RUSSIA - UNIONE SOVIETICA

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- PORTAEREI -

AIRCRAFT CARRIER


PORTAEREI KUTZNESOV

(INCROCIATORE PESANTE PORTA AEROMOBILI MISSILISTICO)

KUTZNESOV CLASS


L'EDICOLA


(11.01.2017) Addio Italia, il generale libico Haftar visita la portaerei russa Admiral Kuznetsov
Sulla portaerei russa Admiral Kuznetsov, il capo della “Forze armate libiche” (NLA) Qalifa Balqasim Haftar ha discusso con il Ministro della Difesa russo Sergej Shojgu della lotta al terrorismo in Medio Oriente, riferiva il Ministero della Difesa russo citato dall’agenzia RIA. Lo scambio è avvenuto via videoconferenza, non essendo il ministro del governo russo a bordo della nave da guerra. Sempre presente nel Mar Mediterraneo, la portaerei Admiral Kuznetsov è salpata dalle acque siriane ai primi di gennaio, dopo averle visitate con una squadra russa dal novembre 2016, per sostenere le forze siriane nella lotta ai terroristi. L’uomo forte della Libia orientale, Qalifa Balqasim Haftar, aveva già avuto l’opportunità d’incontrare Sergej Shojgu sulla “questione degli armamenti per la Libia”, alla vigilia di un incontro con il capo della diplomazia russa Sergej Lavrov, a fine novembre 2016.
Il capo dell'”Esercito nazionale libico” concorrente al governo di Tripoli. A capo dell’ALN presente nell’est del Paese, il generale Qalifa Balqasim Haftar si oppone allo Stato islamico e anche al governo riconosciuto dalla comunità internazionale di Fayaz al-Saraj, con sede a Tripoli. Dalla caduta di Muammar Gheddafi, la Libia è completamente frammentata: ad est, il governo di Tripoli è contestato dalle truppe del generale Haftar. Ad ovest, le milizie islamiste di “Alba della Libia” controllano anche Tripoli.


(08.01.2017)  Il giornale: La portaerei Admiral Kuznetsov lascia la Siria e ritorna in Russia

La portaerei russa Admiral Kuznetsov ha ufficialmente concluso il suo rischieramento in Siria e tra poche ore farà rotta verso il porto di Severomorsk.

E’ quanto comunica il Ministero della Difesa russo. In due mesi di operazioni, la Kuznetsov ha lanciato 420 sortite, 117 di notte, distruggendo 1252 obiettivi nemici identificati in Siria. Sia il vettore che il personale erano alla prima operazione a lungo termine lontano dalle proprie basi. La portaerei, secondo quanto previsto dal piano di riduzione della presenza militare russa in Siria, sarà la prima unità a lasciare il teatro operativo. Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato un ritiro parziale delle forze militari dalla Siria dopo aver negoziato il cessate il fuoco con l'Iran e la Turchia.
Il Ministero della Difesa russo precisa che è stata testata con successo, la stretta interoperabilità tra le forze aerospaziali ed i sistemi di difesa costiera Bastion schierati sulle coste siriane. La Kuznetsov è comunque entrata nella storia della Marina russa per essere stata la prima portaerei ad entrare in battaglia. Costruita presso il Cantiere Mykolaiv Sud (oggi Ucraina) a metà degli anni ‘80, la Admiral Kuznetsov è divenuta pienamente operativa solo nel 1995, a causa dei drastici tagli al bilancio della Difesa russo a seguito del crollo dell'Unione Sovietica. La nave, progettata per colpire grandi bersagli di superficie e proteggere le rotte marittime dagli attacchi nemici, è in grado di trasportare un massimo di 52 velivoli ad ala fissa e rotante ed l'unica al mondo a poter operare anche alle latitudini polari. Il gruppo di volo della Kuznetsov è stato schierato in supporto alla forza aerea di stanza nella base siriana di Hmeimim. Alle operazioni in Siria hanno preso parte quindici velivoli ad ala fissa imbarcati, tra Su-33 e MiG-29K/KUB, e dieci elicotteri Ka-52K, Ka-27 e Ka-31.
Lo scorso quindici novembre, un MIG-29K della Marina russa si è schiantato nel Mediterraneo, mentre era in avvicinamento per l'atterraggio sul ponte della Kuznetsov. Incolume il pilota che è riuscito ad eiettarsi. L’incidente è avvenuto a diversi chilometri di distanza dall’incrociatore pesante portaeromobili missilistico, durante la fase di discesa del MiG-29K. Il pilota si è espulso dal velivolo ed è stato immediatamente messo in salvo dal servizio di ricerca e salvataggio decollato dalla portaerei. Il Mig-29K precipitato avrebbe fatto parte di una formazione di tre velivoli decollati dalla Kuznetsov per un volo di addestramento sulla Siria. Riscontrati problemi tecnici, uno dei caccia avrebbe tentato di fare ritorno sulla portaerei, precipitando a pochi chilometri durante la fase di discesa. La seconda perdita il 5 dicembre scorso quando un Su-33 russo in fase di appontaggio è precipitato in mare dopo aver spezzato il cavo di arresto sulla Kuznetsov. Il caccia Su-33, dopo aver completato un’operazione di combattimento nel cielo siriano, è slittato fuori dal ponte di volo a causa della rottura del cavo del dispositivo di arresto. Il pilota è riuscito a lanciarsi, non ha riportato ferite. Dal venti novembre scorso, la base aere di Hmeimim, nella provincia di Latakia, ha ospitato diverse piattaforme Su-33/MiG29KR della Marina russa provenienti dal vettore. Il gruppo aereo imbarcato è stato abilitato lo scorso agosto dopo aver concluso il suo periodo di addestramento a terra presso la struttura di Novofedrorovka. È la prima volta che il centro di formazione viene utilizzato dopo gli aggiornamenti relativi alle operazioni di regolamentazione e di certificazione. Il centro di formazione in Crimea è stato per anni unico nel suo genere per i piloti della Flotta del Nord. Un nuovo centro di addestramento è stato allestito a Yeysk, nel territorio di Krasnodar. La base di Yeysk, sulla riva del Mar d'Azov, diverrà la principale struttura di abilitazione per i gruppi aerei imbarcati russi. Le prove di volo sulla Kuznetsov sono iniziate lo scorso primo luglio per concludersi un mese dopo.
Il gruppo da Battaglia della Kuznetsov
La Kuznetsov è scortata dall’incrociatore lanciamissili pesante a propulsione nucleare Pyotr Veliky, ammiraglia della Flotta del Nord e dalle cacciatorpediniere classe Udaloy I, Severomorsk e Vice-Admiral Kulakov. Il gruppo da battaglia della Kuznetsov è stato scortato da due sottomarini classe Akula I/II e da un terzo a propulsione diesel elettrica appartenente alla classe Varshavyanka (Progetto 636m). La fregata lanciamissili capofila della classe Admiral Grigorovich è stata la prima unità ad entrare in battaglia, il 14 novembre scorso, seguita dai caccia decollati dal vettore. Nella prima ondata, i missili da crociera Kalibr hanno distrutto impianti chimici, depositi di munizioni e diversi campi di addestramento. Con un’autonomia di circa 2.000 km, il missile da crociera 3M-54 Kalibr può essere imbarcato sui sottomarini e sulle unità da battaglia di piccole dimensioni.
Il destino della Admiral Kuznetsov
Entro il primo trimestre del 2018, sulla Kuznetsov inizieranno gli interventi di ammodernamento. La nave resterà in cantiere per tre anni: soltanto nel 2021 ritornerà in mare. Previsti lavori di rifacimento dell’intero ponte di volo, con sostituzione del rivestimento e del sistema di decollo ed atterraggio.
Nel Mediterraneo restano in attività le unità in rotazione della flotta permanente russa istituita il primo maggio del 2013 e dai due ai quattro sottomarini a propulsione nucleare e diesel elettrica. I due sottomarini classe Oscar-II rilevati lo scorso dicembre, infine, dovrebbero aver abbandonato il Mediterraneo, conlcusa la loro missione primaria dopo il ritiro di tutte le portaerei occidentali.
 


