FRAGOLE E LIMONI
- SHEERA -

Disclaimers: dunque, Akira, Hisashi, Tetsuo e...(chi manca?)...ccetera sono di Inoue!
NOTA: ricordate che il narratore cambia a seconda di come gira il vent... ehm, delle esigenze di copione!

Capitolo VII


I raggi del primo sole cascano dolcemente sul mio volto. Mi alzo a sedere sul letto. Che strano sogno ho fatto! Sono ancora leggermente intontita da tutto questo trambusto. Io e Hisashi... sposati! Si possono fare sogni così?! Evidentemente sì, io l'ho appena dimostrato!
Quando ieri sono arrivata a casa sono scoppiata in lacrime. Papà già mi aspettava. Mi ha tenuta stretta, baciandomi la testa ed accarezzandomi i capelli.
"Non ci pensare, ormai è finita..." continuava a ripetermi, dolce come il miele. Credo che se giornalisti e avversari l'avessero visto così, non sarebbero riusciti a credere ai loro occhi. Invece con me sa usare spesso una dolcezza infinita. Tutta quella che in questi anni non ha potuto dare a mia madre... Povero papà! Con tutto quello che ha penato, deve pure sorbirsi le mie stupide lamentele!
Forse dovrei solo prendere il coraggio a due mani e parlare con Mitsui, cercare di fargli capire cosa ho passato, perché mi sono comportata in quel modo. In fondo non è stato lui a sbagliare. O almeno, non solo lui. Abbiamo sbagliato insieme, tutto qui.
Il punto è che quando me lo sono trovato davanti, tutta quella marea di ricordi è riaffiorata alla mia mente, come fosse un galeone da tempo arenato ad una spiaggia e risollevato da una tremenda tempesta. Ho avuto paura. Non so neppure di cosa. Forse paura di mostrare a tutti la terribile persona che sono stata.
I miei amici... Cosa penserebbero? Ma cosa pensano ora, in fondo, dopo aver capito che ho mentito loro così spudoratamente? Cosa devo fare?
Due colpi leggeri sulla porta mi distraggono dai miei ragionamenti.
"Sei già sveglia?" mi chiede pacato mio padre, mentre mi regala un sorriso placido.
"Ho dormito male..." rispondo mesta.
Si avvicina e mi accarezza il viso. Mio padre è un uomo fantastico! Alto, bello, con un corpo superbamente atletico, e una dolcezza infinita, che è solo per me.
"Ci stai ancora pensando?"
"Come potrei non farlo?"
"Come te lo devo ripetere? Tu non hai... "
"Lo so, ti prego, non dirmelo di nuovo! Ora sarà meglio che io mi alzi..."
"Come preferisci. Se vuoi restare..."
"No, papà. Almeno con Akira è ora di chiarire. Almeno con lui..."
"Fossi in te..." si interrompe un momento, sino a quando non intravvede attesa sul mio volto "...Dovresti parlare con lui."
"Non lo so..."
"Devi farlo anche per te stessa. Vedrai che dopo andrà tutto a posto."
"C-ci proverò, okay?"
Lascia la mia stanza poco dopo, sottointendendo nel suo silenzio che mi attenderà per colazione.
Stringo la mani sulle coperte e mi sollevo definitivamente dal letto. Mi spoglio in fretta, prima di entrare in bagno. Poi l'acqua tiepida inizia a favorire il mio risveglio definitivo. Un the nero farà il resto.

