FRAGOLE E LIMONI
- SHEERA -

Disclaimers: siamo alle solite. Ormai lo sapete, no? La Slam-Crew è stata creata tutta da Inoue. Le situazioni bizzarre di questa storia, invece, sono tutte mie.
NOTA: ricordate che il narratore cambia fin troppo spesso... Stavolta però è lo stesso per tutto il capitolo!

Capitolo VIII


A volte sono un mistero pure per me stesso. Che ci faccio qui? Forse sono alla ricerca della mia ultima ora, siccome la furia di un ciclone presto si abbatterà su di me, ed io probabilmente non me la caverò. Insomma, due giorni di fila sono davvero troppi. Questa volta mi ammazza sul serio!
E per cosa, poi? Abbiamo forse un appuntamento? No. La scena centrale di tutta questa assurda storia sarebbe stata quella di ieri, anche se poi, "dietro le quinte", c'è stata qualche piccola modifica di percorso. Sarà per quello che sono qui, suppongo. Voglio rivederla, e cercare di condurre un discorso decente. Francamente non mi va di venire mollato dalla mia "fidanzata" prima ancora di averle potuto sfiorare almeno il dorso della mano con le dita! Spero solo che non sia già uscita. Del resto le lezioni allo Shohoku finiscono un po' più tardi che le nostre.
No, credo di aver fatto in tempo. Faccio qualche altro passo, e già sono sul cancello del liceo più vicino al mio, quando improvvisamente una saetta sotto forma di essere umano di sesso maschile mi urta senza neppure accorgersene, e continua la sua sfrenata corsa.
"Ma cosa... Mitsui?" balbetto, girando la testa e cercando di ricompormi. "Dove diavolo starà andando così di corsa?"
"Da Yume, suppongo..." mi informa una voce dolce alle mie spalle. Mi volto e le sorrido. Mi ha pure risparmiato la fatica di cercarla. Alza un palmo verso di me, in segno di saluto, prima di riprendere la parola. "E cosa ci fa l'asso del Ryonan di nuovo nella tana dei leoni?" domanda, portandosi una mano davanti alla bocca e facendo scaturire dai suoi polmoni una risatina divertita.
"Beh... Sono venuto a trovare la mia fidanzata, no?" improvviso, non sapendo proprio che dirle. Buffo, mi è scappata dalle labbra proprio la verità. Tranne per quella parolina... Lei non è mia, purtroppo.
"Carino da parte tua... Ma questa recita non è più necessaria, lo sai. Ormai l'hanno capita, e Iyanashi adesso mi lascia in pace..." mi informa poi, puntando il piede per terra e facendolo roteare sull'asfalto, mentre con gli occhi segue quella sua stessa azione.
"Per quel che mi frega del tuo Iyanashi..." le rispondo con tono neutro, pentendomene un attimo dopo. Non credo che fosse il modo migliore per principiare un discorso delicato come quello che ho in mente. Del resto sono così abituato a fare il buffone, che se lei non mi prendesse sul serio la cosa non mi parrebbe poi tanto strana.
Sospiro e la guardo. È diventata rossa. Per non procurarle un ulteriore imbarazzo, fingo di non notarlo e le chiedo se posso invitarla a bere qualcosa.
"Pensavo che gli sportivi si allenassero, a quest'ora..." risponde timida.
"Beh, ormai Taoka mi ucciderà comunque, quindi tanto vale..." la incoraggio io, porgendole il mio palmo ed un sorriso tranquillo. Lei rifiuta il contatto, tuttavia mi segue. Devo dire che ci sono rimasto malissimo!
Seduti al tavolino di un bar, parliamo del più e del meno, andando poi a concentrarci sull'argomento saliente delle ultime ore: Yume e Mitsui.
"Io non ne so nulla. Mi ha solo scongiurato di dirgli dove poteva trovarla... Io non volevo, ma lui non ha fatto che assillarmi... Così gli ho dato l'indirizzo della palestra."
"Oh... Ma oggi è mercoledì: Yucchan ha il corso di pittura..."
"È vero!! Accidenti, me n'ero completamente dimenticata!! Povero Hisashi, si ritroverà faccia a faccia con..."
"...suo padre? Io non mi preoccuperei troppo di lui. È un tipo tutto a sè, ma non credo che gli farebbe nulla. Piuttosto..." mi blocco un momento, aspettando che sia lei ad incitarmi a continuare.
"Sì?"
"Beh, Yucchan non mi ha mai raccontato come vi siete conosciute... Sai, forse te l'ha detto: io sono l'essere più curioso della Terra!"
"Ah ah ah! Ma dai, non credo tu sia così grave! Ad ogni modo... Ecco, avevo messo una cosa che ho scritto online, lei l'ha trovata e l'ha letta, poi mi ha mandato un'e-mail per farmi i complimenti. Così abbiamo iniziato a parlare del più e del meno e... Ecco, poi ci siamo viste."