(29.11.2016) Il giornale: Tensione nello Stretto di Hormuz, navi iraniane puntano elicottero Usa

È il primo incidente nello Stretto di Hormuz dopo la vittoria di Donald Trump. Teheran offre a Mosca la base di Hamadan. Mistero sulla Admiral Kuznetsov

Una piccola unità navale del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, sabato scorso, ha puntato le proprie armi di bordo contro un elicottero della Marina degli Stati Uniti nello Stretto di Hormuz.

E’ quanto comunica il Dipartimento della Difesa per un episodio definito come “non sicuro e poco professionale”. L’incidente è l’ultimo di una lunga serie di episodi avvenuti quest’anno tra la marina iraniana e quella degli Stati Uniti, ma è il primo dopo la vittoria di Donald Trump. Durante la campagna elettorale, il presidente eletto affermò che qualora fossero state provocate dagli iraniani nel Golfo, le unità della Marina Usa avrebbero reagito. Il processo di transizione si concluderà il prossimo 20 gennaio con l’insediamento ufficiale nella Casa Bianca.

L’ultimo incidente è avvenuto sabato scorso. Pochi i dettagli diramati. Ad essere coinvolto un elicottero MH-60 della Marina Usa in volo in acque internazionale, a mezzo miglio di distanza da due unità iraniane. Soltanto una di esse avrebbe puntato le armi contro l’elicottero statunitense. Il Dipartimento della Difesa non specifica il tipo di minaccia, ma precisa che “in nessun momento l'equipaggio dell'elicottero è stato in pericolo”. Nonostante gli accordi su nucleare, Washington e Teheran rimangono profondamente divisi sul programma balistico iraniano e sui conflitti in Siria ed Iraq.

L’Iran offre la base di Hamadan ai russi

La Russia potrebbe utilizzare la base di Hamadan nel caso in cui la portaerei Admiral Kuznetsov si allontanasse dai confini siriani. E’ quanto ha confermato sabato scorso il Presidente della Commissione di Difesa del parlamento russo, Viktor Ozerov, alla Ria Novosti. Poche ore dopo, il Ministro della Difesa iraniano Hossein Dehghan ha confermato che Teheran potrebbe consentire alla Russia di riutilizzare la base di Hamadan per continuare i raid in Siria. Il sedici agosto scorso, tre bombardieri strategici Tu-22M3 russi sono decollati dalla base aerea di Hamadan, in Iran per colpire obiettivi identificati nell’area di Aleppo e nelle province di Deir-ez-Zor e Idlib.

I bombardieri russi provenienti dall’Iran, si sono ricongiunti con una formazione di Su30/Su-35 in ruolo di copertura, decollati da Hmeimim. La strategica base aerea di Hamedan, nell'Iran occidentale, consente di ridurre drasticamente il tempo di volo (fino al 60%) necessario per colpire gli obiettivi dello Stato islamico in Siria. Il principale contingente pesante Backfire decolla dalla base di Modzok, nella Russia meridionale, a 2150 chilometri da Palmira. La base aerea di Hamedan si trova a soli 900 chilometri da Palmira, che sorge a 250 chilometri a nord-est di Damasco. La base aerea di Hmeimim, una delle due piste fu chiusa alle operazioni di volo lo scorso aprile per manutenzione, è stata utilizzata dai russi per le operazioni dei velivoli ad ala fissa e rotore durante la prima fase del coinvolgimento del Cremlino in Siria iniziato nel settembre dello scorso anno. La base aerea nella provincia di Latakia non è in grado di supportare logisticamente i bombardieri strategici TU-22M3. L’aeroporto di Hmeimim era utilizzato in precedenza soltanto per scopi civili, con impiego militare riservato agli elicotteri. I lavori di rifacimento alla seconda pista si sono conclusi il 13 giugno scorso. Lo scorso gennaio, Mosca e Teheran hanno firmato un accordo di cooperazione militare che implica una più ampia collaborazione nella formazione del personale e nelle attività antiterrorismo. La base aerea di Hamedan, nell'Iran occidentale, un anno fa, ha ospitato due cacciabombardieri Su-34 ed un vettore da trasporto strategico multiruolo Ilyushin Il-76. Iran ed Iraq, dallo scorso agosto, hanno concesso a Mosca un corridoio aereo per i missili da crociera.

