 Km/s. Se un razzo potesse inseguirlo alla velocità di 200.000 Km/s ci aspetteremmo che il raggio di luce si allontani a una velocità relativa di 100.000 Km/s. Invece così non accade: la luce continuerà ad allontanarsi dal razzo sempre alla stessa velocità di 300.000 Km/s.
 
A cambiare  infatti non è la velocità ma il SISTEMA DI RIFERIMENTO, una sorta di "griglia" in cui spazio e tempo, non rappresentano più due grandezze assolute e distinte, ma sono intimamente legate l'una all'altra. Lo scorrere del tempo che l'uomo percepisce è con ogni probabilità frutto di un meccanismo mentale, non di un'oggettiva caratteristica fisica dell'Universo.
 
Nei pressi dei buchi neri, in accordo con quanto aveva previsto Einstein, il tempo rallenta fino quasi ad arrestarsi, e un osservatore che orbitasse ai bordi di quell'immaginaria linea di confine che gli scienziati chiamano "orizzonte degli eventi", vedrebbe scorrere davanti a sé l'intero futuro dell'universo in un tempo che a lui sembrerebbe assai breve.
 
Secondo la teoria della relatività generale, proposta da Einstein nel 1915, lo spazio non è tridimensionale e il tempo non è un'entità separata. Essi sono strettamente connessi e formano un continuo quadridimensionale, lo "spazio-tempo", perciò non si può mai parlare dello spazio senza parlare del tempo e viceversa. Si deve inoltre tener conto della gravità, cioè dell'attrazione reciproca tra tutti i corpi dotati di massa.
 
Ovunque sia presente una massa, ad esempio una stella o un pianeta, lo spazio circostante è curvo e il grado di curvatura dipende dalla massa dell'oggetto.
E poichè nella citata teoria lo spazio non può mai essere separato dal tempo, anche il tempo è influenzato dalla presenza della materia e scorre con ritmi differenti in punti diversi dell'universo, per questo possiamo dire che due eventi che un osservatore vede come simultanei possono avvenire in una diversa successione temporale per altri osservatori.
 
In uno spazio tempo curvo infatti, il tempo non scorre con la stessa rapidità che avrebbe in uno "spazio-tempo piano", e col variare della curvatura da punto a punto, in rapporto alla distribuzione della massa dei corpi, varia corrispondentemente lo scorrere del tempo. E' importante rendersi conto, tuttavia, che questa variazione può essere vista solo da un osservatore che rimanga in un luogo diverso da quello degli orologi usati per misurare tale variazione. Se l'osservatore per esempio, si spostasse in un luogo nel quale il tempo scorre più lentamente, anche il suo orologio rallenterebbe e quindi egli non avrebbe alcun mezzo per misurare tale effetto. 
 
Nel nostro ambiente terrestre, gli effetti della gravità sullo spazio e sul tempo sono talmente piccoli da essere insignificanti, ma nell'astrofisica, che tratta con corpi di grande massa quali stelle, galassie, ecc., la curvatura dello spazio-tempo è un fenomeno importante.
 
Gli effetti più drastici della curvatura spazio-tempo si manifestano durante la contrazione (o collasso) gravitazionale di una stella di grande massa. Nel corso della sua evoluzione una stella con massa sufficientemente grande (più di 4 masse solari) raggiunge uno stadio durante il quale si contrae a causa della mutua attrazione gravitazionale tra le sue particelle. Poichè l'attrazione aumenta rapidamente col diminuire della distanza tra le particelle, la contrazione accelera, a questo punto nessun processo conosciuto può impedire che la contrazione prosegua indefinitamente.
 
A mano a mano che la stella si contrae e diventa più densa, la forza di gravità sulla sua superficie cresce sempre più, e di conseguenza continua ad aumentare anche la curvatura dello spazio-tempo nella regione circostante. A causa della crescente forza di gravità sulla superficie della stella, diventa sempre più difficile allontanarsene, e alla fine la stella raggiunge uno stadio in cui dalla sua superficie non può sfuggire nulla, neanche la luce, per questo la regione osservata appare completamente buia e viene definita "buco nero".
 
A questo stadio diciamo che attorno alla stella si forma un "orizzonte degli eventi", perchè nessun segnale può allontanarsi da essa per comunicare un evento qualsiasi al mondo esterno.
 
La forte curvatura che non permette alla luce di raggiungerci, ha un effetto altrettanto impressionante sul tempo
Se un orologio, che ci trasmette i suoi segnali, si trovasse sulla superficie di una stella che si sta contraendo, noi osserveremmo che questi segnali rallentano a mano a mano che la stella si approssima all'orizzonte degli eventi, finchè, una volta che la stella fosse diventata un buco nero, non ci giungerebbe più nessun segnale dall'orologio.
 