La osservo, ma lei non mi ha guardato neppure un momento. Perchè si ostina ad evitare il contatto con i miei occhi? Mi fa impazzire!
"Sai, non ha fatto che parlarmi di te, di quanto tu sia un'amica meravigliosa... Mi hai fatto pure ingelosire, sai?" aggiungo con una risatina, senza d'altronde negare a me stesso che sto solo dicendo la verità. "Beh, sai, finora io sono stato il suo unico confidente..."
"Ah ah! Povero Akira! Mi dispiace..." continua a parlare, mentre io trasalgo visibilemente. Non mi aveva mai chiamato per nome fuori dalla recita. "Ecco, lei è una delle poche persone che mi prendono sul serio. Sai quando tutti ti mettono adosso la maschera del buffone, e non si accorgono che a volte puoi anche essere una persona normale, con le tue debolezze e i tuoi problemi?"
"Sì, lo so fin troppo bene..." dico in un sospiro. Finalmente raggiunge i miei occhi, permettendomi di scambiare con lei un'occhiata intensissima. "Yucchan è forse l'unica persona che si rende conto che neppure io sono solo sorrisi e buonumore... Lei è una che sa starti vicina davvero." Mi interrompo di nuovo, e la guardo. Annuisce, facendomi capire che è pienamente d'accordo con me. Riprendo di nuovo, mentre ci alziamo da lì ed iniziamo a passeggiare, quasi a casaccio. "Solo che mi ha ferito un po'... Insomma, non mi ha parlato di quella storia che ha avuto con Mitsui... Non so, non ho capito un granchè, a dire il vero. Mi ha solo detto che hanno..." mi blocco, rendendomi conto che sono diventato rosso come una fragola matura.
"Che hanno...?" mi domanda, con una sguardo inquisitorio.
"Non so se dovrei parlarne... Del resto... Tanto non ho capito niente! Mi ha detto che sono stati insieme, poi lei è scappata... Sai che casino? E chi si raccapezza? E poi sembrava così pentita, ha detto che ha sbagliato... L'altro giorno l'ho sentita mentre parlava con la pianta... Ecco, non si capiva che parlasse di Mitsui, perchè il suo nome non l'ha detto, e io non lo sapevo ancora, però sembrava che fosse ancora innamorata... Io le ho chiesto spiegazioni e lei ha reagito malissimo, poi mi ha chiesto scusa e non mi ha detto nulla, poi salta fuori che era Mitsui e che ci è stata insieme..." parlo tutto d'un fiato, ripercorrendo distrattamente lo spezzato filo rosso che dovrebbe legare tutta questa storia. Poi le rivolgo un'occhiata fugace. Mi guarda spaesata.
"Scusa, puoi farmi un riassunto? Non ho capito un tubo..."
"Ehm..." prima di riuscire a continuare, ci fissiamo negli occhi ed esplodiamo in una fragorosa risata, che si trascina per diversi minuti.
"Uh uh... Va bene, ci riprovo..." dico, asciugandomi gli occhi.
Con calma, riprendo tutto il discorso, assincerandomi di tanto in tanto sul fatto che lei mi segua. Tutto bene.
"Uhm... Che strano... Credo non ci abbia detto nulla per non farci preoccupare..." rimugina alla fine della mia narrazione. Ci siamo seduti su una panchina del parco, davanti ad un graziosissimo laghetto artificiale che scintilla d'argento.
"Lo so, lei è un tipo così. Però ho come l'impressione che ci sia ancora un punticino che non torna. Non lo so... Probabilmente è suo padre, l'unico a conoscere questa storia..."
"Ryuken Shinju... L'ho visto l'altro giorno in tv, sai? È davvero un tipo fatto tutto a modo suo!"
"Beh, sai, quando impari a prenderlo ti accorgi che è una delle persone migliori che ci siano. È corretto, lineare, schietto. Uno da cui non ti puoi aspettare sorprese, insomma..."
Annuisce. Ed io scoppio di nuovo a ridere.
"Che hai ora?" mi guarda perplessa.
"Nulla, nulla... È che quando metti quel broncio serio sei così... Beh... Sai, non avevo mai fatto un discorso serio tanto lungo con una ragazza che non fosse Yucchan. È una sensazione piacevole... Sei la prima che non mi tratta come scimiotto da adorazione, lo sai?"
"Essere tanto belli è così faticoso?" dice, abassando la voce e girando gli occhi a terra.
"Credo che tu sia in grado di rispondere da sola..." reagisco io, spostandole morbidamente una ciocca dalla fronte. Mi domando se abbia colto la mia allusione. Credo di sì. Vedo le sue mani stringersi sulla gonna e le sue guance arrossarsi.
"Scusa, io... Non volevo, mi rendo conto che dopo che quello ti ha rotto tanto le scatole tu non..." cerco di gustificarmi.