Mistero sulla Admiral Kuznetsov

Meritano particolare attenzione le ultime immagini satellitari diffuse da Airbus Defence and Space sulla Siria. In un passaggio eseguito il 20 novembre scorso, la base aere di Hmeimim, nella provincia di Latakia, sembrerebbe ospitare otto piattaforme Su-33/MiG29KR della Marina russa proveniente dalla Kuznetsov. Sono quindici i velivoli ad ala fissa imbarcati, tra Su-33 e MiG-29KR/KUB, e dieci gli elicotteri Ka-52K, Ka-27 e Ka-31 sulla portaerei russa. Un MiG-29KR si è schiantato in mare lo scorso 14 novembre a causa di un non specificato “problema alle attrezzature durante la fase di approccio al vettore”. Incolume il pilota che è riuscito ad eiettarsi. Le voci su un problema ai cavi d’arresto della portaerei non sono mai state confermate. Dopo l’incidente del 15 novembre scorso, i MiG-29KR non sarebbero più decollati dalla Kuznetsov.

Il vettore costruito presso il Cantiere Mykolaiv Sud a metà degli anni ‘80, è divenuto pienamente operativo solo nel 1995, a causa dei drastici tagli al bilancio della Difesa russo a seguito del crollo dell'Unione Sovietica. In cantiere dall’estate dello scorso anno, sulla Admiral Kuznetsov sono stati effettuati degli aggiornamenti sugli apparati elettro-meccanici e sulla trasmissione presso Rosljakovo. L’incrociatore pesante portaeromobili missilistico, utilizza il sistema Short Take Off But Arrested Recovery o STOBAR per il decollo e l’atterraggio dei velivoli. A gennaio, concluso il pattugliamento nel Mediterraneo, la Kuznetsov ritornerà in cantiere per lavori di rifacimento dell’intero ponte di volo, con sostituzione del rivestimento e del sistema di decollo ed atterraggio. Tali interventi, posticipati al 2018 (precedentemente fissati al 2017), dureranno tre anni. Soltanto nel tardo 2021 la Kuznetsov potrà riprendere il mare.


(18.11.2016) In azione i caccia imbarcati dell’Admiral Kuznetsov

(tratto da: http://www.analisidifesa.it/2016/11/in-azione-i-caccia-imbarcati-delladmiral-kuznetsov/)

Sono almeno 30 i militanti dell’ex Fronte al-Nusra (oggi Fronte Fatah al-Sham)) deceduti lo scorso 15 novembre a seguito di attacchi aerei condotti dai caccia imbarcati Sukhoi Su-33 (“Flanker-D” per la NATO) decollati dalla portaerei Admiral Kuznetsov.

A riferirlo all’agenzia Interfax è stato il generale Igor Konashenkov portavoce del ministero della Difesa russo che ha dichiarato: – “Diversi canali di intelligence hanno confermato che a seguito di un massiccio attacco condotto dai nostri Su-33 imbarcati sono stati eliminati nella provincia siriana di Idlib non meno di trenta terroristi tra cui i noti signori della guerra Muhammad Helala, Abu Jaber Harmuja e Abul Baha Al-Asfari; quest’ultimo – ha proseguito Konashenkov – aveva il compito di unire le rimanenti riserve di raggruppamenti di Fatah al-Sham nelle province di Aleppo e Hama, oltre ad essere il principale responsabile della pianificazione e della progettazione di nuovi attacchi di militanti ad Aleppo.”

Benchè nato come caccia intercettore il Su-33 ha la possibilità di imbarcare armi aria terra come bombe a caduta libera ad alto esplosivo FAB-100/250/500, cluster bombs RBK-100/250/200 e razzi guidati S-8KOM/OM/BM da 80 mm, S-13T/OF da 122 mm o razzi singoli S-25-OFM-PU da 266 mm, e persino missili antiradar Kh-31P e missili antinave Kh-31A, Kh-41 e Kh-59MK.

Secondo gli inviati di RT (Russia Today) presenti a bordo tuttavia, i Su-33 hanno operato in queste missioni specificatamente con bombe a caduta libera da 500 chili.

Restano nell’ombra mediatica invece i multiruolo MiG-29K imbarcati, certamente più adatti a queste missioni da attacco al suolo ma probabilmente penalizzati da un’autonomia ridotta rispetto ai Flanker navali, senza contare la recente perdita di un Fulcrum avvenuta in fase di appontaggio quasi certamente per problemi meccanici riscontrati subito dopo il decollo per una missione operativa nei cieli siriani.

Il pilota si è eiettato per fortuna senza riportare lesioni ed è stato prontamente recuperato dalla componente SAR ad ala rotante di stanza sull’Admiral Kuznetsov.


(18.11.2016) RUSSIA, POSTICIPATI DI UN ANNO I LAVORI DI AMMODERNAMENTO SULLA ADMIRAL KUZNETSOV (di Franco Iacch)

(tratto da: http://www.difesaonline.it/mondo-militare/russia-posticipati-di-un-anno-i-lavori-di-ammodernamento-sulla-admiral-kuznetsov)

Subito dopo il suo primo pattugliamento nel Mediterraneo, la portaerei russa Admiral Kuznetsov ritornerà in cantiere per interventi di ammodernamento. I lavori inizieranno entro il primo trimestre del 2018, un anno dopo rispetto a quanto affermato in precedenza dal Ministero della Difesa russo. E’ quanto confermano dalla United Shipbuilding Corporation.

La nave resterà in cantiere per tre anni. Nel 2021 ritornerà in mare. Il contratto con la United Shipbuilding Corporation, del valore di diversi miliardi di rubli, è stato siglato. Convalidati i progetti del Nevskoye Design Bureau.

 I lavori sul vettore interesseranno principalmente il ponte di volo, compresa la sostituzione del rivestimento e l’intero sistema di decollo ed atterraggio. L’incrociatore pesante portaeromobili missilistico, utilizza il sistema Short Take Off But Arrested Recovery o STOBAR per il decollo e l’atterraggio dei velivoli.