***

Stiamo camminando da più di dieci minuti, ed ancora non ha detto nulla. Che debba iniziare io? Ma cosa potrei dirle, in fondo?
"Ieri ho parlato con Mitsui..." bell'esordio! Proprio con tatto e delicatezza, eh? Akira, sei un cretino!
"C-capisco..." mi risponde con un sussulto quasi impercettibile. "E...?" mi incita poi.
"Beh... Boh! Non ho capito proprio tutto, ma..."
"Tutto cosa?!" scatta di colpo.
"Beh, a dirla tutta, non ho ancora capito se fra voi c'è stato qualcosa di concreto..."
"Sesso, Akira! Ecco cosa!" mi risponde, secchissima, lasciandomi a mezz'aria, a fissarla come un tonno. Forse più per la bruschezza della sua risposta che per il contenuto in quanto tale.
"Proprio così, Akira! La tua dolce, innocente e pura vicina di casa... Quella ragazzina pulita e tutta acqua e sapone... Proprio lei!... ha fatto sesso con uno sconosciuto di cui ignorava persino il nome!"
"Che vuol dire...? Io..." sono molto spaesato. Possibile? Da Mitsui me lo posso anche aspettare, e poi era nel suo periodo di teppista... Ma Yume... Fatico a crederlo!
"Esattamente, Kicchan..." riprende, più pacata, e puntandomi in faccia due occhioni lucidi. "Ora so che si chiama Mitsui... Ma non chiedermi altro, te ne prego!"
"Scusa... E dire che lui sembrava così..."
"Così cosa?"
"Innamorato di te! Credo che non abbia fatto altro che sognarti, da quando l'hai lasciato. Anche se non so né come né perché questo sia successo..." cerco di risollevare le sorti che la mia amica ha imposto a questo discorso morente.
"Io ho sbagliato tutto, Akira! Tutto quanto!" aggiunge, staccando una lacrima dalle ciglia inumidite. Istintivamente, appoggio un braccio intorno alla sua spalla.
"Credo che dovresti dirlo a lui..."
"Ho paura..."
"Di che?"
"Della sua reazione..."
"Credo che sia l'ultima cosa tu debba temere..."
Non immaginavo che mi sarei ripreso così in fretta dallo shock! Del resto ora Yucchan ha bisogno di me. Mi domando comunque perché sia tanto spaventata. Ma ora non le voglio più chiedere nulla. La tiro solo a lato, in un angolo un po' discreto, e le asciugo la pelle del viso, mentre lei mi sorride dolcemente. Ricambio allo stesso modo, prima di avviarmi di nuovo, al suo seguito, verso l'ormai vicino edificio scolastico.

***

Non potrei attendere un attimo di più! Fino a domani? Mai!! E infatti mi sto fiondando come un pazzo giù per le scale. Le lezioni sono appena finite. Devo sbrigarmi!
Continuo nella mia corsa, finchè un figura stagliatasi davanti a me non mi blocca il passaggio.
"Dove diavolo stai correndo? La palestra è da quella parte!!"
"Levati di mezzo, nanetto! Fammi passare, non ho tempo per allenarmi, oggi!"
"Ma certo, Mitsui! Come vice capitano sei proprio di buon esempio!!"
"Ti ho detto di toglierti!!" urlo, spingendolo e facendolo quasi cadere a terra. Perfetto! Già non ci amiamo dal profondo del cuore, e ora contriubuisco pure alla causa! Mi fermo un momento, mentre mi gela con uno sguardo a dir poco ostile.
"Scusa, Miyagi, ma adesso non posso davvero! Ci vediamo domani!!" e scatto di nuovo. Non ho tempo per pensare a quella scimietta veloce del mio capitano, ora! Devo assolutamente andare da lei.
Mentre mi muovo rapido, controllo per l'ennesima volta l'indirizzo sul foglietto che mi ha abbozzato Kyoko, dicendomi "mi ucciderà, ne sono certa!". Le ho dato un bacio sulla fronte e le ho detto che l'adoro, poi sono sparito dalla sua vista in pochi nanosecondi. Certo che ci ho messo un giorno intero di preghiere, per farmi dire dove l'avrei trovata!
Adesso non posso perdere un minuto di più. Attendo alla fermata, dubbioso sul fatto che forse a corsa sarei stato ancora più veloce che in treno. Del resto non posso forzare così tanto il mio ginocchio precario.
Quando le porte si dividono, salgo ancora ansimante. Sono riuscito a precedere l'ora di punta di un paio di treni, forse. Fra poco le stazioni si affolleranno di studenti immersi in una divisa molto simile alla mia. Forse ho fatto male: che scena è, presentarsi davanti ad una ragazza per giurarle amore eterno, grondante di sudore ? Del resto non voglio passare altre notti insonni su questa faccenda! Devo agire, e subito!
Quando finalmente scendo alla stazione indicata, inizio ad incamminarmi, più incerto. Vago titubante, finchè non mi decido a chiedere informazioni ad un passante. Speriamo bene!
"La palestra Shinju, dici? Guarda, è facile: volta quell'angolo, percorri la strada fino a metà, poi prendi la prima a sinistra, vai avanti un altro po' diritto e poi volti a destra all'incrocio del pescivendolo. Quando sei lì, prendi la terza stradina a lato, sulla sinistra, la percorri quasi tutta e ci arrivi. Chiaro, no?"
"Ehm... Sì, sì! Grazie mille!" perfetto: ora ci capisco ancora meno che prima! Povero me! Vediamo, la prima a sinistra, poi il pescivendolo... Com'è che andava avanti? Accidenti! Credo che chiederò all'uomo di mare.
"La palestra di Ryuken? Guarda, è quell'edificio un po' rialzato, laggiù! Salutamelo!" mi risponde lui, mentre adagia un polpo sul ghiaccio. Annuisco e lo ringrazio.
Finalmente al dunque! Non mi resta che suonare... Coraggio, Hisashi!!