"No, Sendoh, stai tranquillo... È una cosa così carina quella che mi hai detto..." continua, fissandosi sempre le nocche chiuse intorno alla stoffa che le copre le gambe. Poi, senza preavviso, si alza e si allontana un poco, fino ad arrivare a pochi centimetri dall'acqua. Subito la seguo.
"Ho fatto qualcosa che non va?" la interrogo allarmato.
"No, no, stai tranquillo! Sono io... Insomma, tanto per una volta che riesco a parlare con un ragazzo che mi prende sul serio, inizio a comportarmi come una di quelle ragazzine isteriche che gridano per Rukawa..."
"A me non sembra per nulla..." dichiaro, abbassando il tono della voce e appoggiando l'indice piegato sotto il suo mento, per portare i nostri occhi alla stessa altezza. Non so cosa mi prenda, nè dove sia finita la mia timidezza in questo momento. Mi rendo solo conto che non voglio perdere anche questa occasione.
"Sai... Tu non mi conosci..." riprendo, lentamente. "Io sono uno che estrania complimenti a destra e a manca. Quando incontro una ragazza inizio a giocare allo scemo, le dico quanto sia bella anche se la trovo solo carina... È la mia arma. Nascondo la mia timidezza in questo modo. Ma tu..." mi blocco un momento, osservando i suoi occhi che scintillano. Sono scuri, ma in questo momento mi paiono di cristallo.
"Io non sono una a cui valeva la pena di fare complimenti, quindi hai evitato, giusto?"
"Sbagliato. Tu sei una ragazza indubbiamente intelligente, ma dovresti farmi finire di parlare..." continuo, abassando ancora di più il mio tono. La mia mano scivola dal suo mento alla sua spalla, ed io mi porto dietro di lei, finchè i nostri corpi non sono a pochi centimetri. Afferro anche l'altra spalla, con dolcezza, e avvicino le mie labbra al suo orecchio. "Tu mi hai disarmato. Mi hai colpito così tanto, che non sapevo davvero da dove cominciare. Se dovessi scrivere da qualche parte cosa mi piace di te, credo che non mi basterebbe una superficie grande come il cielo, nè un calamaio ricco come il mare... Tu eri troppo, perchè io riuscissi a sprecare parole sciocche e vuote come quelle che ho rivolto alle altre finora..." mi interrompo. La sento tremolare. Il mio istinto guida le mie labbra, già vicine, ad appoggiarsi sul lobo del suo orecchio. È la prima volta che bacio una ragazza così. La sento rigida, immobile fra le mie braccia. Ma non mi respinge, e questo mi dà coraggio. Faccio scivolare le mie mani sul suo stomaco e stringo con leggerezza, portando il mio petto a contatto con la sua schiena. La mia bocca passa poi sulla sua guancia, leggera, quel tanto che basta ad inumidirle impercettibilmente la pelle. Non dice nulla, ma sospira. Poi, finalmente, storce la testa e mi porge il mio agoniato traguardo. Le nostre labbra si congiungono mollemente, schiudendosi poco dopo. Le punte delle nostre lingue si accarezzano a vicenda, quasi fugaci, spaventate.
"Devo essere impazzito..." dico poi, quando ci stacchiamo per cercarci gli occhi. "...se sono riuscito a fingermi il tuo fidanzato rinunciando a questo!" concludo, portando di nuovo la mia bocca sulla sua. Credo di aver letteralmente perso la cognizione del tempo, nonchè la testa, perchè quando finalmente ci lasciamo e decidiamo di tornare alla realtà, il cielo è già vicinissimo al crepuscolo. Mi guardo attorno e noto due bambini che ci fissano imbambolati. Da quanto tempo saranno lì?
Lei rivolge loro un sorriso materno, e si abbassa sulle ginocchia per portarsi all'altezza della piccola. Intanto il maschietto mi guarda e mi fa l'occhiolino. Sorrido allegro, rispondendogli con lo stesso gesto.
"Signora, voi vi amate?" chiede con un vocino sottile sottile la bimba.
"Sì..." risponde lei, con dolcezza.
"Hai visto, Hisashi? Te l'avevo detto!!" sbotta poi, rivolta al marmocchio.
"Uffa, Yucchan!! Quanto rompete voi femmine con questa storia dell'amore!!"
Io e Kyoko li guardiamo stupiti, sgranando gli occhi, e poi scoppiamo a ridere, per l'ennesima volta in questa splendida giornata.
Infine le porgo la mia mano. Lei l'accetta, attaccandosi poco dopo al mio braccio, mentre ci allontaniamo felici nei raggi rossi di questo morente sole che pare un'arancia dorata.

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Hai visto, Nat? Li ho fatti mettere assieme! Sono brava, vero? ^o^
Ma adesso vorrete sapere cosa stava combinando in quei momenti Hisashi... Beh, il prossimo capitolo è tutto per lui (e per Yume)!!

Capitolo 9...