Costruita presso il Cantiere Mykolaiv Sud (oggi Ucraina) a metà degli anni ‘80, l'Admiral Kuznetsov è divenuta pienamente operativa solo nel 1995, a causa dei drastici tagli al bilancio della Difesa russo a seguito del crollo dell'Unione Sovietica. La nave, progettata per colpire grandi bersagli di superficie e proteggere le rotte marittime dagli attacchi nemici, è in grado di trasportare un massimo di 52 velivoli ad ala fissa e rotante. Il gruppo aereo imbarcato comprende Su-25 UTG, Su-33 (Flanker-D), MiG-29K/KUB ed elicotteri Ka-27 e Ka-29.

Prima di raggiungere il Mediterraneo, la portaerei è stata per dieci mesi in riparazione presso il cantiere 82, a Roslyakovo, nella regione di Murmansk. L'Admiral Kuznetsov ha subito lavori agli apparati elettro-meccanici e sono stati sostituiti alcuni componenti della trasmissione della nave.


(06.11.2016) La NATO ha tentato di sabotare l’Admiral Kuznetsov?

(tratto da: https://aurorasito.wordpress.com/2016/11/11/la-nato-ha-tentato-di-sabotare-ladmiral-kuznetsov/)

I russi rivelano che un sottomarino olandese classe Walrus s’è avvicinato alla portaerei Kuznetsov nel Mediterraneo orientale, suggerendo più di una semplice missione di spionaggio.

I rapporti del Ministero della Difesa russo rivelano lo strano incidente che ha coinvolto la squadra della flotta russa nel Mediterraneo orientale della portaerei Admiral Kuznetsov e dell’incrociatore da battaglia lanciamissili a propulsione nucleare Pjotr Velikij. I russi dicono che un sottomarino olandese classe Walrus ha cercato di avvicinarsi alla squadra con manovre pericolose, ed è stato scacciato. I russi dicono che il sottomarino era a meno di 20 km dall’Admiral Kuznetsov, ma veniva osservato e monitorato dagli elicotteri antisom della flotta dopo essere stato notato da due cacciatorpediniere antisom della squadra. Le navi in questione erano i cacciatorpediniere classe Udaloj che fanno parte della squadra della flotta. L’incidente è più interessante e più strano di quanto dicano i media. Prima di tutto, non vi è alcun dubbio che l’incidente sia effettivamente accaduto. La NATO e la Marina olandese non negano i rapporti russi, segno sicuro di autenticità. In secondo luogo, è interessante notare che i russi sollevano un enorme polverone, è pratica standard delle Marine russa e della NATO vigilarsi a vicenda e in apparenza nulla suggerisce che fosse diverso ciò che il sottomarino olandese facesse. Tuttavia alcuni ufficiali russi definiscono l’incidente più serio. Ad esempio, la TASS riporta Mikhail Nenashev, presidente del movimento pan-russo a sostegno della Flotta, fare osservazioni molto interessanti: “I marinai olandesi creavano una situazione pericolosa per la navigazione, ostacolando le nostre navi nell’adempimento dei loro compiti nella lotta ai terroristi. Seguendo gli ordini del loro comando, avrebbero cercato un pretesto per poter accusare le manovre dei russi di essere pericolose“. Ciò che i rapporti russi mostrano è che i sonar navali russi sono sofisticati e abbastanza sensibili da rilevare e tracciare i sottomarini classe Walrus della Marina olandese. Questo è importante perché i sottomarini classe Walrus olandesi sono tra i pochi sottomarini diesel-elettrici oceanici rimasti alle marine NATO. I sottomarini diesel-elettrici sono più silenziosi dei sottomarini nucleari, e vengono regolarmente utilizzati dalle grandi potenze per lo spionaggio. I sottomarini classe Walrus sarebbero particolarmente silenziosi e questo assieme al fatto di essere tra i pochi sottomarini diesel-elettrici oceanici della NATO significa che vengono regolarmente utilizzati dalla NATO per spiare le operazioni.

Consideriamo per esempio queste note su Wikipedia sui sottomarini classe Walrus, “I sottomarini furono molto richiesti dalla NATO durante la guerra fredda, in quanto combinavano un equipaggio altamente qualificato con un battello molto silenzioso. All’epoca la maggior parte dei sottomarini della NATO era costiera o nucleare, e la classe Walrus era tra i pochi sottomarini diesel-elettrici oceanici in servizio. Dopo la Guerra Fredda, furono incaricati di molte operazioni di raccolta di informazioni altamente confidenziali (ancora classificate) su Jugoslava, Iran, Iraq e Caraibi, spesso su richiesta degli alleati, come gli Stati Uniti“. A meno che la posizione del sottomarino della classe Walrus che spiava la squadra russa fosse stata segnalata per errore dell’equipaggio, cosa possibile, l’incidente del Mediterraneo dimostra che i sonar russi possono rilevare e monitorare questi sottomarini, nel qual caso la loro sicurezza è compromessa. Al contrario delle storie circolanti nel 2007 su un sottomarino diesel-elettrico cinese classe Song penetrato con successo lo schermo antisom di una portaerei della Marina degli Stati Uniti, prima di ritirarsi volontariamente; o la spesso espressa preoccupazione sui media militari occidentali per la silenziosità leggendaria dei sottomarini classe Kilo della Russia, rinominati dalle Marine militari della NATO “buco nero”. E’ difficile evitare l’impressione che il motivo per cui i russi abbiano pubblicizzato l’incidente è perché, in un momento di tensione internazionale acuita, sia far intendere al mondo, e non solo alla NATO, che possono rilevare e monitorare i sottomarini diesel-elettrici della NATO che si avvicinano alla loro flotta, mentre le Marine della NATO tentando di fare la stessa cosa dei sottomarini russi e cinesi. L’aggressività di certe frange estremiste dei media militari alternativi occidentali della NATO, che pretendono il deliberato sabotaggio sottomarino dell’Admiral Kuznetsov, per impedirne la missione, coprendosi con i problemi esagerati dell’apparato motore della Kuznetsov, potrebbe anche provocare la reazione russa, e quindi questa sarebbe la ragione per cui vi assegnano tanta pubblicità.

Indipendentemente dalle motivazioni dei russi e dalla verità su tale strano incidente, il fatto che i russi possano rilevare e monitorare i sottomarini spia diesel-elettrici preoccuperà la NATO.