***

Silenzio. La stanza è immersa in questo dolce suono senza vibrazioni, mentre la mia mente si svuota completamente, ed inizia a vagare libera fra le immagini sfocate dei miei ricordi.
Miyu. Il viso di un angelo dagli occhi marini. Uguali a quelli di Yume... la mia Yume! Basta, non devo distrarmi! Ma il pensiero che lei sia ancora tanto sconvolta per quella storia mi dà pena. La mia bambina è l'unica cosa che riesce a scuotermi fino in fondo all'anima. Come lo era sua madre.
Abbandono il mio fallito tentativo di meditazione. Ho bisogno di bere.
Mentre l'acqua scende rinfrescante lungo la mia gola, penso a Rei. Forse dovrei parlarne con lui? Ma a che pro? Non credo potrebbe fare nulla per mia figlia. Dispensare buoni consigli è inutile: non posso fare altro che darle il mio appoggio e aspettare che trovi il coraggio dentro sé stessa. È forte, ce la farà. Almeno lo spero. Io non posso certo intromettermi nella sua vita fino a sciogliere questa situazione. Se potessi lo farei senza riserve.
Torno a pensare per l'ennesima volta che forse avrei dovuto darle una seconda madre, una figura femminile da cui lei potesse trarre un modello. Ma come? Dove trovare una donna ideale? Non di certo in mezzo a quel branco di oche che starnazzano per me, come se fossero ancora ragazzine dodicenni! Cosa ci troveranno poi, in un uomo come me? Sono asociale, scorbutico e chiuso come un istrice. L'unica persona in grado di scalfire il mio guscio, non posso di certo sposarla! Del resto rassomiglia tanto a Miyu, la prima persona che mi ha colpito nel profondo. Che fossero quei suoi occhi? O forse il suo atteggiamento?
Ero già un giovane campione, allora. Egocentrico come ora. Ma molto ammirato, soprattutto dai branchi femminei. Arrivai davanti a casa sua insieme a suo fratello (forse il mio unico vero amico, compagno di allenamenti da tempo). Fu quello il primo giorno che la vidi. Era il cinque novembre, non lo scorderò mai.
Seduto sul divano di casa Saiyuki, parlavo placido con il mio amico. Il nostro discorso atterrò poi sulla cosa più misteriosa di questo universo mondo: le donne. Forse feci un paio di commenti pesanti e inadeguati ad una presenza femminile. Del resto ero certo di essere solo con lui. Mi sbagliavo, e me ne accorsi molto bene quando un palmo atterrò con non poco vigore sulla mia guancia. E, davanti a me, una donna dagli occhi stupendi, e tremendamente adirati, che mi urlava di andarmene fuori da casa sua.
Una donna, una femmina che ha osato schiaffeggiarmi? Me?! Questi furono i miei pensieri. E me ne innamorai in men che non si dica, irreparabilmente. Proprio io, colui che non aveva mai creduto nei sentimenti, cresciuto da un padre dittatore ed una madre tanto sottile e sottomessa da sembrare inesistente.
Infine è il campanello a distogliermi dai miei pensieri. Chi può essere? Non aspetto proprio nessuno: oggi non ho allievi. Del resto c'è un solo modo per svelare il mistero.
Quando la porta si apre, mi ritrovo davanti un ragazzo corvino, con due occhi blu che spiccano su un viso molto ben delineato. Ansima un poco, e mi guarda con una certa esitazione adosso.
"Buongiorno... Io sto cercando Yume."
"Yume non c'è ora. Tu chi sei?"
"Dove? Dov'è? Lei è suo padre, vero? Oh, la prego, io devo assolutamente vederla!!"
"È andata al corso di pittura che frequenta ogni mercoledì sera." Ribatto piatto, senza preoccuparmi troppo. Finchè un lampo non mi trapassa. Che sia lui?

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Bene bene, finito anche questo capitolo! Che bello, ha parlato anche il mio Ryu!!
Uhm, i miei cambi di narratore si fanno sempre più frequenti... Ma non abbiate paura: cercherò di assumere un tono più omogeneo nei prossimi capitoli! Grazie per la comprensione!! (inchino)

Capitolo 8...