REGIA MARINA

 


- CLASSE PISA -


PISA

AMALFI

AVEROF


La classe Pisa fu un modello di incrociatore corazzato della Regia Marina che partecipò prima alla guerra italo turca e successivamente, alla prima guerra mondiale. La classe era composta da due unità per la Regia Marina, RN Pisa e RN Amalfi ed una terza per la marina da guerra greca, la Georgios Averof. Il progetto, a ponte continuo, fu derivato da quello della classe di corazzate Regina Elena che presenta infatti una sagoma laterale simile, tranne per la mancanza della seconda torre corazzata a poppa. La lunghezza verticale era di 130 m, ma oltre la prua si estendeva uno sperone di 10,5 m che insieme alla poppa estesa all'indietro sotto la linea di galleggiamento portava la lunghezza fuori tutto a 140,5 m. Il suo armamento principale era disposto in due torri corazzate binate a prua e a poppa, armate con i cannoni da Vickers 254/45 Mod. 1906; l'armamento secondario da 190/45 Mod. 1908 era posto in 4 torri binate poste lungo le fiancate a mezza nave, e non in cannoniera come in molti progetti contemporanei.


STORIA E CARATTERISTICHE TECNICHE

Nave Pisa

Amalfi

Classe  Pisa
Tipo Incrociatore da battaglia
Cantiere Pisa: Orlando di Livorno

Amalfi: Odero di Genova

Impostazione Pisa: 20.02.1905

Amalfi: 24.07.1905

Varo Pisa: 15.09.1907

Amalfi: 05.05.1908

Entrata in servizio Pisa: 01.09.1909

Amalfi: 01.09.1909

Radiazione Pisa: 11.03.1937

Amalfi: 07.07.1915 (affondata da un sommergibile austriaco)

DIMENSIONI

Lunghezza 140,50 metri
Larghezza 21,10 metri
Immersione 7,40 metri 

DISLOCAMENTO

A pieno carico 10.600 tonnellate

MOTORI

Caldaie 22 
Eliche 2
Macchine alternative
Potenza 20.000 cavalli vapore
Velocità 23,00 nodi  
Combustibile 1.560 tonnellate di carbone

70   tonnellate di nafta

Autonomia 2.672  miglia marine a 12 nodi

PROTEZIONE

Verticale cintura: 200 mm.
Orizzontale ponte protezione: 51 mm.
Torrette principali -
Torre di comando 180 mm

ARMAMENTO

Principale 4 cannoni da 254 mm. in 2 torri binate
Secondario 8 cannoni da 190 mm.

16 cannoni da 76 mm.

AAW -
Siluri 2 lanciasiluri

AEREI

Aerei -

RADARS

Ricerca aerea Non presente
Ricerca di superficie Non presente
Controllo di tiro Non presente

EQUIPAGGIO

In tempo di guerra 684

di cui: 32 ufficiali e 652 marinai

Il progetto di questi incrociatori fu derivato da quello delle corazzate cIasse Vittorio Emanuele, di cui ebbero la sagoma e la disposizione delle artiglierie. Lo scafo era a ponte continuo con uno sperone a prua e una bassa sovrastruttura centrale: i fumaioli erano tre con un solo albero a palo (due dopo la guerra). Sia l'armamento principale che quello secondario erano sistemati in torri binate: due torri binate da 254 mm una a prora e una a poppa e 4 torri binate da 190 mm, due per lato, simmetriche a centro nave. 

l 16 cannoni da 76 mm erano 2 nella parte prodiera della tuga centrale e 2 in quella poppiera, 12 sul cielo della tuga 2 a prora, 6 al centro e 4 a poppa. l lanciasiluri erano fissi e subacquei.  La protezione verticale era costituita da una cintura dello spessore di 200 mm, ridotti a 80 mm alle estremItà, e da un ridotto dello spessore di 175 mm al disotto del ponte di batteria e 170 mm fra ponte di batteria e di coperta. 

L'apparato motore era costituito da 2 macchine alternative azionanti due eliche poste a poppavia dei 3 locali caldaie, che erano 22 a carbone.  La dotazione di nafta esistente doveva servire esclusivamente per rifornire in mare il naviglio siluRante. Gli apparati motori erano una esatta riproduzione di quelli del Vittorio Emanuele ma con maggior velocità di rotazione. 

Nel 1924-25 la nave fu fornita di un idrovolante da ricognizione, però non di catapulta, quindi l'aereo, sistemato dietro l'albero di poppa doveva essere messo in mare col picco di carico. Il Pisa partecipò alla guerra italo-turca e a quella 1915-18.  Nel 1921 fu trasformato in nave scuola torpediniere e dal 1925 al 1930 per l'Accademia Navale.  Fu radiato 1'11 marzo 1937. L’Amalfi invece fu affondato da un sommergibile Il 7 luglio 1915.


FOTOGRAFIE


INCROCIATORE CORAZZATO PISA

Il Pisa è stato un incrociatore corazzato della Regia Marina.  Costruito nel cantiere Orlando di Livorno venne completato nel 1909. Partecipò alla guerra italo-turca sia in Libia che nel Dodecaneso, sia operando con la squadra navale nel bombardamento delle coste attorno allo stretto dei Dardanelli il 19 aprile che all'occupazione delle isole Sporadi; in particolare l'incrociatore Pisa inviò un suo distaccamento da sbarco ad occupare l'isola di Kalymnos. Durante il conflitto, prestò servizio sulla nave l'allora tenente di vascello Carlo Bergamini, che ne divenne direttore di tiro. In servizio anche nella prima guerra mondiale, al suo inizio faceva parte della IV Divisione Incrociatori dell'ammiraglio Umberto Cagni, composta dalle navi Pisa, Amalfi, San Giorgio, San Marco e Piemonte. Venne riclassificato come corazzata costiera nel 1921, poi divenne nave scuola ospitando gli allievi dell'Accademia Navale dal 1925 fino al 1930 e venne infine radiato nel 1937.