(08.07.2016) La Portaerei “Ammiraglio Kuznetsov”: Il Presente e il Futuro

(Articolo di Leonid Nersisyan pubblicato da TheSaker.is l’8 Luglio 2016)

La portaerei “Admiral Kuznetsov” sarà dispiegata da quest’autunno nel Mediterraneo, vicino alle coste della Siria. Secondo fonti militari accertate, i suoi aerei attaccheranno le posizioni appartenenti all’ISIS e ad altri gruppi militanti in Siria dal Ottobre 2016 al Gennaio 2017. È interessante notare come le voci riguardanti il primo impiego dell”Admiral Kuznetsov” circolassero già da tempo, ma nonostante ciò, furono smentite immediatamente dopo il parziale ritiro dell’Aviazione militare Russa dalla base di Hmeimim in Siria. Ebbene, sembra che i piani siano cambiati ancora.

Una nave “complicata” necessita di essere testata prima di subire profonde modernizzazioni.

L’ “Admiral Kuznetsov” che entrò in servizio nel 1991, rivelò di possedere molti problemi. La causa principale di quest’ultimi fu il fatto che l’imbarcazione fu progettata per essere multifunzionale – essa infatti può svolgere la funzione di incrociatore lancia missili (l'”Admiral Kuznetsov” è armata con 12 missili anti-nave modello P-700 “Granit”) e di portaerei. Paragonandola con le portaerei americane di classe Nimitz, la portaerei Russa risulta più piccola (con un dislocamento pari a 59,000 tonnellate, contro le 101,000 delle controparti americane) e con una capacità di caricare a bordo un numero inferiore di velivoli da combattimento – 50 (tra aerei ed elicotteri) contro 66 (inoltre,se necessario, sono in grado di trasportare fino a 90 velivoli).

In primo luogo la nave da guerra russa è equipaggiata con un trampolino di lancio al posto di una catapulta a vapore, ciò fa si che l'”Admiral Kuznetsov” non sia in grado di inviare aerei a lungo raggio, ostacolando la radio localizzazione e comando, a causa di queste caratteristiche essa riesce a controllare un’area piu piccola rispetto alle portaerei USA. Il più grande problema dell’unica portaerei Russa è la propulsione: a differenza delle portaerei Ninitz munite di reattori nucleari, l'”Admiral Kuznetsov” è equipaggiata con un complesso sistema di caldaie e turbine, che si è rivelato non essere affidabile. Guasti frequenti e successive riparazioni sono all’ordine del giorno. Un’altro problema riguardante l’inaffidabilità del sistema di propulsione è che la nave non può muoversi alla massima velocità per molto tempo, di conseguenza i caccia non riusciranno a decollare a pieno carico di carburante e armamenti.

In secondo luogo il numero di aerei a bordo non si è mai avvicinato al nominale – di  norma, la nave potrebbe trasportare tra i 7/8 caccia pesanti SU-33. Quest’ultimi però possono essere utilizzati solo per ottenere la superiorità aerea, mentre se si parla di obbiettivi terrestri sono in grado semplicemente di utilizzare bombe a caduta libera e missili aria-terra non guidati. Per quanto riguarda la comunicazione sono muniti  di un Equipaggiamento Radio Elettronico (REE), lo stesso del precedente SU-27, e questi aerei non sono stati modernizzati.

La situazione è parzialmente migliorata grazie al caccia leggero MIG-29K, che è stato  progettato dapprima per la marina Indiana e successivamente  vennero ordinati dalla  Marina russa. Questo aereo è dotato della versione modernizzata del REE, che consente l’utilizzo di varie munizioni aria-terra. Fonti militari ci dicono che l'”Admiral Kuznetsov” farà rotta verso la Siria con 15 aerei (probabilmente, 8 SU-33 e 7 MIG-29K) e circa 10 elicotteri (elicotteri d’attacco KA-52, multi ruolo KA-27 e da sorveglianza elettronica KA-31). Con questa configurazione la nave sarà al 50-60% della sua capacità di trasporto ma sarà comunque in grado di adempiere alle missioni da svolgere in Siria. Il numero di aerei limitato è dato dalla mancanza di piloti addestrati per gli aerei della Marina.

Considerando che nella primavera del 2017 l’imbarcazione sarà oggetto di una lunga e completa modernizzazione, le operazioni in Siria sono un’ ottima occasione per identificare i suoi punti deboli. Questa esperienza consentirebbe una modernizzazione ottimale della nave e dei suoi velivoli. L’esperienza in azione dei piloti è anch’essa molto importante. Questo spiega la comparsa sull'”Admiral Kuznetsov” degli elicotteri d’assalto KA-52K originalmente e sfortunatamente destinati alla portaerei francese Mistrales ma non consegnati, poiché non ritenuti adatti per una portaerei. Fondamentalmente, il motivo di tutto ciò è quello di testare il velivolo in un combattimento reale.

Prendendo in considerazione che il numero  di aerei da combattimento ora presenti nella base di Hmeimim è molto inferiore rispetto all’inizio dell’operazione, sortite di MIG-29K darebbero un contributo positivo per ri-bilanciare il potere d’attacco, ma difficilmente sarebbero un punto di svolta. Per quanto riguarda i SU-33, probabilmente garantiranno la copertura aerea durante le operazioni di attacco. Il loro potenziale d’attacco non è adatto al conflitto siriano.

Cos’altro?

Nel suo stato attuale, la portaerei “Admiral Kuznetsov” non è un mezzo efficiente.Considerando che sia improbabile che la Marina Russa riesca ad ottenere un’altra portaerei prima della metà del 2030 (il cantiere adibito alla costruzione di portaerei  non sarà ultimato per i prossimi 10 anni) perciò è importante rendere l’ “Admiral Kuznetsov” pronta al combattimento, anche solo per conservare il personale che può servire e combattere su tale nave. Se tutto procederà per il meglio, l'”Admiral Kuznetsov” sarà un’imbarcazione in grado di rispondere a tutte le esigenze dei combattimenti, non solo ad Hmeimim, ma in qualsiasi punto del  mondo. Ciò richiederebbe diverse modifiche nel corso della sua modernizzazione:

Cambiare il sistema di propulsione. L’ideale sarebbe installare un reattore nucleare. Questo permetterebbe alla nave di mantenere la velocità massima, così gli aerei potrebbero decollare a pieno carico, incrementando il loro potenziale d’attacco.