Per un osservatore esterno, lo scorrere del tempo sulla superficie della stella rallenterebbe con la contrazione della stella e si fermerebbe del tutto all'orizzonte degli eventi. La contrazione completa della stella avverrebbe quindi in un tempo infinito. Tuttavia la stella stessa non avvertirebbe nulla di particolare nel contrarsi oltre l'orizzonte degli eventi. Il tempo continuerebbe a scorrere normalmente e la contrazione si completerebbe dopo un periodo finito di tempo, quando la stella si fosse contratta in un punto di densità infinita. 
 
Quanto tempo occorre dunque ad una stella per contrarsi sino  a diventare un buco nero? Come tutti gli altri intervalli di tempo, è relativo, e dipende dal sistema di riferimento dell'osservatore, dunque attraversando un wormhole batteremmo di gran lunga la velocità della luce, viaggiando addirittura nel tempo, e forse sfociando in una parte dell'Universo molto distante da noi, magari su una lontanissima galassia, ma per il momento tutto questo è ancora pura teoria.
 
 
 
Hessdalen è una piccola valle della Norvegia orientale situata vicino al confine svedese, lunga 15 Km e larga tre, abitata da circa 200 persone.
Da secoli gli abitanti di questa località assistono a imprevedibili e misteriosi fenomeni luminosi che si manifestano nel cielo prevalentemente nella stagione invernale tra le ore 22:00 e le 01:00 ai quali scienziati di tutto il mondo stanno tentando da qualche anno a questa parte di dare una spiegazione.
 
Le luci appaiono all’improvviso, bianche, gialle, ma anche rosse e azzurre, di forma sferica o allungate, volteggiano casualmente o restano ferme,  percorrono talvolta traiettorie velocissimamente e svaniscono in pochi secondi, altre volte molto lentamente dando spettacolo per ore  e in molti casi sono state viste pulsare.
 
Pare non ci sia correlazione con l’attività solare (come invece avviene  negli spettacolari fenomeni tipici di quelle latitudini: le Aurore Boreali), e nemmeno con quello dei fulmini globulari.
C’è chi ipotizza si tratti di mini buchi neri, chi pensa siano fenomeni connessi alla cospicua presenza in valle di quarzi e metalli, con probabile  “effetto piezoelettrico” che genera cariche elettriche a causa degli stress tettonici a cui le rocce sono sottoposte.
 
Ovviamente non mancano i sostenitori della natura extraterrestre di tale fenomeno.
Sono tuttavia solamente ipotesi, il mistero rimane, e gli studiosi si stanno ultimamente concentrando su ricevitori di frequenze radio, da accostare alla ricerca di tipo ottico ed ai rilevatori all’infrarosso, per tentare di svelarne la misteriosa ed affascinante natura.
 
 
Per approfondimenti di carattere tecnico: http/www.itacomm.net

 

 
     Il Kgb rivela:  gli extraterrestri esistono!                      
 
La notizia è apparsa  tra le news di "Libero" del 5/02/2003 e viene integralmente riportata: 
 
"Oggi la stampa di Mosca ha pubblicato alcuni rapporti militari sovietici. 
 
Mosca, 5 feb - Gli extraterrestri esistono. Questo è quanto attesterebbero alcuni documenti dei servizi segreti sovietici (il noto Kgb) pubblicati oggi dalla stampa russa. Il quotidiano "Komsomolskaya Prava" ha iniziato oggi la pubblicazione degli archivi relativi alla questione UFO.
 
I documenti furono consegnati nel 1991 al cosmonauta Pavel Popovic dal presidente della Associazione Ufologica Panrussa che da tempo di occupava della materia. In una lettera al cosmonauta, un generale pluridecorato, il Kgb spiega che benchè i servizi segreti non fossero preposti direttamente all'accertamento dell'esistenza degli extraterrestri, avevano continuato per anni a raccogliere materiale e testimonianze in merito.
 
Il primo rapporto pubblicato dalla "Komsomolskaya Prava" nel giugno del 1989 parla di tre astronavi aliene che sorvolano il poligono atomico di Kapustin nella regione di Astrakhan, nella Russia meridionale. Le astronavi, a forma di disco del diametro di 4-5 metri con una cupola luminosa - avvistate dai militari, tra cui ufficiali e sottufficiali che riferirono ad un agente del Kgb sul posto - si avvicinavano e allontanavano e nel momento in cui erano più vicine si trovavano a un'altezza da terra tra i 20 e 60 metri.
 
A un certo punto, secondo le testimonianze dei militari che erano a una distanza di circa 300 metri dagli ufo, gli alieni scattarono apparentemente delle "foto" del poligono emettendo un forte raggio di luce. Il comando del poligono fece decollare un caccia per intercettare le astronavi aliene, senza però riuscirci".