LA STATUA


La storia che mi accingo a narrarvi sarà talmente incredibile e angosciante da richiedere tutta la vostra attenzione, e francamente mi è difficile cominciare, perché si tratta di una vicenda drammaticamente vissuta e non inventata intingendo la penna nell’inchiostro della fantasia. Sono consapevole di quanto sarà arduo ottenere la vostra credibilità, però vi giuro su quello che ho di più caro, e chiamo il cielo a testimone, che quanto vi racconterò è vero e tuttora, sul mio corpo e nell’anima, porto le cicatrici di questa inconfutabile verità. Devo dirvi inoltre che, giorno dopo giorno, sono costretto a nascondermi e a vivere nella paura che lui possa trovarmi. Mi sta inseguendo da tanto tempo; implacabile, instancabile, perché quell’essere non invecchia, non dorme, non avverte la sete, la fame, la stanchezza e riesce a vedere e a udire ciò che a noi è precluso e, come se non bastasse, egli ha spie e servitori. Già, ha al suo seguito molte spie, che ci scrutano stando nascoste nell’ombra e ci sfiorano con le loro mani, lasciandoci impresso un marchio invisibile che non potremo nascondere e tanto meno cancellare. Lo sventurato se lo porterà ovunque; vittima prescelta e ignara di quel mostro, che poi arriverà inesorabile per riscuotere il tributo di morte, e ucciderà, sì, ucciderà, senza misericordia accomunando in un unico fascio il vecchio, il giovane e perfino il neonato innocente. Se fosse consentito tornare indietro nel tempo, se questa fosse una realtà resa possibile da qualche stupefacente sortilegio, io non rifarei ciò che ho fatto, non sfiderei più quello spirito maligno, ma lo rifuggirei, gli starei lontano come facevano tutti. In paese erano tutti paurosi, timorosi, ossequienti fino al limite della vergogna e si inchinavano sottomessi senza osare neppure guardarlo. Invece, io no e con i miei occhi puri e curiosi di ragazzo dovevo vedere, capire, scoprire la ragione di quel mistero, ma lui era un demonio, capite? Mentre io un vulnerabile essere umano e allora dove scappare, dove nascondermi per sfuggire alla sua collera? Dove e da chi cercare un aiuto? All’inizio mi rifugiavo nelle chiese, dentro le quali non poteva raggiungermi e in seguito mi nascondevo anche nei conventi ma, in quei luoghi, il suo potere gli consentiva di vedermi e perseguitarmi e così ho dovuto rifugiarmi nuovamente nelle chiese. All’interno ero al sicuro, e lui nulla poteva, fuorché girare e rigirare intorno a vuoto, impotente a entrare e fremente

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