Modernizzare il caccia SU-33 munendolo con un moderno REE, come il SU-30CM o SU-35C. Con questa configurazione 14 SU-33 e 12 MIG-29K saranno in grado di adempiere al meglio a tutte le funzioni, dall’attacco al suolo alla superiorità aerea.

Alleggerire il peso della nave rimuovendo i lanciamissili P-700 “Granit”, i quali si credono non funzionanti dopo un incidente. È meglio che una portaerei sia soltanto una portaerei.

Installare un moderno Equipaggiamento Radio-Elettronico.

Contemporaneamente alla revisione e modernizzazione, cominciare ad addestrare piloti in modo tale da essere imbarcati sulla portaerei e migliorare le navi da cui la stessa si dovrà approvvigionare. Altrimenti sarebbe impossibile mantenere attivi tutti e 50 i velivoli trasportati.

Questo processo durerà almeno 4 anni. Tuttavia, il risultato raggiunto farà si che davanti a noi si presenti una nuova macchina da combattimento. Considerando vaghe prospettive riguardanti la costruzione di nuove portaerei (tra le altre cose, non è chiaro se questa operazione è necessaria, considerando lo stato dei cantieri navali e la geografia Russa),la modernizzazione sarà in grado di ricreare l’ “Admiral Kuznetsov” come una nave che riesca a soddisfare tutte le necessità per i prossimi 40 anni.


(Il Giornale 13.11.2016)

Siria, attivata no fly zone di 50 km sul gruppo da battaglia della Kuznetsov

“Nessuno potrà violare il nostro schermo difensivo di 50 chilometri attivato davanti la costa siriana.

Tutti i paesi coinvolti conoscono il potenziale e la forza dei nostri sistemi difensivi: niente e nessuno, sia in aria che in mare, potrà avvicinarsi a meno di 50 chilometri dalla nostra posizione”. E’ quanto ha dichiarato il comandante dell’incrociatore lanciamissili pesante a propulsione nucleare Pyotr Veliky, ammiraglia della Flotta del Nord, Vladislav Malakhovsky.


Da 72 ore, i caccia Su-33 della portaerei Admiral Kuznetsov effettuano missioni Combat Air Patrol, pattugliamento aereo da combattimento sopra Tartus. Il Su-33, concepito per la superiorità aerea essendo stato sviluppato da Su-27, ha limitate capacità aria-terra. Quelli giunti in Siria, però, sono stati equipaggiati con un nuovo sistema di puntamento SVP-24 prodotto dalla società russa Gefest and T: conferisce una maggiore precisione nella fase di rilascio degli ordigni convenzionali. I caccia della Kuznetsov stanno procedendo all’integrazione con la forza aerea di stanza nella base di Hmeymim, in Siria.


La Admiral Kuznetsov è scortata dall’incrociatore Pyotr Veliky, dalle cacciatorpediniere classe Udaloy I, Severomorsk e Vice-Admiral Kulakov e da due unità classe Buyan-M, la Serpukhov e la Zelyony Dol. Nel Mediterraneo orientale risultano in attività anche la fregata missilistica classe Krivak II, Pytlivyj e la dragamine Ivan Golubets. Tra Cipro e la costa siriana, Mosca ha in servizio attivo tre sottomarini equipaggiati con missili da crociera Kalibr. Identificati due sottomarini d’attacco a propulsione nucleare classe Akula (certa la presenza del K-335 Gepard, l’unico classe Akula III realizzato) ed una terza unità a propulsione diesel elettrica appartenente alla classe Kilo.


(Il Giornale 05.11.2016)

Siria, primo pattugliamento dei caccia decollati dalla portaerei Kuznetsov

I caccia russi sono stati identificati sopra Tartus, in Siria. In posizione il gruppo da battaglia: Mosca potrebbe ordinare i raid entro la settimana.
 
I caccia Su-33 sono decollati dalla portaerei Admiral Kuznetsov per il loro primo CAP, Combat Air Patrol - pattugliamento aereo da combattimento.

E’ quanto segnala l’agenzia russa Vestnik Mordovii citando fonti siriane. I caccia russi sono stati identificati sopra Tartus. Il Su-33, concepito per la superiorità aerea essendo stato sviluppato da Su-27, ha limitate capacità aria-terra. Quelli giunti in Siria, però, sono stati equipaggiati con un nuovo sistema di puntamento SVP-24 prodotto dalla società russa Gefest and T: conferisce una maggiore precisione nella fase di rilascio degli ordigni convenzionali.

La portaerei russa Admiral Kuznetsov trasporta 15 caccia tra Su-33 e MiG-29K/KUB e dieci elicotteri Ka-52K, Ka-27 e Ka-31. Le attività di volo proseguiranno fino al mese al prossimo mese di gennaio. I Su-33 effettueranno missioni CAP, Combat Air Patrol, equipaggiati con missili R-27 (AA-10 Alamo) a medio raggio e R-73 ( AA-11 Archer) a corto raggio. I multiruolo MiG-29K/KUB effettueranno raid contro le postazioni dei terroristi, utilizzando equipaggiamento a caduta libera ed a guida laser. Allo stesso tempo, i caccia potranno essere equipaggiati anche con missili aria-aria, compreso il medio raggio R-77 (AA-12 Adder). Gli elicotteri della famiglia Ka-27, pattuglieranno le coste della Siria per la sorveglianza e la ricognizione nell’area di pertinenza del vettore. I KA-52K, infine, scorteranno gli elicotteri da trasporto russo.