INCROCIATORE CORAZZATO AMALFI

L'Amalfi è stato un incrociatore corazzato della Regia Marina. Costruito nel cantiere Orlando a Genova, partecipò alla guerra italo-turca sia in Libia, dove partecipò al bombardamento dei forti di Derna e alla presa di Bengasi, che nel Dodecaneso, dove insieme all'incrociatore Duca degli Abruzzi occupò le isole di Patmos, Calchi ed Emporio.
All'inizio dell'impegno italiano nella prima guerra mondiale venne posizionata nel mar Adriatico, prima presso la base di Brindisi e poi a Venezia, inquadrata come il Pisa nella IV Divisione Incrociatori dell'ammiraglio Cagni. La notte del 7 luglio 1915 alle 02:00, la nave lasciò Malamocco per raggiungere delle torpediniere che operavano a circa 20 miglia dalla costa dell'alto Adriatico, ed era sotto scorta diretta delle torpediniere Climene ed Orsa; alle 04:05 venne silurata sul fianco sinistro, e nonostante la contromanovra a dritta per evitare un eventuale secondo siluro iniziò a sbandare pesantemente a sinistra, a causa di una grossa falla causata dai 190 kg di esplosivo della testata. Viste le condizioni, il comandante ordinò di abbandonare la nave che affondò rapidamente e l'equipaggio venne tratto in gran parte in salvo dalle unità di scorta. Dopo la guerra si saprà che la nave era stata attaccata dal sommergibile tedesco UB.14, operante sotto bandiera austro-ungarica e il nome di U.26, con la perdita di 67 uomini dell'equipaggio. Il relitto giace sul fondale a una profondità di 30 metri a 20 miglia dal porto del Lido di Venezia, ma essendo stato a suo tempo venduto ad una società di recupero, è stato in buona parte progressivamente smantellato.


INCROCIATORE CORAZZATO AVEROF

La Georgios Averof (o Averoff, in greco Θ/Κ Γεώργιος Αβέρωφ) è stata una nave da guerra della marina militare reale greca che ha servito per mezzo secolo come ammiraglia della flotta. La Giorgios Averof venne costruita contemporaneamente alle altre due, ma per problemi di bilancio venne cancellata dalla Regia Marina; il neoeletto governo greco di Mavromichalis offrì come anticipo un terzo del suo costo totale e così la nave venne venduta alla marina reale greca entrando in servizio il 16 maggio 1911. Prese il nome dall'industriale greco Georgios Averof, che fu il finanziatore dell'anticipo dato per l'acquisto mentre il resto fu coperto da un prestito sottoscritto all'estero dal governo greco. La nave fu quindi varata il 27 febbraio 1919 ed arrivò ad Atene il 1º settembre 1911; venne impiegata durante la prima guerra balcanica tra il 1912 e il 1913, in particolare durante la battaglia di Elli nella quale una squadra navale greca comandata dal contrammiraglio Pavlos Kountouriotis attaccò e mise in fuga la flotta ottomana; in particolare la Averof, nave ammiraglia, attaccò da sola lasciando indietro le tre vecchie corazzate Hydra, Spetsai e Psara dopo aver segnalato l'ordine di azione indipendente, colpendo l'ammiraglia turca Barbaros Hayreddin ed obbligando i turchi a ritirarsi, visto anche il sopraggiungere del resto della flotta greca. Le sue torri principali montavano cannoni da 234/45 mm (9,2") invece che quelli da 254 mm (10") delle navi italiane. Al di là di questo particolare episodio, comunque la nave contribuì alla liberazione dai turchi di varie città sulla costa della Macedonia orientale e di parte delle isole dell'Egeo centrosettentrionale.
Durante la prima guerra mondiale venne estesamente impiegata per la scorta ai convogli nell'Egeo e durante la campagna per l'occupazione di Smirne, il cui possesso verrà poi assegnato alla Grecia col trattato di Sèvres. Nel periodo dal 1925 al 1927 venne sottoposta a lavori di ammodernamento presso i cantieri Forges et Ch. de la Méditerranée a La Seyne in Francia, dove venne aggiornato l'apparato motore che inizialmente era a carbone, e aggiunto l'albero tripode con direzione del tiro e torrione. I 16 cannoni antinave da 76mm vennero rimpiazzati nel 1940 da 8 cannoni moderni dello stesso calibro e 4 installazioni antiaeree da 76mm. Dopo l'invasione della Grecia da parte dell'Asse si rifugiò ad Alessandria d'Egitto nel maggio 1941, ponendosi sotto il controllo delle forze navali alleate; l'ammiragliato britannico le assegnò il pennant number D54 e la mise in servizio nell'Oceano Indiano, per poi rimandarla in un secondo tempo nel mar Mediterraneo. Il 17 ottobre 1944 l'Averof era la nave ammiraglia della forza navale greca che gettò l'ancora nella baia di Atene liberando ufficialmente la città e la sua bandiera di guerra fu issata sull'Acropoli a sancire l'avvenimento. Fece l'ultimo viaggio in servizio nell'isola di Rodi nel 1947 in concomitanza con l'annessione greca del Dodecaneso, ceduto dall'Italia come riparazione di guerra. La nave venne radiata nel 1951 e attualmente è una nave museo ormeggiata ad Atene nella baia di Falirion, l'unica esistente al mondo di costruzione italiana.


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