Sebbene ottimizzato per le operazioni sulle portaerei, il gruppo aereo imbarcato possiede una limitata autonomia e capacità di carico ed è inferiore per potenza e tecnologia al corrispettivo americano. Le portaerei, però, rappresentano asset strategici delle maggiori potenze. Non necessariamente devono avere un uso pratico, ma riflettono una capacità militare che solo poche nazioni detengono. Un gruppo da battaglia rappresenta gli interessi strategici di una potenza globale ed è una manifestazione tangibile del concetto di proiezione. Dopo il pattugliamento nel Mediterraneo, la Kuznetsov entrerà in cantiere per lavori di rifacimento dell’intero ponte di volo, con sostituzione del rivestimento e del sistema di decollo ed atterraggio. Tali interventi, fissati per l’inizio del 2017, dureranno tre anni.

In posizione il gruppo da battaglia della Kuznetsov

La Kuznetsov è scortata dall’incrociatore lanciamissili pesante a propulsione nucleare Pyotr Veliky, ammiraglia della Flotta del Nord e dalle cacciatorpediniere classe Udaloy I, Severomorsk e Vice-Admiral Kulakov. Fanno parte della flottiglia anche un rimorchiatore ed una nave di sorveglianza. Il Cremlino ha ordinato a tre navi cisterna, provenienti dai porti russi nel Mar Nero, di rifornire in rotazione la flottiglia per l’intera durata della sua permanenza nel Mediterraneo orientale. Al gruppo da battaglia della Kuznetsov si sono unite anche due unità classe Buyan-M, la Serpukhov e la Zelyony Dol, che hanno attraversato il Bosforo il 5 ottobre scorso. Nel Mediterraneo orientale i russi hanno in attività come unità combattenti anche la fregata missilistica classe Krivak II, Pytlivyj e la dragamine Ivan Golubets. Mosca, infine, ha nel Mar Mediterraneo due sottomarini d’attacco a propulsione nucleare classe Akula, equipaggiati con missili da crociera Kalibr. Rilevato anche un terzo sottomarino a propulsione diesel elettrica appartenente alla classe Kilo.


(Il Giornale 05.11.2016)

Flotta russa schierata nel Mediterraneo, i raid potrebbero iniziare entro 48 ore

La fregata lanciamissili capofila della classe Admiral Grigorovich ha lasciato Sebastopoli giovedì scorso ed entro domani sarà in posizione di lancio nel Mediterraneo.

E’ l’ultima unità di superficie russa che si unirà al gruppo da battaglia della portaerei Admiral Kuznetsov, schierata al largo della Siria. Il gruppo di volo della portaerei russa si coordinerà con la forza aerea di stanza nella base siriana di Hmeimim. Le attività proseguiranno fino al prossimo mese di gennaio. Considerando le rotazioni delle unità russe, i primi raid potrebbero iniziare entro le prossime 24/48 ore.

L’attuale capacità russa nel Mediterraneo

Sono quindici i velivoli ad ala fissa imbarcati, tra Su-33 e MiG-29K/KUB, e dieci gli elicotteri Ka-52K, Ka-27 e Ka-31 sulla portaerei russa Admiral Kuznetsov. Dopo il pattugliamento nel Mediterraneo, la Kuznetsov ritornerà in cantiere per lavori di rifacimento dell’intero ponte di volo, con sostituzione del rivestimento e del sistema di decollo ed atterraggio. Tali interventi, fissati per l’inizio del 2017, dureranno tre anni. La Kuznetsov è scortata dall’incrociatore lanciamissili pesante a propulsione nucleare Pyotr Veliky, ammiraglia della Flotta del Nord e dalle cacciatorpediniere classe Udaloy I, Severomorsk e Vice-Admiral Kulakov. È la prima missione operativa per il Pyotr Veliky e la Admiral Kuznetsov.

Il Pyotr Veliky è la più grande nave da guerra a propulsione nucleare del mondo, equipaggiata con missili antinave Granit e di difesa Fort, versione navale dell’S-300. Gli incrociatori missilistici da battaglia a propulsione nucleare classe Kirov, costruite in quattro esemplari, rappresentano la massima espressione sovietica delle navi da battaglia di prima linea. Il loro armamento è cosi pesante che non esiste un loro equivalente occidentale. Come dotazione principale, le Kirov sono armate con venti missili SS-N-19 Shipwreck. Parliamo di un missile antinave corazzato, dal peso di sette tonnellate, lungo dieci metri e con un raggio d’azione di 700 km. Se lanciati a sciame, i missili sono in grado di interagire tra di loro stabilendo la priorità.

Fanno parte della flottiglia anche un rimorchiatore ed una nave di sorveglianza. Il Cremlino ha ordinato a tre navi cisterna, provenienti dai porti russi nel Mar Nero, di rifornire in rotazione la flottiglia per l’intera durata della sua permanenza nel Mediterraneo orientale.

Al gruppo da battaglia della Kuznetsov si sono unite anche due unità classe Buyan-M, la Serpukhov e la Zelyony Dol, che hanno attraversato il Bosforo il 5 ottobre scorso. Le corvette lanciamissili sono in posizione di lancio dal Mediterraneo orientale. Con un’autonomia di circa 2.000 km, il supersonico 3M-54 Kalibr può essere imbarcato sui sottomarini e sulle unità da battaglia di piccole dimensioni. La Serpukhov e la Zelyony Dol hanno già lanciato missili Kalibr contro obiettivi di Jabhat Fatah Al-Sham (ex al-Nusra), identificati nell’area di Dar-Taaza e nella provincia di Aleppo, in Siria. Nel Mediterraneo orientale i russi hanno in attività come unità combattenti anche la fregata missilistica classe Krivak II, Pytlivyj e la dragamine Ivan Golubets.


(Il Giornale 26.10.2016)

La Spagna non rifornirà la Kuznetsov?

“Ogni nazione ha il sacrosanto diritto di rifornire le navi che attraccano nei propri porti, ma la Spagna non dovrebbe garantire assistenza e supporto al gruppo da battaglia russo”.

La Spagna è nell’occhio del ciclone per l’assistenza che si appresta a fornire al gruppo da battaglia della portaerei Admiral Kuznetsov. Tra poche ore, dopo aver attraversato lo stretto di Gibilterra, la flottiglia russa composta da otto unità, raggiungerà il porto di Ceuta, enclave spagnola in Nord Africa, per fare rifornimento di viveri e carburante. Soltanto le navi logistiche e la petroliera (circa 3.750 tonnellate di combustibile) a supporto del gruppo da battaglia dovrebbero attraccare nel porto di Ceuta. Dopo la sosta, la flottiglia russa riprendere la navigazione fino a raggiungerà la sua posizione d’attacco nel Mediterraneo orientale. I raid dovrebbero iniziare entro la prima settimana di novembre.

“Madrid deve ripensare alle sue prossime azioni – ha affermato Jens Stoltenberg, Segretario Generale della Nato – quel gruppo da battaglia potrebbe essere utilizzato per intensificare i raid aerei sulla città assediata di Aleppo dove sono intrappolate 275.000 persone”.

“È compito delle nazioni che si trovano lungo la rotta per il Mediterraneo orientale garantire o meno viveri e carburante al gruppo da battaglia della Kuznetsov, ma la Nato è preoccupata per il potenziale impiego di tali vettori. Credo che tutti gli alleati siano consapevoli che le unità russe saranno utilizzate per condurre attacchi aerei sulla Siria”.

La questione del porto di Ceuta è particolare. Tecnicamente non rientra nei trattati della Nato. La Spagna rifornisce regolarmente le navi da guerra russe nel porto franco del Nord Africa fin dal 2010, anno in cui è stato aperto al supporto logistico per le navi delle altre nazioni. Sarebbero circa cinquanta le unità russe tra sottomarini, fregate, cacciatorpediniere, navi da assalto anfibio ed ausiliarie che dal 2010 hanno fatto sosta a Ceuta.


Isis, Putin schiera Admiral Kuznetsov

(Il Giornale 06.07.2016)

A partire dal prossimo ottobre, la portaerei russa Admiral Kuznetsov sarà operativa dal Mediterraneo orientale contro lo Stato islamico. Il vettore sarà operativo per quattro mesi, prima di ritornare in cantiere per lavori di rifacimento dell’intero ponte di volo, con sostituzione del rivestimento e del sistema di decollo ed atterraggio. Tali interventi, fissati per l’inizio del 2017, dureranno tre anni.

La nave, progettata per colpire grandi bersagli di superficie e proteggere le rotte marittime dagli attacchi nemici, è in grado di trasportare un massimo di 52 velivoli ad ala fissa e rotante ed l’unica al mondo a poter operare anche alle latitudini polari.

L’Ammiragliato russo precisa che la Kuznetsov sarà schierata poco distante dalla costa siriana, così da consentire al gruppo aereo imbarcato di completare tutte le attività militari programmate. Il gruppo di volo della portaerei russa si coordinerà con la forza aerea di stanza nella base di Hmeymim.

L’incrociatore pesante portaeromobili missilistico, questa la classificazione russa per la Kuznetsov, imbarcherà 15 caccia tra Su-33 e MiG-29K/KUB e dieci elicotteri Ka-52K, Ka-27 e Ka-31.

La portaerei utilizza il sistema Short Take Off But Arrested Recovery o STOBAR per il decollo e l’atterraggio dei velivoli, si trova attualmente in addestramento nel Mare di Barents dopo le riparazioni presso il cantiere 82, a Roslyakovo, nella regione di Murmansk. Il futuro gruppo aereo imbarcato della portaerei russa Admiral Kuznetsov, ha concluso ufficialmente il suo periodo di addestramento a terra presso la struttura di abilitazione di Novofedrorovka. Costruito presso il Cantiere Mykolaiv Sud (oggi Ucraina) a metà degli anni ‘80, l’Admiral Kuznetsov è divenuta pienamente operativa solo nel 1995, a causa dei drastici tagli al bilancio della Difesa russo a seguito del crollo dell’Unione Sovietica.


(Il Giornale 16.05.2016)

Quella portaerei russa nel Mediterraneo

Entro la fine di agosto l’Admiral Kuznetsov, unico vettore della Russia, sarà in pattugliamento nel Mar Mediterraneo.

La conferma arriva direttamente dall’Ammiragliato russo. La portaerei russa, l’unica al mondo a poter operare anche alle latitudini polari, potrebbe fornire supporto aereo, qualora la situazione lo richiedesse, alla campagna in Siria.

Dallo scorso 27 febbraio, la Russia ha riportato in patria 46 velivoli, tra cui Su-24, Su-25, Su-30 e Su-34, precedentemente schierati nella base aerea di Hmeymim.

Qualora la spinta dell’esercito siriano dovesse arrestarsi, il gruppo di volo della Kuznetsov (il gruppo aereo imbarcato comprende Su-25 UTG, Su-33, MiG-29K/KUB ed elicotteri Ka-27 e Ka-29), schierata a ridosso della costa siriana, potrebbe entrare in azione. Gli equipaggi del gruppo di volo del Kuznetsov sono attualmente in addestramento presso le strutture di formazione a terra di Saki, in Crimea e Yeisk, sulla riva del Mar d’Azov. La nave, progettata per colpire grandi bersagli di superficie e proteggere le rotte marittime dagli attacchi nemici, è in grado di trasportare un massimo di 52 velivoli ad ala fissa e rotante.

Il supporto in Siria del Kuznetsov resta una possibilità. Confermato, invece, il primo rischieramento di un vettore russo nel Mediterraneo entro la fine della prossima estate.

L’incrociatore pesante portaeromobili missilistico, questa la corretta dicitura russa (aggirata in tal modo la Convenzione di Montreux), utilizza il sistema Short Take Off But Arrested Recovery o STOBAR per il decollo e l’atterraggio dei velivoli. Costruito presso il Cantiere Mykolaiv Sud (oggi Ucraina) a metà degli anni ‘80, l’Admiral Kuznetsov è diventata pienamente operativo solo nel 1995, a causa dei drastici tagli al bilancio della Difesa russo a seguito del crollo dell’Unione Sovietica. La portaerei è stata per dieci mesi in riparazione presso il cantiere 82, a Roslyakovo, nella regione di Murmansk. L’Admiral Kuznetsov ha subito lavori agli apparati elettro-meccanici e sono stati sostituiti alcuni componenti della trasmissione della nave. Il vettore resterà nel cantiere 35 di Murmansk fino al rischieramento nel Mediterraneo.


CLASSE KUTZNESOV - KUTZNESOV CARRIER CLASS

RUSSIA - SOVIET UNION NAVAL ARMY


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